E sono tre! Terzo perfect game dell’anno (prima volta che ve ne sono più di due in una stagione) e ventitreesimo della storia.

King Felix, come viene chiamato a Seattle, finalmente ce l’ha fatta, ma non avevamo dubbi che prima o poi ci sarebbe riuscito. Stiamo parlando infatti di uno dei migliori pitcher della Lega, per controllo, qualità e costanza. In questa stagione aveva già completato tre shutout, ai danni di Red Sox, Rangers e Yankees, i tre migliori attacchi dell’American League.

Il suo perfect game contro Tampa Bay è stato senza sbavature: due soli conti pieni, nessun dubbio arbitrale, nessuna presa mozzafiato in esterno, nessun bang bang play in prima base.

Ben 12 K, tra cui 5 degli ultimi 6 out. 113 lanci quasi in scioltezza, come spesso gli abbiamo visto fare. Sì perché se il two hit shutout che aveva inanellato appena due partenze prima con gli Yankees (sua vittima preferita, se pensate che nel nuovo Yankee Stadium, il peggior stadio per un lanciatore, è 4-1 in 5 partite con 2 CG-SHO ed una media ERA di 1.13) era stato definito dal suo manager la sua miglior prestazione della carriera, il perfect game era nell’aria.

Seattle è stata coinvolta pertanto in due perfect game e in un no hitter in questa stagione, mentre Tampa Bay è già al quarto no hitter subito negli ultimi 5 anni, mentre nessun’altra squadra ne ha subiti più di uno. Incredibile se si pensa che Tampa Bay in questi anni ha sempre lottato per il titolo di Division, pur senza un attacco stellare.

Ma riprendiamo il discorso sul protagonista odierno, Felix Hernandez.

Nato l’8 aprile del 1986 in Venezuela, ha firmato nel 2002 con i Mariners, a soli 16 anni, e la sua carriera è stata un crescendo incredibile: ha esordito nelle Majors già nel 2005, a 19 anni, con 12 partenze ed una media ERA di 2.67. Nel 2006 e 2007 le partenze sono state 31 e 30 ma la media è stata intorno al 4, non eccellente. Nel 2008 torna sotto il 3.50 e nel 2009 scende di un intero punto e colleziona 19 vittorie.

L’anno successivo, nonostante un 13-12, la media ERA scende ancora, a 2.27, e questo gli vale il CY Award. Nel gennaio di quel 2010 aveva intanto firmato il suo primo contratto pesante, un quinquennale da 78 milioni. Lo scorso anno torna al livelli del 2008, e quest’anno somiglia molto al suo 2009 (13-5 e un’ERA di 2.43).

La distribuzione dei lanci nel perfect game è stata 40% fastball e 20% per slider, changeup e curveball, mentre in stagione è a 45-13-26-13. In ogni caso, una distribuzione bilanciata che impedisce ai battitori qualsiasi facile previsione.

In questo momento è a 184 K in 196 inning, e si avvia pertanto alla quarta stagione consecutiva con oltre 200 strikeout. Mentre il rapporto K/BB è in costante miglioramento, essendo passato da 2:1 del 2008, a 3:1 nel triennio successivo, al 4 a 1 attuale. Quest’anno poi è la sua stagione migliore come FIP, a 2.82.

Detto della sua predilezione per il Bronx, in realtà sono parecchie le squadre che non vogliono vederselo lanciare contro: Cleveland, Detroit, Kansas City, Minnesota, Oakland e Tampa Bay sono tutte squadre con cui ha un’ERA sotto il 3.00 in oltre 10 partenze ciascuna.

E potrebbe finire la stagione con numeri ancora migliori: in carriera infatti ERA, WHIP e BAA sono più bassi dopo l’All Star break. E con il perfect game ed il successivo shutout di ieri a Minnesota è arrivato a 16 CG nelle ultime 3 stagioni.

Se avete assistito ad una sua partita casalinga, avrete notato lo spicchio giallo, chiamato “King’s Court”, dove tutti hanno una maglia gialla con il suo numero, ed un’enorme K che sta sia per King, sia per strikeout, la sua specialità. Chi di voi volesse entrare nella corte del re deve sapere che c’è persino un prezzo di favore.

Per non parlare del fatto che ogni giorno in cui Hernandez lancia vi è un vero e proprio “Happy Felix Day”. E questi sono alcuni dei motivi per cui un giocatore di tale spessore non si è mai sognato di chiedere ai Mariners di lasciarlo andare in una squadra vincente, nonostante i tanti anni sotto il .500 di Seattle.

A 26 anni, Felix Hernandez ha già alle spalle una carriera ricchissima di soddisfazioni, (è arrivato a 98 vittorie) e con almeno altri 10 anni davanti, nonostante i Mariners ed il loro attacco asfittico che spesso gli ha negato la meritata vittoria, pensiamo sia il lanciatore con le più alte probabilità di arrivare a 300 vittorie, quota che diversi analisti ritengono difficilmente raggiungibile da un pitcher moderno.

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