La recente trade che ha portato Serge Ibaka, il neo acquisto estivo degli Orlando Magic, a Toronto, è arrivata per certi versi inaspettata.

Ottenuto a caro prezzo dai Thunder – Oladipo più una prima scelta trasformatasi in Domantas Sabonis – il congolese doveva essere il giocatore di esperienza che avrebbe traghettato i giovani Magic verso i playoffs.

Ed anche se la stagione ad Orlando è ormai andata prematuramente a Sud, si pensava che la dirigenza avrebbe preferito dare il benservito a Vucevic, il centro titolare dalle buone doti offensive ma impalpabile difensivamente, piuttosto che rinunciare al progetto Ibaka dopo solo una cinquantina di partite.

Vero è d’altra parte che la lungimiranza non è uno dei punti di forza del GM dei Magic Rob Hennigan, che ha passato l’estate ad accumulare lunghi (oltre ad Ibaka, è stato firmato a 17 milioni annui anche Biyombo, sostanzialmente per fare la riserva) quando già aveva in casa una coppia come Gordon – Vucevic, mentre il backcourt ancora una volta lasciava a desiderare, in particolare al tiro da fuori.

Eccoci quindi all’ennesimo ribaltone in casa Magic, che si tramuta in una nuova, grande chance di ritornare nel basket di alto livello per Ibaka: i Toronto Raptors, freschi finalisti di conference, squadra giovane, in crescita ma già testata ad alti livelli, e soprattutto in cerca di un 4 moderno a cui affidare un posto in quintetto da 35 minuti garantiti.

Pur essendo già alla sua ottava stagione, l’ex Thunder compirà nel 2017 solo 28 anni: è un giocatore integro, ancora nel suo prime e molto migliorato tecnicamente rispetto ai primi anni.

Entrato nella Lega come lungo difensivo (2 volte miglior stoppatore nel 2012 e 2013), si è evoluto nel corso delle stagioni in ottimo tiratore della media e decente tiratore da 3: queste sue caratteristiche potrebbero fittare molto bene con quelle di Valanciunas, centrone classico che predilige i movimenti in post basso.

La shot chart di Ibaka con i Magic

I Raptors comunque non disdegneranno affatto le sue qualità difensive di lungo veloce di piedi, capace di difendere bene il pick and roll ed al tempo stesso di difendere il ferro: Toronto è solo la 16° squadra difensiva della Lega e sicuramente grazie alla sua presenza sperimenterà quintetti più prettamente difensivi da usare come arma tattica, ad esempio con Patterson da 4 e lui da 5.

I Media si sono affrettati a definire la trade come un “gamechanger”, un colpo che potrebbe far saltare gli equilibri ad Est e rendere finalmente minacciosa Toronto anche nei confronti dei Cavaliers. L’intenzione dei Raptors è sicuramente quella, a patto ovviamente di riuscire ad integrarlo al meglio nei giochi della squadra nelle poche partite che mancano alla fine della regular season.

Se un difetto si vuol trovare nella carriera, finora eccellente e superiore alle aspettative iniziali, di Serge Ibaka, è forse un certo deficit di leadership, una sua naturale ritrosia al prendersi responsabilità, ad andare fuori dagli schemi.

Nè ad Oklahoma City, nè in queste poche partite con Orlando è mai riuscito ad emergere come leader, come guida della squadra, ma a Toronto questo non sarà mai un problema: la squadra è saldamente nelle mani del duo Lowry-DeRozan, improbabili “gemelli del goal” che hanno trovato la propria dimensione ideale in Canada e toglieranno ogni tipo di pressione ad Ibaka, lasciandogli la possibilità di concentrarsi su quello che sa fare meglio: giocare di squadra, occuparsi di difesa e di segnare sugli scarichi.

Col congolese in quintetto Toronto ora può guardare con fiducia ad una eventuale sfida coi Cavaliers: il divario di talento si assottiglia, ed uno stoppatore in più fa sempre comodo quando si tratta di affrontare Lebron James…

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.