“Ogni tuo successo ti crea un nemico; per essere simpatico occorre essere mediocre”.

Con una citazione di Oscar Wilde apriamo questa nostra breve analisi a riguardo di una franchigia che, oltre ad ottenere degli ottimi risultati nell’ultimo periodo, dopo numerosi anni difficoltosi, ha dalla sua parte le simpatie di gran parte degli appassionati della NHL per gli esilaranti siparietti creati dalla squadra dopo ogni vittoria interna: stiamo parlando dei Carolina Hurricanes e del loro “storm surge”.

All’inizio possiamo dire che non era nulla di originale, poiché la festa del post partita era pressoché una replica di ciò che nel mondo del calcio la nazionale islandese ci aveva già mostrato negli ultimi anni di qualificazioni ai Mondiali ed ai Mondiali stessi dopo ogni partita e nel mondo della NFL i Minnesota Vikings di fronte al proprio pubblico; vittoria dopo vittoria però Justin Williams & Co. stanno mettendo in atto delle “scenette” (post applauso fra squadra e pubblico) sempre più esilaranti: dall’effetto domino, alla stecca di McGinn usata in stile spada di Thor, dal bowling, al colpo di baseball di Foegele sino ad arrivare all’ultimissimo balletto “limbo” che vi andiamo a mostrare tramite il video ripostato qui sotto, tutte celebrazioni assai originali e davvero simpatiche.

La mediocrità, sopracitata da Oscar Wilde, si sta trasformando in superiorità verso i propri avversari per merito di un gioco offensivo e concreto, ma grazie a questi simpatici festeggiamenti difficilmente gli Hurricanes verranno odiati da qualcuno…

L’unico personaggio noto al mondo hockeistico che ha avuto modo di criticarli è stato niente di meno che Don Cherry, che con questa frase “These guys, to me, are jerks, you don’t do this in professional hockey” che tradotta significa “Secondo me questi ragazzi sono dei cretini, non dovrebbero fare certe cose nell’hockey professionistico” ha attaccato in maniera piuttosto gratuita e ridicola un modo divertente per festeggiare le vittorie di una squadra che anche grazie a questa novità sta conquistando il cuore del proprio pubblico, uno fra i meno caldi dell’intera Lega.

Carolina manca l’accesso ai playoff dalla lontana stagione 2008/09, chiusa in finale di Conference con l’umiliante sweep subito dai futuri campioni, i Pittsburgh Penguins, in quella che fu una serie dominata dalla classe cristallina di Evgeni Malkin, selezionato giustamente quale MVP dei playoff, e dall’attacco inarrestabile della formazione guidata ai tempi da Bylsma; da quel momento in poi in quel di Raleigh tanta sofferenza e piazzamenti poco lusinghieri in una Division sempre più dura, che oltre ad avere in lista le 2 squadre che hanno monopolizzato l’NHL negli ultimi 3 anni (Pittsburgh e Washington) ha visto nelle ultime stagioni la crescita esponenziale di Columbus e le annate estasianti che hanno vissuto Islanders qualche anno fa e New Jersey l’anno passato, facendo relegare i poveri Canes sempre nelle ultime posizioni della Division.

Quest’anno, dopo un inizio altalenante, la formazione allenata da coach Rod Brind’amour (proprio colui che nel 2006 da capitano alzò l’unica Stanley Cup al cielo vinta da Carolina) ha trovato la propria identità, divenendo la vera mina vagante della Eastern Conference.

Se la stagione regolare terminasse ora gli Hurricanes sarebbero ai playoff e la prima delle escluse sarebbero clamorosamente i Pittsburgh Penguins.

Merito di una corsa estasiante scattata dall’inizio del 2019 ad oggi: dal primo gennaio ad ora infatti Carolina ha conquistato 35 punti, secondi solamente ai St.Louis Blues, che con 37 punti sono passati dall’ultimo posto della Central Division all’attuale terza piazza (ndr.altra formazione nella quale parleremo prossimamente in un focus simile a questo).

