Classe '91, ho iniziato a seguire il basket nel 2004 con Vince Carter sulla copertina di un gioco, e mi sono innamorato di Vincredible e The Answer.

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NBA – Continua la marcia dei Lakers, Gallinari e George trascinatori

Hawks 103 – Pacers 114

E con questa sono 15 le partite vinte consecutivamente da Indiana in casa. Un numero che fa davvero ben sperare ai tifosi della squadra che ora si trova al terzo posto della Eastern Conference.

La partita è abbastanza combattuta e si gioca punto a punto, ad eccezione del terzo quarto “sfuggito” agli ospiti di Atlanta e chiusosi sul +10 per i padroni di casa, che ha visibilmente compromesso la partita, visti gli 11 punti di distacco finali. Nessuna grande sorpresa però nel risultato in una partita dove lo spettacolo viene sempre fornito da chi l’All Star lo ha meritato e continua a farlo.

Paul George infatti è l’asso della serata e ci delizia con 29 punti, accompagnato dai due fedeli compagni Goergoe Hill e David West, con 15 punti a ciascuno. Jeff Teague per gli ospiti si porta a casa 24 punti e 8 assist, più 15 di Horford e 14 di Jenkins.

Lakers 92 – Nets 83

Partita divertente con tanti colpi di scena e cambi di scenario; infatti ogni quarto fa storia per conto suo. Una partita con 2 quarti per ogni squadra e la differenza la fanno i punti rifilati nel secondo periodo dagli uomini di D’Antoni, che erano partiti in balia dei padroni di casa al Barclays Center di New York. Ben 12 pareggi e 18 cambi di vantaggio in tutta la partita, a sottolineare l’andamento molto incerto della gara.

Il primo periodo di gioco si chiude infatti in favore dei newyorkesi con un parziale di 18-24, e i Lakers, privi di Dwight Howard per infortunio, e Metta World Peace per la sospensione riguardante colpi proibiti a Knight, si trovano a dover ribaltare la situazione, e riescono perfettamente nel loro intento. Il secondo quarto è una risposta forte dei gialloviola che rifilano 15 punti a Brooklyn chiudendo il quarto sul 31-16 e arrivando all’Half time a +9.

Al rientro in campo si ricomincia da zero. Infatti il terzo periodo è la copia del primo e termina nuovamente 18-24, ma rimanendo a +3 i losangelini rispondono ancora ai Nets chiudendo 25-19 l’ultimo quarto e portandosi a casa una ottima vittoria che li avvicina sempre più alla zona playoffs.

Per Los Angeles, il top scorer è il solito Kobe, che però non vive certo una serata perfetta, e chiude con 21 punti e un brutto 9/24. Bella prova del giovane Clark con 12 rimbalzi e 14 punti e di Steve Nash con 17 punti e 8 assist. Per Brooklyn invece la costante è la bassa percentuale al tiro con i 5/13 di Deron, i 3/10 di Wallace, i 4/15 di Johnson e un complessivo 6/23 dall’arco. Migliore uomo è Brook Lopez che arriva a 30 punti e 11 rimbalzi.

Suns 96 – Grizzlies 90

Phoenix vede qualche vittoria, ma non è abbastanza viste le ultime 4 cadute su 5 partite, prima di stasera. Ma contro i Grizzlies, reduci dalle trades che hanno portato via parte della squadra, e un andamento molto altalenante con il quarto posto in bilico, trovano una vittoria che fa respirare, anche se i playoffs sembrano ormai troppo lontani.

La partita è sempre sul filo e viene decisa dalla prova di forza dei Suns all’ultimo periodo di gioco, con un ottimo +12 che capovolge la situazione di inizio quarto, partito dal +6 per i padroni di casa.

Al FedExForum di Memphis nonostante la vittoria, i giocatori più attesi degli ospiti continuano a fare fatica come Beasley che scrive a referto solo 6 punti, che per un giovane di talento, come ci aveva mostrato l’anno passato, sono ben pochi. Anche Dragic non è dei migliori con 17 punti ma solo 4 assist, che per uno dei migliori assist man di Lega non sono soddisfacenti. Gortat invece si fa valere e in questa serata segna ben 20 punti.
Dall’altra parte ottimi i 29 punti di Bayless con una fantastica percentuale al tiro con i suoi 11/15 canestri a segno. Ottimi anche 21 punti e 13 rimbalzi per Randolph, che è ormai il leader della squadra dopo la partenza di Gay. Modesta prova per Prince che segna 11 punti con un 5/12 al tiro.

Warriors 109 – Rockets 140

Letteralmente schiacciati i Warriors, che arrivano a Houston con buoni propositi, trovandosi sopra in Regular. Buoni propositi che finiscono sotto la macchina da punti Lin-Harden. Per ben 3 periodi infatti, Houston termina il periodo con più di 35 punti sommergendo la povera prestazione di Curry e compagni.

Il primo periodo finisce col botto, chiudendosi sul 37-38. Poi la partita si normalizza, solo per una delle due squadre però! Infatti i seguenti periodi sono una disfatta con un 25-39 al secondo, 24-27 al terzo e 23-36 all’ultimo periodo.

Bella serata per Jeremy Lin con 28 punti e 9 assist, seguito dal “Barba”, con 18 punti e 7 assist e 4/5 dall’arco. Ottime doppie doppie per Asik con 11 punti e 15 rimbalzi e Patterson con 12 punti e 10 rimbalzi.
Spente le stelle di Oakland al Toyota Center, dove Thompson mette 6 punti e Curry 7 (3/12 al tiro). Buone prestazioni per Jack con 20 punti e Lee con 18.

