“Stai attento che le vittorie non portino il seme di future sconfitte”.

Apriamo la seconda analisi dedicata alla finale di Stanley Cup con una citazione di Ralph Washington Sockman, pastore della Christ Church di New York, divenuto famoso negli anni ’20 tramite una trasmissione radiofonica della NBC.

I Nashville Predators, dopo aver subito due sconfitte rocambolesche nelle prime due gare della serie (come raccontato dal nostro amato Francesco), hanno abbattuto le certezze dei Penguins, scesi sul ghiaccio della Bridgestone Arena con la presunzione di essere invincibili, situazione generatasi probabilmente dal fatto di aver conquistato più di quanto meritato nelle sfide precedenti, come se anche in queste due contese la buona sorte dovesse per forza di cose baciare in fronte i campioni in carica. Così non è assolutamente stato.

Cuore, grinta, determinazione, cattiveria, velocità ed un’intensità di hockey altissima hanno generato la meritata rimonta dei padroni di casa che hanno portato così la Stanley Cup Final sul 2-2 riducendola ad una serie “best of 3”, con un piccolo vantaggio per Pittsburgh che giocherebbe l’eventuale “bella” fra le mura amiche.

Ma andiamo a raccontare ciò che è accaduto, partendo ovviamente da gara 3, disputata nella notte italiana fra sabato e domenica.


GARA 3: Buona la prima! Preds che accorciano…

Pittsburgh Penguins @ Nashville Predators 1-5

Come da tradizione, ecco che alla prima gara di una serie l’auto “nemica” viene distrutta dai tifosi di casa! Un po’ quello che accadrà sul ghiaccio…!

La vigilia di gara 3 è stata caratterizzata dalla grande carica suonata da P.K. Subban tramite un’intervista nella quale il difensore, divenuto idolo dei tifosi, garantisce la vittoria e dunque il rientro in gara della propria squadra per la conquista della Stanley Cup.

Tale affermazione però potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, in caso di sconfitta infatti, cosa racconterà ai microfoni dei giornalisti l’ex stella dei Montreal Canadiens?

E’ una domanda alla quale non dovrà sottoporsi, Nashville infatti dominerà in lungo ed in largo la partita, nonostante l’iniziale svantaggio, meritandosi la standing ovation finale dedicata dai propri tifosi che hanno letteralmente spostato gli equilibri della gara con il loro continuo incitamento che senza dubbio ha caricato come molle i padroni di casa.

Jake is on fire: 13esimo goal in questi playoff per il rookie di Pittsburgh

Andiamo con ordine, perchè se Nashville può contare sul meraviglioso pubblico amico come “settimo uomo sul ghiaccio”, come avversario si trova davanti un ragazzino in una hot streak davvero notevole, Jake Guentzel infatti ha siglato entrambi i game winning goal delle prime due gare e dopo soli 2 minuti e 37 secondi trova il tap in di fronte a Rinne che porta in vantaggio gli ospiti, con il goalie di casa poco reattivo nel controllare il tiro scagliato dalla blu da Ian Cole.

1-0 Penguins e Bridgestone Arena ammutolita, ma non durerà.

Pittsburgh infatti si rintana troppo presto nella propria zona, venendo schiacciata dalle offensive dei Predators e nonostante abbia due occasioni per colpire in superiorità numerica ciò che ne consegue è un nulla di fatto, zero conclusioni verso la porta difesa da Rinne ed il clamorosa rischio del possibile goal del pareggio con Matt Murray sontuoso nel rispondere presente alla stoccata a colpo sicuro scagliata da Arvidsson involatosi dopo aver scippato il disco dal possesso di uno spento Malkin.

E’ un segnale, Nashville pattina il doppio di Pittsburgh e prima o poi un goal lo troverà.

Il secondo periodo si avvia nella stessa maniera nel quale si era concluso il primo: Predators avanti tutta, Penguins che non riescono nemmeno a ripartire, Justin Schultz ferma con le cattive un indemoniato Zolnierczyk (inserito in line up da Laviolette al posto di McLeod) e lascia i suoi in inferiorità numerica, è come se metaforicamente una preda leggermente ferita ad una gamba anzichè continuare a correre per scappare dal predatore si nasconde dietro ad un cespuglio sperando di non essere scoperta; Roman Josi capisce che è l’attimo da cogliere, il disco gira benissimo mandando in confusione il penalty kill dei Penguins che non hanno la forza ne la capacità di coprire ogni zona del ghiaccio, il #59 si vede recapitare il puck da Jarnkrok abile a portarsi addosso un paio di giocatori avversari, stop e tiro in pochi istanti, deviazione di Rowney e disco che si infila in rete riportando meritatamente in partita i padroni di casa che vedono scendere sul ghiaccio il “settimo uomo” ossia il pubblico di casa.

