NFL

L’America’s Team non può più aspettare

In questo periodo, nel mondo NFL, c’è chi si prepara all’ultimo atto della stagione, chi si lecca le ferite dopo sconfitte brucianti, chi presenta i nuovi head coach nella speranza che possano essere i condottieri di future annate vincenti e poi c’è chi semplicemente è rivolto verso il lavoro di offseason tra salary cap, free

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NFL

Perchè il problema degli Steelers è “culturale”

Non è semplice trovare qualcosa da salvare del 2018 dei Pittsburgh Steelers. D’altronde, non può essere altrimenti quando una squadra ricca di talento e con un nome che di per sé obbliga a performare, finisce per mancare anche l’obiettivo minimo della qualificazione ai playoff. A maggior ragione se il tutto è avvenuto in un contesto

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NFL

Nick Foles, the (un)ordinary guy

Se non fosse per i quasi due metri di altezza Nick Foles potrebbe essere la personificazione dell’ordinary guy americano. E anche oggi, dopo sette stagioni in Nfl, Foles è sempre il bravo ragazzo coi capelli scarmigliati sulla fronte che la domenica non mancava mai di ascoltare i sermoni del pastore Haney, alla Riverbend Church di

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NCAA Basketball

Duke Blue Devils: il superteam del college basketball con l’obbligo di vincere

I superteam, si sa, da qualche anno sono una realtà consolidata nella National Basketball Association e nel panorama cestistico americano i Golden State Warriors rappresentano l’epitome di questo concetto. Quest’anno però c’è un’altra squadra che può rivaleggiare su questo piano, non in campo ma perlomeno a livello mediatico, con i pluricampioni della Bay Area. Un

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NFL

Concreti, minacciosi e old school: i “nuovi” Seahawks ora fanno paura a tutti

Ricordate i Seattle Seahawks della prima metà di stagione? Quella squadra triste, mediocre, senza verve e soprattutto (apparentemente) senza ambizioni, ricordate? Quella squadra che archiviata l’era della Legion of Boom sembrava aver smarrito la propria identità e che barcollava a testa bassa sul filo tra rebuilding e continuità. Se ne sono dette e lette tante

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NBA

NBA Southeast Division: Preview 2018/2019

Lo scorso anno era stato detto chiaramente dalla maggior parte degli specialisti che la Southeast era cosa dei Wizards con tutti gli altri a giocare per il secondo posto e invece a rompere le uova nel paniere ci hanno pensato gli Heat di Spoelstra che continuando sulla falsariga del finale di stagione precedente si sono rivelati più solidi del previsto riuscendo a conquistare la division e il sesto posto nella Western Conference.

Per il 2019 Miami e Washington partono più o meno appaiate e pronosticare la vincitrice è un azzardo. Per il resto gli Hornets tenteranno di migliorare i risultati delle ultime annate per conquistare un posto ai playoff mentre ad Orlando e Atlanta continueranno a portare avanti i rispettivi progetti orientati al futuro e con scarse ambizioni per la stagione imminente.

MIAMI HEAT

Quintetto: Goran Dragic (G), Tyler Johnson (G), Josh Richardson (F), James Johnson (F), Hassan Whiteside (C)

Panchina: Dwyane Wade (G), Dion Waiters (G), Wayne Ellington (F), Justise Winslow (F), Kelly Olynyk (C)

Allenatore: Erik Spoelstra

Novità: + Marcus Lee, Malik Newman; – Luke Babbitt, Jordan Mickey, Derrick Walton

Punti di forza: Il roster è composto da elementi affiatati che in un certo senso si sono trovati a “crescere insieme” come giocatori NBA e che ormai si conoscono benissimo. L’amalgama è la vera forza di una squadra che ha in coach Spoelstra il proprio condottiero.

L’ex addetto video di Pat Riley ha dimostrato di essere un allenatore vero, con una propria filosofia di pallacanestro e una grande capacità di far assimilare i propri concetti di basket in un sistema di small ball spinta che si basa sulla grande versatilità degli elementi che ha a disposizione e valorizza giocatori che forse altrove non troverebbero così tanto spazio.