Bucks 104 – Nuggets 112

Tesa anche la partita in Colorado, dove i padroni di casa del Pepsi Center si svegliano solo all’Half time facendo tirare un sospiro di sollievo ai tifosi. Continua così la striscia positiva che ora è di 7 vittorie per Denver, seconda solo a San Antonio (10 vittorie consecutive).

Prima della pausa i due quarti sono un dominio rosso-verde con un +15 maturato dalla strepitosa gara di Dalembert.
Nella seconda metà il tempo cambia nella capitale del Colorado, e inizia a vedersi la luce oltre le nuvole del temporale, dove con un +8 nel terzo periodo torna la speranza che grida alla vittoria. L’ultimo tempo parte quindi con un -7 dei padroni di casa, che sbaragliano l’armata Milwakee concludendo con un +15 nel quarto, per il +8 finale.

La gara ha un sapore dolce per l’Italia, per il tiro denominato già da tanti “The Shot of the Century” o “semplicemente” il canestro dell’anno, con cui il Gallo a 50 secondi da fine partita si mette in mostra. Un Circus shot che fa lamentare dell’esclusione dell’italiano dall’All Star Game. Altra seratona quindi per Gallinari che è anche il top scorer insieme a Ty Lawson con 22 punti per Denver, insieme ad un buon Faried con 13 punti e 10 rimbalzi.

Spenti i 3 point shots, spenti i Bucks. Il 18,8% dall’arco è infatti pessimo per una squadra come Milwakee con ottimi tiratori come Ilyasova (0/2 da 3), Ellis (0/5), e Jennings (0/3). Unica nota positiva, la strepitosa serata di Dalembert, già citato in precedenza, che con 35 punti, con cui segna il suo career high e 12 rimbalzi, con un ottimo 17/21 al tiro.

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NBA – Paul George e Lebron James dominano, Clippers in caduta libera

Bulls 101 – Pacers 111

13 vittorie consecutive in casa per Indiana, dato che spaventa, ma i Bulls non sono certo una squadra sprovveduta. Al Banker Life Fieldhouse, va in scena la partita più tesa e attesa della serata, tra due squadre in forma e in lotta per i playoffs che dopo la gara si trovano pari in Regular Season con il record di 29-19.

Indianapolis in casa fa bene, e lo dimostra anche se il primo quarto si chiude con +1 di Chicago. I due periodi centrali della partita creano però un buon margine per George e compagni che arrivano all’ultimo quarto con un bel +11. Nell’ultimo quarto la situazione è stabile, poichè i Peacers non hanno nessuna voglia di perdere e non si fanno rimontare, chiudendo a +10 la partita.
Parziali: 29-28, 25-32, 22-27, 25-24.

Per Chicago ben 7 su 9 giocatori in doppia cifra. Il Top scorer della serata per gli ospiti è Marco Belinelli con 24 punti in altrettanti minuti, mentre Nate Robinson ne fa 19, sfiorando la doppia doppia con 9 assist. 13 i punti di Deng e 10 per Boozer, Hamilton, Butler e Gibson, che si prende anche 11 rimbalzi facendo le veci di centro, in occasione dell’assenza di Noah per infortunio.

Stratosferico Paul George con 21 punti e 11 rimbalzi, mentre continua bene West con 29 punti e 9 rimbalzi, e ottimo anche Hill con 22 punti.

Magic 61 – 76ers 78

Pochi punti, poco in discussione la gara, ma un po’ di spettacolo da parte dei Sixers.
Con questa Orlando perde 10 partite consecutive per la seconda volta in due mesi e si allontana sempre più dalla zona playoffs.

La cosa più bella della serata è la palla rubata e la schiacciata in 360 di Nick Young, che si mette sempre più in mostra. La partita infatti è in controllo dei Sixers, che però perdono Thaddeus Young per infortunio dopo soli 15 minuti giocati dall’ala. Orlando però non concretizza e con un penoso 8,3% dall’arco, non riesce mai a superare i 19 punti per quarto.
Parziali: 16-28, 19-14, 11-18, 15-18.

Pochi i punti e povere le percentuali con Moore che ne fa 18 (9/17, 0/4 dall’arco), Nicholson 11 e 10 Harkless, con 14 rimbalzi per Vucevic.

Dall’altra parte non è una festa ma bastano i 21 punti e 14 rimbalzi di Hawes, i 13 punti e 14 assist di Holiday e i 15 punti di Nick Young.

Clippers 90 – Wizards 98

Il nuovo slogan di Los Angeles potrebbe essere “No Paul, no party!”. Infatti la franchigia californiana ha perso 5 delle ultime 7 partite (sono 7 da quando è fuori CP3), e con ieri notte arriva a 3 consecutive, contro una squadra tutt’altro che imbattibile. Prima dell’inizio però oltre al play, si siede, per non rialzarsi più, anche l’altra stella dei Clippers. Blake Griffin infatti non giocherà la partita per un risentimento muscolare.

Senza le due stelle la squadra di Del Negro mostra tutti i suoi limiti. Bledsoe infatti non è CP3 e con Wall davanti è in difficoltà. La partita quasi decisa nel primo periodo che finisce con un +8 per i padroni di casa al Verizon Center. I successivi 3 quarti sono una lotta al punto e la partita si chiude con lo stesso distacco del primo quarto.
Parziali: 16-24, 30-27, 20-21, 24-26.

