Jose Valverde, infallibile in questa stagione per i Tigers

Penultimo recap divisionale prima dell’inizio dei playoff, e guardando la classifica si arriva subito alle prime conclusioni: la lotta per la testa della division è ormai finita, con Detroit che ha proseguito il suo momento di forma eccezionale, arrivando a 11 vittorie di fila (per la prima volta dal 1968) e abbassando il famoso “Magic Number” a 3 su Chicago e 4 su Cleveland.

Le due inseguitrici si sono rallentate a vicenda settimana scorsa nella serie diretta, in cui hanno vinto 2 partite a testa.

1. Detroit Tigers (86-62, .581)

Se vi viene il dubbio che le sconfitte dei Tigers non siano state aggiornate dall’ultimo recap… beh, non è un errore, ma Detroit non ha ancora perso dall’ultima volta che ci siamo sentiti: 11 vittorie consecutive, che hanno messo in cassaforte (anche se non ancora aritmeticamente) la leadership della division e hanno spostato l’attenzione della franchigia ai playoffs.

Da lunedi sono infatti stati messi in vendita i biglietti per la ALDS, accompagnati da aspettative e speranze di gloria: rotazione, lineup e bullpen sembrano funzionare come mai prima d’ora quest’anno.

La rotazione, tuttavia, si trova ora ad affrontare due decisioni importanti.
La prima riguarda Justin Verlander, di cui si parla come candidato addirittura a MVP della regular season: ora che la AL Central non sembra più in pericolo, dovrebbe saltare qualche partenza per arrivare più fresco ai playoff?

La seconda decisione riguarda il resto dei partenti: chi farà parte della rotazione in postseason? Scherzer e Fister sembrano praticamente certi, Porcello e Penny si contendono l’ultimo spot.

Il lineup invece sembra aver trovato quell’equilibrio che Jim Leyland stava cercando da aprile e si presenta a ottobre caldissimo, forse con un solo punto interrogativo: dopo l’operazione che ha messo fine alla stagione di Brennan Boesch, chi riuscirà ad aumentare il proprio rendimento per non fare rimpiangere la solida produzione offensiva del californiano?

Il bullpen, che ha oltretutto ritrovato un ottimo Benoit, ha celebrato il record di franchigia di Jose Valverde: Papa Grande ha raggiunto quota 43 salvezze consecutive in stagione, superando le 42 del grande Todd Jones.
Valverde non ha ancora bruciato un’opportunità di salvezza, e i tifosi sperano che la prima non arrivi il mese prossimo.

2. Chicago White Sox (73-74, .497)

La stagione dei White Sox era già stata considerata deludente da parecchio tempo, e ora che la squadra non ha più nulla per cui lottare, il manager Ozzie Guillen si è scatenato, criticando (non a torto) tutti gli aspetti della squadra: “Everybody, man, everybody.”

Il problema principale dei Sox di quest’anno è stato che a tratti qualcosa è sempre andato storto: il bullpen in primavera, che ha costretto Ozzie a rimuovere Matt Thornton dal ruolo di closer e a molti esperimenti prima di trovare in Sergio Santos la non esaltante ma concreta soluzione; il lineup durante tutto l’anno, con i già menzionati (in queste pagine) Dunn, Rios e Beckham che hanno reso meno del previsto; la rotazione con un rendimento incostante di alcuni partenti, quali Peavy e John Danks.

Nonostante tutto, pero’, anche per Chicago c’è speranza per la prossima stagione: Paul Konerko è stato come al solito una macchina al piatto, produttivo ed efficiente, e rappresenta uno dei punti fermi della prossima stagione; il già citato Santos e Chris Sale danno garanzie al bullpen della prossima stagione; Carlos Quentin spera di non avere un 2012 rovinato dagli infortuni come il 2011.

Insomma, il nucleo della squadra è competitivo e, sulla carta, non inferiore ad alcuna squadra nella American League Central: toccherà a Guillen rimettere insieme i cocci di una stagione deludente.

3. Cleveland Indians (72-73, .497)

Avevamo concluso l’ultimo recap di Cleveland dicendo: “Lo sweep di fine agosto al Comerica Park ha lasciato molta furstrazione nei tifosi e nei giocatori […] ma Cleveland ha un’ultimo treno da prendere: Labor Day, inizia una serie in casa contro Detroit. Ora o mai più.”

