Come già accennato in un altro articolo, non è stata una off season tranquilla per le squadre della division centrale della National League: magari, a livello quantitativo, altri team hanno agitato il mercato in maniera molto più marcata, ma nella division dei campioni in carica ognuna delle sei franchigie si è distinta in questo inverno. Sul fronte degli scambi e delle firme, ma anche al di fuori del diamante.

Per Ryan Braun è finalmente tempo di far parlare il campo

L’ovvio riferimento ai Milwaukee Brewers è fin troppo palese, visto che l’affair Ryan Braun ha scatenato fin troppe chiacchiere; il tutto, come si è visto, si è risolto in una bolla di sapone dal punto di vista “legale”. Un errore nelle procedure ha inficiato i risultati. Ben più inficiate, però, ne sono uscite l’immagine del giocatore e la credibilità della stessa MLB, che ha permesso la fuoriuscita di informazioni che non sarebbero mai dovute arrivare ai giornalisti. A maggior ragione prima dell’esito delle contro-analisi.

È stato un inverno altrettanto doloroso anche in Missouri, con i St. Louis Cardinals che hanno perso Tony LaRussa ma soprattutto Albert Pujols, volato a Los Angeles sponda American League; l’abbandono del manager, in qualche modo prevedibile, non è minimamente paragonabile a quello dello slugger dominicano, vero fulmine a ciel sereno. L’arrivo di Carlos Beltran e il ritorno di Adam Wainwright proveranno a compensare all’assenza del numero 5.

Ultimi mesi molto più tranquilli in Ohio, con in Cincinnati Reds che ad un certo punto sono diventati i favoriti della division in virtù delle “disgrazie” altrui più che per propri meriti: la rotazione, e il parco lanciatori in generale, è stato piuttosto deficitario nel 2011 e giustamente la dirigenza si è concentrata in questa direzione per rinforzare la squadra. Gli arrivi di Mat Latos e Sean Marshall sono stati ottimi affari, anche se il primo ha comportato il quasi totale svuotamento della farm, ma la sensazione è che manchi ancora un partente di livello per poter rivincere la division.

Ambizioni diverse per i Pittsburgh Pirates, che come sempre partiranno con il dichiarato obiettivo di vincere almeno 81 partite, risultato che fino a metà della scorsa stagione sembrava alla portata; anche in questo caso il tallone d’Achille della squadra è rappresentato dai pitchers. Un difetto che nel 2011 è emerso negli ultimi due mesi e che probabilmente si riproporrà anche quest’anno, nonostante la firma di A.J. Burnett; nel frattempo Andrew McCutchen ha esteso il proprio contratto, dando ai tifosi un motivo per essere fiduciosi per i prossimi anni.

Non sarà quasi certamente nel 2012 che i Chicago Cubs interromperanno la loro astinenza ultracentenaria, ma dopo aver sprecato gli ultimi anni strapagando giocatori mediocri (Soriano e Zambrano) la dirigenza ha invertito la rotta e il maggior investimento invernale è stato fatto ingaggiando Theo Epstein, nuovo “president of baseball operations”. Il progetto di ricostruzione è partito bene, rinunciando ad alcuni contratti pesanti e puntando sui giovani, e anche se all’esterno sinistro continua a vivacchiare Alfonso Soriano le premesse per essere, finalmente, ottimisti ci sono tutte.

Processo analogo, con un budget a disposizione ben più modesto, però, anche in Texas dove gli Houston Astros cercheranno di chiudere in bellezza la loro ultima esperienza nella division prima del trasferimento nell’AL West; traducendo, si cercheranno di evitare le 100 sconfitte stagionali, dopo un 2011 che ha visto la franchigia texana unica a centrare il poco ambito traguardo. Dopo i due trades del luglio scorso, gli innesti più interessanti riguardano il front office, che ha visto la nomina di Jeff Luhnow come G.M. e di Mike Fast come analista: rivoluzione sabermetrica in vista?