Due note positive per i Clippers. Se Jamal Crawford gioca, fa punti, e non pochi. La partita infatti si è chiusa con 28 punti per lui. L’altra è DeAndre Jordan. Di 44 rimbalzi di squadra lui ne prende ben 22, con qualche problema a realizzare sotto canestro (7 punti). Buoni i 15 punti di Butler e i 17 di Bledsoe.
Ottimo Webster con 21 punti e 5/6 dai 3 punti, più 15 punti di Nenè e Temple, 13 di Wall e 10 di Ariza. Buon Okafor con 14 rimbalzi.

Piston 85 – Knicks 99

Poco da dire in questa partita dove era abbastanza scontato il risultato.
Al Madison Square Garden si propone una partita decisa nei primi due quarti (già nel primo il risultato era chiaro). I Knicks lasciano a -21 Detroit alla pausa, segno che la partita è chiaramente in mano ai padroni di casa. Negli ultimi due quarti si propone una piccola rimonta che mette in luce la mancanza di una stella nella franchigia del Michigan. Parziali: 13-28, 23-29, 22-19, 27-23.

Top scorer per gli ospiti è il neo acquisto Josè Calderon, arrivato al posto di Prince, che mette a referto 15 punti, insieme ad un buon Monroe con 13 punti e 10 rimbalzi. Buoni i 14 di Stuckey e i 13 di Bynum.
Chandler finisce per la terza partita consecutiva con 20 rimbalzi, e si dimostra il difensore più in forma del momento, e forse dell’anno. 27 punti per il solito Melo, 20 per Stoudemire e 16 per J.R. Smith.

Bobcats 94 – Heat 99

Altra partita all’American Airlines Arena che non dovrebbe dare sorprese, e non ne dà, ma la situazione è comunque precaria.
I primi della Eastern Conference battono solo di 5 punti gli ospiti, squadra con il peggior record stagionale in tutta la NBA.

Parziali: 21-22, 22-25, 20-19, 31-33.

Nonostante 1/12 dalla linea dei 3 punti, Miami porta a casa questa partita grande ad un solito LeBron James scatenato, che mette a referto 31 punti, con 8 rimbalzi e 8 assist, tirando con percentuali quasi perfette (14/15 al tiro). Non perfette ma buonissime le prestazioni di Bosh con 23 punti e Wade con 20 punti e 12 rimbalzi.
Session top scorer con 18 punti di cui ben 10 ai liberi, seguito da Gordon con 16 punti ma un faticoso 6/16 al tiro.

Mavericks 91 – Thunder 112

Altra partita con poca scelta sulla puntata, e con molta meno storia sul parquet.
Oklahoma infatti non si fa sorprendere in casa, da Dallas guidata da uno spento Dirk.

La partita è indiscussa, con i Thunder che sfiorano i 40 punti nel secondo quarto, lasciando le briciole ai Mavericks che non possono molto contro una diretta concorrente al titolo.
Parziali: 22-29, 22-39, 23-24, 24-20.

Miglior uomo di Dallas è Marion con 23 punti, 1 rimbalzo e 0 assist, che fa rimpiangere i tempi dell’anello con queste cifre da top scorer senza gioco. 15 punti per Jones e solo 10 per Nowitzki e Crowder.
Westbrook mette 2 punti e 7 assist, seguito da uno “spento” Durant con 19 punti e 10 rimbalzi. Martin serve alla squadra con 17 punti, mentre Ibaka ne fa 12.

Trail Blazers 100 – Timberwolves 98

Al Target Center si gioca la partita più interessante della serata, che si chiude con una vittoria della franchigia dell’Oregon, che porta così a 2 le vittorie consecutive.

Sembra tutto facile per Portland che nei primi 3 quarti porta a +19 il vantaggio, ma nel quarto accade un miracolo di resurrezione per i padroni di casa, che vengono però finiti da un grande Aldridge. Con una rimonta strepitosa i T-Wolves arrivano infatti a -2 dai Trail Blazers, ma all’ultima azione, lasciano il pareggio nelle mani del 25enne Dante Cunningham, che manca sicuramente di esperienza e di controllo nei momenti cruciali della gara. Minnesota perde di 2 con l’errore di Cunningham che segna 23 punti come suo nuovo career high, ma avrebbe avuto bisogno di farne 25.
Parziali: 25-28, 24-20, 28-20, 23-40.

Molto della vittoria va attribuito ad Aldridge responsabile, leader e scorer, con 25 punti e 13 rimbalzi. Non da meno Matthews con 22 punti e Lillard con 21.
Per i T-Wolves 23 punti per il sopracitato Cunningham, 17 per JJ Barea e 15 per Ricky Rubio, insieme a 14 assist del giovane point guard. Doppia doppia per Pekovic con 13 punti e 11 rimbalzi.

Kings 91 – Jazz 98

A Salt Lake City, non dovevano esserci problemi per Utah, che si dilunga però all’overtime con una squadra di caratura inferiore, come i californiani di Sacramento.

Alla EnergySolutions Arena si vede una partita combattuta e con vari cambi di fronte, che vedono 7 pareggi, 4 cambi di vantaggio e i quarti favorevoli alle squadre in modo alternato.
Parziali: 22-20, 21-24, 23-18, 18-22. OT: 7-14.

Per Sacramento il migliore è Thompson con 23 punti e 10 rimbalzi, seguito da 20 punti di Evans. Buoni di 17 punti di Thomas, e un po’ spento Cousins con 10 punti.
Buona partita di Jefferson con 15 punti e 12 rimbalzi, ma il top scorer è Randy Foye con 20 punti. 14 punti per Millsap e Burks, e buoni 13 punti e 9 rimbalzi per Favors.

