Mentre la regular season si trascina abbastanza stancamente verso la sua conclusione, con poco più di 20 partite ancora da disputare per ogni franchigia, si riesce ad intravedere qualcosa all’orizzonte per due squadre che da alcuni anni ormai cercano una riscossa, un ritorno ad una competitività non così lontana nel recente passato.

Gli Atlanta Hawks rimpiangono assai gli anni magici della gestione Budhenholzer, in particolare la stagione 2014 / 2015 chiusa con 60 vittorie ed un gruppo magnifico guidato da Al Horford, Jeff Teague e Paul Millsap, squadra operaia che in stagione regolare riuscì anche a battere i futuri campioni di Golden State, e fu fermata in Finale di Conference solo dal proprio acerrimo nemico, Lebron.

Oggi i nuovi Hawks di Lloyd Pierce, 63 vittorie in 2 stagioni e mezzo (…), hanno il volto del folletto Trae Young, secondo miglior marcatore della NBA con 30,1 punti a partita e nonostante questo costantemente schiacciato dal confronto con Luka Doncic, giocatore per il quale venne scambiato la notte del draft 2018.

D’altra parte, entrambi sono arrivati in squadre mediocri ma lo sloveno sta già riuscendo a portare ai playoffs i Mavericks nella Western Conference, mentre i Falchi giacciono mesti nell’ultima posizione della più modesta Eastern.

Ma i segnali positivi per la franchigia della Georgia non mancano: John Collins, problemi con l’antidoping a parte, si sta confermando un lungo da 20+10, mobile e intenso pur senza essere particolarmente tecnico, mentre Kevin Huerter è ormai diventato la seconda guardia titolare, giocatore ordinato e di appoggio ad un playmaker tiratore come Trae.

Insieme a loro, i 2 rookie arrivati all’ultimo draft stanno mostrando lampi di talento: De Andre Hunter e Cam Reddish stanno pagando l’inesperienza con deficitarie percentuali al tiro ma fisicamente e mentalmente si stanno dimostrando NBA ready, 2 elementi su cui puntare per il futuro.

La modesta classifica della squadra si può facilmente spiegare non guardando allo scarso talento, ma alla carta d’identità: in questo ipotetico quintetto del futuro nessuno oggi ha più di 22 anni, e mettendo per un attimo da parte i mostri come Lebron e Doncic, a quell’età difficilmente si riescono a portare a casa molte vittorie.

Dall’anno prossimo a questo nucleo si aggiungerà, oltre ad una nuova prima scelta da lotteria, anche un giocatore di maggiore esperienza come Clint Capela, attualmente ai box per problemi fisici ma che, se integro, potrà dare un importante contributo a rinforzare il reparto in cui gli Hawks sono maggiormente deficitari: la difesa.

Molto più avanti dei Falchi, e con obiettivi molto più ambiziosi, sono invece i Pellicani di New Orleans, cui la trade del proprio giocatore franchigia alla fine ha fatto bene, grazie anche all’egregio lavoro svolto dalla coppia Griffin – Gentry.

Qui parliamo di una squadra non di tutti giovanissimi, ma con alcuni ottimi veterani come Holiday, Redick e Favors ai quali si sono aggiunti in estate le visioni di Lonzo Ball ed il talento di Brandon Ingram, che lontano dalle pressioni di Los Angeles ha potuto finalmente esprimersi liberamente sul campo mettendo in mostra le sue innate doti di realizzatore.

Ma lo scenario, si sa, ha preso da poche settimane una piega ancor più interessante con l’arrivo del nuovo Chosen One, Zion Williamson.

Il giocatore più atteso dai tempi di Lebron sta ancora imparando a conoscere compagni, avversari e in generale il gioco pro, ma mentre impara viaggia già sui 23 punti e 7 rimbalzi a partita, con a tratti dei bagliori da assoluta supernova, un dominio di potenza e agilità sotto canestro che più di tutti ricorda il primo Charles Barkley.

Ridendo e scherzando, questa squadra è a sole 3 partite dai playoffs: dopo annate frustranti passate a cercare di convincere Anthony Davis a rimanere in Louisiana, è bastata una mezza stagione per riportare l’entusiasmo allo Smoothie King Center, in una città dove la voglia di fare festa è praticamente innata nei suoi abitanti.

Hawks e Pelicans, in definitiva, potrebbero finire la stagione meglio di come era cominciata, e con prospettive decisamente incoraggianti per il futuro: con buone scelte del management ed un po’ di fortuna, potremo ritrovarle entrambe ai Playoffs nella prossima stagione.

One thought on “Hawks e Pelicans: proiettati nel futuro

  1. dallas squadra scarsa senza doncic …? la febbre slovena ha contagiato un po tutti …

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