Ovviamente gli Heat raccolgono molto soprattutto nella metà campo difensiva, Spoelstra è riuscito a mettere su una difesa, imperniata sulle doti nel pitturato di Hassan Whiteside, che è probabilmente il punto di forza principale della squadra e sulla carta ha i mezzi per fronteggiare qualsiasi attacco della Eastern Conference.

Punti deboli: La relazione tra Whiteside e Spoelstra è arrivata al punto di logoramento. Per ora l’eventualità di una trade che porti altrove il centro è presente solo nei rumors giornalistici. Qualora però il prodotto di Marshall dovesse andare altrove il rischio è quello di rompere gli equilibri di un gruppo consolidato con ciò che ne consegue.

Un altro punto interrogativo riguarda il gioco interno. Vero è che nell’NBA di oggi (ahinoi) il gioco nel pitturato è sempre più sottoutilizzato ma per Miami si può dire che è pressoché ininfluente. Whiteside è estremamente limitato in post e in situazioni non dinamiche fa molta fatica, inoltre gli esterni come Winslow, Richardson e James Johnson prediligono il gioco fronte a canestro e questo aspetto limita le possibilità offensive della squadra.

Analisi: Ripartire da un gruppo consolidato è certamente un vantaggio importante per la franchigia della Florida. Il nucleo è sempre lo stesso con Goran Dragic al vertice di un roster che garantisce a Spoelstra la possibilità di portare avanti rotazioni profonde e assetti versatili.

Ciò è testimoniato dal fatto che nell’ultima stagione ben nove giocatori hanno chiuso la regular season in doppia cifra di media con lo sloveno ovviamente miglior realizzatore della squadra. E dello sloveno non possiamo non parlarne. Forse non sarà una superstar ma ha talento e carattere da vendere e il suo stile di playmaking non sarà quello di Bob Cousy ma è perfetto per guidare in campo questa squadra.

Per la prossima stagione gli Heat possono aspirare ad un posto ai playoff col fattore campo al primo turno ma per essere competitivi, partendo dal punto fermo della difesa, dovranno migliorare in attacco e sfruttare l’esperienza di Dwyane Wade per aiutare la crescita dei pgiovani.

Record 2017-18: 44-38

Previsione 2018-19: 43-39

WASHINGTON WIZARDS

Quintetto: John Wall (G), Bradley Beal (G), Otto Porter (F), Markieff Morris (F), Dwight Howard (C)

Panchina: Tomas Satoranski (G), Austin Rivers (G), Kelly Oubre (F), Jeff Green (F), Ian Mahinmi (C)

Allenatore: Scott Brooks

Novità: + Dwight Howard, Jeff Green, Austin Rivers, Lavoy Allen, Troy Brown, Thomas Bryant, Jordan McRae
– Marcin Gortat, Tim Frazier, Ty Lawson, Mike Scott, Ramon Sessions

Punti di forza: Il talento di John Wall e Bradley Beal è fuori discussione. I due costituiscono il miglior backcourt della Eastern Conference e da loro dipende in gran parte il destino della franchigia. I due All-Star insieme a Markieff Morris e Porter più il nuovo arrivato Dwight Howard formano uno dei migliori quintetti base dell’Est.

Sulla carta i cinque titolari possono imporre un basket difficilmente arginabile con Howard che rispetto a Gortat darà più opzioni di gioco inside-out integrandosi con la pericolosa bidimensionalità delle due ali e il devastante talento offensivo di Wall e Beal. I capisaldi della squadra sono gli stessi da anni e inserire Howard in un contesto già rodato dove non gli si richiede un apporto da superstar può essere il modo migliore per trarne qualcosa di buono.

Punti di debolezza: I Wizards sono una squadra che alterna picchi di rendimento esaltanti ad inspiegabili incidenti di percorso e lungo la stagione tendono a perdere partite che potrebbero vincere agevolmente a causa della loro annosa discontinuità di rendimento.