In questo frangente di stagione solo Chicago segnando 88 goal ha fatto meglio dei Canes; ben 87 le marcature messe a segno dalla formazione che nell’ultima gara disputata ha visto fra l’altro il rientro in line up di un elemento molto importante venuto a mancare negli ultimi 3 mesi: Jordan Staal.

Il giocatore più determinante è sicuramente Sebastian Aho: pazzesche le statistiche del 21enne finlandese che guida l’intero roster con 69 punti in 62 gare disputate, 24 di questi 69 punti sono goal, altra stats nella quale risulta il migliore della rosa. 21 punti in superiorità numerica per il gioiellino nato a Rauma il 26 luglio del 1997 e ben 3 reti siglate in inferiorità numerica che di fatto lo rendono un’arma in più per il Penalty Kill della squadra, che oltre a difendere prova anche qualcosa di più grazie alla sua velocità.

Dalla Finlandia con furore anche il secondo miglior marcatore della squadra: Teuvo Teravainen, con 17 goal e 38 assist, risulta la seconda arma letale degli Hurricanes; il terzo miglior marcatore della franchigia con 41 punti (17 goal e 24 assist) è il capitano Justin Williams, autentico leader di una formazione giovane ed inesperta che sta vivendo nella maniera più giusta un’annata che potrebbe regalare davvero ancora numerose soddisfazioni.

Notevole l’apporto dell’ultimo arrivato in rosa: Nino Niederreiter, ex enfant prodige dei Minnesota Wild, scambiato a gennaio con Rask, sta dando il suo contributo praticamente in ogni gara: per lo svizzero sono già 9 i goal e 6 gli assist messi a referto nelle 16 gare disputate sino a questo momento con la nuova casacca.

Il rientro in line up di Staal vedrà qualche modifica delle linee strada facendo, nella gara vinta sabato notte contro Dallas il #11 ha giocato in seconda linea con a suo fianco Teravainen e Micheal Ferland, altro giocatore che al suo primo anno in maglia Canes sta disputando una bellissima stagione (16 goal e 17 assist per lui).

Le bottom six line sono formate da gioventù che vuole mettersi in mostra come Wallmark, Foegele e McGinn (il più vecchio dei 3, McGinn, ha 25 anni!), dall’esperto del Penalty Kill Jordan Martinook e dalla seconda scelta assoluta all’ultimo Draft, quel Andrei Svechnikov che a soli 18 anni si è già conquistato un posto in line up e che con 14 goal e 14 assist è attualmente il quinto miglior marcatore dell’intera rosa.

Se il reparto offensivo si è svegliato da gennaio in poi, ciò che per tutto l’anno sta andando alla grande in quel di Raleigh è il reparto arretrato: Carolina infatti è la sesta miglior difesa dell’intera lega.

Il sestetto, formato da tre linee ben assortite fra loro, vede la coppia più produttiva formata da Dougie Hamilton e Jaccob Slavin in prima linea (rispettivamente 24 e 27 punti), l’interessante duo formato da Justin Faulk e Brett Pesce in seconda (entrambi dati per partenti sino a qualche tempo fa, ma ora, in teoria, visti i risultati, dovrebbero rimanere saldi ai loro posti sino al termine della stagione) e la solida coppia formata dall’ex Islanders De Haan e Van Riemsyk in terza linea.

In gabbia si alternano con prestazioni molto soddisfacenti Petr Mrazek e Curtis McElhinney; entrambi i goalies parano con una media al di sopra del 90%, entrambi hanno messo a referto durante la stagione degli shutout (3 per Mrazek, 2 per McElhinney) ed entrambi stanno prendendo fiducia gara dopo gara, merito ovviamente della forma esaltante dell’intera squadra, che non pare intenzionata a fermarsi proprio sul più bello.

Il momento clou della loro stagione potrebbe arrivare dal 15 al 31 marzo, quando 7 delle 10 gare che dovranno disputare verranno giocate sul ghiaccio amico; noi tutti amanti dell’hockey e del divertimento ci possiamo solamente augurare di poter vedere ancora festeggiamenti di questo tipo!

Per questo focus è tutto, alla prossima!

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT'S THE CUP!!

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