Poco più di un anno è passato da gara 7 disputata al primo turno playoff 2015/16 fra Anaheim Ducks e Nashville Predators.

Questa volta in palio non c’è un banale passaggio al secondo turno, ma bensì la possibilità di andare a giocarsi la conquista della Stanley Cup.

Le due franchigie arrivano a questo appuntamento dopo aver vinto una prima serie in maniera agevole (sweep ai danni di Chicago per Nashville e Calgary per Anaheim), mentre al secondo round hanno dovuto sudare decisamente di più per avere la meglio dei St. Louis Blues (Predators) e degli Edmonton Oilers (Ducks).

Andiamo a raccontare cosa è accaduto nelle prime 3 gare disputate fra le due rivali, le prime 2 in terra californiana, l’ultima, nonchè la più recente, in Tennessee.


GARA 1: “The Real Deal” timbra all’OT

Nashville Predators @ Anaheim Ducks 3-2 OT

Tutto pronto all’Honda Center di Anaheim tutt’altro che gremito…

La National Hockey League non da tregua agli Anaheim Ducks, esattamente 48 ore dopo aver disputato e vinto la gara decisiva della semifinale di Conference contro gli Edmonton Oilers, costringono i padroni di casa a dover disputare la prima partita della serie finale contro i Nashville Predators, franchigia che sulle gambe ha tre giorni di riposo in più dovuti al fatto di essersi sbarazzati in sole 6 gare dei St. Louis Blues.

Oltre a questo dato (prestabilito in precedenza dalla NHL) e che senza volerlo favorisce la formazione ospite ecco che le televisioni dettano legge e costringono Anaheim a dover giocare le gare interne alle ore 18:00 locali, in modo che la NBC (tv nazionale) possa essere vista nella zona est (ammettiamolo, la parte più interessata all’hockey su ghiaccio) in prima serata, ossia alle ore 21:00; tutto ciò comporta un fastidio non da poco per gli appassionati californiani, che si ritrovano a dover combattere con il traffico cittadino e gli obblighi lavorativi rinunciando alla propria fede. L’Honda Center di Anaheim infatti ad inizio gara è praticamente semivuoto (successivamente si riempirà senza però fare sold out), trasmettendo un senso di tristezza a chi ama questo sport ed a chi come noi dall’altra parte del mondo pagheremmo oro per avere la possibilità di assistere ad un match di finale di Conference.

Tralasciando questa piccola polemica da bar entriamo nel vivo di gara 1: i Nashville Predators si presentano per questa finale di Conference con la formazione tipo, guidata dall’MVP sino a questo momento dei playoff a difendere la porta, Pekka Rinne infatti nei primi due turni di post season ha parato con una media strabiliante del .951%SV ed ha una media goal subiti/partita pari a 1.37! Assolutamente devastante.

Gli Anaheim Ducks invece dalla loro hanno la forza nella produzione offensiva della prima linea formata da capitan Ryan Getzlaf (8G-7A), da Corey Perry (2G-7A; rigenerato in post season dopo una stagione regolare ben al di sotto della media) alla sua destra ed in alternanza Rickard Rakell (6G-4A) e Nick Ritchie (2G) alla sua sinistra, giovani ragazzotti che si sono fatti valere nei primi due turni; il dilemma rimane lo stesso che ha creato problemi e conseguente eliminazione a Chicago Blackhawks prima ed a St. Louis Blues poi: riuscirà l’offensiva dei Ducks a scalfire lo strapotere difensivo formato dalla combo Rinne/reparto arretrato della formazione del Tennessee? Staremo a vedere.

Come si poteva immaginare nelle considerazioni prese in visione ad apertura di articolo, i Predators sembrano più rapidi e più determinati nei primissimi frangenti di gioco e dopo 5 minuti di gara i tiri in porta recitano un 5-0 secco per la formazione ospite.

Silfverberg scaglia la bomba dell’1-0, goal pazzesco e Ducks avanti a sorpresa

Non ci si aspetta proprio il goal dei Ducks, ma l’hockey si sa, è uno sport bizzarro, imprevedibile come nessun altro e dunque al primo tiro indirizzato verso la porta di Rinne ecco cosa accade: entrata di zona faticosa della seconda linea guidata da Kesler, la difesa dei Predators non riesce a spazzare il disco e Jakob Silfverberg è bravo a conquistarlo ed a scagliarlo di prepotenza verso la porta del forte goalie finlandese, in un lampo il puck si infila all’incrocio dei pali fra il boato dello striminzito pubblico di casa e l’esultanza dei ragazzi di Carlyle, sino a quel momento inesistenti in attacco.

