Doveva essere un anno duro per Detroit: dopo due vittorie di Division meno agevoli del previsto nelle due passate stagioni, con i White Sox che hanno lottato fino all’ultima settimana nel 2012 per il titolo e con gli Indians in grande ascesa nel 2013, la off-season aveva visto i Tigers cedere Fielder ai Rangers e Fister ai Nats.

Due grosse perdite, che sembravano presupporre un 2014 veramente combattuto, dati i miglioramenti dei roster altrui, specialmente Indians e Twins.

Invece questo inizio dell’anno ha visto un fuga dei Tigers, che sono ora in striscia di 8 vittorie di fila, con già 5 partite di vantaggio sulla seconda, i White Sox, unica squadra sopra a quota 500 oltre ai leader.

Il lineup come detto ha visto una grave perdita, quel Prince Fielder che serviva a proteggere Miguel Cabrera dalle basi ball intenzionali, capace di battere 40 HR e 120 RBI ogni stagione.

E’ stato sacrificato certamente per ridurre il payroll e creare spazio per i rinnovi di Anibal Sanchez e di Max Scherzer, ma anche per coprire il vuoto negli interni con l’acquisizione di Ian Kinsler, forte seconda base dei Rangers. Se si aggiunge poi che Kinsler batte leadoff, ruolo in cui i Tigers sono sempre stati carenti, la trade ha un senso.

Miguel Cabrera è stato spostato in prima base, con l’esordio in terza base di Nick Castellanos, top prospect dell’organizzazione, che però fin’ora non ha entusiasmato con un BA di .234, ma ha tutto il tempo per rifarsi.

In attacco molte le note positive: oltre al sempreverde Cabrera, la stagione è iniziata alla grande per Victor Martinez (DH) con 6HR e .318 di BA. Anche Kinsler non sta deludendo, con ben 38 valide e 21 punti segnati, ma i grandi miglioramenti vengono dagli esterni: Torii Hunter sembra vivere una seconda giovinezza, con già 4HR all’attivo e .321 di BA, mentre Austin Jackson è finalmente migliorato in attacco, con un solido .289 in battuta e un rapporto BB/K di tutto rispetto (15/18). Infine il nuovo acquisto Rajai Davis, vero fulmine sulle basi, con già 12SB e un BA addirittura di .330, il migliore del team.

Punti deboli nel lineup fin’ora, oltre al già citato Castellanos, che però ha battuto 4HR ed ha ovviamente l’attenuante dell’esordio, sono il catcher Avila che ha un misero . 227 in battuta, molto lontano dai suoi anni migliori, e la posizione di shortstop che, dopo il grave infortunio a José Iglesias, non è ancora stata coperta a dovere e dopo la prova Alex Gonzalez, ora c’è Andrew Romine, ma certamente non può dare un apporto paragonabile al Peralta del 2013.

Sul fronte lanciatori, la vendita di Doug Fister, oltre alla sua bravura, sembra aver lasciato la coperta corta riguardo alla rotazione. Per il momento, complice anche un calendario pieno di giorni di riposo, sono serviti 4 partenti e mezzo, e Drew Smily è un signor mezzo!

Tutti e 5 si stanno comportando alla grande, compreso quel Rick Porcello (5 vittorie per lui) che ogni anno non si capisce se è un mediocre n. 5 o se può diventare un buon n. 3. La sua ERA (3.49) è la peggiore della rotazione, ma pur sempre ottima.

Max Scherzer in particolare è partito come lo scorso anno: con quasi 7 inning di media, 0.96 di WHIP, 1.72 di ERA e oltre 11 K ogni 9 inning lanciati!

Se però si dovesse presentare un infortunio serio, pensiamo che la soluzione sarà quella di ributtarsi sul mercato.

Il bullpen come ogni anno è molto poco utilizzato, quindi è presto per fare dei bilanci, con Nathan che ha convertito solo 7 salvezze su 9 opportunità e gli altri membri che hanno ERA molto elevate. Vedremo, anche se si sapeva fin dall’inizio che questo era il reparto più debole della squadra.

Quello che tranquillizza i Tigers per la vittoria di Division è la pochezza degli avversari, tutti intorno o sotto al 50%. Chiaro che poi i playoff sono un’altra cosa, dove ancora una volta ci dovrebbero essere formazioni molto agguerrite come i Rangers, gli A’s e due a caso della East Division. Ma a Detroit possono sognare in grande…

 

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