E’ passato Halloween e in National Hockey League è tempo di riflessioni, bilanci ed anche un pò di nostalgia. Agevoliamo la diapositiva:

Sigh :,-( momento nostalgico

Asciughiamoci la lacrima con il fazzoletto in seta pregiata e imbarchiamoci con il nostro biplano, direzione Midwest del continente Nordamericano. E’ proprio in questa zona hanno sede le squadre impegnate a contendersi la Central Division, che mai come quest’anno vede una classifica tanto corta. Come le più attente lettrici (e anche i lettori dai…) avranno notato, una squadra sta tentando di staccare le compagini rivali, più che mai agguerrite nell’inseguimento. Infatti tra la seconda squadra in classifica e la settima (ultima) c’è un gap di soli 4 punti. Ovviamente bisognerà aspettare che il numero di partite giocate si equilibri (chi ne ha già giocate 12, chi solo 10) ma per ora il quadro sembra abbastanza chiaro: cioè un gran bel casino!!

Ma ora è il tempo di sbrogliare questa matassa di dati, nomi e numeri vari e andare ad esaminare un per una le squadre di questa pazza Division.

 

  • SAINT LOUIS BLUES (10W 2L 1OT) 21pts.

4 vittorie consecutive tra cui l’ultima nella battaglia contro gli LA Kings, valgono il primo posto in solitario (+7 punti sui secondi) per i blu-giallo-neri del Missouri. A quest’ultimo streak ne va aggiunto uno di 3W in fila interrotto da una sconfitta all’OT contro Vegas, il totale fa 7 partite consecutive a punti per i Blues di coach Yeo. In questa porzione di stagione St. Louis ha segnato la bellezza di 44 gol (miglior attacco dell’Ovest) e ne ha subiti 30, ma le difese di tutta la Division sono parecchio ballerine ultimamente.

Grande inizio di stagione per il nuovo acquisto Schenn (Getty Images)

Scartabellando le classifiche di rendimento troviamo in vetta al ranking tutto interno ai Blues l’uomo arrivato da Philadelphia, con il numero #10 Brayden Schenn. I 3 assist e gli 8 gol non sono sufficienti a spiegare le prestazioni di Schenn, perchè fino ad ora il suo gioco difensivo (già 30 hit messe a referto) è stato un fattore importantissimo per coach Yeo, che ha deciso (complice l’infortunio di Berglund) di schierarlo come centro di prima linea. Accanto a lui sfrecciano i pattini di Vladimir Tarasenko e Jaden Schwartz, che approfittano del lavoro sporco di Schenn per insaccare dischi nelle gabbie avversarie (6 e 8 gol rispettivamente). Meno impiegato, ma non meno efficace è il trittico in II linea capeggiato da Stastny al centro, coadiuvato dalle ali Steen e Sobotka. Da quest’ultimo ci si aspettava molto ad inizio stagione, visto che ha firmato un contratto da 3,5 milioni di dollari annui fino al 2020, e bisogna dire onestamente il trentenne ceco non sta deludendo (9P fino ad ora).

Potrebbe essere la stagione della consacrazione per Edmundson

Anche se ormai la difesa non è più il marchio di fabbrica dei Blues, un uomo tra la lista dei D si sta mettendo in luce in quest’inizio di stagione: Joel Edmundson, alla sua terza stagione a St.Louis, ha visto il suo minutaggio crescere partita dopo partita (anche qui, l’infortunio di Bowmesteer) e il #6 ha ripagato la fiducia del coach respingendo numerosi tiri degli avversari (44 blocked shots). Anche se il suo boxscore non è certo tra i più alti, il suo gioco risulta preziosissimo per coprire la propria zona mentre il compagno Colton Parayko fa il bello e cattivo tempo nel terzo avversario. In casa Blues il difensore più prolifico risulta ancora Alex Pietrangelo, incaricato come sempre di scagliare i suoi potentissimi tiri dalla blueline (4G, 9A e 4 punti in powerplay).

Davanti alla gabbia non può starci che Jake Allen, già collezionista di 7 vittorie con un percentuale di 92% di tiri parati, ma ancora nessuno shutout. Dalla panchina è uscito 3 volte il backup Carter Hutton, il che ha significato 3W per un 95% di parate. Se il buongiorno si vede dal mattino…

 

  • DALLAS STARS (7W 5L) 14pts.

Stessa storia, stessa maglia, stessa coppia delle meraviglie: la franchigia del Texas continua (e come altrimenti) ad affidarsi al suo duo di fenomeni in I linea, Tyler Seguin al centro e Jamie Benn capitano all’ala sinistra. I tifosi vedono in loro la speranza di fare una grande stagione, e per adesso i loro gol (7 a testa) tengono gli Stars al secondo posto di Division.

