Tra i vincitori indiscussi di questa offseason vanno senza dubbio considerati i Panthers, che con sforzi economici non indifferenti, si presentano oggi ai nostri occhi come uno dei migliori team di tutta la Eastern Conference, secondi sulla carta solo alle big three della Atlantic Division, ovvero sia Lightning, Bruins e Maple Leafs.

Le mosse estive di Dale Tallon e di tutto il management accrescono di spessore un club già forte di suo.

Il più grande splash dell’intera pre stagione è all’unisono il loro: per sette anni il free agent ambito da tutti, Sergei Bobrovsky, sbarca in Florida.

Se c’è uno sport dove la difesa è assolutamente necessaria e primaria per raggiungere vittorie e titoli è l’hockey e se vogliamo esemplificare questo concetto a un nome, quello del due volte vincitore del Vezina Trophy (2013-2017) fa certamente al nostro caso! Il suo arrivo giustifica ogni sogno di gloria e un ritorno ai playoff – mancati consecutivamente nelle ultime tre occasioni – sembra ora scontato!

Il biennio a sigla Boughner è stato sfortunato, in particolare due anni fa, quando con ben 96 punti si fallì l’ingresso in postseason, causa l’eccellenza dell’Est, e l’aggiunta ad aprile di Joel Quenneville, marpione tre volte sul tetto del mondo a Chicago, ha ottenuto forse lo scopo principale di attrarre firme importanti oltre al goalie, come quelle di Stralman, Acciari e Brett Connolly, grazie alle quali il core della franchigia presenta un mix esplosivo di talento e maturità! Le 890 vittorie in regular season sono seconde solo a Scotty Bowman (1244) e fra i primati ricordiamo quello di aver condotto ai PO 16 volte le sue squadre in 18 stagioni complete.

Bobrovsky, ancora trentenne, viene da un campionato favoloso, concluso sotto i colpi di Pastrnak e soci, non prima di aver sweepato gli invincibili Lightning, per merito proprio delle sue performance, che hanno lasciato i rivali (miglior offensive team) a due reti di media con una save percentage di .932! Possiede il maggior numero di wins (115) e shutout (21) durante le ultime tre annate e la sua average (seconda a .922) dovrebbe servire a rialzare quella dei nuovi compagni, arenati al penultimo step di categoria in tutta la NHL, avanti solo agli Sharks.

Prende il posto dell’icona Roberto Luongo, ritirato a 40 anni. Il suo backup dovrebbe essere Sam Montembeault, dopo la trade che ha mandato Reimer a Carolina, movimenti necessari a mantenere il total cap nei limiti (79,1M da 76,5).

Noel, ventisettenne, ha firmato a luglio, dopo aver splendidamente condotto una quarta linea da brividi a Boston, spot che ricoprirà anche qui al fianco di Sceviour e Malgin, re-siglato giorni or sono, o con Hawryluk, anch’egli sotto contratto annuale a 875.000$.

Le 27 primavere pure di Connolly stanno a dimostrare le intenzioni dei Panthers, rinforzare cioè l’attacco con profili dall’esperienza acquisita in team abituati a vincere ma ancora nel pieno splendore della carriera. Brett si presenta da queste parti dopo aver battuto il career-high di 22 gol a Washington lo scorso torneo, tentando di far migliorare le statistiche non proprio idilliache di Florida, 16ma nelle reti 5-on-5 (162). In terza dovrebbe appaiarsi a Vatrano e Borgstrom, lasciando nelle due top line le certezze Trocheck, Hoffman e Dadonov, ai quali aggiungere Huberdeau e Barkov, magistrali campioni che meriterebbero il trofeo.

Potrebbero avere occasioni Owen Tippett e Serron Noel. Il primo – pick numero 10 al draft 2017 – segnò un gol in sette match quella stagione e poi rientrò in Ontario Hockey League performando 74 punti lo scorso anno. Il secondo, diciottenne da second round 2018, ne ha realizzati 81 in 68 partite, accordandosi a marzo per un contratto entry-level di tre anni a 2,78M.

Il trentaduenne Stralman, ai Panthers per tre stagioni, reduce da 22 minuti di media sul ghiaccio con meno di 30 giveaways a Tampa, si accoppierà probabilmente in seconda D-line a Michael Matheson, lasciando la prima ai fenomeni Ekblad e Yandle (100 pts combinati nel 2018/19).

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