Erano gli albori dell’estate 1993 quando un gol di Paul DiPietro, gregario a Montreal ed ex nazionale svizzero, festeggiò l’ultimo successo canadese nella storia della Stanley Cup.

Tanti anni, molte delusioni e amarezze per tutte le franchigie con l’unifoliè stampata al centro della bandiera biancorossa si sono succedute dopo quella annata. Si è di recente quasi venuta a creare una sotto-sfida, una sorta di trofeo simbolico per chi riuscirà nel “miracolo” di riportare il premio più ambito nel freddo Nord America: stabilire cioè chi sarà l’eroe morale che invertirà la rotta.

Rispetto al passato dobbiamo dire che mai come oggi, a poco più di metà del cammino, la classifica si riempie nelle vette di entrambe le Conference di squadre canadesi. Infatti, se gli stessi Habs sono in riassestamento, Edmonton pecca di continuità, Ottawa è in rebuilding e i Canucks attendono la crescita dei loro giovani, ci sono Flames, Toronto e Winnipeg in rampa di lancio e con le caratteristiche adatte per arrivare fino in fondo.

Anche qui però, se i primi due si possono considerare un pochino acerbi e con difetti da limare (ingenuità, poca esperienza al vertice, pecche difensive ecc), ci sbilanciamo a definire Winnipeg come team più completo e il favorito tra le “magnifiche 7” a sferrare l’assalto decisivo alla coppa di Lord Stanley.

Aggiungiamo che in questa città mai nessuno, neanche i vecchi Jets, era riuscito nell’impresa di arrivare a un tiro di schioppo dalla finalissima e dal Presidents Trophy, come avvenuto l’anno passato quando Trouba e soci si arresero alla magia di Vegas.

Ancora oggi, la freschezza giovanile e l’enorme qualità associate all’esperienza di campioni come Wheeler e Byfuglien, contribuiscono a ripetere prestazioni di alto livello in quasi ogni match, sia nelle vittorie che nelle sconfitte.

E’ senza dubbio questo il periodo più luminoso da queste parti dopo la “sostituzione” degli Atlanta Thrashers. Vedere gli incontri dentro o fuori il Bell Mts Place è un piacere per gli occhi, in particolar modo per il potenziale offensivo che sprigionano tutti i componenti in rosa, compreso un alto numero di defensive performer.

La completezza dell’attacco si vede dalle statistiche della stagione antecedente a questa, dove ben 15 uomini hanno realizzato più di 15 gol. Settimi due anni fa, secondi nel 2017/18 e sesti attualmente: questa la classifica per reti a partita della franchigia allenata da Paul Maurice.

Sono più di 32 i tiri per game e nei power play si è dietro solo alle corazzate Tampa e Calgary e alla terrificante prima linea di Colorado; soprattutto la tecnica raffinata delle due powerplay unit si nota nel 26% realizzativo. E’ spaventoso vedere come poco meno di venti giocatori siano già in doppia cifra per punti messi a segno, con ben 5 difensori di cui due, oltre a “Big Buff”, vicini ai 30.

E’ questo un grande risultato per chi, in una competizione così fisica e arcigna, punta a dominare in modo spettacolare. Ancor più bello e sorprendente è vedere che ad uno show sopraffino fa riscontro una classifica d’elite, che pone i Jets canadesi leader della Central Division.

Il tutto nonostante una leggera recente flessione e con Patrick Laine appena sotto media, a parte il suo strepitoso five goal game al cospetto dei Blues. Secondo dietro a Matthews nel Calder Trophy due stagioni or sono, viene da 44 segnature di cui 20 nei powerplay (leader di lega) e ben 13 reti vincenti col 18% di successo.

Ovviamente il fuoriclasse offensivo e da sempre leader nello score è Blake Wheeler, capitano trentaduenne rinnovato con un quinquennale da 41,25M, re dei punti in power play (secondo dietro a Kessel nel 2017/18 con 40 e già vicino ai 25), favolosa ala destra e gladiatorio con solo 6 partite saltate in sette stagioni segnando 23 gol in ciascuna delle ultime cinque. Col recente 50° assist è divenuto il secondo nella storia della franchigia a compiere l’impresa in due campionati consecutivi dopo Marian Hossa.

