La corsa a MVP e Cy Young award per la stagione 2012 è ufficialmente cominciata. Diversi giocatori hanno avanzato la propria candidatura, mettendosi in evidenza partita dopo partita, con prestazioni al di sopra delle righe.
Scrutando il panorama della National League, il primo nome sulla lista non può che essere quello di Matt Kemp, che al momento è incandescente. L’anno scorso ha sfiorato una 40/40 season e sembra avere tutta l’intenzione di continuare sulla stessa strada. Con i suoi 12 home run nel mese di Aprile, è riuscito ad abbattere il record dei Dodgers, precedentemente detenuto da Gary Sheffield, che nel 2000 ne aveva realizzati 10. Inoltre sta aiutando sensibilmente la propria squadra nei momenti decisivi, le sue walk-off hit lo fanno emergere anche come un clutch hitter. Nelle sue prime 24 partite ha battuto: 36/88 H (1 NL), .409 AVG (1 NL), 25 R (1 NL), 4 2B, 12 HR (1 NL), 25 RBI (2 NL), 14 BB, 2/5 SB, .485 OBP (2 NL), .864 SLG (1 NL), 1.349 OPS (1 NL). L’esterno dei Dodgers sta giocando talmente bene da cominciare a far parlare della possibilità da parte sua di poter vincere la triple crown. L’ultima volta questa impresa si è verificata nel 1967, quando il giocatore dei Red Sox Carl Yastrzemski guidò l’American League con 44 HR 121 RBI e .321 AVG.

Dopo la grazia ricevuta sulla squalifica, sembra impossibile escludere Ryan Braun e non solo perchè ha ricevuto il premio lo scorso anno. Per ora la sua media battuta è leggermente al di sotto della sua media in carriera, che gli ha permesso di terminare addirittura al secondo posto della NL nel 2011, per il resto resta fedele alla sua fama, anche se in ombra rispetto a Kemp. In 23 partite ha prodotto: 26/89 H, .292 AVG, 16 R, 5 2B, 2 3B, 7 HR (2 NL), 17 RBI, 4/5 SB, .343 OBP, .629 SLG (2 NL), .973 OPS (3 NL).
Non è molto frequente, quando si parla di MVP, nominare un catcher, posizione nella quale sono spesso le qualità difensive a fare la differenza. Questa convinzione ha accompagnato spesso anche la carriera di Yadier Molina, che, nel corso del tempo, è riuscito ad affinare le sue qualità offensive, trasformandosi in un all-around player, capace di diventare il leader e il trascinatore dei Saint Louis Cardinals campioni in carica, dopo la partenza di Pujols; come testimoniano le sue statistiche in 22 gare: 26/81 H, .321 AVG, 17 R (4 NL), 10 2B (1 NL), 4 HR, 15 RBI, 4/4 SB, .371 OBP, .593 SLG (5 NL), .963 OPS (5 NL).

Bisogna però tornare sugli esterni per trovare un altro giocatore capace di raggiungere livelli così alti. Carlos Gonzalez, esterno sinistro dei Colorado Rockies, infatti sta mostrando ancora tutto il suo potenziale, che nel 2010 lo aveva portato a guidare l’MLB in hitting. La sua squadra per ora riesce a mantenere un record di .500, insperato ad inizio stagione, grazie a questo contributo fondamentale : 21 G, 26/84 H, .310 AVG, 21 R (2 NL), 2 2B, 2 3B, 7 HR (2 NL), 23 RBI (4 NL), 4/4 SB, .383 OBP, .631 SLG (4 NL), 1.014 OPS (4 NL).

Sicuramente va segnalato l’exploit del prima base dei Cubs Bryan LaHair. Nonostante sia in procinto di compiere 30 anni (11 Maggio), fino a questo momento aveva collezionato appena 65 presenze in Major League (45 con Seattle nel 2008 e 20 con i Cubs nel 2011) prima di questa stagione. Ma il ragazzo di Worcester non si è perso d’animo e oggi può dire che nelle prime 22 partite disputate nel 2012 questo è ciò che ha battuto: 26/67 H, .388 AVG (3 NL), 13 R, 8 2B, 7 HR (2 NL), 16 RBI, 0/1 SB, .468 OBP (3 NL), .821 SLG (2 NL), 1.289 OPS (2 NL).

