Anche nella parte sud di Chicago sembra finalmente essere arrivata l’ora di sognare, e i rimbrotti verso Jerry Reinsdorf paiono sopiti e messi in naftalina: i White Sox versione shortened season fanno infatti paura!

Le promesse costanti del tycoon sono adesso qualcosa di reale, e tutto il front office concede a Rick Renteria un core affidabile sia ora, specialmente nello slugger lineup, che soprattutto per il futuro prossimo; a 15 anni dalle ultime WS e a 12 dalla vittoria di girone si può ricominciare a pensare in grande!

Il nuovo format playoff inoltre concede speranze, oltre a prima e seconda di Division, anche alle ulteriori due franchigie con miglior record residuo, per un totale di otto squadre per lega. Importante precisazione questa , dato che nel momento in cui scriviamo l’AL Central, solitamente blocco meno qualitativo, presenta invece al giro di boa ben tre team con primato limitrofo o superiore al 60%, coi South Siders addirittura terzi dietro Twins e Indians, nonostante l’eccellente 17-12 che li porterebbe ad una delle tre wild card series.

I White Sox, offensivamente parlando, sono forse dietro esclusivamente a Yankees e Dodgers, ma il mix potenza/contatto – esperienza/gioventù li rende unici! Primi MLB per fuori campo, valide, media al box e slugging percentage, secondi in Ops, quarti per Run, terzi AL per Obp e punti battuti a casa: tanta roba!

Poche stolen base dimostrano leggera pigrizia di un gruppo di hitter feroci, idem nella difesa del field, dove risaltano ben 8 errori delle tre stelle interne Abreu, Moncada e Tim Anderson.

Il trentatreenne cubano, sopravvissuto alla free agency, è il valore aggiunto e al top di una carriera da asso, con numerose streak at bat per home run che gli sono valse il raggiungimento o il sorpasso dei record di Carpenter contro i Cubs e di Magglio Ordonez. Con 11 totali è il terzo di lega, secondo per hit (38) e nono per batting average. Anderson è al solito una garanzia nel contatto e in striscia per valide da 7 match, mentre Moncada è semplicemente il presunto uomo franchigia e grande investimento dei periodi a venire (UFA 2026).

Un po’ sottotono ma da attendere in situazioni clutch Encarnacion, accordo stagionale onesto e conveniente al pari di Mazara, mentre l’impegno quadriennale per Grandal, sia catcher che DH per lasciar spazio al solido McCann, si conferma azzeccato.

Le performance di Eloy Jimenez – a parte un atletismo da migliorare in esterno – ne ratificano la grandezza data a vedere già nell’anno da rookie, col nono posto per fuori campo, media vicina al .300 e un fisico finora a posto per quasi tutte le partite (27 su 29); tuttavia ciò che sta facendo il suo gemello Luis Robert è addirittura più sbalorditivo e giustifica le previsioni di critici ed analisti su un’imminente legacy in seno alla lega.

Un lineup del genere non non verrà certamente invaso da gossip di trade per i Bogaerts o Santander di turno!

Se la top five nella classifica di Conference viene lambita, lo si deve pure alle rassicuranti prestazioni sul monte partenti – quarta ERA AL a 3.79 – per merito della star new entry Dallas Keuchel (vicino al podio di vittorie con 4) e l’ormai sicurezza Giolito, secondo per K e in ripresa dopo un brutto inizio, coadiuvati da Dylan Cease (3.13 Pgl) e l’altro acquisto a contratto annuale Gio Gonzalez, ottimo ad agosto dopo un debutto da brividi. Pregevole anche Foster da opener, forse ora quinto spot in rotazione ai danni di Lopez, Dunning e Rodon, tutti in palese difficoltà.

Strepitosi nel bullpen il closer Colome, tra i migliori in salvezze, e Ross Detwiler; efficaci Bummer prima di farsi male, Marshall, Heuer e Burdi, a disagio Cordero, Fry e soprattutto Steve Cishek, giunto in pompa magna dai cugini Cubs ma qui a picco!

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