Festeggiano i Preds, con 2 goal in 42 secondi ribaltano la gara

La Bridgestone Arena diventa una bolgia, Pittsburgh è tramortita, lo sarà ancor di più solamente 42 secondi dopo: Frederick Gaudreau, zero goal in Regular Season, timbra ancora il cartellino in questa Stanley Cup Final con un tiro preciso che buca il glove size di un Murray obiettivamente poco reattivo. Gara ribaltata in meno di un minuto, l’hockey è meravigliosamente uno sport pazzo.

I Penguins a testa bassa si buttano in avanti, sanno che perdere gara 3 potrebbe incendiare una finale che si era messa benissimo dopo le prime due gare, Kessel tira, Rinne respinge proprio verso l’accorrente Kunitz, sembra la fotocopia del goal del 2-1 di gara 2 siglato da Guentzel, ma questa volta il goalie aiutato dal tuffo spettacolare di Subban si immola sul puck e protegge il vantaggio come meglio non avrebbe potuto.

I minuti passano, Pittsburgh spinge ma talvolta si dimentica di difendere, ripartenza rapida dei Preds e James Neal ha sulla propria stecca il possibile 3-1, ma Murray questa volta risponde: no grazie.

Il periodo sembra chiudersi su un 2-1 più che meritato per Nashville ed invece a 30 secondi dalla fine ecco che Josi scaglia una botta dalla blu, Arvidsson è il più lesto a conquistare il puck che aveva terminato la sua corsa dietro la gabbia difesa da Murray, prova un passaggio che fortunosamente sbattendo prima sul retro del net e poi trasportato dalla rete finisce la sua corsa sulla stecca di James Neal, tiro, corpo di Murray, goal.

3-1 e gara in saccoccia, con il goalie di Pittsburgh che si chiede come abbia fatto ad entrare quel dannato disco.

Craig Smith mette il punto esclamativo sulla gara.

E’ il colpo del k.o. per i Penguins che rientrano sul ghiaccio nel terzo periodo troppo sbilanciati in avanti e troppo confusionari alla ricerca di un goal che riaprirebbe la contesa con l’ennesimo cambio di linee provato da coach Sullivan nel tentativo invano di risvegliare i suoi; Kunitz e Kessel pasticciano in zona neutra e regalano il disco al velocissimo Craig Smith che in un uno contro uno batte Murray, la scelta? Glove size ovviamente. Puck in rete, 4-1, Bridgestone Arena che ribolle di entusiasmo, P.K. Subban che gongola, mai intervista prepartita fu più azzeccata.

Prima della fine c’è ancora il tempo di vedere un miracolo di Pekka Rinne (finalmente tornato al suo livello dopo le prime due gare disputate davvero malamente) sul tap in da due passi di Conor Sheary respinto con la stecca, poi, durante un powerplay concesso per un fallo del nervoso Sidney Crosby su Ellis, arriva il goal del 5-1 con Matthias Ekholm che dallo slot infila il puck all’incrocio dei pali facendo ulteriormente festeggiare il popolo di casa.

Non accade più nulla a livello di goal, accade di tutto fra i giocatori con numerosi falli commessi reciprocamente che porteranno al game misconduct inflitto a Watson ed Ekholm per i Predators ed a Cullen, Hornqvist e Kunitz in casa Penguins che si mandano messaggi amorevoli in vista di un’altra incendiata gara da disputare in questa Arena solamente 48 ore dopo.

Nashville dunque la riapre, meritatamente e consapevolmente conscia dei propri mezzi crede di poter ribaltare una serie iniziata malissimo ma che potrebbe proseguire meravigliosamente se nelle gambe scorrerà sempre questa energia, praticamente doppia rispetto a ciò che hanno fatto vedere i Penguins, a tratti davvero sottomessi dalla velocità dei Predators e sterili nonostante i numerosi powerplay avuti a disposizione nei quali non sono riusciti a mettere pressione ad un Rinne tornato “muro” tre giorni dopo essere stato pullato ed addirittura messo in ballottaggio con Saaros per la scelta di starter in questa gara 3 dallo stesso Laviolette.