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NBA – Nessuna preoccupazione per Duncan

Dopo la partita di Sabato contro i Wizard, i Texani si erano presi un bello spavento per l’infortunio di Timmy, uscito dal campo accompagnato dai compagni di squadra Blair e Jackson.

Ebbene dopo la risonanza magnetica si è scoperto che non c’è nulla di preoccupante al ginocchio ed il lungo 36enne delle Isole Vergini tornerà presto sul parquet, per guidare i suoi compagni verso il 5° anello in carriera.

E’ infatti un “vecchietto” con i fiocchi, e lo dimostrano i numeri. Tanti lo considerano l’Ala Grande migliore di sempre, e certo quest’anno sta mostrando di cosa è capace.

La stella di San Antonio, viaggia infatti con 17.3 punti a partita e ben 9.7 rimbalzi, cifre altissime anche per un giocatore giovane, e che alla sua età dimostrano al meglio la sua grandezza.

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NBA – Positivi i Lakers, il ritorno dei Blazers

Warriors 108 – Cavaliers 95

Brutto Irving brutti Cavs alla Quicken Loans Arena. I padroni di casa mostrano una buona coralità (6 su 9 giocatori in doppia cifra), ma non possono nulla contro una squadra in grande spolvero come Golden State. Dopo 3 vittorie la squadra di casa torna a perdere, mentre i californiani vincono la seconda consecutiva senza Curry infortunato e ancora fuori Bogut e Barnes.

La partita parte in equilibrio, tanto che il primo periodo termina 23-23. Nel secondo però gli ospiti, alla seconda partita in due sere, si fanno sentire e staccano Cleveland con un secco 32-21. Nel terzo la galoppata alla vittoria dei giallo-blu continua e lasciano ancora poco ai padroni di casa (29-24). Nell’ultimo quarto invece c’è un timido tentativo di Irving e compagni, di rientrare in partita, ma pur concludendo il quarto a +3 (24-27), il distacco creatosi in precedenza non può essere recuperato.

Career High per il giovane Klay Thompson, che dopo i 19 punti di ieri sera ne mette 32, e fa 7 rimbalzi. Ottimo anche Jack, che senza Curry si fa notare, con 26 punti e 12 assist. Come sempre anche David Lee è un punto di forza per Golden State e lascia con 20 punti, 13 rimbalzi e 8 assist.
Per i Cavs un pessimo 22,2% al tiro da 3 è sicuramente un indizio sulla partita. I Giocatori in doppia cifra sono 6, ma nessuno particolarmente incisivo: Tristan Thompson, forse il più positivo dei suoi, fa 18 punti e 11 rimbalzi, 18 punti anche per Waiters, 16 per Zeller, 14 per uno spento Irving con 5-17 al tiro, 12 per Speights e 10 per CJ Miles.

 

Bucks 117 – Pistons 90

I Bucks passano per Detroit e lasciano un segno bruciante, e con due quarti di fuoco portano a casa la partita senza estrema resistenza, nonostante gli ultimi due confronti in stagione tra le due franchige sia finito entrambe le volte a favore della squadra del Michigan.

Al Palace of Auburn Hills, i Pistons sentono il buon stato di forma di Milwakee (nelle ultime 10 partite 7 vittorie), e nonostante un buon inizio (19-28 il primo parziale), si fanno poi scappare la partita. Il secondo e il terzo quarto infatti sono una vera e propria lezione di basket, con un +32 al terzo tempo, per le casacche rosse (33-14 secondo quarto, 39-26 terzo quarto). La partita ormai è conclusa, e l’ultimo quarto è un leggero allungo finale dei vincitori (26-22).

Grande partita di Brandon Jennings con 30 punti, e ottimo Dalambert con 12 punti e 10 rimbalzi. Ellis si limita ad uno scarso 5-14 (2-6 dall’arco), e chiude con 14 punti. Buoni i 17 di Dunleavy e 11 di Henson.
Per Detroit le statistiche al tiro sono davvero brutte. Con un 18,2% dall’arco è difficile pensare di poter vincere una gara a questo livello. L’unico ad aver giocato una ottima partita è il Rookie Andre Drummond che si porta via 18 punti e 18 rimbalzi. Scarse invece le prestazioni dei compagni con 10 punti per Prince, 14 per Monroe, 12 Singler e 10 per Knight.

 

Mavericks 104 – Trail Blazers 106

Portland torna a vincere, e lo fa in casa, al Rose Garden Arena. Dopo 7 sconfitte nelle ultime 10 gare gli uomini di Stotts mostrano la loro tenacia, e dopo un inizio di gara non certo facile, con gli esperti giocatori di Dallas, si riprendono con forza la vittoria.

La prima parte di gara è una conquista degli ospiti texani (32-28 e 27-14), che arrivano al +20 al terzo quarto. Questo sembra dare una sveglia ai Tral Blazers, che da lì macinano punti. Al concludersi del terzo periodo la gara è riaperta e dal -20 di inizio quarto siamo a -6 per il team dell’Oregon, con un parziale di 7-21 in pochi minuti (21-32 nel quarto).
L’ultimo periodo di gioco è entusiasmante. La rimonta di Portland non è finita e a 28 secondi dal termine Batum insacca la tripla del 101-101. Game tied ad una sola azione completa dalla fine della gara. I colpi di scena iniziano ora. Sul ribaltamento di fronte Dallas non è sprovveduta, e si affida al suo uomo bandiera, Dirk Nowitzki, che a 11 secondi dal termine riporta a +3 Mavericks, rispondendo a Batum. Portland però non molla e a soli 4.5 Aldridge mette l’unica sua tripla della sera (cosa che non accade spesso), e siamo ancora pari. All’ultimo possesso di Dallas mancano 4.5 secondi alla fine quando Mayo entra a canestro e gli viene fischiata carica. Palla a Portland e 1 secondo da giocare. Time out di casa e sulla ripresa del gioco è l’uomo d’esperienza che guida i compagni. LaMarcus Aldridge riceve palla e con un fadeaway segna al buzzer beater i 2 punti della vittoria, per la seconda volta quest’anno.