Il terzo tenore è Mark Scheifele, il cui record personale di carriera del 2017 nei pplay gol (8) e nei punti (16) è stato superato quest’anno dove performa anche un fantasmagorico plus 18 con cui conduce le stats di gruppo. Un campionissimo dalla mano fredda e glaciale su cui contare in partite bollenti come dimostrato nei playoff passati: 14 reti (secondo solo ad Ovechkin) di cui 7 nelle trasferte di Nashville che rappresentano il massimo in una serie di postseason.

Ancora venticinquenne è un fulmineo pattinatore col vizio del gol ma anche abile nel “get around” col quale creare situazioni per i compagni di linea. Col doloroso ma necessario (per lo spazio salariale) addio all’unrestricted free agent Paul Stastny, ha aumentato il minutaggio e preso le redini dell’attacco superando ogni statistica passata, affiancando il capitano ai vertici di lega per punti totali ed il ragazzone finlandese per i gol di squadra!!

Per far fronte a tale assenza si è puntato sul ventunenne Jack Roslovic, centro e 25° scelta assoluta, e sulle conferme di Adam Lowry (triennale da 8,75M) e Brandon Tanev (annuale da 1,5M): 45 punti combinati. Anche Bryan Little, chiamato ad alzare il suo livello, se la cava tra gli scorer a tre decine. Idem per il glaciale Kyle Connor che sta superando la stagione da rookie sia tra i cannonieri che in power play unit. Unico leggermente a giri ridotti è Nikolaj Ehlers, ai box fino a metà Febbraio, mentre Perreault mantiene i suoi standard.

Non ci sono apparentemente punti di deboli nemmeno a protezione della porta, con un costante quinto/sesto posto di categoria oggi come ieri, grazie a delle defensive line colme di ferocia agonistica, cattiveria, esperienza ma anche tecnica e “manovalanza” della propria stecca.

Morrissey lo possiamo annoverare tra i giovani più intriganti dell’intero campionato, presente sia come marcatore che nei blocked shots, così pure Jacob Trouba, ancora 25enne ma imprescindibile nelle partite win or go home. Voci e rumors di trade per quest’ultimo tolgono il sonno ad una tifoseria per la quale è un idolo e una bandiera.

Chiudiamo con Dustin Byfuglien, spesso bersagliato dagli acciacchi, il quale si avvia all’ottava stagione con almeno 45 pts nello score e l’undicesima con più di 100 hits. La sua età e la stazza non gli impediscono di essere duro ma allo stesso tempo agile sul ghiaccio come ai bei tempi e di sfoggiare il solito tiro dalla forza bruta e spaventosa. Lo potremmo definire un linebacker coi pattini. Anch’egli, al pari dei suoi colleghi di reparto, è un’assicurazione da postseason, come si evince fra l’altro dai 5 gol e 11 assist nelle 17 partite del 2017/18.

I due estremi difensori, inoltre, entrano di diritto tra le coppie più affidabili con un save percentage ampiamente sopra il .910! Lo stesso Brossoit, arrivato da free agent a 650.000 $ con molti dubbi, ha superato l’esame grazie a prestazioni di rilievo.

Su Hellebuyck, firmato per altri 6 anni, c’è poco da dire se in forma. Runner up per il Vezina ha battuto il record da statunitense per vittorie in singola stagione e tra i primi per media gol subiti con almeno 20 start; anche oggi si dimostra solido con quasi 40 match iniziati. Negli anni ha velocizzato i suoi movimenti rinnovando il modo con cui spostarsi davanti la linea di porta divenendo così un agilissimo big man di quasi due metri e 93 Kg.

In ogni ruolo traspare tanta sicurezza. E’ un team nel quale è difficile trovare difetti e che soprattutto è destinato a dominare la Western Conference per parecchio tempo vista l’età media (25.8) tra le più basse. Se dovessimo dunque puntare il nostro dollaro su quale sarà la prima franchigia a foglia d’acero a riportare la Stanley Cup in Canada non avremmo dubbi.

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