La National League, oggi sorella minore e meno “cool” dell’American, può però vantare un equilibrio e una lotta affascinante fatta di sorpassi continui fra compagini nella East, nella Central e soprattutto nella Ovest.

Accantonando per il momento Nationals, Giants e Pirates, con quest’ultimi che avevano fatto gridare al miracolo mesi fa, sono otto le squadre finora più accreditate a “giocarsi la vita” per entrare nei playoff e vedere chi sarà il campione di lega 2018; parliamo di Chicago, Atlanta, Phila, Milwaukee, St. Louis e appunto L.A. Dodgers, Colorado e Arizona, con i Californiani in netta crisi ed in difficoltà e al momento fuori dai giochi, loro che negli ultimi anni hanno dominato la Division sfiorando il titolo nelle World Series lo scorso anno.

Proprio i Diamondbacks rappresentano ad oggi la conferma più lieta, una squadra che sta ripetendo quanto di buono emerso nella passata stagione, chiusa però in malo modo nelle Division Series.

La proprietà è riuscita a mantenere in organico i giocatori migliori aumentando il monte ingaggi resistendo così ad assalti “dall’alto”, segno inequivocabile delle intenzioni di Kendrick, Hazem e Lovullo (al suo secondo anno): ripartire dallo 0-3 contro Kershaw & Co. con un anno in più di esperienza e con lo stesso roster; in questo modo la ricorrenza del ventennale della giovane franchigia desertica del Sud Ovest degli USA si è chiusa ed è ripartita con gli stessi uomini “simbolo”.

Squadra grazie alla quale dalle parti di Phoenix, e a differenza di Cardinals, Suns e Coyotes in altri sport, ci si può già vantare di una vittoria alle World Series dopo soli quattro anni di vita e contro gli Yankees e di cinque titoli divisionali, l’ultimo nel 2011.

I primi a dare il via allo Spring-Training a metà Febbraio contro i Sun Devils di Arizona State, Goldy e Soci si sono dunque presentati ben “oliati” per fine Marzo e lo hanno dimostrato vincendo tutte e nove le prime serie disputate; ciò è servito, oltre a togliere questo record ai vecchi Cubs di inizio secolo e a distanziare gli ex inarrivabili L.A. grazie alle numerose vittorie negli scontri divisionali, a mantenersi sopra il 50% (con lo start di 20-8) anche nei periodi di magra come nel disastroso mese di Maggio, chiuso con un penoso 6-10 in casa e 2-9 on the road.

Sanguinose soprattutto le sconfitte consecutive a metà mese (13), intervallate dall’unica vittoria in casa con Milwaukee, e gli sweep subiti dagli stessi Brewers, dai Mets e dai Nationals per colpa dei quali sono crollate le stats; quella al lancio con un ERA di squadra ampiamente sotto al 3.00 è risalita a causa anche delle numerose sconfitte subite da Godley (3), Kock (3), Salas (3, poi rilasciato) e dalle due stelle difensive: il veterano e 5 volte All Star Zack Greinke e Patrick Corbin, partito con un record di 4-0, prima di subire 2 L per poi riprendersi e risalire a 6-3 con un ERA di 3.05 e 140 strikeouts in 112 innings grazie alle quali si è guadagnato il suo secondo All Star Game.

La grande risalita di Giugno (19-9), contrapposta ad un Luglio senza squilli (13-13), del quale si ricorda solo il record di franchigia per run scored in una singola partita nel 20-5 contro San Diego, ed un discreto metà agosto (11-7) dimostrano che i Dbacks sono una squadra forte e molto amalgamata, ma incapace di conservare gli “strappi” decisivi per allungare definitivamente e molto scostante.

Ottime sono le statistiche contro squadre perdenti ed in particolare in trasferta; basse quelle in attacco relative al batting Avg (24° con .240) e agli home run (19° con 139), nella media quelle sulle Rbi (15° con 539), sulle runs (14° con 566) e sulle stolen bases (14° con 63).

