20-3. Striscia aperta di 14 vittorie. Miglior difesa, miglior “pace” e secondo miglior attacco di tutta la Lega. 2-0 perentorio nelle sfide con gli altri favoriti, i Clippers di Kawhi Leonard. Giannis da 30 punti a partita col 57% dal campo.

E potremmo continuare così. Nonostante il mercato estivo avesse lasciato più di una perplessità, con la dolorosa rinuncia al giovane e talentuoso Malcolm Brogdon, il primo quarto di stagione dei Bucks è assolutamente da incorniciare: Giannis, con la sua faccia da eterno bambinone sorridente, è tornato con la ferrea determinazione di chi sente di aver lasciato qualcosa di incompiuto.

Ed è tornato con un’arma in più:

Certo, al momento parliamo solo del 31% su 5 tentativi a partita, tentativi che generalmente sono poco marcati perchè nessun giocatore oggi comanda così tanto rispetto sulla finta di penetrazione in area come Giannis. Ma le percentuali, e la fiducia, stanno crescendo di mese in mese. E non solo quello.

Basta dare un’occhiata all’impatto difensivo dell’intero roster, e della panchina in particolare, per rendersi conto che la fiducia per i Bucks è contagiosa, e parte dal greco certo, ma anche dal suo allenatore.

Coach Mike Budenholzer, alla seconda stagione nel Wisconsin, sta continuando il suo lavoro con questo gruppo di giocatori con la sua consueta metodologia: buon clima in spogliatoio e tanti minuti in campo per tutti.

Dopo 23 partite giocate, i suoi Bucks hanno dato 10 minuti di media a partita a ben 12 giocatori diversi, e la rotazione ora che il roster è privo di infortuni è di almeno 10 elementi. La panchina ha, come si suol dire, le porte girevoli, con Matthews e Middleton che in genere sono i primi ad uscire nel primo quarto per fare entrare una inedita coppia spacca partite: Donte Di Vincenzo e Pat Connaughton.

Con loro 2 sul parquet, se possibile l’intensità fisica e difensiva sale ulteriormente, proprio quando generalmente gli altri team a loro volta cominciano a far entrare le seconde linee con conseguente calo del talento medio in campo.

In questo modo, l’ossatura della squadra (Giannis, Middleton, Bledsoe e Brook Lopez) gioca non più di 30 minuti a partita, un vero lusso in una NBA dove lo stress fisico è sempre più alto e il rischio infortuni dietro l’angolo.

Arrivare ai Playoffs freschi e con una panchina completa e abituata a stare in campo a lungo è una condizione assolutamente da sfruttare per i Bucks, unico team fra le contender ad avere una sola vera stella.

Nella post-season, da sempre, le rotazioni si accorciano e il gioco veloce e spumeggiante rallenta: Milwuakee dovrà invece dimostrare di essere in grado di imporre il proprio gioco totale ed asfissiante anche in quei contesti, dove squadre come Philadelphia, Lakers e Clippers cercheranno di far valere il loro maggior tasso di talento relativamente al quintetto base.

Ma la realtà è che nessuno, nessuno oggi in NBA ha un picco di talento pari a questo:

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