“Se vuoi aver successo nella vita, fai della perseveranza il tuo migliore amico, dell’esperienza il tuo saggio consigliere, della cautela il tuo fratello maggiore e della speranza il tuo angelo custode”.

Joseph Addison, scrittore, politico e drammaturgo inglese vissuto a cavallo fra il 1600 ed il 1700 ci da lo spunto giusto per portare ai raggi X ciò che abbiamo visto nella serie conclusa nella notte italiana fra giovedì e venerdì tra San Jose Sharks e Nashville Predators, giunti a giocarsi il posto disponibile in Western Conference Final “alla bella”, ossia a gara 7, dopo aver rispettato l’andamento dei turni casalinghi con molti colpi di scena che vi abbiamo descritto nella prima review di questa interessantissima sfida.

La speranza di goderci una partita al cardiopalma sono andate in fumo proprio come nell’altra serie (quella fra Blues e Stars raccontataci da Pietro), anche in questa gara decisiva infatti è scesa sul ghiaccio una squadra che di fatto ha chiuso il discorso dopo una ventina di minuti disputando “la partita perfetta” così come l’ha definita il proprio coach al termine di essa.

Parlo dei San Jose Sharks allenati da Peter DeBoer che hanno trovato il meritato successo nella partita decisiva sfruttando ogni minimo errore degli avversari ed hanno trasformato le proprie emozioni negative dovute alla sconfitta in gara 6, subita all’overtime dopo una straordinaria rimonta messa a segno da parte dei Predators, in grinta e determinazione, che nella più classica delle combinazioni ha portato ad un asfissiante pressione offensiva compiuta da ogni singolo elemento della rosa sceso sul ghiaccio, alla continua ricerca del completo controllo del disco, dell’azione perfetta ed ovviamente del goal.

Volendo tornare alla frase introduttiva, in questi squali californiani alla ricerca del successo vedo la perseveranza di Patrick Marleau da 18 anni al servizio della franchigia, l’esperienza di “Jumbo” Joe Thornton, la cautela di capitan Joe Pavelski (con la statistica quanto mai incredibile di andare a segno in ogni gara vinta dagli Sharks durante questi playoff!) e la speranza chiamata Logan Couture, autentico “demolition man” della difesa avversaria che ha messo a referto nelle 7 sfide la bellezza di 11 punti divisi fra 6 goal e 5 assist.

Andiamo in breve a raccontarvi le fasi salienti delle ultime 3 gare disputate fra queste due squadre, partendo proprio dall’ultima che abbiamo rapidamente illustrato nell’incipit.


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Tutta la rabbia di Pekka Rinne dopo aver subito il quinto goal in gara 7: non diciamo eresie se pensiamio che senza le sue parate miracolose questa serie sarebbe terminata molto prima a favore di San Jose

  • Game 5: Predators @ Sharks 1-5
  • Game 6: Sharks @ Predators 3-4 (OT)
  • Game 7: Predators @ Sharks 0-5

Altre 3 vittorie interne hanno deciso questa serie che non ha mai visto uscire vincitore il team ospite; gli unici ad andarci molto vicino sono stati poi coloro che sono riusciti a superare il turno e che ora andranno a giocarsi le proprie chance di ottenere un posto in finale di Stanley Cup contro i St. Louis Blues, ossia i San Jose Sharks.

Gara 6 infatti ha visto la clamorosa rimonta compiuta da Nashville che sotto 0-2 dopo appena 9 minuti di gioco a causa della doppietta imprevedibile messa a segno da Chris Tierney (non proprio un bomber di razza) che aveva inizialmente lanciato gli Sharks verso il traguardo sperato.

Il cuore e la grinta già citata nello scorso articolo riguardante questa serie ha permesso ai Predators di non mollare e di restare in partita complice anche qualche disattenzione di troppo della retroguardia dei californiani e della non perfetta prova del goalie Martin Jones, trovando prima il goal dell’1-2 con Roman Josi (il primo e l’unico dei suoi playoff disputati meno bene del previsto), poi il momentaneo pareggio con Ryan Johansen abile con un backhand ad infilare il five hole protetto malamente dal goalie degli Sharks, ed infine giocandosela al terzo periodo ripartendo dal risultato di 2-2.