Per quanto riguarda i lanciatori il discorso sembra più complicato, ma uno dei più interessanti fino ad ora è certamente Stephen Strasburg. Dopo l’infortunio che lo ha limitato a lanciare solo 5 partite nel 2011, è tornato alla grande, guidando i Nationals al loro miglior avvio da quando si sono trasferiti a Washington. Fosse supportato maggiormente dal resto della squadra forse potrebbe puntare alla triple crown, ma il numero limitate di vittorie ottenute, rispetto al rendimento espresso, sembrano destinate a far tramontare l’impresa. Per ora ha collezionato: 5 GS, 2-0 W-L, 1.13 ERA (2 NL), 32 IP, 22 H, 4 ER, 34 K (5 NL), 6 BB, .195 AVG, 0.88 WHIP.

Un discorso analogo può essere fatto per Ryan Dempster, che, penalizzato dal rendimento dei Cubs non è ancora riuscito a vincere una partita, nonostante sia il lanciatore che concede meno agli avversari: 4 GS, 0-1 W-L, 0.95 ERA (1 NL), 28.1 IP, 14 H, 3 ER, 29 K, 9 BB, .144 AVG (1 NL), 0.81 WHIP (3 NL).In questo momento però il più avanti nella corsa dovrebbe essere Lance Lynn. Non potrebbe essere altrimenti per chi ha vinto tutte la gare disputate fino a questo momento. Certi numeri danno l’idea di quanto sia dominante: 5 GS, 5-0 W-L (1 NL), 1.60 ERA, 33.2 IP, 19 H, 6 ER, 7 BB, 30 K, .167 AVG (5 NL), 0.77 WHIP (2 NL).

Passando all’American League, non c’è dubbio che Josh Hamiltonrappresenti, ad oggi, il principale candidato al titolo di MVP. La sua rincorsa ad una possibile triple crown però è accompagnata da più scetticismo rispetto a quanto non avvenga per Kemp; non tanto per il valore dell’atleta, che è indiscutibile, quanto per l’incertezza relativa al suo stato di salute. Negli anni ha subito sempre un gran numero di infortuni, ma se dovesse riuscire a disputare circa 150 partite, al livello di queste 22, non avrebbe rivali. Ecco cosa ha mostrato fino ad ora: 34/86 H (4 AL), .395 AVG (2 AL), 20 R (2 AL), 3 2B, 9 HR (1 AL), 25 RBI (1 AL), 2/2 SB, .438 OBP (4 AL), .744 SLG (1 AL), 1.182 OPS (1 AL).

