Uno degli aforismi sportivi più famosi al mondo recita: Vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più.

Il baseball e i Kansas City Royals non fanno eccezione a questa regola di cui Hosmer e compagni sembrano essere stati succubi dato che a 20 gara dalla fine della Regular Season si trovano a 9 partite dagli Indians per la division e a 5  dalla seconda Wild Card, con ben 4 franchigie di mezzo.

Andiamo a scovare le ragioni di questa discesa dei campioni in carica che dopo 2 stagioni ai vertici della MLB, hanno dovuto tappare alcuni buchi nel roster:

Joakim Soria si è unito al bullpen delle meraviglie di Yost, orfano di Holland per la Tommy John surgery e di Madson, finito ad Oakland.

Nella rotazione Ian Kennedy ha ricevuto un quinquennale da 70 milioni di guaranteed per rimpiazzare la star Johnny Cueto.

Nell’outfield Alex Rios, punto debole del lineup 2015, ha terminato il suo contratto (ed è tuttora FA) ed al suo posto è subentrato Paulo Orlando nel ruolo di RF.

Infine c’era la falla lasciata dal seconda base Ben Zobrist, unitosi ai favolosi Cubs, anche lui tramite Free Agency. Questione risolta internamente a stagione in corso con la promozione del 27 enne Merrifield (.265/.317/.364 nel 2015 in AAA) a dare manforte ad Infante.

A parte Orlando, nessuno di questi nuovi innesti ha reso quanto i corrispondenti della scorsa annata. Ciò era preventivabile per Merrifield e Kennedy, che comunque stanno facendo del loro meglio: Il rookie ha scavalcato Infante nelle gerarchie di Yost e dopo 250 apparizioni al piatto sta mettendo su numeri migliori di quelli del 2015 nelle minors. Lo starter ex Padres invece è a 3.62 di ERA con un record positivo 11-9.

Chi ha fortemente deluso invece è Joakim Soria, al suo ritorno al Kauffman stadium per 25 milioni in 3 stagioni il messicano sta avendo la peggior stagione della sua carriera: 4.19 ERA, .268 di media in battuta concessa e 6 salvezze sprecate su 7 opportunità.

Oltre al peggioramento portato dalle trade poi, va considerato il calo di alcuni elementi del pitching staff.

Volquez ha subito 20 punti in più dell’anno scorso con quasi 30 inning in meno. Chris Young, senza più posto fisso nella rotazione è 3-9 con 13 partenze e 18 apparizioni come rilievo e con un ERA raddoppiato rispetto al 2015. Anche Ventura sta concedendo qualcosa in più e Dillon Gee come ancora di salvataggio vale oggettivamente meno del Vargas del 2015.

Perfino il bullpen, complici gli infortuni di Medlen e Hochevar, è leggermente calato rispetto al 2015, rimanendo comunque fra i più forti della lega con Wade Davis a dare tranquillità nel nono inning, Herrera da setup man e la sorpresa del mancino Strahm.

Il vero tallone d’Achille di Yost quest’anno è stato infatti l’attacco. Marchio di fabbrica del lineup del tanto citato 2015 era l’atteggiamento e la pazienza nel box; In questa stagione KC è ultima nella MLB  per walks mente continua la mancanza di fuoricampo ( 27° posto su 30) che vengono per il 53% da Morales, Hosmer e Perez.

KC non ha neanche un giocatore con un OPS sopra quota .800 mentre nel resto della lega ce ne sono in media più di 4.5 per squadra e i risultati si notano con un .714 complessivo ( nella AL peggio solo gli A’s).

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Lo scontro con Gordon che è costato a moose il resto della stagione

L’infortunio di Moustakas di fine maggio ha amplificato questa mancanza di potenza del lineup con al suo posto un giovane average hitter come Cuthbert. Da aggiungere poi le doti difensive ancora ben al di sotto della media per il 23 enne in un ruolo cruciale come il cuscino di terza.

Kendrys Morales nel 2015 era stato una scommessa dei Royals dopo una pessima annata fra Twins e Mariners. Scommessa vinta in pieno dato che Morales ha portato un upgrade enorme sostituendosi a Butler nel ruolo di DH con una stagione da 106 RBI e 22 HR. Nel 2016 il battitore designato ha aumentato il numero di fuoricampo (27) ma ha notevolmente abbassato la sua media in battuta e la WAR di Kansas City nella posizione di designato è scesa da uno 0.2 positivo a un -1.0 nel 2016.

Il più evidente downgrade però è sicuramente quello di Alex Gordon, passato da un  .802 di OPS ad un misero .691. L’esterno sinstro ha rinnovato in extremis per 4 anni a 72 milioni, un contratto che all’alba della sua decima stagione da Royal, lo avrebbe dovuto mettere nella posizione di leader della squadra. Invece il battitore mancino sembra stia dando una mano alla barca a capovolgersi dato che da inizio settembre, momento in cui KC avrebbe dovuto iniziare a suonare la carica, Gordon è ben al di sotto della mendoza line.

A trascinare l’attacco è toccato quindi a Hosmer, che sta viaggiando più o meno in linea con la scorsa stellare stagione. Il prima base è inoltre l’unico assieme a Cain ad essere arrivato in base più del 33% delle volte.

Ottima ma non eccelsa anche la stagione di Perez che è finito davvero troppe volte strikeout (109). Il venezuelano rimane comunque impeccabile dietro al piatto ed è destinato a diventare uomo franchigia assieme a Hosmer.

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MVP del 2016 al Kauffman Stadium però è sicuramente il tuttofare Danny Duffy. Che sia stato schierato da partente o a gara in corso da metà maggio in poi, ha sempre fatto la differenza. 11-2 il record, 3.9 di WAR e 3.13 di ERA per un pitcher davvero completo con ben 4 lanci diversi su cui poter fare affidamento. Il 2016 potrebbe rappresentare il suo definitivo passaggio a partente titolare viste le necessità della franchigia.

 

Note di merito per Orlando ( 1.9 WAR, .294 AVG), unico rimpiazzo in cui KC ha guadagnato con la partenza di Rios, e per Dyson che ha dato respiro un po a tutto l’outfield.

Da tenere sott’occhio lo switch hitter classe 1995 Mondesi visto il posto vacante in seconda nel prossimo futuro che potrebbe guadagnarsi qualche turno in battuta nel finale di stagione se i Royals escono di scena.

La schedule vede ancora 6 gare con Cleveland e 3 con Detroit. Le 2 recenti sconfitte con Oakland sembrano condannare definitivamente i Royals al primo ottobre passato sui divani in 3 anni. A meno che i “Comeback Kids” (vedere gli highlights degli scorsi playoff per delucidazioni su questo nickname) non riescano in un altro miracolo.

 

 

 

 

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