Con la vittoria della scorsa notte per 3-0 sugli Oakland A’s al Coliseum, i Texas Rangers si sono aggiudicati la AL West per il secondo anno consecutivo, questa volta con più di una settimana di anticipo dal termine della Regular Season.

Il titolo del 2016 arriva in maniera ben diversa rispetto alla rimonta che aveva portato Banister a staccare in volata gli Astros di 2 lunghezze e gli Angels di 3 nella sua prima stagione da manager, guadagnandosi anche il Manager of the year della AL.

350 giorni fa i Rangers erano i peggiori vincitori di division della lega con 88 vittorie. Oggi a quota 91 con ancora 8 incontri da giocare, hanno fra le mani il miglior record della American League che significherebbe vantaggio del campo per tutta la postseason in virtù dell’All Star Game vinto dalla AL.

La strada è ancora lunga però dato che Cleveland è a mezza gara di distanza e i Red Sox a loro volta mezza gara dietro agli Indians. La schedule della tribù tuttavia vede 4 incontri a Detroit, con i Tigers in piena lotta per la WC e in grande forma. Boston ha ancora in programma una serie allo Yankee Stadium, mai facile per i Sox, e l’ultima serie al Fenway con i Blue Jays, anch’essi in volata per la gara del 4 ottobre.

Per Beltre e compagni ciò che si prospetta invece è uno scivolo con altre due gare ad Oakland, poi 3 gare con i Brewers di Lucroy e infine, dopo un rest day, le ultime tre gare con i Rays.

Oltre alla posizione che Texas occuperà nel tabellone dei playoff, l’ultima settimana definirà anche quali saranno la rotazione e il lineup definitivi ad Arlington in vista della quinta postseason negli ultimi 7 anni.

Lo starting pitching ha visto alcuni infortuni importanti nel 2016: Yu Darvish (5-5 3.81 ERA) ha iniziato la stagione ai box per la precedente operazione al gomito che gli è costata l’intera stagione 2015. Rientrato il 28 maggio, dopo 3 buone uscite il giapponese è tornato nella DL per un problema alla spalla che gli ha fatto saltare un altro mese abbondante.

Sempre la spalla destra ha tenuto fuori anche A.J. Griffin ( 7-4 4.94 ERA) da inizio maggio fino a fine giugno. L’ex A’s ha poi finalmente ritrovato il monte di lancio con costanza, dopo 2 anni passati in DL causa Tommy John surgery, nel quinto spot della rotazione di Banister. Per Colby Lewis ( 6-3 3.4 ERA) è stato invece il muscolo dorsale a fare i capricci durante l’uscita del 21 giugno a Cincinnati. Il 36 enne è rientrato a 3 settimane dal termine della stagione e le sue due gare lanciate recentemente ( 2 L, 4 HR, 6 ER, 10.2 IP) lasciano qualche dubbio sulla sua condizione.

Per le ALDS, Hamels e Darvish lanceranno le prime 2 partite. Gli altri 2 spot saranno terreno di battaglia per Lewis, Perez, Griffin e Holland. Lewis e Holland hanno certamente l’esperienza dalla loro parte con 90 inning lanciati in 2 ad ottobre. Sul “cobra” Lewis però pende l’incognita infortunio mentre la media PGL di Holland sfora i 5 punti. Martin Perez ha dalla sua una buon stagione sena intoppi fisici con 19 quality starts, solo 2 in meno di Hamels, ma un unico brutto precedente nei playoff l’anno scorso contro i Blue Jays, che potrebbero incrociare nuovamente la strada dei Rangers. Difficile infine che Griffin possa trovare spazio a meno di colpi di scena.

Il roster è rimasto orfano di un pezzo chiave come Prince Fielder, messo fuori gioco a 32 anni da un grave infortunio alla schiena dopo 12 anni nelle majors. Non particolarmente felice l’ultima parentesi della sua carriera in Texas con 2 stagioni limate pesantemente dagli infortuni. Prince chiude la sua carriera pareggiando il padre Cecil per numero di HR (319), cosa che potrebbe averlo influenzato nella sua scelta prematura.

Ad ogni modo al Globe Life Park non hanno perso tempo ed hanno mandato 3 prospetti nella grande mela, sponda Yankees, in cambio di Carlos Beltran (.304/.344/.556). Il 39 enne è andato a ricoprire primariamente il ruolo di DH ma sta servendo anche come esterno destro all’occorrenza.

Passiamo proprio al campo esterno, che in principio doveva essere composto dal trio Desmond-DeSchields-Choo. Gli infortuni del coreano e il terribile rendimento offensivo del 23 enne esterno centro hanno però sconvolto i piani di Banister. Oltre a Beltran è arrivato dai rivali di Houston Carlos Gomez, anche lui non in un periodo di grazia ma con più garanzie di DeShieilds e con un braccio migliore. L’ex Milwaukee e dovrebbe andare a formare l’outfield dei playoff come LF, con Desmond al centro e Mazara a destra se Choo non rientra per tempo. Potrebbero avere delle chance come PH Rua e lo stesso DeShields.

Nel diamante l’unica modifica è avvenuta con l’arrivo di Lucroy che ha scacciato Chirinos e Wilson nel ruolo di ricevitore titolare. I risultati si sono visti sia dietro al piatto che soprattutto nel box di battuta. L’ex Brewer verrà probabilmente utilizzato come sesto nel lineup per cercare di produrre più RBI possibile in sostituzione del “vecchio” Fielder. Moreland, Odor, Beltre e Andrus comporranno il resto dell’infield con Profar come opzione alternativa per ognuno di loro.

Nel caso in cui Choo non dovesse farcela, e forse anche in caso contrario, ci sarà da decidere riguardo al leadoff. Escludendo DeShields e Choo rimarrebbero in lizza: Carlos Gomez, primo nel lineup 11 volte nelle ultime 12 gare con buoni risultati, Odor, il quale ha giocato 31 volte da leadoff e potrebbe lasciare il suo posto nel cuore del lineup a vantaggio di Lucroy, e Andrus (.358 OBP e 24 SB su 32 tentativi). Sicuro del secondo posto nell’ordine Desmond, seguito da Beltran e Beltre.

Il reparto rilievi non è stato certamente il punto forte della stagione dei Rangers; -1.2 di WAR complessivo e un ERA pari a quello di Oakland a quota 4.70… e non bisogna dire altro. Dietro al solido closer Dyson, Barnette è fuori dal 4 settembre e il suo ritorno sembra incerto. Gli unici altri 2 rilievi con una media PGL sotto ai 3 punti sono il middle reliever Alex Claudio e il setup Matt Bush, entrambi mancini.  Il resto del bullpen sarà composto dal long reliever Cesar Ramos e Keone Kela.

Un roster senza superstar ma completo in ogni reparto quello che si è aggiudicato la AL West, compito sicuramente facilitato dalla deludente annata dei cugini texani di Houston, probabilmente la delusione dell’anno, e da Seattle a cui sembra sempre mancare una lira per raggiungere la cifra tonda dei playoff.

Dopo le World Series amare del 2010, quelle amarissime del 2011, e dopo le ALDS perse nella folla gara decisiva contro Toronto ( per chi di memoria corta, la sera di un certo bat flip di Bautista), ad Arlington si sono creati un’altra opportunità per accaparrarsi il Commissioner’s Trophy per la prima volta nella storia della franchigia.

Con quella che probabilmente è la miglior rotazione della AL visti gli infortuni a Cleveland e con un lineup di tutto rispetto, Beltre e compagni stavolta potrebbero farcela. Chi vivrà, vedrà!

 

 

 

 

 

 

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