La coesione della squadra è sempre un’incognita in quel di Washington e negli anni passati lo spogliatoio è stato spesso dilaniato dall’ego dei singoli all’interno di un contesto che Scott Brooks ha fatto fatica a gestire in modo stabile.

Giocatori come Porter e Oubre individualmente sono dei buoni difensori ma incostanti come incostante tende ad essere tutta a difesa, parametro che dovrà essere registrato se a Washington vogliono competere seriamente per l’Est. Inoltre I Wizards avranno bisogno di ricavare di più da una panchina che troppo spesso in passato ha dato molto poco.

Analisi: Con la fine del fattore James l’Est sarà aperto e competitivo come non succedeva da parecchio tempo e Washington è di certo una delle candidate alla finale. A Brooks, forse all’ultima chance, si richiede di lavorare per migliorare la difesa e gestire le rotazioni dei nuovi come Rivers e Jeff Green al fine di trovare delle alternative valide in uscita dalla panchina.

Se Washington vuole dare sostante alle proprie ambizioni dovrà trovare la continuità che spesso gli è mancata e soprattutto comprimere gli egoismi dei suoi giocatori. La convivenza tra le due superstar Wall e Beal si regge su equilibri molto delicati e nei momenti di maggior tensione li abbiamo visti giocare da separati in casa a dividersi i possessi anzichè giocare insieme.

Nella prossima stagione potranno togliersi delle soddisfazioni soltanto se metteranno da parte l’ego per il bene della squadra. Le finali sono alla portata ma rispetto a squadre come Boston e Philadelphia ma anche Miami e Milwaukee c’è tanto lavoro da fare per migliorare la chimica e i meccanismi necessari per arrivarci.

Record 2017-18: 43-39

Previsione 2018-19: 45-37

CHARLOTTE HORNETS

Quintetto: Kemba Walker (G), Nicolas Batum (G), Michael Kidd-Gilchrist (F), Frank Kaminsky (F), Cody Zeller (C)

Panchina: Tony Parker (G), Jeremy Lamb (G), Miles Bridges (F), Marvin Williams (F), Bismarck Biyombo (C)

Allenatore: James Borrego

Novità: + Tony Parker, Bismarck Biyombo, Miles Bridges, Devonte Graham, J.P. Macura

– Dwight Howard, Julyan Stone, Michael Carter-Williams, Treveon Graham

Punti di forza: Il roster di Charlotte è ben assortito sia per età che per caratteristiche tecniche e il nuovo coach James Borrego può disporre di una panchina profonda, il che su 82 partite può fare la differenza. Naturalmente le redini della squadra saranno in mano a Kemba Walker che a fine stagione potrebbe andar via a scadenza ma che almeno per un altro anno giocherà in North Carolina.

Il prodotto di UConn, indiscusso All-Star, è probabilmente il giocatore più elettrizzante dell’NBA, uno di quelli per cui si paga il biglietto a prescindere. Il contesto tecnico della franchigia è di buon livello e con Kemba al comando si può seriamente pensare di puntare a tornare ai playoff dopo due stagioni di digiuno.

Punti di debolezza: Nella scorsa stagione, nonostante Walker sia un clutch player, la squadra spesso ha dimostrato poca cattiveria nei momenti chiave delle partite e un eccessiva dipendenza dal suo giocatore franchigia con le ovvie conseguenze del caso.

Il nuovo allenatore dovrà lavorare anche su questo aspetto che rischia di minare le possibilità di approdare alla post season in una Eastern Conference dove anche un paio di partite vinte o perse possono fare la differenza. Inoltre la situazione contrattuale di Kemba potrebbe ripercuotersi sugli equilibri dello spogliatoio soprattutto se un eventuale inizio di stagione negativo dovesse creargli qualche mal di pancia.

