In una primavera in cui non c’è da parlare di baseball giocato, dato che lo Spring Training è stato sospeso per il COVID-19, la MLB sta studiando varie soluzioni per non dover cancellare la stagione: dall’iniziare la regular season con tutte le 30 squadre in Arizona, in 15 campi molto vicini, senza pubblico, e inserire diversi double-header per recuperare il tempo perduto, a ridurre il numero delle partite a 100 (sarebbe la più corta stagione di sempre, dato che il record attuale è di 106 incontri del 1981, causa lo sciopero dei giocatori).

In attesa, abbiamo deciso di ricordare quella che forse è stata la miglior annata di sempre, anch’essa funestata da un tragico evento, l’attentato alle torri gemelle, che però ha fatto slittare la stagione solo di una settimana.

Il 2001 ha visto infatti molti record battuti nel corso della stagione regolare, come i 665 K totali del duo Schilling-Randy Johnson (il più alto combo di sempre), alle 116 vittorie dei Seattle Mariners (anche qui un record assoluto), alla stagione eccellente dello stesso Johnson: 21 vittorie, arrivando a 200 in carriera, 2.49 ERA, 372 K (terza performance di tutti i tempi), al suo compagno di squadra, Luis Gonzalez, che battendo .325 con 57 HR e 142 RBI è arrivato solo terzo all’MVP! (Bonds e Sosa davanti a lui).

E dove una franchigia al quarto anno di vita, gli Arizona Diamondbacks, è riuscita a vincere la sua Division, e poi a diventare Campione del Mondo, la più veloce della storia.

La loro postseason inizia contro i St. Louis Cardinals, con Schilling a lanciare un complete game shutout in gara 1 (un 3 hitter), mentre Randy Johnson, impegnato in gara 2, subisce la sconfitta nonostante gli 8 inning lanciati e solo 2 punti subiti. E questa è la settima sconfitta di fila di Randy nei playoff, una statistica che comincia a pesargli. I D’Backs riescono a passare il turno grazie al walk-off di Tony Womack, il loro shortstop, in gara 5.

Nella Championship Series si ritrovano di fronte gli Atlanta Braves: senza dubbio la miglior compagine della National League nel decennio precedente, giunta alla decima partecipazione consecutiva nei playoff, anche se con una sola World Series vinta.

La serie inizia con Randy Johnson contro Maddux in gara 1: 7 CY sul monte. Randy subisce nel primo inning una valida da Chipper Jones, ma con il challenge dei tempi attuali sarebbe stata subito tolta. Da qui Randy elimina 20 avversari di fila, concede una base ball, poi nel nono viene lasciato in campo e dopo 2 out subisce 2 singoli di fila prima del K che chiude l’incontro sul 2-0 per la sua prima vittoria in postseason dal 1995. La sconfitta va a Maddux, che in 7 IP concede 6 H e 2 R.

In gara 2 Atlanta schiera Tom Glavine, che vince la gara grazie a 7 inning lanciati, 5 valide e un ER e che con le sue 12 vittorie nei playoff diventa il migliore di sempre. La serie si sposta in Georgia dove in gara 3 Schilling lancia il terzo complete game consecutivo dei suoi playoff, condito da 12 K, e in gara 4 Arizona dilaga con un sonoro 11-4.

Con la serie sul 3-1, è di nuovo Randy Johnson a presentarsi sul monte in gara 5, questa volta contro Glavine, che lancia molto bene fino al quinto inning, dove il PH Durazo batte un HR da 2 punti che risulterà decisivo. Randy lancia 7 inning concedendo 2 ER con 8 K e riesce a salvarsi nel settimo nonostante le basi piene. Per la salvezza viene chiamato il sud coreano Kim, 22 anni, che da metà stagione ha preso il posto di Matt Mantei, infortunato, nel delicato ruolo di closer. La salvezza arriva con 2 K ed una base ball per il 3-2 finale che qualifica i D’Backs.

Ma cosa succede nell’altra Lega? Anche qui ci sono vicende memorabili, come i piccoli A’s che vincono le prime due partite della ALDS allo Yankee Stadium prima di perdere in 5 gare! Ma questa ennesima sconfitta (e le sanguinose perdite via free agency di qualche settimana dopo) porteranno il GM Beane ad acquistare… un dipendente degli Indians, laureato in statistica, che lo aiuterà a creare Moneyball, il nuovo modo sabermetrico di leggere il baseball.

E che porterà al contrario, la corazzata Yankees, vincitrice delle ultime 3 World Series, a vincerne poi una sola nei successivi 20 anni, nonostante sia rimasta sempre prima (o seconda) nel payroll. Mentre nel 2018, per la prima volta nella storia, la squadra con il più basso payroll dell’anno approderà ai playoff (gli A’s, guarda caso), subito eguagliato l’anno dopo nella stessa impresa dai Rays.

