Toronto torna ai playoff per la prima volta dal 1993, anno in cui completava una doppietta alle WS ai danni dei Phillies, nelle WS con più punti e HR (e lanciatori impiegati) della storia, record tutt’ora imbattuti.

Ed anche in questa stagione i Blue Jays si sono distinti per il loro reparto offensivo: primi per HR e per punti segnati (con un largo margine) nella AL, arrivano come i favoriti per giungere alle WS, data l’acquisizione di Price che ha cambiato pure il monte di lancio, che era certamente meno affidabile dell’attacco.

Texas invece è la più grossa sorpresa di questi playoff: una squadra che stava ricostruendo dall’ultimo posto della passata stagione, che aveva come obiettivo il 2016 come inizio di una qualsiasi ripresa di competitività.

Ed invece, grazie al crollo degli Angels e degli A’s, si è trovata in una Division semplice e con un bel gioco fatto di tanti HR ma anche di tanto small ball, con lo skipper Banister che ha predicato bene.

Il fine settembre era stato difficile: vantaggio bruciato nell’ultima settimana, Angels ospitati per l’ultima serie, in cui bastava una vittoria, che è arrivata solo all’ultimo incontro, con il closer Tolleson apparentemente bruciato dopo 5 uscite consecutive ed i due HR subiti alla penultima giornata.

La serie sembrava a senso unico: Toronto, con il miglior attacco della MLB, con il vantaggio del campo (il turf canadese è particolarmente ostico per chi non ci gioca abitualmente) e con Price due volte sul monte.

Ed invece… gara 1 inizia con Price subito colpito duro, mentre Gallardo, nonostante non brilli, riesce a chiudere 5 inning con 80 lanci ed a mantenere il vantaggio. Nel frattempo si infortunano entrambi i terza base titolari (Donaldson e Beltre) e gli attacchi ne risentono.

Banister sceglie un gancio veloce per il suo partente, ma Kela subisce un solo HR nel sesto e l’incontro è di nuovo in bilico, ma poi Diekman fa 6 out nel settimo e nell’ottavo, e Dyson guadagna la salvezza per il 5-3 finale.
Gara 2 è quindi già un “do or die” per i padroni di casa, e con Hamels sul monte per Texas la faccenda si fa complicata. In più Stroman subisce subito 2 punti nel primo inning.

L’incontro però si riequilibra nella bassa del secondo sul 3-3 grazie… all’infortunio di Beltre! Egli infatti non recupera da gara 1 (mentre Donaldson c’è e batte un solo HR nel primo inning) e manca non solo nel reparto offensivo ma anche in difesa, dove Hanser Alberto commette un brutto errore dando il via ad un buon inning per Toronto. 3-3. E per un incontro che è sul 3-3 dopo due inning, nessuno avrebbe scommesso in un 4-4 nel 14°!

Sì perché da lì Stroman elimina 14 avversari di fila, poi il bullpen spreca il vantaggio e si arriva al più lungo incontro dei playoff per entrambe le franchigie. Quasi 5 ore di gioco, quando nel 14° Texas segna due punti anche qui grazie ad un errore difensivo in prima base, e vince l’incontro 6-4 con la salvezza per Ohlendorf!

Già perché Banister, così bravo offensivamente a sfruttare bunt, hit and run, ogni gioco per far avanzare i suoi e segnare, usa il bullpen senza ruoli definiti come ha detto alla stampa, ed aveva usato Dyson nell’ottavo, Tolleson nell’undicesimo, lasciandosi quindi senza closer nell’eventualità di un vantaggio successivo.

Il bello per lui è che, nonostante abbia fatto scaldare entrambi i partenti di gara 3 e 4, Lewis e Holland, nel corso dell’ottavo inning, poi non ha usato nessuno dei due, ed ora la serie pende fortemente per i Rangers.

Tra l’altro con questa diventano 5 le gare vinte in trasferta in questi playoff, più lunga serie iniziale di un playoff dal 1970! Chi interromperà la striscia?

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.