jn5Una storia la si puo’ raccontare, descrivere, tramandare in diversi modi. Viverla in uno solo.
Se questa storia diventa una vera e propria leggenda allora risulta difficile da credere che sia esistita realmente anche solo quell’unica volta.
Questa e’ esistita, eccome se e’ esistita. Per due volte.
Dall’Ontario al Kansas, 900 miglia di storia del basket.

LAWRENCE, KANSAS, 1898

“Mr. Snow, me ne vado. Lo so, stiamo facendo una grande stagione ma non posso andare avanti cosi’. La mattina mi serve libera, devo preparare gli allenamenti io”.

Yost era un vincente. Sapeva come ma soprattutto dove andare per vincere e a Lawrence, effettivamente, stava e avrebbe vinto, sempre. La stagione perfetta, dieci partite, dieci vittorie.

yos45Un grande allenatore sa anche quando e’ il momento di lasciare per intraprendere una nuova avventura. E Fielding Harris Yost, uno dei primi ad intendere l’allenare il football a livello collegiale una vera e propria professione, era un grandissimo allenatore. Aveva ricevuto da Stanford un’offerta irrinunciabile e in qualche modo stava gia’ iniziando a comunicarlo a Snow. Inoltre questa storia che ogni mattina doveva portare i ragazzi a pregare l’aveva mal digerita durante tutto l’anno e non riusciva piu’ a sopportarla.

Mr. Francis Snow, il magnifico rettore della University of Kansas, quando l’aveva contattato l’anno prima per ingaggiarlo aveva intuito subito che sarebbe stato un’assicurazione per una stagione vincente di cui tanto aveva bisogno l’universita’, per cui, all’ennesimo moto di protesta di Yost sulla preghiera mattutina, che fino ad allora era sempre spettata al coach della squadra di football, aveva fatto in modo che le due attivita’ non fossero piu’ destinate ad un unico soggetto, pur di non perderlo a meta’ stagione.

Da quel momento, l’allenatore avrebbe dovuto solamente allenare.
E la preghiera?
Snow inizio’ a contattare i rettori delle universita’ piu’ vicine per farsi raccomandare qualcuno che fosse in grado di ricoprire la posizione rimasta vacante.

All’ Universita’ di Chicago, l’allenatore della squadra di football, coach Stagg, aveva sentito che nel Kansas si stava cercando qualcuno che avendo esperienze in campo sportivo potesse occuparsi della preghiera mattutina. Il pensiero di Stagg ando’ inconsciamente ai tempi della Training School di Springfield dove aveva conosciuto un altro professore il cui profilo sembrava perfetto per l’incarico richiesto a Kansas.

Era dotato di un linguaggio forbito e in gioventu’ era divenuto ministro presbiteriano, aveva da poco conseguito una seconda laurea a Denver per diventare medico, mentre grazie alla prima aveva lavorato come insegnante di educazione fisica nel Massachusetts dove aveva creato un bel passatempo per i ragazzi.

La candidatura proposta da Stagg del professore conosciuto alla Training School rappresentava esattamente cio’ che il rettore Snow stava cercando.
“Lo contatti, non esitera’ a rispondere. Lo trova alla Y.M.C.A. di Denver, Colorado, – affermo’ Stagg – chieda di James Naismith.”

Mr. Snow gli scrisse subito e subito arrivo’ la risposta, affermativa, di Naismith, come se sapesse che la storia non poteva aspettare.
La mattina dopo, agli inizi del settembre 1898, James, la moglie Maude e le tre figlie presero un biglietto del treno di sola andata verso il Kansas.
Per il ritorno non ci sarebbe mai stato bisogno.
Denver. Lawrence. History.

Qualora lo vogliate, il nostro, di treno, parte adesso.
Tre fermate e siamo arrivati.
Buon viaggio.

RAMSAY TOWNSHIP, ONTARIO, 1872

Cinque miglia, a piedi, due volte al giorno. Tale era la distanza tra la fattoria dello zio Peter e la scuola. All’andata e al ritorno.
James, quando doveva tornare a casa – di fretta – per ultimare i lavori assegnatigli dallo zio, tagliava per i campi alle spalle del Bennie’s Corners, uno degli incroci principali di Ramsay Township, piccolo centro abitato a meta’ strada tra Montreal e Toronto.