GARA 4: Rinne torna Rinne, Pens nuovamente a secco!

Pittsburgh Penguins @ Nashville Predators 1-4

Qualunque appassionato della NHL dopo le prime due gare disputate fra le due finaliste aveva bene in mente un pensiero: “In porta per i Predators è sceso il fratello scarso di Pekka Rinne”; bene, se nelle gare esterne il goalie finlandese aveva subito 8 reti salutando il pubblico nemico con una percentuale di parate pari al 77.8%, ecco che di fronte ai propri tifosi il fenomenale portiere 34enne candidato ad MVP di questi playoff ha chiuso letteralmente la serranda, lasciando ai Penguins solo le briciole di due reti in due gare, mostrando interventi miracolosi specialmente nel secondo periodo di questa gara che stiamo per andarvi a raccontare.

Si parte con il solito grande apporto del pubblico di casa che sprona i propri beniamini a dare il meglio nel ghiaccio; dopo 7 minuti Dumoulin rischia un passaggio centrale ad occhi chiusi verso Crosby, interviene anticipandone l’intenzione Filip Forsberg, goleador in Regular Season e scoring leader dei Predators in questi playoff ma ancora a secco in questa finale, il quale scarica una botta di prima a colpo sicuro che trova pronta però la risposta di Matt Murray con i gambali.

Jarnkrok, 1-0 Nashville fra le proteste dei Penguins inutili, goal regolarissimo

Passano i minuti e la pressione di Nashville cresce sostanzialmente, James Neal fallisce un facile tap in di fronte alla gabbia su illuminante invenzione del solito Josi, pochi secondi dopo lo stesso Neal si vede murare la conclusione da Murray dopo un ottimo assist di Arvidsson.

E’ il preludio al goal, la difesa di Pittsburgh è presa d’assalto dal forecheck dei padroni di casa, Maatta (probabilmente il peggiore dei suoi) non libera la zona, il puck passa da Weber a Irwin, tiro, respinta di Murray, nel successivo rebound il più lesto è Calle Jarnkrok che deposita facilmente in rete fra il boato del pubblico. Coach Sullivan tenta senza fortuna il “coaching challenge” per una presunta interferenza su Murray che senza dubbio non c’è. 1-0 Predators meritatissimo.

La chiamata del coach di Pittsburgh se non ha avuto sorti benevole per quanto riguarda il risultato, permette quanto meno ai suoi di respirare profondamente, digerire lo svantaggio senza collassare come fatto in gara 1 dopo la rete di Josi e generare solamente un minuto più tardi il goal del pareggio: a siglarlo ci pensa capitan Sidney Crosby con un’incursione solitaria su lancio di Dumoulin (con Ellis decisamente fuori posizione), attende la prima mossa di Rinne e lo trafigge sfruttando come un giocatore di biliardo la sponda sul palo e sul gambale del portiere. 1-1 e tutto da rifare per Nashville, ed il periodo scorre sino alla conclusione senza ulteriori sussulti.

Il secondo periodo è uno spot per l’hockey.

Occasioni clamorose da ambo le parti, giocate straordinarie da parte dei singoli elementi ed una velocità impressionante imposta dalla squadra allenata da coach Laviolette, uno che sin dal giorno in cui prese le redini credeva sul potenziale del proprio team.

Frederick Gaudreau realizza il goal del 2-1, terzo goal nelle ultime 4 gare per lui, secondo GWG consecutivo