Grandi prestazioni per Aldridge con 29 punti e 13 rimbalzi, e JJ Hickson che ne fa 26, insieme a 15 rimbalzi. Lillard si limita a 10 punti e 8 assist come i 10 punti di Batum e i 17 di Matthews.
Ottima la gara di Nowitzki che ne fa 26, più i 17 di Collison, 15 di Mayo, 12 di Marion e 10 di James.

 

Hornets 106 – Lakers 111

Allo Staples Center i gialloviola continuano la loro serie di vittorie, e ripartono bene per questa seconda metà di stagione, dando l’impressione di poter raggiungere i playoffs. Ritrovano inoltre Steve Blake e dei punti dalla panchina.

La gara è giocata. Il primo quarto finisce sul 24-25, ma nel secondo i Lakers mostrano il loro carattere e chiudono con un +11 nel quarto e un +12 all’Half Time (18-29 secondo periodo). Nei due quarti del secondo tempo New Orleans riprende qualche punto ma non basta a recuperare i padroni di casa(31-29 terzo quarto, 33-28 quarto quarto).

La forza di Dwight Howard comincia a farsi sentire e il giocatore acquista carattere anche con la nuova casacca. Per lui 9-13 dal campo e ottimi 24 punti. Bella partita per Clark che cresce con i Lakers (7 punti con i Jazz, 11 con Oklahoma e 20 stasera, con 12 rimbalzi). Non il solito Kobe che fa 14 punti e 11 assist con pessime percentuali al tiro (5-12, 0/4 da 3). 12 punti per Nash 16 per Jamison e 13 per Meeks.

Per gli Hornets torna a ottimi livelli Gordon con 25 punti. Per Davis 18 punti ma meglio Lopez con 16 punti ma 9 rimbalzi, contro i 3 di Davis, contenuto dalla differenza fisica con Howard. 15 punti e altrettanti assist per Vasquez, sempre più uomo rivelazione, e 16 punti per Ryan Anderson.

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NBA – Grizzlies-Cavs: accordo raggiunto

E’ stato trovato l’accordo per uno scambio tra le due franchige, che permetterà a Memphis di tagliare di più di 6 milioni di dollari gli ingaggi, scendendo così sotto la soglia massima della Luxury Tax.

Il team del Tennessee accetta di lasciar partire Wayne Ellington, Marreese Speights e Josh Selby più la prima scelta del prossimo draft, per far arrivare al FedExForum il giovane Jon Leuer, ala grande classe ’89.

Per i Grizzlies si era parlato anche della cessione di un top player come Rudy Gay o Zach Randolph per abbassare il monte ingaggi, ma grazie a questa trade saranno in grado di mantenere saldo il terzetto Gay-Randolph-Gasol.

Coach Lionel Hollins commenta la cessione ricordando che il trading è parte del business nel basket ed è necessario tenerne conto, e che è odioso perdere giocatori, ma bisogna prendere delle decisioni dopo le quali è necessario guardare avanti.

Memphis lascia così andare due giocatori che hanno dato un valido contributo dalla panchina, che ora rimane pericolosamente sguarnita.

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NBA – Cadono Knicks, Grizzlies e Lakers

E’ stata una serata piena di partite, ben 9, e le sorprese non sono certo mancate! Passiamo subito al recap completo della nottata.

Pacers 82 – Grizzlies 81

Al FedExForum di Memphis va in scena la partita tra i Top 2 Defensive Teams della Lega, e già questa si dimostra un’ottima premessa alla gara.

La partita è in effetti sempre in bilico, tanto che il massimo distacco al termine di un periodo di gioco è di 5 punti (17-12 per Indiana nel 2 quarto), e nel corso della partita si totalizzano ben 19 sorpassi.

I protagonisti per le due contendenti sono sempre i soliti, infatti un ottimo Paul George ha sfiorato la tripla doppia totalizzando 12 punti, 10 rimbalzi e 9 assist, e insieme a George Hill (13 punti, 4 rimbalzi, 4 assist) ha trascinato la squadra alla sudata vittoria. Top scorer per Indiana è David West con 14 punti.

I Grizzlies dal canto loro avanzano con la coppia Gay-Randolph, che mettono a referto 27 punti, 15 rimbalzi e 4 assist (la serata non delle migliori per Rudy che totalizza un deplorevole 7/22 dal campo). Un discreto Wayne Ellington con 17 punti (7/9 di cui 3/3 da 3 punti), è il Top scorer per Memphis; peccato sia stato ottimo al tiro ma nullo nel resto (0 assist e rimbalzi). La serata non proprio brillante di Rudy Gay consegna quindi la vittoria a Indiana, che ringrazia anche se con fatica e si porta sul 26-16, portando a 2 vittorie la striscia positiva.

Kings 105 – Hornets 114

La seconda partita della serata va in scena in Louisiana, esattamente a New Orleans, dove si sfidano la penultima e la terzultima franchigie della Western Conference.