Passano meno di dieci minuti ed arriva il pareggio ospite; l’eroe di gara 7 contro Edmonton, Ritchie, si fa scippare malamente il disco in uscita di zona da Forsberg, l’ala svedese di Nashville entra nel terzo offensivo, scarica a Johansen il puck e va a prendere posizione di fronte al net di Gibson, Johansen serve il puck con precisione per la botta dalla blu di Irwin che diventa imparabile per il goalie dei Ducks complice la deviazione decisiva di Filip Forsberg, 1-1 più che meritato.

Il primo periodo termina in parità, il secondo si apre con l’immediato vantaggio Preds: a generare l’opportunità ci pensa nuovamente Ryan Johansen, costretto agli straordinari da coach Laviolette che lo usa spesso per conquistare i faceoff come membro della quarta linea offensiva; il centro apre con un tracciante superlativo le porte del paradiso ad Austin Watson, tutt’altro che un bomber, che di prima scaglia un tiro che trova, molto fortunosamente, il corpo di Vatanen di fronte alla gabbia a deviare la conclusione che sarebbe terminata almeno un paio di metri distante dalla porta difesa da Gibson, il puck cambia direzione e si infila in rete, con il fattore C* molto importante in questa occasione!

Il tempo scorre lentamente, molto lentamente verso la conclusione, vuoi perchè Nashville impone il suo hockey “catenacciaro” stile Italia del Trap ai mondiali del ’02, vuoi perchè Anaheim non trova le forze per attaccare con consistenza la formazione ospite, ben disegnata da Laviolette.

Pekka Rinne si supera su Getzlaf. Poco dopo però sarà costretto a capitolare…

Nel terzo periodo però è un’altra Anaheim, sul ghiaccio scendono anima e cuore, ed una prima grandissima occasione capita sulla stecca di Ryan Getzlaf dopo un powerplay mal disputato: Rakell tira, Rinne para, sul rebound il capitano tenta il dribbling sul goalie dei Predators che si inventa una parata pazzesca col gambale sinistro permettendo ai suoi di restare ancora avanti e mettendo in chiaro che per batterlo ci vuole ben altro.

Passa meno di un minuto e Thompson vince in maniera pulita un ingaggio in zona offensiva, il puck arriva al difensore Hamphus Lindholm il quale non ci pensa due volte e lascia partire una bordata dalla blu che non lascia scampo neanche al fenomenale goalie ospite, palo, goal e gara sul 2-2. Lo screen di fronte alla gabbia non permette a Rinne di vedere il puck, questo è il fondamentale motivo per cui i tiri dalla blu funzionano alla grande al giorno d’oggi.

Anima e cuore dicevamo, John Gibson ci mette anche altro per fermare i Predators che hanno l’enorme possibilità di cercare il goal in un 5 contro 3 per più di un minuto (due penalità consecutive per Delay of Game commesse dai Ducks); il portierino di casa si supera sulle conclusioni di Neal e soprattutto su quella a botta sicura di Roman Josi.

A pochi secondi dal termine a prendersi le luci del palcoscenico è nuovamente Rinne, capace di chiudere la serranda a Silfverberg prima ed a Manson poi distendendosi letteralmente sul ghiaccio, l’unico modo per permettere al puck di non varcare la linea di porta, trascinando così la gara all’overtime.

Perry e Gibson non riescono a fermare il puck scagliato da Neal, la serie si mette subito in salita per Anaheim

Le squadre ai supplementari hanno paura di perdere e concedono molto poco, l’invenzione deve partire con un rischio che solo un difensore può prendersi, generando la superiorità numerica che potrebbe decidere le sorti sia in caso positivo che negativo; il rischio lo prende Ekholm, in grande fiducia per dei playoff disputati sino ad ora in maniera sublime, si infila fra la difesa dei Ducks e costringe al miracolo Gibson, il puck però torna nella sua stecca, apertura all’indietro per Subban che finta il tiro e passa il disco alla sua destra dov’è posizionato James Neal, dai tifosi soprannominato The Real Deal, botta di prima che trova sulla sua strada Perry che tenta un disperato tentativo di respinta con i guantoni, ma Perry non è un portiere e si vede, il disco oltrepassa le sue manone e manda completamente fuori tempo Gibson immolatosi a cercare la parata che non arriva, il puck si infila in rete e Nashville porta a casa, meritatamente, gara 1. James Neal non siglava un goal in overtime dal lontano 20 aprile 2011 quando vestiva la casacca dei Pittsburgh Penguins e castigava a domicilio i Tampa Bay Lightning.