Linfa nuova a Dallas. Radulov, dalla russia con amore…

 

Dopo la partenza di Sharp, a far compagnia al duo canadese è arrivato da Montreal, russo come pochi il vecchio ma mai domo Alexander Radulov. Il #47, nativo di Nizhni Tagil, ha messo a segno 10 punti in 12 partite, terzo marcatore del team dietro ai due condottieri sopracitati. Scendendo di linea Jason Spezza risulta ancora il migliore dei comprimari, anche se solo con 5 assist e 0 gol. Accanto a lui non hanno certo brillato Roussell e il giovane Brett Ritchie, fermi ancora rispettivamente a 1 e 2 punti.

Ma se dalle seconde linee offensive i gol faticano ad arrivare, dalla difesa ci si diverte più a finalizzare che a difendere. Ne è un esempio l’ormai leader dei difensori biancoverdi, John Klingberg. Il difensore svedese è già autore di 11 punti (3g+8a) di cui ben 6 in powerplay, una delle armi più letali di Dallas (30,8% migliore della Lega). La difesa degli Stars ha subito ben 33 reti (in linea però col resto della Division) quindi i difensori sono ancora sul banco degli imputati, eccezion fatta per Esa Lindell, al suo secondo anno in NHL (già nel 2017 giocava circa 20 minuti a partita), autore di 5 punti, figli dei tanti tiri che si concede. Una curiosità statistica: il penalty killing degli Stars risulta ad oggi il secondo migliore della Lega (90,5% dietro a Los Angeles).

Finalmente però alla corte di coach Hitchcock è sbarcato un portiere decisivo. Dopo aver fatto le fortune di Tampa Bay, è arrivato in Texas via Los Angeles Ben Bishop. Il goalie statunitense non ha fatto rimpiangere nè Lehtonen nè Niemi (volato a Pittsburgh), collezionando 6 vittorie col 92% di parate, numeri che non si vedevano dai tempi di Belfour (Stanley Cup 1999).

 

  • WINNIPEG JETS (6W 3L 2OT) 14pts.

Grande attacco e difesa rivedibile, l’unica franchigia canadese è l’emblema del trend in questa pazza Central. 34 gol fatti e 33 subiti si traducono in 14 punti insieme ad altre 3 squadre, che aumentano il fascino di questa corsa ai playoffs. Winnipeg sta continuando il trend partito l’anno scorso.

Da metà ottobre coach Maurice deve fare a meno di Perrault per infortunio (problemi al ginocchio, dovrebbe rientrare a breve) e al suo posto in prima linea è stato preso da Kyle Connor, che effettivamente sta facendo un po’ rimpiangere il #85. Ma niente paura perchè ci pensano Blake Wheeler e Mark Scheifele, top scorers della franchigia con 12 punti a testa. Chi invece soffre un po’ è l’enfant prodige finlandese Patrik Laine, a secco da 4 partite, ma molto probabilmente sta soffrendo l’anno da sophomore, come capita a tutti i migliori giovani. A compensare questa mancanza ci pensano i suoi compagni di linea Bryan Little (solo 5 punti ma grande efficacia negli ingaggi) e Nikolaj Ehlers con 7 gol e 2 assist.

Nelle retrovie si sta mettendo in luce nella propria zona difensiva Josh Morrissey, alla sua seconda stagione nel main roster. I punti non sono molti (3 in 12 partite), ma il lavoro difensivo è di alto livello (23 cariche e 27 tiri bloccati). La stessa cosa si può dire di Jacob Trouba, con la differenza che il #8 ha la licenza di tirare spesso e volentieri.

Prima di passare oltre è giusto citare il punto, anzi i punti deboli di questa squadra: gli special teams. Il powerplay è il penultimo della NHL, mentre il penalty killing con un decente 80,5% è al 16 posto. Anche questo in trend con l’anno scorso

 

  • NASHVILLE PREDATORS (5W 5L 2OT) 12 pts.

E arriviamo ai campioni in carica della Western Conference, nonchè vicecampioni della Stanley Cup. La fortuna non sta certa aiutando i Predators di coach Laviolette, perchè per gli infortuni è costretto a fare a meno di Bonino (arrivato da Pittsburgh) e di Ryan Ellis in difesa.

Quest’estate, dopo dieci anni è tornato all’ovile Scott Hartnell (draftato da Nashville nel 2000), ma il suo apporto finora non è stato determinante con soli 5 punti all’attivo; è vero che gioca in III linea più quasi tutti i powerplay, però da un giocatore del suo calibro ci si aspetta qualcosa in più. A far girare la rotellina dello scoreboard ci pensa la prima linea con Filip Forsberg, a quota 13 punti (5G+8A) coadiuvato da Ryan Johansen. Data l’assenza di paisà Bonino in I linea è stato spostato Kevin Fiala, ma fino ad ora lo svizzero non ha dato l’apporto che ci si aspettava.