Alla New Orleans Arena si mettono in cattedra i padroni di casa (non certo una squadra da invidia), che con una prestazione non eccelsa della giovane prima scelta assoluta Anthony Davis (11 punti, 6 rimbalzi) mandano in onda il Ryan Anderson Show mettendo sotto i Kings, in balia delle decisioni dei proprietari, convinti a vendere e mandare tutti i problemi a Seattle, per un possibile ritorno dei Supersonics.

Il sorprendente Anderson lancia alla grande gli Hornets, e con 5 triple a segno nel solo secondo quarto porta i padroni di casa avanti di 25 a metà gara, e un parziale di 37-23 nel terzo tempo non basta ai Kings, guidati dal solito Cousins, a rientrare in partita.

I numeri per i Calabroni ricordano che la squadra finalmente gira (ottime le 7 vittorie sulle ultime 9 partite), infatti Aminu va in doppia doppia (14 punti, 11 rimbalzi), Gordon ne fa 16, e lentamente torna a buoni livelli dopo i problemi e gli infortuni della prima metà del campionato, Vasquez insegna con 19 punti, 11 assist e 7 rimbalzi, e Anderson stupisce dall’arco totalizzando 27 punti.

Sacramento invece entra sempre più in un tunnel senza fine, e l’unico lume acceso nella notte è quello del giovane DeMarcus Cousins che mette a referto 29 punti, 13 rimbalzi e 3 assist, togliendo ogni dubbio (nel caso ce ne fossero ancora) sul suo grande potenziale. Tyreke Evans segna timidamente 16 punti, che per un giocatore giovane con una buona esperienza e un ottima qualità, sono ancora pochi, mentre si rende un po’ più protagonista Thomas, con 20 punti.

Chissà che il passaggio da Sacramento a Seattle non possa giovare ad una squadra in piena crisi.

 Rockets 100 – Bobcats 94

Ieri sera a Charlotte abbiamo visto una partita più combattuta di quanto ci si sarebbe potuto aspettare.

I Bobcats infatti, con un misero 24,4 % di vittorie in stagione, hanno insidiato una squadra come Houston, che in questa stagione non ha convinto ma certo non ha un organico da sottovalutare. Infatti Harden, Lin e compagni sono ora 22-21 in stagione.

La partita si apre con un inaspettato primo quarto in cui i Bobcats staccano gli avversari già di 8 lunghezze (22-30). Durante i successivi due quarti c’è un bilanciamento della partita, mentre nell’ultimo quarto, i Rockets accendono i razzi e lasciano a Charlotte solo 13 punti, segnandone ben il doppio (26) e andando così a vincere.

La nota più spettacolare della serata è sicuramente il career high di Kemba Walker. La Point Guard newyorkese spara una tripla dopo l’altra (6/7 a fine partita), segnando al termine dell’incontro ben 35 punti. E’ curiosamente anche l’unico giocatore della squadra ad aver messo a segno una tripla in serata. Discrete anche le prove di Session e Warrick (19 e 10 punti) che servono però a poco. Il piccolo gioiello Michael Kidd-Gilchrist continua a fare fatica e racimola “solamente” 9 punti 4 rimbalzi e 1 assist.

Dall’altra parte sono ben 5 i giocatori ad andare in doppia cifra: Harden ne fa 29 (con 7 rimbalzi e 7 assist), concludendo comunque con un deludente 5/20 dal campo, seguito da Morris con 21 punti. Delfino, Parsons e Beverley totalizzano rispettivamente 16, 14 e 10 punti. Deludente prova di Jeremy Lin che termina con 4 punti, 2 rimbalzi e 3 assist.

I Bobcats sprecano così 3 occasioni negli ultimi 50 secondi di gara, chiudendo il quarto quarto con 4/18 dal campo, dunque Houston passa in North Carolina, ma torna a casa con una vittoria non convincente.

 Timberwolves 96 – Hawks 104

Alla Philips Arena di Atlanta gli Hawks recuperano un inizio pessimo (31-18 primo quarto), spinti da un ottimo Al Horford, e concludono con un finale scoppiettante (19-34), davanti ad un avversario abulico e forse poco motivato, deluso anche dalla sequenza di infortuni subiti durante la stagione (ricordiamo soprattutto Ricky Rubio, che ancora non è al top, e la frattura alla mano di Kevin Love per ben due volte).

Horford trascina i padroni di casa con una bella doppia doppia (28 punti e 10 rimbalzi), insieme alle buone prestazioni di Korver (14 punti), Pargo (16 punti), Scott (11 punti), e un deludente Josh Smith da 10 punti. Buona prova anche per Teague con 9 punti e 10 assist.

Per i T-Wolves invece, il giocatore più significativo della serata è stato JJ Barea con 14 punti 7 assist e 3 rimbalzi, accompagnato dai soliti Kirilenko (13 punti, 5 assist, 6 rimbalzi) e Williams (17 punti, 4 rimbalzi). Buoni 12 punti di Ridnour, segnati però da un misero 5/13 al tiro, 11 punti e 5 rimbalzi per Stiemsma, e 13 punti per Cunningham.

Nets 88 – Knicks 85

Eccoci alla partita più attesa della serata, forse il derby più sentito in NBA, quando nella Grande Mela si sfidano due squadre rivoluzionate e rinate in questo campionato, che stanno vincendo e convincendo.
Al Madison Square Garden giocano infatti Brooklyn e New York.

