Dopo un anno molto particolare (appena 60 incontri di regular season, la stagione più corta di sempre), un playoff allargato a 16 squadre, con le migliori 2 di ogni Division più ulteriori 2 squadre, il che ha portato nella National League ben 4 squadre della Central alla postseason, anche se nessuna avanzerà al secondo round.

E il primo turno di wild card in cui tutte le squadre hanno dovuto incontrarsi in un tabellone tennistico (prima contro ottava, seconda contro settima, ecc.) in una serie di 3 incontri, tutti in casa della meglio classificata.

Iniziamo da Atlanta, dove i Reds hanno il vento in poppa, con Bauer probabile CY in gara 1, mentre i Braves nel corso della stagione hanno perso una intera rotazione per infortunio. Fried però si comporta molto bene e nonostante i 12 K del rivale, mantiene lo 0-0 fino agli extra-inning.

Qui Cincinnati lascia le basi piene per due attacchi consecutivi, arriva alla metà del tredicesimo con 11 valide battute contro le 3 dei Braves, che però ne fanno altrettante in un solo inning per il walk-off. 1-0 il finale, con il record MLB dei playoff per la partita che per più inning è rimasta senza punti.

In gara 2, Castillo e Anderson si affrontano, con un altro rookie per Atlanta. Castillo però tiene meno bene il campo e finisce 5-0 per i Braves, con i Reds che stabiliscono un record negativo nella storia del playoff: 22 inning senza segnare nemmeno un punto. Non strano che sia capitato a Cincinnati, che ha battuto appena .212 in stagione, la seconda peggior performance di squadra della storia dell’MLB, la peggiore dal 1910.

La seconda serie si gioca a Chicago, dove i Cubs ospitano i Marlins, reduci da un’annata pazzesca, partiti ultimi nei pronostici (venivano dati 20-1 per un posto playoff), colpiti poi con una ventina di positivi al COVID nella prima settimana, e costretti ad acquisire 19 giocatori tra trade e waiver claims, per poter proseguire la stagione, si sono ritrovati in postseason.

Alcantara ed Hendricks partono in gara 1, con il professore che viene spinto fino al settimo inning e sul 106° lancio subisce l’HR da 3 punti di Dickerson che ribalta il risultato (vincevano i Cubs 1-0), mentre il bullpen di Miami non ha problemi a portare la partita in fondo per il 5-1 finale.

Gara 2 slitta di un giorno per la pioggia (che aveva tormentato anche gara 1 nei primi inning), e salgono sul monte Sixto Sanchez, rookie terribile dalle 100 miglia orarie della Repubblica Dominicana, contro il giapponese Darvish, autore di un anno stellare, nella top 2 per vittorie ed ERA. Sanchez completa solo 5 inning, non senza qualche difficoltà, con Contreras messo out a casa base, mentre Darvish lancia molto meglio e più a lungo, ma nel settimo subisce l’HR di Cooper per il vantaggio Marlins. Il bullpen fa il resto con il closer Kintzler (un ex) che mette K 3 avversari per la salvezza ed il 2-0 finale.

Terza serie ad iniziare quella a San Diego, dove i Padres ospitano i Cardinals. Che colpiscono subito duro il partente Paddack per il 4-0 nel primo inning, e nonostante Kim non rimanga a lungo sul monte, mantengono sempre il vantaggio per il 7-4 finale.

Gara 2 segue inizialmente un andamento simile, con Davies colpito duro per il 4-0 e Wainwright sul monte, che pare sinonimo di passaggio del turno. Invece nel sesto inning, sul 6-2, prima Tatis e poi Machado la buttano fuori per il pareggio. Il bullpen dei Cards continua a subire e Myers, ancora Tatis ed ancora Myers battono fuori campo e ribaltano il match per l’11-9 finale.

Per la prima volta nella loro storia i Padres recuperano 4 punti di deficit nei playoff (erano 0 su 12) e per la prima volta dal 1932 due compagni di squadra battono 2 HR a testa nei playoff (erano Babe Ruth e Lou Gehrig per la cronaca), mentre è la prima volta in assoluto che una squadra batte 5 HR nei playoff dal sesto inning in avanti!

E si va a gara 3, unica serie, dove il rookie manager Tingler (una vita spesa nei Texas Rangers, in ruoli minori, prima della chiamata californiana), che ha il pieno appoggio della franchigia dopo averli portati al miglior record in percentuale della loro storia, decide per un bullpen game, lasciando Clevinger e Lamet, possibili partenti, in panchina. Flaherty lancia invece per i Cardinals, e nel quinto inning subisce l’RBI di Hosmer per l’1-0. Il bullpen continua il buon lavoro fino al termine per il 4-0 finale ed il passaggio del turno.

Ultima serie quella a casa dei Dodgers che, come detto, nonostante il record fantastico di 43-17, sono costretti ad una serie con i Brewers, finiti al 50%, e si giocano tutto in 3 partite. Suter è il partente a sorpresa dei Brewers, che subisce 2 punti nel primo inning, mentre Buehler è il partente per LA, nonostante un finger blister che lo costringerà ad uscire anzitempo. Comunque i Dodgers amministrano il match fino al 4-2 finale con la salvezza di Jansen.

In gara 2 è Woodruff il partente Brewers, mentre Kershaw quello dei padroni di casa, l’unico lanciatore a partecipare a 10 stagioni di playoff senza aver mai vinto le World Series. Nel quinto, sullo 0-0, un mancato doppio gioco difensivo degli ospiti, porta ad un allungamento dell’inning che risulterà fatale al loro partente. 3 punti entrano nel frame e Kershaw non si lascia sfuggire l’occasione, con 8 scoreless innings e 13 K, mentre Graterol (!) guadagna la salvezza al posto di un affaticato Jansen. 3-0 il finale.

Le division Series saranno quindi Dodgers-Padres e Braves-Marlins, due scontri divisionali, e verranno giocate al meglio delle 5 partite in campo neutro, come tutti i playoff di quest’anno da qui in avanti.

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