James, che di cognome fa Naismith e che all’epoca tutti chiamavano Jim, aveva appena undici anni quando insieme ai tre fratelli era stato costretto a trasferirsi dallo zio Peter, il quale per permettersi di sfamare tutte e cinque le bocche presenti in casa aveva organizzato il lavoro nella fattoria assegnando almeno una mansione a tutti: Jim doveva occuparsi dei cavalli e procurarsi la legna nel bosco.

Mamma e papa’ Naismith si erano trasferiti in Ontario dalla Scozia agli inizi dell’Ottocento quando approfittarono delle agevolazioni finanziarie che il governo britannico, successivamente alle guerre Napoleoniche, dovendo in qualche modo ridurre la propria popolazione, garantiva a chi avesse deciso di spostarsi in una loro colonia. Entrambi morirono quando James era ancora molto giovane a causa di una febbre tifoide, tipica di chi lavorava in fabbriche o mulini con condizioni igieniche poco adeguate.

James, rimasto orfano e trasferitosi dallo zio, quando finiva la scuola e non doveva tornare immediatamente alla fattoria, rimaneva insieme ai suoi compagni nel Bennie’s corner a vedere lavorare il fabbro, unica bottega rimasta nella piazza, dopo che un incendio qualche anno prima aveva cancellato praticamente tutto quello che c’era nel vero e proprio centro sia di Ramsay che della vicina Almonte.

In alcuni giorni, se il tempo ma soprattutto il fabbro lo permetteva, si poteva addirittura sfruttare il campo alle spalle della bottega per giocare. Il passatempo che andava per la maggiore all’epoca si chiamava “Duck on a Rock” e consisteva di fatto nell’appoggiare una pietra sopra un’altra e da una distanza prestabilita cercare di colpire con un terzo sasso la pietra soprastante nel tentativo di farla cadere.

James, che a scuola – persino abbandonata per quattro anni – andava male in quasi tutte le materie, era descritto dal suo professore, tale Thomas Caswell, come si potrebbe descrivere un tipico scozzese: eccesivamente elettrico, forte fisicamente ed estremamente creativo. Gli scozzesi, che passano alla storia come i cugini storti degli inglesi, sono in realta’ titolari dell’ invenzione della raffineria di petrolio, del motore a scoppio, del pneumatico e della scoperta della penicillina oltre ad essere la patria natia di scrittori come Arthur Conan Doyle e J.K. Rowling. Si puo’ fare di peggio.

Primeggiando in tutte le attivita’ fisiche ed avendo intuizioni geniali, James aveva ideato un particolare lancio del sasso che gli garantiva di vincere tutte le sfide con i suoi amici.

Piuttosto che lanciare il sasso direttamente verso l’obiettivo da colpire, aveva capito che se si dava alla propria pietra una parabola elevata, ad U rovesciata, si garantiva una probabilita’ di centrare il bersaglio molto maggiore. Questa idea della parabola gli verra’ buona, qualche anno dopo, a Springfield, nel Massachusetts, durante un inverno gelido.

ATTAYPB0Ultimato finalmente il liceo a Ramsay, James viene catturato da un improvviso e inaspettato desiderio di studiare. Trasferitosi a Montreal, nel Quebec, si iscrive alla McGill University.

L’ateneo, oltre ad aver istruito futuri premi oscar, primi ministri, medaglie olimpiche e premi nobel, tra cui Ralph Steinman, scopritore di vaccini anti-tumorali e unico caso nella storia di premio assegnato postumo essendo morto tre giorni prima della celebrazione, possiede una peculiaritĂ  pressoche’ irripetibile: ha contribuito direttamente alla creazione e alla diffusione nel nuovo continente di tre dei principali sport americani. Il Destino.

1865. Quebec. Prato tipicamente inglese, sole splendente molto meno tipicamente inglese. Due file di persone sono poste parallelamente l’una rispetto all’altra in mezzo ad un campo. Una delle due file e’ composta da ragazzi appartenenti alle truppe britanniche, posizionate dal governo inglese nei pressi di Montreal in modo da poter controllare dall’interno una propria colonia.