Ma torniamo al 2001, quando gli Yankees, dopo il pericolo scampato, eliminano in 5 partite anche i primatisti Mariners, ed approdano alla quarta World Series consecutiva, alla 38° della loro storia, di cui 26 vinte.

Le World Series iniziano in Arizona, che annovera Bob Brenly come skipper, solo il sesto rookie manager ad accedere alle WS (e sarà il primo a vincerle come rookie dal 1961).

In gara 1 c’è uno scontro epico sul monte: Schilling contro Mussina, 2.98 contro 3.15 di ERA in stagione, entrambi secondi della loro Lega, e davanti a 50 mila spettatori nel primo inning Jeter fa la sua “solita” finta di venir colpito dal lancio (anche qui con i replay di oggi non avrebbe avuto scampo), ma a quel tempo gli andava spesso bene, e poi segna portando in vantaggio gli Yankees. Già nella bassa dell’inning Counsell pareggia con un home run, poi nel terzo è Gonzalez a metterla fuori in un frame da 4 punti e nel quarto, nonostante il pitching change, Arizona segna altri 4 punti per il 9-1. Schilling completa 7 inning, con 8 K, Morgan e Swindell chiudono un frame ciascuno per il 9-1 finale. Protagonista negativo per New York David Justice con 3 K subiti ed un errore difensivo.

In gara 2 ci sono Randy Johnson ed Andy Pettitte sul monte. Gara molto diversa dalla prima, dove entrambi i pitcher lanciano molto bene per 6 inning, con il solo RBI di Bautista con un triplo nel secondo inning. Randy mette a segno 7 K nei primi 3 inning, e subisce una sola valida nei primi 7 inning. Pettitte invece nel settimo crolla, concedendo un HR da 3 punti a Williams per il 4-0. Nell’ottavo Randy concede due valide, ma si leva dagli impicci con un doppio gioco. Viene riproposto anche nel nono per un complete game, SHO, 3 valide, una BB, 11 K e 4-0 finale.

La serie si sposta nel Bronx, dove Roger Clemens, 280 vittorie in carriera, recordman in attività, affronta Anderson. Clemens viene subito graziato nel primo inning, dove nonostante un errore difensivo ed una base ball coglie rubando 2 corridori di Arizona. Nel secondo il catcher Posada batte l’HR dell’1-0 Yankees. Nel quarto, con le basi piene, Arizona mette a segno solo un sac fly per il pareggio, ma nel sesto è Brosius a battere l’RBI del nuovo vantaggio casalingo. Nel nono entra Rivera, con gli Yankees che sono 154-1 in postseason quando sono in vantaggio dopo 8 inning (!!), e chiude i conti con 2 K ed un groundout per il 2-1 finale. Pesano i 3 errori difensivi di Arizona, e le occasioni sprecate nel primo e nel quarto inning.

Gara 4 vede El Duque Hernandez lanciare contro Schilling, in short rest. Negli ultimi 3 anni però i lanciatori che l’hanno preceduto hanno avuto scarsa fortuna, con un bilancio di 3-12 ed un’ERA superiore a 9.00!

Nel primo inning Arizona riempie le basi ma non riesce a segnare, mentre Spencer, l’esterno sinistro degli Yankees, batte un HR nel terzo per il vantaggio. Nel quarto Grace batte l’HR del pareggio, ma un attimo prima un doppio gioco difensivo ha evitato ai padroni di casa guai peggiori. Schilling nei primi 4 frame concede solo una valida.

Nel quinto Tony Womack viene messo out a casa base, per l’ennesima occasione sprecata dai D’Backs, mentre Schilling mette a segno altri 2 K. Nel settimo, con traffico sulle basi, Joe Torre decide di togliere El Duque, e Stanton lo ripaga con un inning ending double play! Ma nella parte bassa succede qualcosa di simile: con 2 corridori in base, Schilling prima induce un doppio gioco e poi mette K Justice (che così sale a 8 K consecutivi nelle World Series, record all time).

Nell’ottavo un triplo di Durazo porta a casa il punto del vantaggio, e poi lui stesso segna il punto del 3-1 Arizona. Brenly decide di togliere Schilling (probabilmente perché in short rest, o per preservarlo per gara 7) e chiede a Kim la salvezza da 2 inning (ha all’attivo due uscite da 3 inning in stagione). Kim nell’ottavo mette K 3 avversari, mentre nel nono, dopo 2 out, subisce l’HR di Tino Martinez da due punti, per il pareggio. A questo punto Brenly decide di lasciare Kim sul monte e dopo altri due on riesce a chiudere l’inning con il quinto K.

Nel decimo, dopo un 1-2-3 di Rivera, nella bassa si ripresenta Kim (!!) e dopo 2 out, e 62 lanci, subisce l’HR del 4-3 finale da Jeter.
Gravi le responsabilità dello skipper, prima nell’aver chiesto ad un closer di 22 anni una salvezza da 2 inning allo Yankee Stadium, poi nell’averlo lasciato sul monte per 62 lanci.