In questo clima di mediocrità una menzione d’onore spetta al gioiellino fatto in casa David Peralta, l’esterno venezuelano capace di mantenere una costanza dall’Opening Day fino ad oggi. Parliamo del 12° nella Lega per hitting con .306 e 4° come esterno nella NL; il suo .546 batting Avg ad Agosto è il migliore delle Major League e conduce anche le stats nel secondo tempo con un clip di .426; è già stato un top ten hitting nel 2015 per average ma il salto di qualità lo ha sviluppato sugli home run e Rbi.

La sua longevità si vede nelle 113 partite, 440 turni alla battuta, 23 hr, 65 Rbi, 61 punti segnati, 132 battute valide ed un ottimo .300 di batting Avg che lo colloca ad un sensazionale 18° posto generale nonché Team Leader.

La stagione dei Diamondbacks passa da qui: per “svoltare” una buona stagione in ottima e conservare il momentaneo primo posto nella NL West bisogna aumentare il livello della fase d’attacco!

Per migliorare in battuta la trade che ha portato in Arizona dai Rays Steven Souza Jr, martoriato dagli infortuni e utilizzato in quinta rotazione, comincia a dare i suoi frutti con un incoraggiante .252 batting Avg nelle poche partite disputate; così come quella con la quale è stato acquistato Eduardo Escobar che a seguito dell’infortunio che ha chiuso la stagione di Jake Lamb viene regolarmente inserito anche come clean up con un hitting di .333; come leadoff dai Royals è arrivato il veterano Jon Jay, campione 2011 coi Cardinals, che però col suo .244 di Ba e .315 di Obp è lontano dalle vette di categoria.

Anche Nick Ahmed e AJ Pollock con 16 hr ciascuno e più di 50 rbi stanno dando il loro contributo nel Line Up nel quale non si può non menzionare Paul Goldschmidt, la bandiera, il prima base 6 volte All Star, team leader per home run (68) e con 71 Rbi con 123 partite giocate; con l’ultimo fuori campo a San Diego ha raggiunto una base salvo in 10 apparizioni al piatto consecutive (record di franchigia).

Il monte di lancio è il punto forte della squadra. Si eccelle sia nelle statistiche singole che di squadra; i già citati Greinke e Corbin sono al 14° e al 15° posto totale con un ERA di 3.06 per il re delle fast ball e 3.18 per il secondo, coadiuvati dal 2 volte All Star ed ex campione 2007 e 2013 coi Red Sox Clay Buchholz che con 12 apparizioni vanta un ERA di 2.47. A livello di team con un ERA di 3.61 (4° posto), WHIP a 1.22 (6°) e K/9 IP a 8,78 (9°) i Dbacks si rivelano al Top!

Anche il bullpen non delude le aspettative, coi vari Boxberger, Hirano, Mc Farland, Chafin, Bracho e Jimmie Sherfy che vanno da un ERA di 3.38 a 1.88 con una media di 50 apparizioni. Piccola nota: si è arrivati a questi pregevoli risultati facendo a meno degli infortunati di lungo corso Tajuan Walker e Robbie Ray, capace di chiudere un 2017 da All Star con un record di 15-5, 218 strikeouts ed un ERA di 2.89 in 162 innings! CHAPEAU!!

Ad un mese e mezzo da fine Settembre l’equilibrio vigente può spezzarsi da un momento all’altro; è di questo periodo lo storico sweep dei Rockies sui Braves che grazie alle magistrali performance di German Marquez e DJ LaMahieu ha di fatto ridotto a 2/3 le partite di distanza tra i Cubs (primi) ed i Brewers (quinti) nella National League.

A causa di tutto ciò è possibile che solo una squadra a Ovest possa accedere alla Post Season e solo vincendo la division; durante la stagione sono apparse più convincenti le streaks dei Cubs, Atlanta e St. Louis, così come Milwaukee e Phillies, nonostante alti e bassi, hanno dimostrato una solidità e profondità del roster che potrebbe farli avvicinare alle 90 vittorie utili (??) per “accaparrarsi” almeno la wild card.

La sportività dei tifosi a stelle e strisce è nota specie a Phoenix dove, come detto, in venti anni di MLB si è vinto più che in altri lidi; è anche vero però il detto che “se perdi l’ultima partita della stagione” nessuno si ricorderà di te! Dalle parti di Chase Field lo sanno bene. Staremo a vedere.

2 thoughts on “Peralta e i Pitchers di Arizona tentano il colpo a Ovest!!

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