GARA 2: Papaveri e papere, male Rinne e Gibson, Ducks vittoriosi in rimonta

Nashville Predators @ Anaheim Ducks 3-5

Brutta serata per Pekka Rinne, tre dei quattro goal realizzati da Anaheim contro il portiere finlandese sembrano parabili…

Passano le canoniche 48 ore fra una gara ed un’altra e quello che ti aspetti è un avvio arrembante di Anaheim alla ricerca di una vittoria che riporterebbe in parità una serie iniziata non proprio benissimo, ed invece ci troviamo di fronte ad un inizio di gara tutto di marca Predators.

Ryan Johansen porta avanti Nashville, partita decisamente meglio di Anaheim in questa gara 2

Al quinto di gioco Lindholm calcola malissimo il movimento del puck facendosi anticipare da Arvidsson che con un passaggio filtrante trova l’accorrente Ryan Johansen lanciato solo soletto verso la porta difesa da Gibson, per il #92 è un gioco da ragazzi infilare il disco in rete per il vantaggio ospite.

Poco più di tre minuti dopo arriva il raddoppio: in situazione di powerplay Ekholm e Johansen gestiscono alla grande il possesso del disco, Arvidsson disturba Gibson di fronte al net ed il #92 anzichè tirare sceglie l’assist per James Neal che quasi incredulo si accorge della dormita clamorosa del goalie avversario che non si accorge proprio del puck in possesso al #18 per il quale è pura formalità depositarlo in rete.

 

Ci vuole qualcosa di grosso per scuotere i padroni di casa dominati in

Gran tiro di Vatanen o copertura sbagliata della porta di Rinne? La domanda è lecita, Anaheim gongola riaprendo la gara

lungo ed in largo nel corso del primo periodo, l’occasione arriva con il tripping fischiato ad Irwin su Kase che manda in powerplay Anaheim; Getzlaf apre il gioco alla destra per l’accorrente Sami Vatanen, il difensore ha il tempo di mirare e colpire a botta sicura verso la porta di Rinne che deve raccogliere il puck in fondo al sacco per una marcatura che ricorda in qualche modo la rete dell’1-0 siglata da Silfverberg in gara 1.

Si rientra nel secondo periodo e dopo soli 39 secondi Anaheim trova il pareggio; il goal sembra parente stretto della prima realizzazione di giornata, non per fattura ma per il comportamento del goalie in gabbia: questa volta la dormita è di Rinne che, seppur ostacolato alla visione dell’azione dal front screen del solito Kesler, non si accorge del puck che transita di fronte a se tramite il passaggio magistrale messo a referto da Rakell per Jakob Silfverberg, lasciando completamente sguarnita la porta, per il #33 goal facile facile e nona marcatura in questa post season, miglior realizzatore dell’intera lega al pari del “pinguino” Jake Guentzel.

Silfverberg crea, Silfverberg distrugge: è così che al minuto numero 8 di gara l’ala di Anaheim manda inavvertitamente in un uno contro uno l’avversario Arvidsson sbagliando completamente il retropassaggio; il giovane svedese aggira l’intervento di Gibson con uno spettacolare wraparound alla gabbia, il tiro trova solamente l’esterno della porta ma il più lesto a riprendere il rebound è Filip Forsberg che timbra il goal del nuovo sorpasso Predators.

Il secondo periodo è vietato ai deboli di cuore, così un paio di minuti dopo ecco arrivare la risposta di Anaheim, Manson e Theodore gestiscono bene il puck in zona offensiva, il giovane difensore tira dalla blu, Rinne respinge il primo tiro ma nella confusione il più lesto a conquistare il disco e tirarlo nuovamente verso la porta è Ondrej Kase, la fortuna assiste il rookie dei Ducks (primo goal in post season) con il disco che prima di varcare la linea di qualche centimetro sbatte prima sul pattino sinistro di Rinne e poi sul gambale destro che senza volerlo permette al puck di finire in rete.