 

Chicago Cubs

Movimenti di mercato

Non si può certo dire che Epstein sia rimasto con le mani in mano dal suo arrivo nell’Illinois e, anche se alcuni rumors non si sono (ancora) concretizzati, penso ad esempio a Matt Garza e Alfonso Soriano, molteplici sono stati i cambiamenti nel roster dei Cubs, sia in rotazione sia tra i positional players.
La rotazione, priva di Carlos Zambrano, può ora contare su Chris Volstad, giunto da Miami proprio in cambio del pitcher venezuelano, Pual Maholm e Travis Wood: il primo è arrivato come FA dai Pirates e dovrebbe garantire un discreto numero di innings (i 162.1 dello scorso anno rappresentano il minimo nelle ultime sei stagioni) come 4/5 di rotazione, mentre il secondo è il pezzo principale dello scambio che ha spedito Sean Marshall a Cincinnati.

Il parco partenti sarà guidato da Matt Garza e Ryan Dempster, non due superstar ma lanciatori solidi e di buon continuità; alle loro spalle ruoteranno i tre nuovi arrivi, con Wood che dovrebbe iniziare come teorico numero tre. Randy Wells e Andy Sonnanstine scenderanno in campo nel duplice ruolo di partente di emergenza o rilievo lungo; Andrew Cashner, altro possibile candidato per un posto in rotazione, è stato scambiato con Anthony Rizzo.

Poco o nulla è cambiato nel bullpen, anche se questa frase suona ingenerosa nei confronti di Marshall, uno dei migliori rilievi in assoluto nelle ultime stagioni; il ruolo di closer sarà affidato ancora a Carlos Marmol, giocatore che odia la BAbip a giudicare dal numero di SO e BB, con Kerry Wood, che ha rinnovato per un anno, pronto a subentrare dal ruolo di setup-man.
L’affollamento in rotazione dovrebbe portare nel bullpen Casey Coleman, che si affiancherà a James Russell, efficace come rilievo nel 2011, Marcos Mateo e Jeff Samardzjia, utilizzato per ben 88 innings la scorsa stagione. Non c’è più John Grabow, che ha firmato con i Dodgers, ma il reparto non dovrebbe risentirne particolarmente.

Importanti cambiamenti nel lineup, che per la prima volta dal 2003 si presenterà al via senza Aramis Ramirez, finito ai Brewers, dopo oltre 1100 partite e 29 fWAR in maglia Cubs; mancherà anche l’altro corner infield, quel Carlos Pena che è tornato a Tampa dopo la parentesi nel 2011 in Illinois. Completano il quadro delle partenze Koyie Hill, D.J. LeMahieu e Tyler Colvin; sul fronte acquisti si registrano le firme di David DeJesus, il già citato Rizzo, Ian Stewart, Dave Sappelt e Adrian Cardenas, promettente seconda base lasciato libero da Oakland ma dal potenziale fin qui inespresso.

L’infield sarà quindi costituito dai confermati Geovany Soto (catcher), Starlin Castro (SS) e Darwin Barney (2B che si è spento dopo un aprile eccellente), oltre a Stewart (3B) e Rizzo (1B); Jeff Baker e Bryan LeHair, che deve smentire l’etichetta di slugger da AAAA, saranno i primi cambi.
Soriano, Marlon Byrd e DeJesus sarà il terzetto degli esterni, con Reed Johnson e Tony Campana che rappresentano due replacements principalmente difensivi; proverà a trovare un po’ di spazio, infine, Josh Vitters.

Uomo chiave

Anthony Rizzo. Scelta strana, adatta più che altro per un “rookie watch” o per il premio di RoY; l’ex prospetto di San Diego dovrà confermare tra i grandi lo strepitoso 2011 a Tucson per poter diventare, magari, un punto fermo del lineup dei Cubs per i prossimi anni.

Pronostico

Quarto posto in classifica con 80 vittorie.

 

Cincinnati Reds

Movimenti di mercato

Win now: questa la filosofia sposata dal GM Walt Jocketty per la stagione che sta per iniziare. Scelta che non sarebbe stata possibile senza aver prima costruito una farm di buon livello e anche se personalmente sono sempre riluttante nel tradare potenziali campioni a costo controllato per una o due stelle, è chiaro che le disavventure invernali delle rivali divisionali hanno giocato un ruolo importante.
A maggior ragione quando si considera che in squadra sono rimasti Joey Votto e Devin Mesoraco che inevitabilmente avrebbe tolto spazio e playing time a Yonder Alonso e Yasmani Grandal, i due principali prospetti finiti in California nell’affare Latos. Un po’ meno giustificati gli addii di Edinson Volquez, Travis Wood e Brad Boxberger, in particolare considerando la poca profondità della rotazione che offre ben poche certezze dietro ai nomi dei cinque titolari.