Analisi: Il nuovo GM Mitch Kupchak, subentrato a Rich Cho, ha ereditato una situazione non semplicissima. Il monte salari oppresso da contratti onerosi, quello di Batum su tutti, non dà grossi margini di manovra, in più c’è la questione del futuro di Walker e la realtà di una squadra vicina ma incapace di fare quello step in più per tornare ai playoff.

Le ultime due stagioni perdenti hanno portato al licenziamento di Clifford, sostituito da Borrego, scuola Spurs e già coach ad interim dei Magic per trenta partite nel 2015. Nella Eastern conference la qualificazione ai playoff per le squadre con record perdente, a differenza di qualche anno fa, è un miraggio e migliorare il record di 8-10 vittorie sebbene sia alla portata non sarà semplicissimo.

Molto del destino degli Hornets dipende da Walker ma non solo. La crescita di Kaminsky, Lamb e Kidd-Gilchrist e l’impatto dei talenti più giovani, in particolare del tiratore Malik Monk e dell’interessante rookie Miles Bridges sarà un fattore che contribuirà notevolmente a decidere da che parte penderà la bilancia.

Record 2017-18: 36-46

Previsione 2018-19: 40-42

ATLANTA HAWKS

Quintetto: Trae Young (G), Kent Bazemore (G), Taurean Prince (F), John Collins (F), Dewayne Dedmon (C)

Panchina: Jeremy Lin (G), Tyler Dorsey (G), Vince Carter (F), Miles Plumlee (F), Alex Len (C)

Allenatore: Lloyd Pierce

Novità: + Alex Len, Jeremy Lin, Vince Carter, Trae Young, Justin Anderson, Omari Spellman, Kevin Huerter, Thomas Robinson, Jaylen Adams, Cole Aldrich, Daniel Hamilton

– Dennis Schroeder, Mike Muscala, Isaiah Taylor, Damion Lee, Malcolm Delaney, Andrew White, Antonius Cleveland, Tyler Cavanaugh, Josh Magette

Punti di forza: Difficile trovare qualcosa di buono nella franchigia della Georgia. Certamente, portando avanti il piano di rebuilding a medio-lungo termine del general manager Travis Schlenk, la squadra non avrà il fiato del front office sul collo e l’ossessione del record a fine stagione.

In questo contesto c’è la possibilità di far maturare I talenti a roster con Taurean Prince in primis particolarmente atteso dopo il salto di qualità della stagione da sophomore e John Collins, forse il miglior prospetto sotto contratto, candidato a ricalcare le orme dell’ultima annata di Prince. Il nuovo coach Lloyd Pierce è un allenatore defensive-oriented che predica innanzitutto una forte protezione del ferro e con Dewayne Dedmon e Alex Len a disposizione, avrà il materiale attorno a cui fondare la difesa che inoltre potrà disporre di difensori perimetrali di livello come Prince e soprattutto Kent Bazemore.

Punti di debolezza: “Chi la mette?” Se parliamo di Atlanta la domanda sorge spontanea. Già lo scorso anno l’attacco non era propriamente, giriamoci un po’ intorno, uno dei più performanti della lega e dopo aver dato via praticamente gratis il top scorer Dennis Schroder di certo le cose non miglioreranno. La speranza della franchigia è che Trae Young diventi una sorta di Steph Curry ma il ragazzo è acerbo e rappresenta una scommessa rischiosa. Non sappiamo se in futuro la guardia uscita da Oklahoma potrà arrivare ai vertici della lega ma è difficile che nella sua prima stagione possa riempire Il vuoto lasciato dal tedesco in termini di peso realizzativo.

Analisi: Il GM Schlenk ha deciso di portare ad Atlanta la filosofia di gioco della franchigia in cui si è formato ossia gli Warriors e già dall’anno scorso si è visto un uso (o abuso) del tiro da 3 più consistente rispetto alle stagioni precedenti. Come detto da Charles Barkley qualche mese fa però, il sistema dei GSW che funziona a meraviglia con Thompson, Curry e KD con altri interpreti ovviamente dà esiti diversi e una pianificazione mirata a costruire in tale direzione rischia di portare ad un buco nell’acqua.