Josh Hamilton sembra correre verso il trofeo di MVP della stagione

Alle spalle di Hamilton sono tornati su forti due giocatori che sembravano avviati sulla via del tramonto, o quanto meno alla fase calante della propria carriera,ma, forse dati per finiti un po’ troppo presto, si stanno togliendo grandi soddisfazioni. Il primo è Derek Jeter. Il “number 2 does it again” ormai è un evergreen nel Bronx. Il capitano guida la sua truppa da lead off, con grandi risultati, sopperendo al rendimento sottotono di Cano, Teixeira e Rodriguez. In 25 partite ha già prodotto più o meno quanto era riuscito a fare nelle prime 60 del 2011: 44/109 H (1 AL), .404 AVG (1 AL), 18 R, 8 2B (5 AL), 4 HR, 13 RBI, 1/2 SB, .441 OBP (1 AL), .587 SLG, 1.028 OPS (5 AL).
L’altro è David Ortiz. Ritrovatosi i Red Sox all’ultimo posto dell’AL east, una delle poche note positive della nuova gestione Valentine è il ritorno di Big Papi ai massimi livelli. Il domenicano sembra un vulcano tornato attivo dopo un periodo di quiescenza, purtroppo sembra che alcuni suoi compagni abbiano intrapreso il viaggi inverso. In stagione ha messo a segno: 36/92 H (2 AL), .391 AVG (3 AL), 17 R, 11 2B (2 AL), 6 HR, 21 RBI (4 AL), 0/1 SB, .441 OBP (1 AL), .707 SLG (2 AL), 1.148 OPS (2 AL).
Quando è in salute Evan Longoria è certamente uno dei giocatori più produttivi in circolazione, capace di influire sui risultati della propria squadra come pochi. Da quando lo scorso Giugno è rientrato dall’operazione è stato il miglior battitore dell’American League. Quest’anno ha cominciato seguendo la stessa scia, ma purtroppo recentemente è stato di nuovo fermato da un problema fisico che lo terrà lontano dai campi presumibilmente fino a Giugno. I Rays al momento sono in vetta alla loro division e la questione che tutti si fanno è: riusciranno a mantenere una buona posizione per quando tornerà Longoria? Sicuramente non sarà facile rinunciare a: 27/82 H, .329 AVG, 15 R, 7 2B, 4 HR, 19 RBI, 15 BB, 2/5 SB, .433 OBP (5 AL), .561 SLG, .994 OPS.
C’è un altro giocatore capace di impressionare in questo scorcio di stagione e incredibilmente proviene anche lui dall’AL East, è Edwin Encarnacion. Se Toronto era la città di Bautista, adesso è anche quella di Encarnacion. Negli anni aveva già fatto intravedere il suo potenziale, ma adesso sembra poter riuscire ad imporsi definitivamente, anche grazie allo spostamento nel ruolo di battitore designato. Ad ogni modo non si può non tenere in considerazione un giocatore da: 31/101 H, .307 AVG, 16 R, 8 2B (5 AL), 9 HR (1 AL), 24 RBI (2 AL), 4/5 SB, .363 OBP, .653 SLG (3 AL), 1.016 OPS.

La rosa dei lanciatori papabili è leggermente più ampia rispetto a quella della National League: da Shields (5-0 3.05) a Romero (4-0 3.64), senza dimenticare Lowe (4-1 2.27), Price (4-1 2.67) e Felix Hernandez (2-1 2.23). Ma per andare più nello specifico bisogna evidenziare le giocate di Yu Darvish. Il lanciatore dei Rangers, al primo anno in MLB, si è subito adattato alla perfezione, sfoderando prestazioni magistrali, grazie ad un vasto arsenale, a cui il giapponese sta provando ad aggiungere addirittura la Knuckleball. Fin qui ha collezionato: 5 GS, 4-0 W-L (2 AL), 2.18 ERA (5 AL), 33 IP, 30 H, 8 ER, 17 BB, 33 K, .238 AVG, 1.32 WHIP.
Non può certamente mancare l’MVP uscente, Justin Verlander. Forse non riuscirà a ripetere la straordinaria annata del 2011, ma resta sempre un elite pitcher, capace all’occorrenza di sfoderare anche complete game da 131 lanci, pur di portare i Tigers alla vittoria. 6 GS per lui con: 2-1 W-L, 2.38 ERA, 45.1 IP (2 AL), 30 H, 12 ER, 9 BB, 42 K (3 AL), .184 AVG (5 AL), 0.86 WHIP (3 AL).
Jered Weaver è riuscito a coronare il suo fantastico avvio di campionato mettendo addirittura a segno un no hitter. Per quanto eccezionale, un no hitter non basterebbe da solo a farlo entrare nei top pitcher della lega, ma quella di Weaver non è stata un buona giornata isolata, ma una delle tante. 6 GS, 4-0 W-L (2 AL), 1.61 ERA (1 AL,) 44.2 IP (3 AL), 28 H, 8 ER, 7 BB, 45 K (1 AL), .178 AVG (3 AL), 0.78 WHIP (2 AL).
Infine due parole vanno spese pure per Jake Peavy. Da quando è passato ai White Sox è stato perseguitato dagli infortuni e non è riuscito ad esprimersi ai suoi livelli. Ma quest’anno sembra tornato quello capace di vincere la triple crown con i Padres nel 2007, come testimoniano le 3-1 W-L, 1.67 ERA (2 AL), 37.2 IP, 21 H, 7 ER, 5 BB, 33 K, .162 AVG (1 AL), 0.69 WHIP (1 AL).

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