Il powerplay goal di Logan Couture a metà periodo sembrava potesse scrivere la fine della serie ed invece il solito Colin Wilson riportava il tutto pochi istanti dopo in parità sfruttando il meraviglioso fraseggio fra Ribeiro e Neal, costringendo così il pubblico di casa a dover subire ancora una volta tutta la tensione di una gara che avrà il suo termine con la più classica delle “morti improvvise”.

L’eroe di giornata questa volta è Viktor Arvidsson abile a beffare Jones con un pregevole backhand che finisce la sua corsa all’incrocio dei pali, dopo aver approfittato di una non perfetta chiusura nei suoi confronti di Karlsson che cicca completamente il disco (spazzato senza grosse idee dalla difesa di Nashville) ed offre lo spazio necessario al velocissimo svedese per mettere a segno in seguito il “tiro dell’anno”.

Se in gara 6 abbiamo visto il grande cuore e la grandissima reazione di Nashville, nelle due gare interne che San Jose aveva a disposizione abbiamo visto invece tutta la tecnica e tutta l’esplosività offensiva di una squadra che lo scorso anno concludeva la stagione fuori dalle posizioni playoff, fra mille dubbi e mille domande con alcuni giocatori sul punto di partenza ed altri scontenti che avrebbero voluto cambiare aria per cercare il successo.

Uno di questi è Patrick Marleau, accostato ad inizio anno ai Los Angeles Kings, che con i suoi goal ha contribuito alle due vittorie interne degli Sharks.

In gara 5 ha aperto le marcature prima di vedere i “soliti noti” Pavelski (2 goal per lui) e Couture chiudere i conti di una partita dominata dall’inizio alla fine dai padroni di casa contro una remissiva Nashville forse ancora troppo contratta a seguito della vittoria in gara 4 arrivata dopo 111 minuti di battaglia.

In gara 7 invece ha timbrato il cartellino a chiudere la gara sul risultato finale di 5-0 a termine di un azione in 2 contro 1 gestita alla perfezione da egli e dal compagno Couture causando la clamorosa reazione di Pekka Rinne che oltre ad abbandonare la gabbia distrugge la propria stecca sulla porta sfogando tutta la frustrazione per una gara mai disputata dai propri compagni.

Si, perchè Nashville non è mai realmente entrata sul ghiaccio del SAP Center di San Jose in questa gara 7, dimostrando poco carattere e venendo inghiottiti dalla voglia e dalla rapidità della formazione di casa che ha portato a causare anche i vistosi errori della (a mio modo di vedere) miglior coppia difensiva della NHL, il duo Josi-Weber infatti con 2 clamorosi “lisci” hanno dato via libera alle reti del 2-0 di Joel Ward e del 3-0 che di fatto ha sancito la chiusura del match di Logan Couture.

8 tiri indirizzati verso la porta di Martin Jones nei primi quaranta minuti ne fanno la prova di una gara davvero deludente da parte di ogni singolo reparto e come si poteva ipotizzare da previsione a fare da spartiacque è stato il primo powerplay concesso alla formazione di casa per la pessima scelta dell’eroe di gara 6 di sparacchiare il disco in tribuna portandosi a casa così i più classici dei 2 minuti per delay of game; tic-tac-toe meraviglioso fra Thornton, Marleau e Pavelski ed il capitano fa esplodere l’Arena con uno slap shot di prima che buca Rinne.

Tutto il resto della gara è un continuo assedio da parte di San Jose alla gabbia difesa egregiamente dal portierone finlandese che non ha alcuna colpa in nessuna delle 5 reti subite, troppo spesso lasciato in completa balia degli avversari giunti addirittura ad un ridicolo 4 contro 1 in occasione della quarta rete messa a segno su rebound, causato dalla prima conclusione di Couture, da Joe Thornton.

Ora per gli squali della California arriva il test più duro: mai nella loro storia infatti sono riusciti a conquistare la possibilità di potersi giocare una finale per la Stanley Cup e coach DeBoer spiega in anticipo come “siamo diversi dal passato quando alla prima difficoltà ci scioglievamo, ora siamo duri da battere, consci delle nostre capacità, lo abbiamo dimostrato battendo Los Angeles in cinque gare ed i Predators dopo una gara 6 che ci aveva tolto inutilmente molte energie, sarà dura contro St.Louis ma abbiamo delle possibilità”.

Come dargli torto?


BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

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