Anche la difesa in questo momento non sta dando il massimo perchè con 35 gol subiti è la peggiore della Division. Sulle doti di sniper dei difensori però non c’è nulla da dire perchè PK Subban e Roman Josi non disdegnano discese e tiri dalla blueline, specialmente in powerplay. Tornando al gioco difensivo, gli unici degni di nota sono Alexei Emelin (arrivato da Montreal) e Matias Ekholm accoppiati nella seconda linea difensiva. Forse è il caso di mischiare le carte…

Per fortuna che davanti alla gabbia si staglia altissimo e vichingo un finlandese di 35 anni (compiuti oggi, tanti auguri a teee!!!) di nome Pekka Rinne. Il suo 93% di parate e le sue 5W danno speranze ad una difesa che non sembra più quella granitica degli anni scorsi, in attesa del rientro di Ellis…

 

  • COLORADO AVALANCHE (6W 5L) 12pts.

Dopo 3 anni di encefalogramma piatto comincia a sentirsi qualche bip in quel di Denver. Coach Berdnar ha avuto la bella pensata di inserire il 21enne finlandese Mikko Rantanen in prima linea.

Il #96 ha trovato una buona intesa con Nathan MacKinnon e capitan Gabriel Landeskog, arrivando ad essere il top scorer con 10 punti (3G+7A), di cui 6 in powerplay. La linea funziona perchè mentre il capitano bada al gioco sporco, i due virgulti finalizzano buttando dischi in rete. Un’ altro che sta uscendo pian piano dal torpore è Matt Duchene in II linea: autore di 8 punti il velocissimo centro-ala sta ritrovando coraggio e raccoglie i frutti di tutti i tiri scagliati verso la porta. Evidentemente i due giovani in linea con lui, Grimaldi e Andrighetto (due paisà che fanno garrire il tricolore) gli tolgono parecchio lavoro dalle spalle.

La difesa, tanto per cambiare, langue un po’ e con 34 gol subiti è abbastanza un colabrodo e l’unico a tenere su la baracca è quest’omino che vedete qui sopra. Tyson Barrie non bada molto a difendere però i suoi 9 punti sono stati preziosissimi. Chi invece bada a difendere con risultati mediocri è Nikita Zadorov, diciamo che prova a fermare gli avversari, purtroppo il disco passa lo stesso.

In porta il confermatissimo Semyon Varlamov che senza infamia e senza lode cerca di bloccare i tanti puck che la difesa lascia passare col suo 91% di parate, modesto ma coadiuvato da ben 4 vittorie su 7 presenze.

 

Prima di concludere passiamo ad una veloce disamina su due squadre, che fino ad ora hanno abbastanza deluso, guarda caso le due compagini che si erano contese il titolo di Division nel 2017. I Chicago Blackhawks (6W 5L 2OT) si confermano una grande macchina da gol, ma purtroppo gli streak di vittorie si alternano troppo spesso a strisce di sconfitte (3 nell’ultimo periodo interrotto dalla vittoria contro Philadelphia). Anche i 34 gol subiti non sono un bel segnale per la difesa che puntava sulla crescita di Rutta e Forsling e invece deve affidarsi ancora ai non più giovanissimi Seabrook e Keith. In attacco per fortuna Patrick Kane (13 punti in 13 partite) è in linea con gli ultimi due anni, nonostante la partenza del suo socio Panarin (direzione Columbus). C’è da dire che il ritorno di Saad non ha fatto rimpiangere la partenza del russo.

In casa Minnesota Wild, come da tradizione, non si subiscono molti gol ma il problema è che se ne segnano molto pochi. I top scorer Staal e Spurgeon hanno al loro attivo solo 8 punti e le bocche da fuoco come Niederreiter e Zucker faticano a trovare la porta. L’unica giustificazione è l’infortunio a inizio stagione di Zach Parise, che ha molto penalizzato gli uomini di caoch Boudreau. Anche la stella assoluta della squadra, il portierone Dubnyk, sta deludendo con il suo 90,5% di parate e le 3 misere vittorie su 7 partite. Nonostante ciò non c’è da allarmarsi in quel di St.Paul perchè la zona playoff è lontana solo 6 punti e mancano 70 partite alla fine. L’unico rimedio è ricordarsi che l’hockey è un gioco semplice, basta buttare il disco in porta una volta in più dell’avversario.

 

#ItsHockeyTime

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