Di certo Schlenk non ha avuto paura di esporsi. Mandare via Schroeder e fare trade down skippando Doncic sono scelte radicali ed è naturale che se dovessero rivelarsi errate a pagare sarà lui.

L’età media molto bassa nell’immediato potrà essere un handicap ma ciò che preoccupa è che tutti questi giovani talenti si formeranno all’interno di un contesto perdente con i rischi che ne conseguono poichè l’assunto per cui vincere aiuta a vincere spesso può rivelarsi vero anche all’opposto. Il giudizio su coach Pierce inevitabilmente dipenderà in buona parte da questo aspetto.

Record 2017-18: 24-58

Previsione 2018-19: 20-62

ORLANDO MAGIC

Quintetto: D.J. Augustin (G), Evan Fournier (G), Jonathon Simmons (F), Aaron Gordon (F), Nikola Vucevic (C)

Panchina: Jerian Grant (G), Terrence Ross (G), Jonathan Isaac (F), Jarell Martin (F), Mohamed Bamba (C)

Allenatore: Steve Clifford

Novità: + Mohamed Bamba, Jerian Grant, Jarell Martin, Timofey Mozgov, Melvin Frazier, Amile Jefferson, Isaiah Briscoe, Troy Caupain

– Mario Hezonja, Bismarck Biyombo, Shelvin Mack, Arron Afflalo, Marreese Speights, Jamel Artis, Rodney Purvis

Punti di forza: Sembra superfluo dire che non c’è molto da salvare delle ultime stagioni di Orlando, ovviamente la squadra ripartirà da uno dei pochi punti fermi, ossia il gioco interno.

Aaron Gordon e Nikola Vucevic costituiscono una coppia di lunghi ben assortita e di talento, inoltre il montenegrino in scadenza di contratto avrà l’ulteriore motivazione di garantirsi un contratto per il futuro scongiurando la “minaccia” del rookie Mo Bamba che per alcuni osservatori potrebbe scalzare il prodotto di University of Southern California. Oltre a ciò i Magic dispongono di un eccellente potenziale difensivo e con un allenatore come Clifford che cura molto questo aspetto la difesa già buona di suo potrebbe migliorare ulteriormente.

Punti deboli: Archiviata l’era Payton in cabina di regia le cose non sono di certo migliorate anzi c’è da rimpiangere il buon Elfrid, poco ortodosso ma dotato di indubbie doti di passatore. Le due point guard a roster, D.J. Augustin e Jerian Grant, sono giocatori esplosivi e atletici e difensivamente costituiscono un upgrade rispetto all’obiettore Payton ma le loro qualità sotto il profilo del trattamento di palla lasciano a desiderare e per una squadra che da anni fatica a trovare la quadra in attacco questo è un problema enorme. Clifford come Vogel lo scorso anno avrà a disposizione una panchina corta che non darà grosse possibilità nelle rotazioni se andiamo ad escludere i giovani Isaac e Bamba per i quali è tutto work in progress.

Analisi: Gli Orlando Magic di certo non hanno fretta né eccessiva pressione sicchè la prossima annata sarà un’altra tappa del progetto di una franchigia che guarda al futuro. I playoff sono un obiettivo irrealistico ma a Clifford si chiede comunque di migliorare gli score miseri delle ultime annate.

Aaron Gordon dopo un 2018 notevole ha ottenuto un contratto da franchise player nella speranza che le obiezioni di chi contesta che possa proseguire e migliorare quanto fatto nel contract year si rivelino infondate e che, inoltre, la tenuta fisica dell’ala da Arizona non crei problemi. Gli infortuni infatti l’anno scorso sono stati una problematica molto rilevante: Gordon, Vucevic, Simmons e Fournier hanno saltato in totale 87 partite, qualora si dovessero ripetere situazioni del genere l’ultimo posto nella division sarebbe quasi certo.

Record 2017-18: 25-57

Previsione 2018-19: 29-53

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