La sfida che non ti aspetti, Davide contro Golia all’ennesima potenza: i campioni in carica di Houston, che hanno pure aumentato in questa stagione il monte ingaggi da 124 a 160 milioni di dollari, e gli Oakland Athletics, che l’hanno ridotto da 81 a 65 milioni, ultimi delle Majors!

Houston, dopo aver acquisito Justin Verlander lo scorso agosto e averci vinto le World Series, hanno deciso… di rinforzare la rotazione acquisendo da Pittsburgh Gerrit Cole, che ora guida l’MLB in strikeouts con… Verlander!

Oakland invece ha visto la sua giovane rotazione dello spring training, (Manaea, Graveman, Cotton, Mengden) decimata dagli infortuni, con i primi 3 fuori per tutta la stagione per una operazione alla spalla (Manaea, non prima di aver lanciato il primo no-hitter del 2018) e due Tommy John Surgery (Graveman e Cotton), e con i 3 partenti subito pronti a sostituirli… anch’essi in DL con problemi più o meno gravi al gomito (Blackburn, Triggs e Gossett, Tommy John anche per quest’ultimo).

Bob Melvin, dopo aver dichiarato che nella sua carriera non ha mai visto nulla di nemmeno paragonabile a tutto ciò… anziché darsi per vinto e pensare che la stagione fosse persa (in fondo sarebbe stata una delle tante per gli A’s), ha trovato in Billy Beane, da 22 anni GM, il solito mago sul mercato, ed insieme hanno ricostruito una rotazione credibile con la promozione di Brett Anderson e Trevor Cahill, firmati a fine marzo con minor league contracts, con Edwin Jackson, nelle minors di Washington fino a giugno, firmato dopo il suo opt-out, e con Mike Fiers, acquisito ad agosto dai Tigers.

Dopo aver usato 14 differenti partenti in stagione, Melvin ha deciso pure di copiare Cash, lo skipper dei Rays, usando Liam Hendriks come “opener”, o finto partente per solo un inning negli incontri in cui non aveva un partente a disposizione e doveva usare solo il bullpen per l’intero incontro.

L’ERA di reparto è il nono MLB con 3.49, ma sono penultimi in strikeout, e dal 1989 un team non va ai playoff con così pochi K.

Houston non doveva provare niente, aveva la squadra più forte e dinamica delle Majors, ma ha avuto comunque la forza di far esordire un prima base come Tyler White (che batte .300 con 12 HR e 38 RBI in sole 170 apparizioni al piatto) e di avere all’All Star Break il miglior record degli ultimi 50 anni della squadra campione del mondo in carica.

Altuve e Bregman stanno avendo una stagione stellare, con possibilità di MVP per entrambi, Gurriel, Springer e Marvin Gonzalez si sono confermati ai loro livelli, mentre la star Correa ha avuto un anno difficile, complice anche qualche acciacco fisico che gli ha fatto saltare 40 incontri.

Oakland invece ha stupito l’America con la miglior difesa MLB (+59 in punti salvati), capitanata dal terza base Matt Chapman, che ha impreziosito la sua annata con 23 HR e 64 RBI. Lowrie, Piscotty e Semien hanno avuto produzioni offensive di rilievo, con il DH Davis a 42 HR ed il prima base Olson a 27.

Nel bullpen di Houston c’è stato qualche affanno, con Peacock che aveva iniziato la stagione dove l’aveva finita, facendo il closer lungo, poi Giles aveva ripreso il suo posto senza convincere, fino alla deadline dove è stato ceduto ai Blue Jays per Osuna, il closer con problemi comportamentali che doveva essere fuori dai radar degli Astros, così attenti al loro codice etico.

Invece Osuna ha già raccolto 8 salvezze in 18 apparizioni con una ERA di 2.00. Pressly, Sipp, Rondon, Joe Smith e il già citato Peacock vanno tutti alla grande, con una menzione particolare per McHugh, ex partente ora nelle vesti di rilievo lungo, con una ERA sotto a quella di Osuna in 66 inning lanciati.

Ma anche il bullpen di Oakland sta andando incredibilmente bene, con Trivino e Treinen on fire dall’inizio e con le acquisizioni di Familia, Rodney e Kelley che hanno tutte funzionato alla grande. Petit è il rilievo lungo, con una rispettabilissima 3.17 di ERA in 88 inning.

Per questo finale di stagione gli Astros hanno 3 partite di vantaggio (93 vittorie a 90), e da qui alla fine li aspettano più incontri in casa di Oakland e con squadre con record inferiore (entrambi giocheranno quasi esclusivamente con team sotto il 50%), quindi crediamo che Houston abbia un piccolo vantaggio in questo momento.

Gli A’s però hanno già stupito tutti con la rimonta fatta sinora (il 24 giugno erano 40-38, da quel momento sono 50-21, miglio squadra della MLB, anche meglio dei Red Sox), ed hanno anche un secondo obiettivo: superare gli Yankees (ormai ad una sola partita di distanza) per il vantaggio del campo nella wild card.

Beane si è confermato il miglior manager di tutti i tempi con questo ennesimo miracolo, e se a metà stagione Cora dei Red Sox sembrava senza dubbio il Manager dell’anno, ora Melvin è il chiaro favorito, con Cash e Cora a seguire.

Ci attende un bellissimo finale di stagione, e dopo queste due settimane di Davide contro Golia per chi vincerà la Division… probabilmente un ulteriore Davide contro Golia nella wild card, con gli A’s che tenteranno di battere gli Yankees nella rivincita del 2001 (con cui inizia il famoso film su Beane e gli A’s, Moneyball).

Tutto ciò ricordando che al momento Astros e Red Sox sembrano le squadre più attrezzate per vincere le World Series 2018.

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