Matt Latos è reduce da due ottime stagioni e le statistiche (xFIP che non si discosta di molto dall’ERA) sembrano dimostrare che non si tratta di un miraggio di Petco Park: contenderà a Johnny Cueto il simbolico ruolo di asso in una rotazione che sarà completata da Mike Leake, groundballer a cui si chiede maggiore continuità, Bronson Arroyo, veterano che oltre al caratteristico leg kick si fa notare per i tanti HR concessi, e Homer Bailey che solo a sprazzi negli ultimi due anni ha fatto vedere le doti che lo portarono ad essere la settima scelta assoluta del draft 2004.
Tutto da valutare, invece, l’apporto che potranno offrire Jeff Francis e Andrew Brackman: il primo ha fatto benino ai Royals superando anche i 180 innings, mentre il secondo non ha fatto nulla per giustificare i 4 milioni e mezzo di dollari spesi dagli Yankees nel 2007.

Sean Marshall e Ryan Madson, firmato per un anno, saranno chiamati a dare qualità ad un reparto, quello dei rilievi, che nella scorsa stagione è stato probabilmente il peggiore in N.L. per rendimento
(xFIP di 4.11, K/BB di 1.87 e appena 1.2 fWAR); pochi dubbi sulle qualità dei due giocatori, qualche perplessità in più sul fatto che la loro presenza da sola possa risollevare le sorti di un gruppo che, Aroldis Chapman a parte, non da troppe garanzie.
Nick Massett, Jose Arredondo, Logan Ondrusek, Sam LeCure, Bill Bray e Carlos Fisher completano il quadro, un quadro in cui potrebbe trovare posto anche Josh Judy, rilievo interessante che gli Indians hanno lasciato andar via forse un po’ troppo frettolosamente.

A livello di positional players le uniche novità sono rappresentate da Wilson Valdez e Ryan Ludwick, due giocatori che probabilmente non dovrebbero avere un ruolo diverso da quello di panchinari, anche se i soldi spesi per firmare l’esterno suggeriscono che un posto da titolare per lui lo si troverà. Considerando la presenza di Jay Bruce, è chiaro che a cedere il posto all’ex-Pirates sarà uno tra Drew Stubbs e Chris Heisey: avere Dusty Baker in panchina, come si vede, ha qualche lato negativo.

Confermatissimo, con l’esclusione di Edgar Renteria, tutto l’infield, punto di forza di quello che è stato uno dei miglior attacchi della National League nel 2011 e che continuerà a ruotare attorno a Joey Votto, candidato perenne al titolo di MVP della lega, e Brandon Phillips, di gran lunga il miglior 2B in N.L. Scott Rolen continua ad essere un difensore eccezionale nell’hot corner ma compirà 37 anni poco prima dell’Opening Day; Ryan Hanigan dirigerà le operazioni da dietro al piatto in attesa di cedere il posto a Mesoraco e quindi l’unico spot incerto è quello di SS con Paul Janish favorito su Zask Cozart e Todd Frazier.

Uomo chiave

Matt Latos. La salute è sempre motivo di preoccupazione per un pitcher, ma se sano l’ex-Padres rischia di essere uno dei migliori partenti delle lega, con un occhio anche al premio di Cy Young.

Pronostico

Direi una novantina di vittorie e lotta per il primato nella division.

 

Houston Astros

Movimenti di mercato

quando finisci la stagione con oltre 100 sconfitte e il peggior record dell’intera MLB, il primo pensiero è che hai toccato il fondo e le cose, l’anno prossimo, non potranno andare peggio; ebbene tutto ciò non è successo agli Houston Astros, visto che dal 2013 la franchigia si ritroverà nella AL West, dove Angels e Rangers promettono di non lasciare spazio agli altri team.
Con queste premesse non era facile operare nel mercato d’inverno, ma Jim Crane, il proprietario ha agito in modo oculato, concentrandosi in particolare sul front office: come nuovo GM, al posto di Ed Wade, è arrivato Jeff Luhnow, ex vice-presidente dei Cardinals. Ai proclami nel nuovo general manager di puntare sul potenziamento del farm system e del front office, sono seguiti gli ingaggi di Mike Fast (apprezzato analista di Baseball Prospectus) e Sig Mejdal che ricoprirà il ruolo di “Director of Decision Science”.

