Il Dream Team era da sogno anche nel coaching staff

Per capire come mai il Dream Team delle Olimpiadi del 1992 sia una venerabile pietra di paragone per tutte le nazionali statunitensi successive, dando per assodato che non è certo per motivi di mero primato cronologico, possono bastare due numeri, in grado di sintetizzare la differenza fra quel Dream Team e il resto del mondo (all’epoca):

117,3 – i punti di media realizzati nei 40 minuti di gioco, ovvero quasi 3 punti al minuto…

32 – il minor vantaggio di punti a fine gara, registrato nella finale contro la Croazia

Il fascino, un po’ patinato dai venti anni di distanza, di un gruppo che si è poi trasferito quasi totalmente nell’Hall of Fame (escluso Laettner) merita di essere ricordato, quasi facendone l’appello, con alcune sequenze tratte dalla gara del coronamento, la finale contro la Croazia.

Buona visione!

 

Coerentemente con lo spirito olimpico, è doveroso dedicare anche spazio ed immagini agli avversari nella finale; anche perché quella nazionale croata vantava nel roster alcuni giocatori che erano o, sarebbero stati, presenti anche nel panorama Nba: Petrovic, Kukoc, Radja, Tabak, e Vrankovic.

Vediamo quindi alcune piacevoli azioni da parte dei croati, con un’attenzione rivolta a tre giocatori in particolare:

 

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