Billy Beane in questa deadline ha compiuto molte mosse, un po’ come nella offseason.

Era giunto ad inizio di luglio con il miglior record MLB, una rotazione eccellente nonostante gli infortuni, un bullpen affidabile come lo è da anni, ma con un attacco sorprendentemente produttivo (era il tallone d’Achille delle ultime due stagioni) e con una differenza punti tra segnati e subiti straordinaria, con un vantaggio abissale sui secondi.

A quel punto, seguendo gli adagi che l’attacco vende i biglietti ma il monte di lancio vince le partite e che la prudenza non è mai troppa, ha deciso di operare per rinforzare ulteriormente la sua rotazione.

Ha prima prelevato Jeff Samardzija e Jason Hammel dai Cubs (nel mentre ha designato per l’assegnazione e poi tagliato Jim Johnson, riconoscendo l’errore fatto nel firmarlo nella offseason), per tre pezzi da novanta come Dan Straily, partente che già aveva ben figurato nelle majors nelle ultime due stagioni, anche se con alti e bassi, lo shortstop Addison Russell e l’esterno Billy McKinney, due dei migliori prospetti della organizzazione californiana.

Poi, all’ultimo tuffo, ha preso Jon Lester e Johnny Gomes dai Red Sox per Yoenis Cespedes, mentre ha ceduto Tommy Milone ai Twins per Sam Fuld (le due trade sono collegate e vedremo come).

Sono questi acquisti un cambio di strategia per il Manager di lungo corso degli A’s? Pensiamo di no, per i seguenti motivi.

Due sono stati sempre i principi che Beane ha seguito nelle sue trade: i valori sabermetrici dei giocatori prevalgono rispetto a quelli standard, e “sell high, buy low”, vendi quando il valore del giocatore è alto e acquista quando è basso.

In questa ottica, ha ceduto ben 8 degli ultimi 11 giocatori scelti al primo turno da Oakland nei draft: il valore di un prospetto preso al primo round è molto alto fino a che il campo non dimostra il contrario, ovvero che è stato preso troppo presto e che le sue prestazioni future non saranno all’altezza delle aspettative.

Con questa idea cedere le prime scelte permette di incassare il massimo dato che del loro reale valore non v’è certezza (e moltissimi casi anche recenti dimostrano quanto sia vero l’assunto: si pensi, ad esempio, che Luke Hochevar è una prima scelta assoluta!). Quindi le cessioni nella trade con i Cubs hanno questa lettura, e sono in linea con il pensiero di Beane e con quanto già da lui fatto nelle ultime stagioni.

La doppia trade del 31 luglio si spiega con il fatto che Lester viene pagato poco, dato che Cespedes da un paio di anni sta rendendo molto meno del primo anno e molto meno del previsto, che comunque il suo contratto scade nel 2015 e che la sua produzione offensiva, in termini sabermetrici, viene coperta integralmente dal platoon Gomes-Fuld (il loro OPS combinato battendo il primo contro i mancini ed il secondo contro i destri è di .754, quattro punti sopra quello di Cespedes).

Anche sul piano difensivo, nonostante Cespedes sia nel suo miglior anno in tal senso, Fuld rappresenta un miglioramento, mentre Gomes verrà usato quasi esclusivamente come DH limitandone i danni difensivi.

Quindi la statistica che vede Oakland con il miglior attacco MLB non dovrebbe cambiare dopo questa trade.

L’unica concessione che Beane ha dovuto fare per tutto ciò è privarsi di Tommy Milone, che era sembrato quest’anno più pronto per l’MLB di Dan Straily ed avrebbe potuto fare comodo dal 2015 in poi quando Lester e Hammel sarebbero diventati free agents.

Ma Beane sa anche che la sua squadra non avrà molte altre occasioni di vincere le World Series con questo payroll, e pertanto ha capito che un anno simile andava cavalcato fino al limite (e comunque in tutto ciò non ha ceduto alcuno dei pezzi veramente pregiati del roster).

Un anno in cui Red Sox, Yankees, Rays e Rangers non sono un fattore non è facile da ripetere. Lo stesso Beane intervistato da una radio ha detto da un lato che pensa tutt’ora la sua miglior squadra sia quella del 2001 (Damon e Giambi in attacco, Hudson, Mulder e Zito nella rotazione), da un altro che non crede la trade per Lester qualcosa di inusuale per lui, nel senso che normalmente questo tipo di giocatori semplicemente non sono sul mercato.

In questo momento Beane è riuscito a confezionare una squadra completa in ogni reparto, che è ora la netta favorita per la vittoria finale, e questo è un obiettivo non da poco per gli A’s dell’ultimo decennio.

Vedremo alla fine se sarà riuscito nell’impresa, ma almeno potrà dire di averle provate tutte, memore di quanto invece fecero i Nationals con Strasburg due anni fa, nell’ingenua convinzione che sarebbero stati in vetta alla Division per molti anni a seguire (mentre l’anno scorso non fecero nemmeno i playoff).

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