Il mercato vero e proprio, iniziato lo scorso luglio con le cessioni di Hunter Pence e Michael Bourn, è ruotato intorno allo scambio che ha portato in Texas Jed Lowrie e Kyle Weiland al posto di Mark Melancon, buon closer che per un team senza ambizioni come Houston era un surplus. Se lo shortstop giunto da Boston rimanesse sano fino a luglio, il trade potrebbe pagare dividendi ancora maggiori per i texani.
L’unica altra perdita di rilievo, Clint Barmes, è ugualmente indolore, soprattutto alla luce del contratto strappato dal giocatore ai Pirates; pochi anche i movimenti in entrata, per lo più minor league contract alla ricerca del jolly. Vanno lette in questo senso le firme di Zach Duke, Livan Hernandez, Jack Cust e Travis Buck; sempre dalla free agency è arrivato Chris Snyder come nuovo catcher, mentre il nuovo anno è iniziato con la presa di Fernando Martinez ex top prospect dei Mets che a 23 anni può ancora puntare ad avere una discreta carriera.

La rotazione, priva di Brett Myers, spostato nel ruolo di closer, avrà in Wandy Rodriguez il suo asso, anche se la sua permanenza in squadra fino a fine stagione è in dubbio, viste i tanti rumors di mercato che continuano a circolare attorno al suo nome; Bud Norris e J.A. Happ saranno il secondo ed il terzo, con Jordan Lyles pronto a scavalcarli dopo una discreta stagione di debutto in cui non è stato aiutato dalla buone sorte. Apertissima la lotta per l’ultimo posto, con il terzetto composto da Aneury Rodriguez, Henry Sosa e Kyle Weiland che parte in pole position.

È un cantiere aperto anche il bullpen, nonostante lo spostamento di Myers; il ritorno di Brandon Lyon, limitato ad appena 13 IP nel 2011, e le conferme di Wilton Lopez e Sergio Escalona potrebbero rivelarsi fondamentali per un reparto che cercherà di migliorare il pessimo -1.7 fWAR dello scorso anno. Saranno chiamati a dare una mano, a patto che riescano a limitare le walks, Juan Abreu e Fernando Rodriguez.

Pochi i punti fermi, tanto per cambiare, anche nel lineup a cominciare dal ruolo di catcher dove si alterneranno Snyder (discreto in attacco) e Humberto Quintero (miglior difensore); Carlos Lee, Jose Altuve, Jed Lowrie e Matt Downs dovrebbero formare l’infield, con Brett Wallace pronto a subentrare a Lee.
Jordan Schafer e Brian Bogusevic dovrebbero essere sicuri del posto, anche se le tante opzioni a disposizione rendono difficile pronosticare un lineup preciso: piuttosto probabile, comunque, che almeno uno tra Martinez, Cust, Buck e Bourgeois trovi spazio con continuità.

Uomo chiave

Jordan Lyles. Vantare quindici partenze in MLB prima di aver compiuto 21 anni non è impresa da tutti e anche se il suo ceiling non è quello di un asso, il potenziale per essere un buon n. 2 c’è tutto. La stagione da sophmore dirà molto sul suo futuro e su quello del team.

Pronostico

Evitare le 100 sconfitte non sarà facile, mentre sembra scontato l’ultimo posto divisionale.

 

Milwaukee Brewers

Movimenti di mercato

Non so se l’essere tutto sommato atteso, abbia reso meno doloroso l’addio di Prince Fielder rispetto a quello di Pujols, di sicuro ad uscirne con le ossa a pezzi è la National League che ha perso in un paio di mesi due dei suoi migliori giocatori, per la gioia di Angels e Tigers. La franchigia del Wisconsin ha cercato di risistemare l’attacco firmando Aramis Ramirez, ma è stata la mancata squalifica di Ryan Braun, probabilmente, a tenere a galla le speranze di repeat dei birrai; anche perché le altre acquisizioni dell’off-season rispondono al nome di Alex Gonzalez, Brooks Conrad, Travis Ishikawa e Cesar Izturis. Qualche perplessità attorno a Norichika Aoki, trentenne esterno giapponese dal rendimento impronosticabile.
Inalterata, giustamente, la rotazione, la dirigenza ha puntellato il bullpen con le firme di Seth McClung e, soprattutto, Jose Veras, protagonista dell’unico scambio di un certo rilievo imbastito dai Brewers che ha visto la partenza di Casey McGehee in direzione di Pittsburgh.