Gara 5 vede sul lanciare Mussina e Miguel Batista, e dopo 4 inning ben giocati da entrambi, nel quinto sono sempre gli ospiti a segnare, con gli HR di Finley e Barajas (catcher di riserva) per il 2-0. Nel settimo entrambi i lanciatori concedono 2 corridori in base, ma nessuno riesce a segnare, mentre Arizona spreca nell’ottavo Womack in terza con zero eliminati. Mussina completa pertanto 8 inning con 5 valide e 2 ER, mentre Batista 7.2 IP e 5 valide senza punti.

Nel nono Brenly decide… di rimettere Kim sul monte, nonostante i 62 lanci della sera precedente. Ed anche stavolta, dopo 2 out, concede l’HR del pareggio, a Scott Brosius. In questa occasione c’è subito il cambio ed entra Morgan, che lancerà per 2.1 inning senza concedere punti. Più complicato il cammino di Mariano Rivera, chiamato a lanciare decimo inning (senza problemi) e undicesimo, dove riempie le basi per poi salvarsi. Nel dodicesimo Soriano batte l’HR contro Albie Lopez per il secondo walk-off degli Yankees consecutivo.

La serie ritorna a Phoenix, con i padroni di casa sotto 3-2 e con il manager che decide di cambiare prima e seconda base, con gli esordi di Collburn e Bell. Sembra la mossa della disperazione.

Randy è sul monte, contro Pettitte. Quest’ultimo subisce due valide dai primi due battitori (Womack e Bautista) ed è già sotto senza out, poi subisce altri 3 punti nel secondo inning, e viene cambiato nel terzo per veder il punteggio crescere fino al 12-0! Dopo 5 inning, con il risultato sul 15-0, Torre inizia a cambiare molti dei suoi titolari per preservarli per gara 7, mentre Randy, dopo 5 inning è solo a 66 lanci e potrebbe essere tolto per un eventuale utilizzo il giorno dopo… mentre Brenly gli lascia lanciare anche il sesto ed il settimo, dove effettua 35 lanci abbastanza inutili, e subisce anche 4 valide e 2 punti. Arizona mette a segno 22 valide (record per le WS) senza nemmeno un HR! per il 15-2 finale.

Gara 7 vede sul monte di nuovo Schilling in short rest (era dal 1991, con Morris dei Twins, che un pitcher non era il partente di 3 gare delle WS) contro Clemens. Entrambi nel primo inning concedono un uomo in posizione punto, ma nessuno riesce a segnare. Nel secondo Finley salva Schilling con una bella presa in esterno centro, mentre Clemens mette 2 uomini in base ma con 2 K si salva, e si ripete nel terzo con 2 on ed il K a Finley. Schilling prosegue in modo impeccabile chiudendo il sesto inning con 16 out consecutivi.

Mentre Bautista mette a segno l’RBI del vantaggio contro Clemens ma si fa eliminare correndo in terza base con zero out! 1-0 alla fine del sesto. Nel settimo Schilling concede 3 singoli per l’1-1, e nella bassa Brenly lo lascia battere leadoff (ovviamente un facile out), poi Womack batte valido e Torre cambia Clemens… E nell’ottavo, Schilling concede l’HR del vantaggio a Soriano!

Dopo 7.1 inning viene cambiato, entra Miguel Batista per un solo out, poi Randy Johnson, nonostante gli oltre 100 lanci del giorno prima, fa 4 out cruciali nell’ottavo e nono.

E Torre fa la stessa scelta di Brenly, chiede al suo closer la salvezza da due inning. Rivera mette a segno 3 K nell’ottavo, ma nel nono subisce subito una valida, errore difensivo, un out, RBI di Womack per il pareggio, colpisce Counsell e a basi piene blooper di Gonzalez per il walk-off che vale il titolo!

Erano 27 le gare consecutive nelle WS che gli Yankees vincevano se in vantaggio dopo 7 inning. E questa sarà l’unica salvezza sprecata nei playoff dell’intera carriera di Mariano Rivera.

Queste sono le settime finali consecutive vinte dalla squadra di casa quando si arriva a gara 7, mentre sono solo le terze finali di tutti i tempi con 7 gare su 7 vinte dalle squadre di casa (era capitato due volte ai Twins, nel 1987 e nel 1991). Nominati co-MVP delle WS Schilling e Johnson, il primo per le 3 partenze, due in short rest, il secondo per le 3 vittorie, 2 consecutive in gare 6 e 7 (unico nella storia).

Che dire, per noi le migliori finali degli ultimi 30 anni, e forse di sempre, con 3 blown saves nelle ultime 4 gare, 2 incontri agli extra-inning, 3 gare vinte con un walk-off.

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