Gli inglesi sono uno accanto all’altro perche’ avevano deciso di sfidare un gruppo di studenti della McGill University, i componenti dell’altra riga, in un gioco che aveva catturato l’attenzione di tutta l’Inghilterra e che consisteva nel correre con un pallone ovale in mano verso un’area del campo difesa dagli avversari: per la prima volta una partita di rugby venne giocata nel continente Nord Americano.

Nove anni piu tardi, il gioco del rugby si era diffuso fino ad arrivare anche nel Massachusetts.
La squadra formata dagli studenti iscritti ad Harvard all’epoca pero’ non era tanto convinta delle regole che le erano state tramandate: per esempio, la pursuit rule, il poter correre con la palla in mano solamente se si era inseguiti da un avversario, era considerata un totale controsenso allo spirito del gioco.

Per cercare di apprendere come si giocasse realmente, contattarono e invitarono coloro che questo sport lo avevano appreso direttamente da chi lo aveva inventato, gli studenti della McGill University.

Arrivati a Cambridge, i studenti dei due atenei si sfidarono in una doppia sfida in back to back, il 14 e 15 maggio 1874. Il primo giorno si gioco’ con le regole della squadra di casa, per cui pallone rotondo – quello tipico del calcio, mai visto fino ad allora da nessun canadese – si puo’ correre solamente se inseguiti e segna o chi porta il pallone oltre la linea di meta o chi lo calcia sopra un palo posto parallelamente alla goal line. Finisce 3 a 0 per Harvard.

Ma come? Gli allievi scherzano 3 a 0 i maestri convocati apposta perche’ insegnassero loro a giocare? Alla Peter Griffin: momento, momento, momento… tutti i punti furono segnati attraverso dei calci dagli americani, mentre i canadesi, che un calcio ad un pallone non lo hanno mai dato nella loro storia, abituati a correre sempre per il campo venivano fermati immediatamente per una violazione.

Giustamente non soddisfatti, gli studenti della McGill chiedono la rivincita e questa volta si gioca con le loro regole. Innanzitutto il pallone utilizzato non ha piu’ una forma sferica ma e’ ovale, la pursuit rule viene definitivamente abolita, si stabilisce che per poter avanzare bisognava guadagnare una porzione di campo alla volta e vengono ammessi i placcaggi in corsa. Il 15 maggio 1874 viene giocata la prima partita di Football Americano della storia.

L’anno dopo, un noto avvocato e ingegnere canadese, James Creighton, venne convocato al Victoria Skating Rink di Montreal, uno dei piu’ bei palazzi del ghiaccio dell’epoca, per far parte della giuria di un concorso di pattinaggio artistico.

La mattina seguente gli venne in mente l’idea di riunire diciotto ragazzi, divisi in due squadre, per farli sfidare all’interno del palazzetto in un gioco che nella Nuova Scozia,regione orientale del Canada, dove Creighton era nato e cresciuto, veniva praticato moltissimo ma solamente all’aperto e con l’utilizzo di un pallone da colpire con mazze di legno.

L’avvocato, rispetto al gioco originale, apporto’ una piccola modifica che secondo lui avrebbe reso lo sport piu’ divertente per i ragazzi: eliminato il pallone, all’ingaggio viene presentato un dischetto di legno perche’ secondo lui era piu’ adatto per scivolare sul ghiaccio.
L’hockey, come lo conosciamo adesso, nasce il 3 marzo del 1875 al Victoria Skating Rink di Montreal, Ontario.

Ah, chi erano i diciotto ragazzi convocati da Creighton? Studenti della McGill University – e chi se no – che l’avvocato era riuscito a contattare essendo in buoni rapporti con il loro professore di educazione fisica.

Rugby, Football, Hockey. 15,30,40, McGill University.
Per il game, set, match, history era solo questione di tempo qualche miglia piu’ a sud.

From Ontario to Kansas.
The Road of Basketball
Gara Uno

2 thoughts on “From Ontario to Kansas: Naismith and the next big thing (Part. 1)

  1. L’idea di ripercorrere le tappe dello sport americano è davvero bella. Non vedo l’ora di leggere il continuo…

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