Nella stagione 1991-1992, dopo la vittoria del primo titolo NBA la fama di MJ si trasformò in “Mito” e divenne uno dei giocatori piu’ amati della NBA.

Tuttavia, molti erano gli scettici riguardo ad una riconferma dei Bulls come squadra al vertice, ritenendo il successo dell’anno prima come il massimo sforzo fatto dal grande campione per arrivare finalmente ad un titolo.

Ma già dall’inizio la stagione regolare è dominata dai Bulls, più carichi e motivati che mai e con il solito rendimento mostruoso di Jordan: il record complessivo fu 67 vittorie – 15 sconfitte; fecero registrare 14 vittorie consecutive in Dicembre e 13 in Gennaio.

All’arrivo dei playoff si pensa che sia difficile strappargli anche una sola partita. Gli unici che possono pensare ad insidiarli sono i Portland Trail Blazers di Clyde Drexler, considerato il diretto rivale di Jordan sia perché ritenuto il miglior giocatore della Lega professionistica al di fuori di lui, sia perché riveste il suo stesso ruolo, che interpreta tra l’altro in maniera analoga.

Tuttavia sulla strada dei Bulls c’è un ostacolo imprevisto: al secondo turno dei playoff ad Est arriva una squadra emergente, i New York Knicks del nuovo allenatore Pat Riley.

Si tratta di una squadra che vede la presenza di un solo grande giocatore, il centro Patrick Ewing, ma che ricalca il modo di giocare duro dei Detroit Pistons di qualche anno prima, che tante difficoltà aveva creato ai Bulls.

Michael e i suoi sono costretti a giocarsi tutto in gara-7, quando con il senno di poi, si deciderà un pezzo della storia di questo sport. Vinceranno senza troppe difficoltà e d’ora in poi non avranno grossi ostacoli verso la finale.

httpv://www.youtube.com/watch?v=D9BKx2HN8Ms

I campioni della Western Conference del 1992 si confermano i Portland Trail Blazers di Clyde Drexler e del giovane Cliff Robinson, che si apprestavano a giocare la Finale contro i Campioni in Carica.

Gara 1 fu un’altra partita che sarebbe entrata nella storia per le gesta compiute da MJ: i Blazers infatti decisero di lasciare Jordan libero sul perimetro, scegliendo di marcarlo stretto solo quando avrebbe tentato le sue (note) incursione aeree.

Questa mossa risultò un errore colossale per il Team che al Draft del 1984 aveva scelto Bowie proprio al posto di MJ. Quest’ultimo, lasciato libero sulla linea dei tre punti, iniziò a scaricare triple a ripetizione, 6 per l’esattezza.

A seguito dell’ennesimo canestro da tre, rimane famosa un’occhiata di Jordan, che alza le spalle e allarga le braccia, come a dire “Che ci posso fare? Entrano tutte…”.

Il pubblico del Chicago Stadium è in delirio e in ogni angolo del pianeta che guarda l’NBA si salta sulle sedie; anche in Italia, nonostante fossero le 3 di notte.

httpv://www.youtube.com/watch?v=RxvxCZ5GxH8

Dopo la vittoria dei Bulls in gara-6 Drexler disse: “All’inizio della serie pensavo che Michael avesse 2000 mosse diverse. Mi sbagliavo. Ne ha 3000.”

Dopo i primi due tempi di gioco il tabellino di Air faceva già registrare 35 punti e la vittoria dei Bulls non era nemmeno da mettere in discussione.

Gara 2 fu vinta dai Blazers, ma in Gara 3 Chicago dimostrò di essere un vero team: Jordan segnò “solo” 26 punti, ma fu supportato a dovere da Pippen e Grant (entrambi 18 a testa).

La squadra della Città delle Rose riuscì ad andare sul 2-2, ma MJ in gara 5 salì nuovamente in cattedra, mettendo a segno ben 46 punti.

Gara 6 fu vinta con non poche difficoltà (all’inizio del quarto periodo i Blazers erano avanti di 17 punti), ma il risultato finale fu il “back to back” dei Chicago Bulls come campioni NBA e il secondo titolo di MVP delle Finali per MJ.

Durante l’estate del 1992, Jordan prese parte a quello che fu chiamato il Dream Team alle olimpiadi di Barcellona, insieme a Larry Bird (alla fine della sua carriera) e Magic Johnson (già dichiaratamente sieropositivo).

Mike è una delle stelle di quel favoloso Team: vince il suo secondo oro olimpico, battendo in finale la Croazia di Petrovic e Kucoc.

Accanto a Michael vi sono altri grandissimi campioni: il compagno di squadra Scottie Pippen, Magic Johnson, Larry Bird, Charles Barkley, Clyde Drexler, Patrick Ewing, Karl Malone, David Robinson, John Stockton, Chris Mullin e l’universitario Christian Laettner, guidati dal coach Chuck Daly.

Una curiosità: restano fuori dalla rosa Olajuwon per infortunio (si rifarà con il Dream Team 2) e Isiah Thomas, che si dice sia stato “boicottato” da Jordan stesso a causa della loro antica rivalità della fine degli anni ’80 (voce non confermata ufficialmente, ma data per certa dagli esperti del settore).

È il secondo oro olimpico per MJ dopo quello da universitario del 1984, che si dimostra protagonista assoluto della squadra statunitense, risultando il secondo miglior marcatore della squadra (dopo Charles Barkley).

httpv://www.youtube.com/watch?v=ATvVtuf9I7g

Continua…

[Fonti utilizzate: Wikipedia - joeiverson.com ]

5 thoughts on “Michael Jordan story: ‘Il secondo titolo e il Dream Team’

  1. Io la butto lì, se nell’estate 92 New York non cede Xavier McDaniel a Boston, il titolo del 93 lo vincono i Knicks! Non si sà perchè avrebbero dovuto dare via McDaniel, che aveva cancellato Pippen dalla serie, forse perchè l’agente di X-Man era un certo David Falk, lo stesso di Jordan? Scusate lo sfogo, ma mi piacerebbe rigiocare la serie del 93 (eravamo su 2 a 0) con X-Man al posto di Charles Smith! Poi con i se e con i ma…

  2. Riguardo al Dream team, per me il vero grande assente, fu Shaquille O’neal… in quell’anno usciva dall’università con Christian Laettner, che gli fu preferito perchè nella sua squadra universitaria si giocava regolarmente a zona in difesa. Lo presero come “pseudo” esperto del gioco all’europea, accorgendosi poi che gli USA riuscivano a fare canestro prima che qualsiasi altra squadra riuscisse a posizionarsi in difesa!

  3. concordo con kornelius

    maledico ancora quell’azione dove arriva palla a charles smith sotto il ferro e non riesce a tirare per vincere.
    con mcdaniel sarebbe stata un’altra storia.

    falk era accusato di convincere i suoi assistiti in modo che andassero in altre squadre così da far indebolire le dirette avversarie dei bulls.

  4. una domandina la faccio io.. ma allora the dream non era già il miglior centro in circolazione? cosa poteva essere quella squadra con in più the dream? oppure con the dream al posto di ewing e thomas al posto dell’intruso?

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