Molte delle speranze di riconferma passeranno dalle prestazioni del parco partenti, giustamente confermato in blocco dopo un ottimo 2011 chiuso, per rendimento, al secondo posto alle spalle dei Phillies (xFIP di 3.65); difficile sarà rimanere sani per tutta la stagione, come lo scorso anno quando Greinke, Gallardo, Marcum, Wolf e Narveson chiusero tutti con almento 28 partenze e 158 IP. Conoscendo la loro storia clinica non mi sento di scommettere su un bis.
L’asso della rotazione, a dispetto dell’ERA del 2011, sarà ancora una volta Zack Greinke che ha mostrato lampi di autentico dominio nel suo primo anno a Milwaukee, ma che ha in Yovani Gallardo un concorrente tanto agguerrito quanto sottovalutato: il pitcher messicano, 732 SO in 712 IP in carriera, ha superato per la prima volta in carriera i 200 inning e diminuendo gli HR potrebbe mettere in discussione la leadership del compagno. Marco Estrada sarà il primo back-up dopo aver ben figurato nella passata stagione.

Chi, invece, ha decisamente impressionato, è John Axford, diventato il punto di forza del bullpen dopo le 46 salvezze conquistate nel 2011 (10.51 K/9); è rimasto invariato il supporting cast che vedrà l’alternanza tra Francisco Rodriguez e Kameron Loe nel ruolo di setup. Non c’è più Takashi Saito, ma la coppia LaTroy Hawkins/Jose Veras non dovrebbe far rimpiangere il giapponese; per i ruoli di secondo piano sarà battaglia tra Tim Dillard, Zach Braddock, Mike McClendon e Brian Kintzler.

Passando al lineup, confermato dietro al piatto Jonathan Lucroy, anche se la presenza di George Kottaras ne mette a rischio la titolarità, viste le lacune difensive del ricevitore nato in Florida; il resto dell’infield, invece, sarà quasi totalmente nuovo di zecca con l’esclusione di Rickie Weeks, passato in un anno da 6.5 a 3.7 fWAR nonostante cifre offensive praticamente identiche. La presenza di Ramirez in terza rappresenta un upgrade rispetto allo scorso anno, mentre rimane da verificare se l’ottimo guanto di Alex Gonzalez riuscirà a sopperire all’inconsistenza offensiva: tutto sommato fare meglio di Yunieski Betancourt non dovrebbe essere impossibile.
Decisamente più ingrato il compito di Mat Gamel, ottimi numeri in AAA ma in difficoltà nelle, ad onor del vero poche, occasioni avute negli ultimi anni.

Ryan Braun, Corey Hart, Carlos Gomez e Nyjer Morgan saranno i quattro esterni, con gli ultimi due che si alterneranno nel ruolo centrale, potendo offrire ben poco oltre ad una buona difesa. Ben più pericolosi offensivamente i due COF, che insieme a Ramirez formeranno il cuore del lineup dei Brewers; non sarà facile per il giapponese Aoki trovare spazio anche se come detto non serviranno miracoli per scavalcare Gomez e Morgan.

Uomo chiave

Mat Gamel. La sua sembra una scommessa persa in partenza ed in effetti i paragoni con il suo predecessore non stanno in piedi. Eppure non va dimenticato che il ragazzo, anche se ha 27 anni, non ha ancora superato le 200 PA e l’ultima stagione in AAA ha fatto vedere che merita una chance.

Pronostico

Prevedo un leggero calo rispetto al 2011, e 91 vittorie mi sembra una discreta stima.