Purtroppo per Cleveland anche in casa è arrivato uno sweep, che ha messo definitivamente fine alle speranze di vincere il primo titolo divisionale dal 2007 e che ha fatto crollare gli Indians sotto a quota .500 per la prima volta dalla seconda settimana di regular season.

Nonostante l’amarezza dell’ambiente, comprensibile dopo le aggiunte alla trade deadline, c’è anche ottimismo per la prossima stagione: questa è una squadra costruita per vincere nell’immediato e, anche se questa stagione si chiuderà alla fine di settembre, ci sono molti spunti interessanti per avere degli Indians competitivi anche nel 2012.

Innanzitutto Manny Acta: il giovane manager di Cleveland ha fatto un ottimo lavoro nello sviluppo di molti giovani come Asdrubal Cabrera e Masterson, che rappresentano il cuore della squadra e che puntano a confermare il loro status di “stelline” l’anno prossimo.

Poi c’è Ubaldo Jimenez che, seppur deludente in maglia Indians dopo la cessione dai Rockies, l’anno prossimo avrà un intero spring training per lavorare con i ricevitori e il pitching coach, oltre all’esperienza maturata in questi tre mesi passati ad affrontare i battitori della AL Central.

Infine, il ritorno dagli infortuni (e la speranza che restino sani) di molti giocatori chiave sarà fondamentale la prossima stagione: Kipnis, Brantley e Sizemore sono mancati enormemente agli Indians nelle fasi cruciali della corsa divisionale.

Tra questi ritorni non ci sarà Carlos Carrasco: il giovane lanciatore, che ha mostrato lampi di promesse e talento quest’anno chiudendo 8-9 con una ERA di 4.62, si sottoporrà in questi giorni alla Tommy John surgery e dovrà saltare probabilmente tutto il 2012.
Se Cleveland fosse scesa in campo con il lineup che Acta aveva in mente a inzio anno, senza infortuni gravi, forse ora staremmo commentando un esito diverso della AL Central.

4. Kansas City Royals (63-86, .423)

Royals e Twins continuano la loro mini-corsa per evitare l’ultimo posto della division e, a sorpresa, Kansas City ha cavalcato una serie di 6 vittorie nelle ultime 10 per superare i Twins.

Il sorpasso è stato coadiuvato dalle buone prove del lineup, in particolare del prima base Eric Hosmer, che ora sta cercando di scalare posizioni per il premio di Rookie of the Year dell’American League.

Hosmer ha battuto .370 con 7 fuoricampo e 16 RBI nelle ultime 20 partite e guida quindi tutti i rookie della AL in valide, media battuta e OBP.

Lui stesso ha dichiarato che non presta molta attenzione a cosa fanno gli altri rookie, e in particolare coloro che potrebbero rappresentare i suoi rivali principali nella corsa al premio: Mark Trumbo e due lanciatori, Jeremy Hellickson e Ivan Nova.
Vincere il premio di rookie dell’anno non cambierebbe ovviamente la stagione di Hosmer e dei Royals, ma sarebbe un ottimo modo di chiudere la stagione e di pensare al futuro con ottimismo.

5. Minnesota Twins (59-88, .401)

Quando abbiamo scritto che KC ha sfruttato 6 vittorie in 10 giorni per superare i Twins, non abbiamo specificato che anche Minnesota ci ha messo del suo: 1 vittoria nelle ultime 10 ed esperimenti ufficialmente iniziati per la squadra delle Twin Cities.

Il lineup di Minnesota in questi giorni conclusivi di regular season, infatti, vede molti giovani, prospetti e giocatori che Gardenhire vuole analizzare in vista del prossimo anno: Dinkleman, Luke Hughes, Chris Parmelee e altri giovani stanno ricevendo molte apparizioni al piatto e fiducia da parte del loro manager, che vuole vedere chi potrà aiutare l’organizzazione a tornare competitiva l’anno prossimo.

Per Minnesota le consolazioni arrivano fuori dal campo: Michael Cuddyer è infatti tra i nominati per il Roberto Clemente Award, che premia il giocatore che maggiormente si è dedicato alla propria comunità.

Se Cuddyer vincesse il premi questo prestigioso onore, rappresenterebbe un raggio di luce in una stagione tra le peggiori della storia della franchigia.

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