Le World Series tornano a Washington dopo 86 anni, e non poteva esserci momento migliore: i Nats sono 18-2 nelle loro ultime 20 gare ufficiali (dal 23 settembre) e sono 8-0 in postseason, miglior striscia di sempre nel singolo playoff.

Sul monte mandano Anibal Sanchez, che lancia dopo 2 settimane di riposo, la seconda sosta più lunga per un partente nella storia delle WS (Miguel Batista lanciò dopo 15 giorni nel 2001).

Ma l’inizio è complicato, e gli Astros segnano nel secondo inning, con un doppio di Correa portato a casa da Reddick, e poi nel terzo, grazie ad un doppio di Altuve, un errore di Soto che lo porta in terza (brutto modo di festeggiare il suo 21esimo compleanno) e l’RBI di Brantley.
Greinke lancia per i texani, ed ha un record di 3-0 con ERA 0.37 nelle ultime 4 gare contro Washigton, dal 2015 ad oggi.

Ma le WS sono differenti, e nel terzo si trova con le basi piene, e dopo 31 lanci nell’inning mette K Cabrera. Nel quarto concede una base ball che diventa un punto grazie al triplo di Robles.

Qui Dave Martinez, con uomo in terza ed 1 out decide di non mettere un PH e lascia in battuta Anibal Sanchez (appena a 65 lanci in 4 frame) ma la scelta si rivela errata: il punto non entra e nel quinto lo schema precedente si ripete con doppio di Altuve e RBI di Brantley per il 3-1.
Greinke non riesce a completare 5 inning, ed esce dopo 95 lanci lasciando 2 on e 2 out a James, che mette K Zimmerman.

Nel sesto entra Peacock, che però concede due basi ball e viene tolto con un solo out per far posto ad Harris, che elimina 5 avversari di fila.

Gli Astros sono la prima squadra dal 1903 a presentarsi alle World Series senza un lanciatore mancino nel roster, e pertanto devono affidarsi a Joe Smith nell’ottavo, che compie un ottimo lavoro e Osuna salva senza problemi nel nono per il 4-1 finale.

In gara 4 facilmente ci saranno Corbin ed il rookie Urquidy sul monte.

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