 

Pittsburgh Pirates

Movimenti di mercato

L’obiettivo per il 2012 sarà ancora una volta quello di raggiungere quota 81 vittorie, ma per farlo la dirigenza non ha puntato, giustamente, in maniera decisa sul mercato invernale: impossibile essere appetibili con un budget limitato e una lunga tradizione perdente. Nonostante tutto, però, alcune mosse andavano fatte e la dirigenza non si è tirata indietro: partiti i due catcher Doumit e Snyder, è stato firmato Rod Barajas, mentre per coprire il buco all’interbase è stato chiamato Clint Barmes, costoso FA la cui firma si presta a molteplici critiche.
Per sostituire Paul Maholm si è puntato forte su Erik Bedard, grossa scommessa a costo tutto sommato contenuto: all’ex-Mariners sarà affidato il compito di guidare la rotazione, nella speranza che il tempo passato in infermeria non superi quello sul monte di lancio. I 129.2 IP del 2011 rappresentano il suo massimo dal 2007, quando era ancora un giocatore degli Orioles: perché ripeta, a 33 anni, le cifre della scorsa stagione a Pittsburgh in molti metterebbero la firma.

Dopo gli addii di Derrek Lee, Ryan Ludwick e Ross Ohlendorf, e le firme di Jake Fox, Nick Evans, Nate McLouth, Jeff Clement e Brian Tallet, l’inverno si è chiuso con il botto dello scambio con gli Yankees che ha portato al PNC Park A.J. Burnett: il fatto che la squadra newyorkese continui a pagare il 60% circa dello stipendio non rende la mossa un buon affare. Poco da aggiungere sullo scambio McGehee/Veras di cui ho già parlato in precedenza.
Dunque Burnett, che ha iniziato la sua nuova avventura fratturandosi l’orbita dell’occhio destro, Bedard e i confermati James McDonald, Charlie Morton, Jeff Karsten e Kevin Correia saranno i partenti, con Brad Lincoln a disposizione: buona profondità, ma il talento lascia un po’ a desiderare.

Situazione analoga nel bullpen, che offre molte opzioni: Daniel McCutchen e Lincoln si divideranno tra partenze e subentri, mentre ci vorrà una bella scrematura per decidere chi premiare tra Juan Cruz, Tony Watson, Jason Grilli, Daniel Moskos e Jared Hughes. Sicuri di un posto il closer Joel Hanrahan (40/44 salvezze nel 2011), Evan Meek, Chris Resop e Chris Leroux, che ha fatto vedere buone cose nel poco spazio avuto a disposizione. Difficile che siano a roster Jo-Jo Reyes e Doug Slaten, anche solo con un ruolo di LOOGY.

Non ha subito grosse variazioni il lineup, anche se l’ottima estensione contrattuale raggiunta con Andrew McCutchen (poco più di 51 milioni di $ che coprono anche due anni di free agency) merita un plauso e non va considerata per nulla scontata; il parco esterni sarà completato da Jose Tabata, la cui potenza sta tardando ad esplodere, e Alex Presley, wRC+ di 122 in poco più di 230 AB lo scorso anno. Il figliol prodigo McLouth è tornato per fare da back-up, ma dubito che i tifosi si stiano strappando i capelli per la gioia; attenzione a Starling Marte, ancora acerbo, ma già presente nel 40-men roster.

L’infield, che come detto conterà della presenza del veterano Barajas dietro al piatto, vedrà Garrett Jones e Neil Walker a destra, con Barmes e Pedro Alvarez sul lato opposto: quest’ultimo è l’uomo più a rischio, non tanto per la presenza di McGehee alle sue spalle quanto per la povertà delle sue prestazioni nel 2011 (57 wRC+). Non c’è solo l’ex-Brewers, visto che Josh Harrison e Nick Evans hanno buone possibilità di ottenere AB con continuità; difficile, invece, che trovino spazio Chase d’Arnaud e Yamaico Navarro.

Uomo chiave

Jose Tabata. Il 2011 non è stato l’anno dell’attesa esplosione offensiva, ma i tanti guai fisici hanno avuto un ruolo non da poco: l’aumento delle BB è incoraggiante, specialmente considerando che la velocità rimane il suo marchio di fabbrica. Credo che meriti di essere seguito attentamente in questa stagione.

Pronostico

Probabilmente 73/74 vittorie e quinto posto.

