Dopo 65 partite i Cubs sono ultimi della loro Division, hanno il secondo peggior record della NL (solo Arizona è mezza partita indietro) ed il terzo peggior record MLB (con Tampa Bay clamorosamente ultima).

Era lecito aspettarsi di meglio? Come sta andando l’opera di ricostruzione della squadra?

Da 3 anni i Cubs sono guidati da Theo Epstein, il quale sta tentando di fare ciò che gli è riuscito alla grande a Boston: far vincere un team che attende l’evento da 100 anni, sconfiggere una maledizione, e fare tutto ciò non a suon di milioni ma rifondando la squadra, e scegliendo meglio il materiale umano.

Epstein poté tutto ciò a Boston grazie a…. Billy Beane! Sì perché era lui quello che doveva assumere il ruolo di GM dei Red Sox nell’autunno 2002, dopo la seconda stagione ai playoff di fila con Oakland, ma per motivi personali rifiutò il più alto ingaggio per un non giocatore dell’MLB e rimase in California. Fu scelto allora Theo, che vinse e convinse, sconfiggendo anche la maledizione di Babe Ruth.

Ai Cubs l’opera di riduzione del payroll (giunto a 144mln nel 2010) era già in atto, ma ora è al quinto anno consecutivo in discesa, arrivato a 92mln. Il posto in classifica è più o meno sempre lo stesso ma i segnali per il prossimo futuro sono ottimi e chissà che anche la maledizione della capra abbia un termine.

La squadra ha bloccato per il lungo periodo i due astri Starlin Castro e Anthony Rizzo, nonché l’esterno cubano Jorge Soler, che deve ancora esordire in prima squadra.

La rotazione è fortissima e giovanissima: Jeff Samardzija è ormai uno dei migliori pitcher della Lega, a lungo in testa per la miglior ERA in stagione, Travis Wood è da un paio d’anni un ottimo numero 2 (anche se in questa stagione ha iniziato malino), ed anche il solito “furto” in free agency è andato bene: lo scorso anno fu Scott Feldman, quest’anno Jason Hammel. Ora il club deciderà se firmarlo long term o se cederlo a luglio per una manciata di prospetti. E il suo ex teammate Jake Arrieta, acquisito a fine 2013, pare anch’egli aver ritrovato la strada giusta sul monte.

Certo i vuoti da riempire sono ancora molti, sia nel lineup sia nella rotazione, ed il team deve decidere quanto manca ancora per tornare a vincere e di conseguenza chi firmare long term e chi sacrificare. Samardzija, per esempio, è stato a lungo accostato ai Blue Jays in queste ultime settimane, ed è chiaro che il ritorno in termini di prospetti sarebbe enorme; l’alternativa è un contratto di 10 anni, per oltre 100 mln di dollari.

Anche nel bullpen, accanto a buoni individui come James Russell, Justin Grimm, Pedro Strop e Carlos Villanueva, c’è stato il fallimento José Veras nel ruolo di closer (tagliato da pochi giorni) ed altri comprimari al momento non utili alla causa.

Di nessuna importanza riteniamo per la dirigenza il posto in classifica al momento: vanno valutati i singoli, per capire se sono utili per il futuro o meno. Anzi un posto basso permette poi scelte migliori nell’amateur draft, e se sono fatte bene, come hanno dimostrato i Rays, si può passare dall’ultimo al primo posto di Division da un anno all’altro.

Difficile dire quanto tempo ci vorrà: pensiamo che gli Astros siano un anno avanti, ma poi sarà la volta dei Cubs. Sono le due franchigie che si sono mosse meglio ed i risultati nelle minors ed in termini di talenti si stanno vedendo giorno dopo giorno.

 

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