Rinne manca completamente il puck ed Anaheim passa in vantaggio!

A tre minuti dal termine ecco che succede quello che non ti aspetti, Nick Ritchie dalla sinistra colpisce di prima verso la porta di Rinne un disco destinato a terminare la corsa sulla pinza del goalie avversario, ciò che non avviene invece è proprio questo, Rinne manca completamente l’impatto con il disco permettendone il suo ingresso in porta: 4-3 Ducks clamoroso e papera pazzesca del portiere sino a questo momento Re indiscusso di questi playoff.

Nashville è tramortita, dopo due periodi giocati se non alla pari quasi meglio degli avversari a tradirli questa volta è stato proprio il loro uomo migliore, così durante il terzo periodo l’offensiva non è nemmeno lontana parente di quella vista nei primi due periodi e l’unica vera occasione da goal arriva nel a 5 minuti dal termine, ma Gibson si salva aiutato dagli shot blocking compiuti da Lindholm e da Kesler nei tentativi di Josi e Wilson.

A mettere la ciliegina sulla torta di Anaheim ci pensa il veterano Antoine Vermette che in empty net realizza la sua prima marcatura in questa post season, portando così la serie a Nashville sul risultato di 1-1.

Pekka Rinne ha subito in una sola gara un goal in più di quanti ne aveva subiti nelle prime 4 gare di questi playoff contro i Chicago Blackhawks. Solo un episodio di passaggio o l’inizio di una crisi?


GARA 3: San Gibson non basta ai Ducks

Anaheim Ducks @ Nashville Predators 1-2

E’ cosa buona e giusta in quel di Nashville distruggere un auto marchiata col nome degli avversari in occasione della prima gara fra le due franchigie nell’Arena di casa!

Nashville rivede il proprio pubblico dopo la festa in gara 6 contro i St. Louis Blues nel precedente turno playoff e l’Arena è nello stesso modo “louder” come si dice da queste parti, ossia, chiassosa all’ennesima potenza.

Tutti contro Kesler a Nashville, ovviamente

Ryan Johansen ha scaldato l’attesa di questa gara 3 con delle dichiarazioni abbastanza dure dedicate a Ryan Kesler, lo svedese infatti in un’intervista ha detto senza giri di parole di “non capire per quale motivo la gente faccia il tifo per un giocatore come lui; io scendo sul ghiaccio semplicemente per giocare ad hockey ed inizio ad essere stufo di doverlo fare con la sua stecca fra il mio inguine ad ogni shift”. 

E così, dopo aver ascoltato le parole del proprio beniamino, il pubblico della Bridgestone Arena si sentirà in dovere di difenderlo nella maniera più comune, ossia bersagliare di fischi e boati il “povero” Kesler ogni qualvolta tocchi il puck. In poche parole, tutto fa brodo per mettere ancora più in difficoltà un avversario che sa benissimo di dover compiere un mezzo miracolo se vuole uscire da questa Arena con la vittoria, i Predators infatti sono l’unica squadra delle quattro rimaste ad essere ancora imbattuta fra le mura amiche.

La partenza di questa gara fa capire subito che Nashville vuole dominare il gioco, mentre Anaheim agirà di rimesse cercando di sfruttare gli errori avversari, proprio in uno di questi parte, verso la metà della prima frazione, un tre contro uno che vede Pekka Rinne doversi superare sulla conclusione di Rakell ben servito di fronte alla gabbia da Cam Fowler.

I Predators capiscono i rischi e cercano di non scoprirsi troppo alla ricerca del goal del vantaggio, così serve un powerplay per rivedere una delle due franchigie tentare di andare avanti. L’occasione ce l’hanno proprio i padroni di casa (elbowing fischiato a Thompson su Zolnierczyk) ma John Gibson risponde presente sia sulla bordata dalla blu di PK Subban che sul successivo rebound catturato dall’altro difensore Ryan Ellis riducendo anche queste occasioni ad un nulla di fatto per sbloccare il risultato.