 

St. Louis Cardinals

Movimenti di mercato

In Missouri, evidentemente, amano le emozioni forti: tutto è cominciato con la rimonta settembrina che è valsa la conquista di un’insperata Wild Card a cui hanno fatto seguito due turni di playoff che hanno visto i Cardinals sconfiggere prima i Phillies, grandi favoriti della N.L., e poi i Brewers, acerrimi rivali divisionali; gara-6 delle World Series contro Texas, semplicemente, è già negli annali di questo sport.
Ma non sono state, e qui arriviamo a parlare di mercato nelle specifico, solo rose e fiori: Tony LaRussa (GM) e Dave Duncan (pitching coach) hanno abbandonato il team e lo stesso ha fatto Albert Pujols. Non c’è molto da aggiungere sulla scelta del prima base dominicano che non sia già stata detta e scritta in questi mesi: il giocatore ha preferito il contratto più remunerativo tra quelli proposti, ed è difficile biasimarlo per questo.

Messi a confronto, gli addii di Edwin Jackson, Octavio Dotel, Gerald Laird, Ryan Theriot e Nick Punto fanno quasi ridere, ma hanno costretto la dirigenza a finalizzare un paio di operazioni, la più importante delle quali ha portato al Busch Stadium Carlos Beltran, che sostituirà Lance Berkman come RF dopo lo spostamento di quest’ultimo in prima.
Marginali gli altri movimenti, che hanno riguardato soprattutto il bullpen, arricchito dagli arrivi di Scott Linebrink e J.C. Romero, e la panchina, con le firme di Alex Cora e Eugenio Velez che battaglieranno per un posto da utility player. A dirigere il tutto è stato chiamato Mike Matheny, ex ricevitore alla prima esperienza come manager.

Fedele alla massima che “squadra che vince non si cambia”, la rotazione è rimasta pressoché immutata, con il rientrante Adam Wainwright che prenderà il posto di Jackson, che ha strappato un contratto da 10 milioni a Washington; impossibile non vedere l’upgrade nonostante la buona stagione del pitcher nato in Germania e i dubbi sul recupero fisico dell’ex prospetto dei Braves. Qualche problema fisico sta disturbato lo Spring Training di Chris Carpenter, che dovrebbe essere sostituito da Lance Lynn in caso di necessità; Jaime Garcia, Kyle Lohse e Jake Westbrook offrono adeguate garanzie, e dalle minors verrà quasi certamente promosso Shelby Miller.

Qualche novità nel bullpen, non però in ruoli primari: la vera rivoluzione nel reparto si è consumata durante la scorsa stagione con il maxi scambio che ha coinvolto Blue Jays e White Sox. Sicuro del posto, ovviamente, Jason Motte che con un’ottima stagione ha riportato un po’ di stabilità nel ruolo che mancava dai tempi di Isringhausen; con lui troveranno spazio Fernando Salas, i due nuovi arrivi Romero e Linebrink, Mitchell Boggs, Marc Rzepczynski, oltre ovviamente a McClellan e Lynn se non saranno in rotazione.

Fresco di rinnovo di cinque anni, Yadi Molina guiderà ancora una volta l’infield, dove si troverà come compagni Berkman, Schumaker, Furcal e Freese, tutti confermati dalla scorsa stagione, anche se l’ex-Astros cambierà posizione. Tyler Greene e Daniel Descalso saranno i primi cambi a disposizione di Matheny, con l’ex-Cubs Koyie Hill a dare fiato a Molina.
Terzetto di livello assoluto all’esterno dove, accanto a Matt Holliday e Jon Jay, giocherà il nuovo arrivato Carlos Beltran che, escludendo problemi fisici, si candida come una delle migliori acquisizioni di quest’inverno; come alternative, in quello che è forse il miglior reparto nella N.L., Allen Craig e Adron Chambers, utili soprattutto in difesa e come pinch-runners.

Uomo chiave

Adam Wainwright. Scelta scontata dopo l’anno di stop seguito al biennio 2009/2010 chiuso con oltre 230 innings di media e 11.8 fWAR: pretendere immediatamente cifre simili nel 2012 è certamente esagerato, ma i recenti recuperi dalla TJS degli altri pitchers lascia spazio ad un cauto ottimismo. Il talento per fare benissimo non è mai stato in dubbio.

Pronostico

Previsione difficile, vedo una bagarre attorno alle 90 vittorie con Reds e Brewers.

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