Siamo solo a metà maggio è vero, ma i Braves stanno stupendo a sufficienza per aver collezionato un numero di giornate al primo posto in classifica superiore agli ultimi 3 anni sommati.

Da tanto durava la quiete in Georgia, dove erano stati abituati negli anni novanta ad uno squadrone, capace di tener testa a tutti. I tempi di Smoltz, Glavine e Maddux sono lontani ma il nuovo roster dà molte speranze ai tifosi.

Il payroll è rimasto invariato rispetto al 2018, merito anche della trade bizzarra confezionata con i Dodgers da Anthopoulos, nuovo GM dei Braves, ex Toronto ed appunto Dodgers, cedendo Matt Kemp ed il suo mostruoso contratto, per McCarthy, Kazmir, Adrian Gonzalez e l’interno Culberson, l’unico pezzo pregiato della trade, anche se per il momento sta quasi sempre seduto in panchina.

Gonzalez è stato quasi subito tagliato (ora fa parte dei Mets), McCarthy è nella rotazione, con numeri mediocri, Kazmir è stato tagliato a fine marzo. Ma le acquisizioni di Tucker dagli Astros e di Flaherty via free agency si sono rivelate delle scelte azzeccate.

Poi è giunto anche un altro veterano, Jose Bautista, una vita ai Blue Jays come terza base e poi esterno, firmato con un minor league deal a metà aprile e da pochi giorni promosso in prima squadra, nella sua vecchia posizione di terza base, dove fa una specie di platoon con Flaherty, battitore mancino.

Brian Snitker, interim manager lo scorso anno, è stato confermato al suo posto, e sinora con ottimi risultati: la squadra non solo vince, ma domina le statistiche offensive della lega.

Ha fino a questo momento perso una sola serie, con i Giants, mentre ha appena interrotto una striscia di 8 vittorie in trasferta consecutive, che non capitava dal 2009: striscia in cui i lanciatori partenti hanno vinto tutte 8 le partite, con una ERA sotto l’1.00 e una media di 6 inning lanciati a testa.

Newcomb, Teheran e Folty sono tutti e tre con ERA molto basse (2.88 – 3.14 – 3.21), anche se al momento i posti 4 e 5 non sono ben occupati. Anche il bullpen si sta ben comportando, con Vizcaino a quota 6 salvezze ed un gruppetto di rilievi con ERA molto buona.

Ma come detto è offensivamente che Atlanta sta facendo la differenza, con il suo leadoff, Albies, eletto giocatore del mese di aprile, che sta battendo quasi .500 nel primo inning, ed è in testa alla NL in HR con 12, in punti segnati e in doppi! Markakis e Freeman sono poi nella top 5 delle valide e degli RBI, con il primo che sta battendo oltre .400 nelle ultime 12 partite e oltre .400 in stagione contro i mancini (lui che batte sinistro).

E’ il leader della MLB per valide battute tra i giocatori in attività che non sono mai andati all’All Star Game, ma se continua così quest’anno verrà certamente convocato.

Il prima base invece, faccia della franchigia, ha battuto 5 valide contro Miami nella ottava vittoria di fila in trasferta, ed è in testa a quasi tutte le statistiche offensive dei prima base.

Il reparto offensivo è secondo MLB in AVG., terzo in punti segnati a partita, secondo in OBP. E con 2 out è ancora meglio: primo della NL in AVG., OBP., SLG, extra base hits e RBI.

Stanno letteralmente dominando contro le squadra della stessa Division (15-8), e normalmente è con questa statistica che si vincono i pennant. Poi tutto il lineup è sotto controllo per molti anni, a parte il veterano Markakis, all’ultimo anno di contratto, quindi anche se quest’anno è possibile, anzi probabile, un calo ad un certo punto della stagione, le prospettive a breve termine sono molto buone.

L’unico punto debole al momento è la fine della rotazione, dove servirebbe almeno un altro partente affidabile. Ma la Division è molto agguerrita, con i Phillies in gran spolvero, i Mets con un record positivo, ed i Nationals che non tarderanno a tornare vicini alla vetta.

Quindi, senza farsi, illusioni, è giusto che i Georgiani si godano la vetta e si divertano guardando questo gruppo di giovani spumeggianti, fino a quando non si sa….

 

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