A due minuti dal termine il goalie di Anaheim diventa nuovamente il protagonista con due interventi miracolosi prima su Fisher e poi su Aberg che da due passi non riesce ad infilare il puck in rete, trovando il corpo di Gibson a negargli la gioia del primo goal in post season.

Si riparte nel secondo periodo con il risultato ancora fermo sul punteggio iniziale e la prima occasione arriva ancora dalla stecca di un giocatore in maglia gialloblu: Filip Forsberg spreca da buonissima posizione (in situazione di powerplay) tirando addosso a Gibson che si conferma in serata.

Nashville continua il suo dominio territoriale, ma l’occasione più importante ce l’ha Montour che in un due contro uno si vede “cancellare” il goal dagli arbitri per colpa dello spostamento della gabbia difesa da Rinne qualche istante prima che il puck varchi la linea. La cosa bizzarra è che a muovere involontariamente la gabbia è Ekholm, difensore di Nashville. Maledetto regolamento penseranno i tifosi Ducks.

Clamoroso a Nashville: papera di Rinne e Ducks avanti!

A cambiare le sorti del match ci vuole un episodio oppure un colpo di genio: arriva l’episodio. Cody McLeod lascia i suoi in inferiorità numerica dopo una fight con Jared Boll (complice l’instigator fischiata al veterano membro della quarta linea ex Avalanche) ed Anaheim trova il fortunoso goal del vantaggio con Corey Perry che da posizione impossibile prova qualcosa che somiglia ad un tiro, Rinne dimostra di non essere guarito dopo gara 2 e si trascina il puck in rete con il gambale destro anzichè respingere l’innocua conclusione. 1-0 Ducks fra il silenzio assurdo dell’Arena.

Il secondo periodo termina con i Ducks avanti, ma nel terzo i Predators fanno capire che se nei primi due periodi il dominio era solo territoriale, nel terzo diventerà assoluto.

Bastano poco più di tre minuti a Filip Forsberg per trovare il goal del meritato pareggio: il #9 cattura un rebound su tiro di Ellis e batte da posizione defilata l’incolpevole Gibson impossibilitato tentativo di parare il tiro per colpa di Vatanen che gli lancia addosso Arvidsson.

Il goal abbatte Anaheim che non riesce più a ripartire ed è costretta alla sola difesa; tre minuti dopo è Sissons a trovare il goal del vantaggio, ma gli arbitri annullano per un’interferenza netta di Zolnierczyk su Gibson.

Passano pochi secondi, Johansen a porta vuota realizza un altro goal, ma c’è ancora interferenza sul portiere! Incredibile! Questa volta a travolgere Gibson è Ekholm che inoltre si porta a casa anche i 2 minuti di penalità, dai quali però Anaheim non riuscirà a rendersi mai pericolosa.

Nashville continua imperterrita a cercare il goal del vantaggio ma trova sempre pronto il goalie avversario a dire di no: su assist di Arvidsson è Wilson ad avere il disco del 2-1, ma il suo tiro a botta sicura viene respinto dai gambali del giovane portiere davvero l’ultimo baluardo di una squadra troppo brutta per essere vera.

La conclusione di Josi a porta praticamente sguarnita: Nashville vince gara 3 strameritatamente

Così a quattro minuti dal termine come spesso accade in gare che non riescono a sbloccarsi ci pensa un altro powerplay a decidere le sorti del match; Chris Wagner colpisce al volto Ellis con la stecca e manda i Predators a giocarsi il tutto per tutto con l’uomo in più, ne approfitta immediatamente Roman Josi che è il più lesto a catturare il puck vagante ed infilarlo in rete con Gibson che aveva appena respinto due conclusioni dalla distanza consecutive di Ekholm ma che questa volta non può davvero nulla.

Anaheim non crea nulla nemmeno spalle al muro e Nashville vince meritatamente gara 3 portandosi avanti nella serie e trovandosi così a due sole vittorie dalla conquista della prima possibile finale di Stanley Cup in franchigia.


La serie proseguirà in questo modo:

  • Gara 4: giovedì 18 maggio Ducks @ Predators
  • Gara 5: sabato 20 maggio Predators @ Ducks
  • Eventuale gara 6: lunedì 22 maggio Ducks @ Predators
  • Eventuale gara 7: mercoledì 24 maggio Predators @ Ducks

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

One thought on “Nashville a due vittorie dalla Finale – Ducks in difficoltà

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