Durante la prima metà di gara nella capitale non si respira. Colpi su colpi e i Nets sembrano avere qualcosa in più (47-41 all’intervallo), fino a quando, all’inizio della seconda metà di gioco i blu-arancio cominciano a spingere, passando in vantaggio per la prima volta nel corso della partita e registrando un parziale di 10-0 tra il 7° e il 10° minuto di gioco, terminando il quarto con un ottimo 18-27 (65-68 totale).

Brooklyn comincia così a mettere in mostra i propri valori; nonostante sia la squadra “meno dotata” tecnicamente, usa a pieno l’intesa mostrata nella partita di stasera, mentre le varie stelle come Melo, Kidd, e Stoudemire, sembrano essersi un po’ persi.

Melo a fine partita fa registrare 29 punti, 7 assist e 3 rimbalzi, ma una prestazione comunque deludente per uno come lui, viste le statistiche di tiro (11/29). Tyson Chandler sempre prorompente prende 11 rimbalzi ma si limita a 7 punti, mentre Kidd, JR Smith e Stoudemire raccolgono insieme 42 punti. Knicks quindi non belli e non efficaci, e sicuramente non ai soliti ritmi.

I Nets al contrario si mostrano uniti e meritano la vittoria, guidati da un implacabile Joe Johnson che segna 25 punti, e da ben 3 doppie doppie di D.Williams (14 punti, 12 assist), Kris Humpries (11 punti, 13 rimbalzi), e un convincente Brook Lopez (14 punti, 11 rimbalzi, e 4 splendide stoppate!).

Nonostante le buone prestazioni individuali New York spreca tanto nell’ultimo frangente, e Deron e compagni si aggiudicano il derby di New York City.

Clippers 99 -Warriors 106

All’Oracle Arena di Oakland si disputa un’altra bellissima partita della serata, con due delle squadre più in forma del momento. Così Blake Griffin e CP3 incontrano Steph Curry, che non sarà nel line up dell’All Star Game 2013, ma sa farsi valere, ed è uno dei migliori tiratori della Lega.

Il primo quarto è di fuoco. Finisce infatti 33-33 con entrambe le squadre con il 72% di tiro, e la partita si fa davvero interessante. Nel secondo quarto i Clippers cadono a -10 con l’uscita di Paul e Griffin, ma tornano sotto in poco con il rientro delle due stelle, chiudendo il conto a 52-53.

Alla ripresa sembra essere arrivata la svolta: Los Angeles infatti inizia a volare e il risultato cambia a loro favore, facendo terminare il terzo tempo 80-73.
Ma la vera svolta arriva all’ultimo quarto, quando fino a quel momento, un timoroso Curry con 4 falli e un duro Lee con 5, cominciano a fare sul serio, per essere portati in trionfo nella loro città. Curry inanella una tripla dietro l’altra (alla fine saranno 6/8), con uno splendido 4/4 del 4 quarto.

Dall’altra parte Chris Paul è fuori dalla partita, e non mette in mostra le qualità per cui è stato scelto per Houston 2013. I suoi soli 4 punti ne sono la prova, anche se conditi con 9 assist.

Il finale è impensabile, e i Warriors mettono la grinta che definisce il loro nome nella partita, al termine della quale Curry (spolveratosi nell’ultimo periodo) sottoscrive la vittoria con 28 punti, aiutato dai compagni Lee (12 punti, 11 rimbalzi, 6 assist), Klay Thompson (18 punti), e Jerret Jack (18 punti, 10 assist).

La città degli angeli si accontenta solo del volo di Blake a 26 punti, 13 rimbalzi e 8 assist, e delle spintarelle di Butler con 19 punti e Crawford con 24, mentre tutti gli altri si perdono guardando Curry infilare la tripla della fine.

I Clippers vengono quindi sorpresi da una squadra che si è svegliata solo nell’ultimo periodo, con la quale potevano e dovevano chiudere i conti nella prima metà gara, e non possono opporsi alla lezione di tiro di Golden State (52% nei tiri dal campo e 54.5% nei tiri da 3).

 Spurs 90 – 76ers 85

San Antonio vola a Philly credendo di aver già conquistato il Wells Fargo Center, e di fatto così sembra, tanto che i primi due parziali terminano con un chiaro messaggio: “We came, we saw, we conquered!”

Philadelphia crolla infatti sotto i colpi di sperone e all’Halftime si trova sotto 49-35. Vista la differenza dei record in Regular Season (Spurs 32-11, 76ers 17-23), sembra tutto chiuso, ma nello sport come nella vita, basta un attimo.

Nel terzo quarto i Sixers mangiano punti ai texani che ci impiegano un po’ per riprendersi, ma alla fine del terzo quarto chiudono ancora sopra 71-64. Nell’ultima fase della partita le squadre si affrontano a viso aperto, con un doppio cambio di “programma” che illude i padroni di casa sul +7, ma riporta poi San Antonio alla concentrazione, e grazie alla freddezza ed esperienza del team della Western Conference, e al solo punto realizzato da Phila negli ultimi 13 possessi, a 21.3 dal termine glu Spurs avevano appena concluso una serie di 11-1 che chiudeva il conto.

Colonne portanti dei texani come sempre Timmy e TP9 che con 24 e 20 punti salvano il team da una brutta scivolata. A fine partita Duncan avrà anche 17 rimbalzi e 5 assist, mentre Parker segna 8 passaggi vincenti.
Altre belle notizie di serata sono la prestazione di Kawhi Leonard con 16 punti e 7 rimbalzi, e la doppia doppia di Thiago Splitter con 10 punti e 12 rimbalzi.