La più classica delle sliding doors arriva a cavallo fra terzo e quinto minuto di gioco: si parte con Crosby che ruba il disco a Josi, scarica verso il miglior marcatore di questi playoff, Jake Guentzel, per il quale sarebbe un gioco da ragazzi infilare il puck in rete se non fosse per il miracoloso intervento di Pekka Rinne a dirgli di no; passa un solo giro di orologio, Kessel trova liberissimo Kunitz che scappa in un uno contro uno versus il goalie finlandese che anche questa volta vince la battaglia, chiude il five hole e lascia a bocca asciutta il veterano incredulo per l’occasione mancata. E’ un segnale. Nashville ha ritrovato il proprio goalie nel momento più opportuno. Il gioco non si ferma, è un costante su e giù nel ghiaccio, Ellis tira dalla blu senza troppa precisione, il disco finisce nella balaustra dietro alla gabbia difesa da Murray, il più lesto a conquistarlo è Frederick Gaudreau che anticipa l’intervento di Cole e con un rapido wraparound sigla il goal del 2-1 nonostante in un primo momento sembra che Murray compia il miracolo. Il tempo scorre, il pubblico di casa incredulo continua a sostenere la propria squadra nonostante l’occasione sembra solamente sfiorata, ma ad un certo punto suona la sirena che indica che qualcosa di grosso è avvenuto senza che gli arbitri se ne fossero accorti: instant replay, disco che scorre sulla linea, la oltrepassa e poi Murray lo spazza, good goal, boato dei tifosi, esultanza di Gaudreau, ancora una volta eroe, terzo goal nelle finals per un ragazzo che sino ad ora non aveva mai segnato in maglia Predators, l’ultimo a riuscirci fu Johnny Harms con la casacca dei Blackhawks a cavallo della seconda guerra mondiale, nel 1944!

Monumentale Rinne su Guentzel, in tuffo il goalie dei Predators toglie l’urlo di gioia dalla bocca del rookie

La partita diventa bellissima, Pittsburgh non ci sta e preme, Crosby si invola ancora contro l’ultimo baluardo Rinne che sentenzia la sua beatificazione in quel di Nashville: paratona sul capitano dei Penguins, successiva chiusura su Rust ed infine miracolo su Guentzel che come un falco arriva per depositare in rete quello che dovrebbe essere un facile tap in, non questa volta, ancora Rinne, in tuffo, spettacolare intervento e risultato che rimane sul 2-1 Predators fra il frastuono assordante dell’Arena tutta in piedi ad applaudire la giocata del proprio portiere.

A sette dal termine del periodo ecco probabilmente la giocata dell’anno, Neal in tuffo libera la propria zona dall’attacco di Cole, disco che arriva a Fisher, anch’egli in tuffo per anticipare l’intervento di Malkin sfodera il passaggio perfetto per il taglio centrale di Viktor Arvidsson che non trema di fronte a Murray, disco infilato nel solito glove size del goalie dei Penguins e 3-1 Predators in una bolgia. Goal meraviglioso, da vedere e rivedere più volte.

E’ il colpo del k.o per Pittsburgh che sembra non avere ne la forza, ne la concentrazione adatta per compiere una rimonta di questo calibro; nel terzo periodo infatti oltre ad una buona conclusione di Hainsey ben parata da Rinne ed un palo esterno colpito da Dumoulin con un tiro dalla blu la formazione di Sullivan pare spenta ed incapace di mettere in difficoltà una formazione che sulle ali dell’entusiasmo sprigiona energia da tutti i pori.

Forsberg ed Aberg vanno vicinissimi al goal della sicurezza con Murray abile a parare entrambe le conclusioni; a 3 minuti e mezzo dal termine lo stesso goalie lascia il posto ad un giocatore di movimento in occasione di un face off in zona offensiva, il disco viene immediatamente conquistato però da Nashville, da Ekholm a Forsberg che si sblocca in questa finale siglando “da casa sua” la rete del definitivo 4-1 in empty net mettendo il punto esclamativo finale a due sfide vinte meritatamente dai padroni di casa.

La serie ora torna in Pennsylvania per una gara 5 che ha tutto il sapore di spartiacque per la conquista della Stanley Cup, sembra infatti che l’inerzia sia totalmente virata dalla parte della Cenerentola di questi playoff, partita dall’ultimo gradino (16esima qualificata) ed ora a due soli step dalla clamorosa conquista della vetta e dallo spodestamento dei campioni in carica.

Il meglio deve ancora venire, ne siamo certi.

Festa grande in casa Nashville: serie pareggiata e Stanley Cup a sole due vittorie da quella che diventerebbe l’impresa più grande di sempre per una franchigia partita come “fanalino di coda” nelle 16 Contenders


I prossimi appuntamenti:

  • gara 5: notte fra giovedì e venerdì ore 2:00 italiane Predators @ Penguins
  • gara 6: notte fra domenica e lunedì ore 2:00 italiane Penguins @ Predators
  • ev. gara 7: notte fra mercoledì e giovedì ore 2:00 italiane Predators @ Penguins

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

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