Per Philly buona prova di Turner con 18 punti e 12 rimbalzi, il solito Holiday (15 punti e 8 assist), 14 punti per Thaddeus Young e 16 per Hawes, e una menzione particolare per il non più giovanissimo ma Young, Nick, che con 12 punti ha ribaltato il risultato, anche se ha solo dato l’illusione a 76ers.

San Antonio incrementa quindi la serie di vittorie a 5 e sale sempre più verso la vetta!

 Lakers 83 – Bulls 95

Di scena un’altra bella partita a Chicago, dove arrivano i “soliti” Lakers, che in questa stagione non son altro che l’ombra dei grandi gialloviola del passato, nonostante gli innesti da All Star di Dwight Howard e Steve Nash.

Il team infatti non ha ancora ingranato, e lo dimostra stasera, perdendo da una squadra sicuramente in forma, ma che sulla carta non ha il potenziale tecnico degli angeli (specialmente senza Loul Deng e Derrick Rose, fuori entrambe per infortunio), portando così il loro record stagionale a 17-24 con un pessimo 2-8 nelle ultime 10 gare disputate.

Questa notte allo United Center, nonostante la sconfitta, si vede un po’ più di Nash, ma un po’ meno Kobe, che portano comunque 5 giocatori in doppia cifra nel tabellone dei punti, ma continuano a dimostrare la mancanza di una seconda linea.

Già nel primo quarto si respira aria di rosso quando i Bulls chiudono avanti di 7 (20-27). E così rimane fino alla fine della prima parte di gioco (20-20 il parziale nel secondo quarto), mente dopo la pausa i Lakers sembrano scossi, e rientrano in partita superando per in brevissimo periodo i Tori di Chicago per poi arrivare al pari alla chiusura del quarto (29-22 il parziale). Ma nell’ultimo periodo torna il dominio dei padroni di casa che mettono sotto i losangelini fino al -12 finale, grazie ad un’ottima prova di Jimmy Butler (10 punti, 8 rimbalzi, 4 assist) e Marco Belinelli (15 punti con 3/3 da 3 punti).

Sempre buone le prove di Boozer (14 punti, 6 rimbalzi, 2 assist), che quest’anno si è prodigato in ottime prestazioni, Noah che continua con una media di 10,7 rimbalzi a partita, prendendone 13 solo in serata, con però 6 piccoli punti, Hamilton da 13 punti e Nate Robinson da 11. L’uomo che più si è mostrato attivo nella competizione è Kirk Hinrich con 9/11 al tiro totalizza 22 punti, 7 rimbalzi e 8 assist.

Per i Lakers buona presentazione di un Nash non ancora a livelli altissimo con 18 punti, 4 rimbalzi e 6 assist. Bryant ne fa solo 16 con un disastroso 7/22 dal campo, accompagnato da un discreto Pau Gasol, rientrato da poco dall’infortunio, che va in doppia doppia con 16 punti e 12 rimbalzi, mentre Metta World Peace e Earl Clark fanno 12 punti e 8 rimbalzi a testa, nascondendo quelle che sono le sempre più dubbie prestazioni di un Howard lontano dallo stato ottimale di forma e che racimola 9 buoni rimbalzi ma solamente 8 punti.

I Lakers continuano a dare segnali di cedimento e la squadra non sembra voler iniziare a lavorare nel modo giusto, mentre dall’altra parte Chicago non smette di far vedere belle partite, facendo pesare poco l’assenza della Point Guard di spicco nella franchigia, che dovrebbe tornare ormai a breve, Derrick Rose.

 Wizards 98 – Trail Blazers 95

A Portland scendono in campo due squadre che hanno entrambe bisogno di una rinascita, e la sfida è stata infatti molto accanita. Grazie ad un tiro di Jordan Crawford che regala 3 punti a Washington al buzzer beater, i Wizard vincono questa dura partita, e confermano di essere in rinascita dal rientro del loro top player John Wall, mentre i Trail Blazers vanno sempre più a fondo, e collezionano la sesta sconfitta consecutiva, dovuta forse e in parte ad un calo nelle prestazioni del rookie Damian Lillard, resosi protagonista e trascinatore della squadra da inizio campionato, ma che è pur sempre un rookie, e non può ogni partita mettere a referto 30 punti.

Partita tirata dall’inizio alla fine (34-31, 16-20, 19-13, 29-31 i parziali nei quarti), che è caratterizzata dall’ennesima tripla doppia di Nicolas Batum con 12 punti, 10 rimbalzi e 11 assist, e un ritorno sulla scena di un significante Nenè che con 24 punti 9 rimbalzi e 5 assist torna a far vedere alti livelli.

Da segnalare i 24 punti di Webster, i 13 punti e 13 rimbalzi di Okafor, e i 13 di Jordan Crawford. Non un John Wall eccezionale ma sicuramente il suo rientro fa morale per la squadra. Dall’altra parte oltre a Batum registriamo i 17 punti e 12 rimbalzi di Aldridge, i 16 punti di JJ Hickson, e in 17 di Wesley Matthews. Come accennato in precedenza, nonostante i 18 punti, non è esaltante (come ci aveva abituato nel corso della stagione) la prestazione di Lillard, con un 7/17 dal campo.

Washington che cerca sempre di convincere un po’ di più, risalendo una brutto record di stagione che quasi inevitabilmente ha già compromesso la squadra in Regular Season, mentre Portland va sempre più a fondo, e dovrà lottare per restare tra le prime 8 ed entrare ai Playoffs.

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