Secondo elimination match per i Pittsburgh Penguins contro i Washington Capitals, Ovechkin e Holtby si ritrovano a sessanta minuti dall’eliminazione e sono pronti a vender cara la pelle, è appena il secondo turno dei playoff ma pare già la finalissima, abbiamo il meglio del meglio ed è pronta la sesta sfida del duello Crosby-Ovechkin.

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Nella vigilia dubbi sul portiere dei Penguins, il peso di una gara così importante unito alla voglia di successo pare poter schiacciare i sogni di Matt Murray, con Fleury che scalpita dalla panca nel riprendersi i gradi da titolare ma mentre nascono dubbi ecco che Sullivan mette in chiaro le cose: “Gioca Murray”.

Washington è reduce dall’unica gara che non si è chiusa con un gol di scarto, un 3-1 che ha destato buone sensazioni su un gioco capace di dominare Pittsburgh, mentre i Penguins si sono lasciati fregare da penalità ingenue che hanno dato man forte al power play capitolino.

D’altronde, i Capitals hanno il miglior record nella storia della regular season, il miglior portiere e un attaccante da 50 gol, devono vincere per sognare ancora mentre Pittsburgh ritrova la Consol Energy Center, un’arena tutta giallonera e una fame che da queste parti mai è venuta a mancare.

Washington @ Pittsburgh gara 6 (2-3)

Finora Crosby è a quota 10 punti in 10 gare, zero gol contro i Capitals ma 3 in totale nei playoff, Washington risponde con Burakovsky-Backstrom-Johansson in prima linea e Ovechkin-Kuznetsov-Oshie in seconda, giusto per mischiare le carte in tavola ed evitare che la linea di Ovechkin vada contro a sbattere contro quella di Crosby, un mix che ha bloccato i capitolini.

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Rientra Brooks Orpik tra gli ospiti, il difensore con più presenze nei Penguins che in questa serie è stato abbastanza disastroso, i padroni di casa rispondono recuperando Maatta inserendo 4 linee affamate e di gran classe.

5 vinte e 10 perse per Pittsburgh nelle 15 gare dove può eliminare l’avversario, non il massimo come statistica ma ogni partita racconta una storia a parte.

Il primo pasticcio della gara è di Pittsburgh con Letang che sbaglia il rinvio e Mike Richards che ha subito una potenziale occasione da gol, il suo tiro è fuori ma spaventa l’arena locale.

Malkin in linea con Kunitz prova a dare la scossa, il russo è a quota zero punti nelle ultime tre gare, cosa insolita per uno della sua classe.

Dopo 5 minuti prova Ovechkin una prima azione ma Lovejoy lo contiene tanto bene da non fargli provare neanche la conclusione, l’intensità si alza come in tutte le precedenti 5 gare, poi entra in azione Phil Kessel, prende il disco dopo una ripartenza, tiro e puck che passa tra le gambe di Karl Alzner e s’infila sul primo palo, gol e boato locale, 1-0 Penguins.

Ancora Penguins, Hornqvist può raddoppiare su assist di Crosby ma Holtby si riscatta e para, la gara prosegue con la velocità di Hagelin e Sheary, Washington prova a riprendersi il ghiaccio ma è letteralmente sorpresa dalla cattiveria dei Penguins, intesa come velocità, intensità e voglia del vincere.

Il primo periodo si chiude col vantaggio di Kessel e senza neanche una penalità, Murray nonostante qualche rimbalzo di troppo non subisce troppi spaventi, tranne un palo esterno dello Zar con angolo ben coperto, Ovechkin continua ad essere isolato e Kuznetsov prosegue nella sua invisibilità, così come Malkin.

Seconda frazione di gioco, si riparte a trecento all’ora, primi tentativi di Washington senza grosse pretese, Hagelin ha il colpo del 2-0 quando raccoglie un passaggio di Malkin, spiazza Holtby con un controllo fortuito tra bastone e pattino ma con la gabbia spalancata tira addosso al portiere dei Caps con un dopio tentativo. Si arriva così al primo power play della partita, una fesseria clamorosa di Orpik che rifila una stecca alta sul disco di Hornqvist con labbro spaccato, una doppia penalità che concede quattro minuti di superiorità che per i Penguins significano prima un palo di Kessel poi ancora Ciccio prende il disco, aggira Holtby e raddoppia, gol di Phil Kessel e 2-0, una sentenza l’ex Maple Leafs.

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Prosegue la superiorità numerica, Maatta tira e Hagelin devia, gol del 3-0, incredibilmente Orpik ha combinato un disastro per i suoi e in 40 secondi Washington prende 2 reti e vede la sua avventura nei playoff ai titoli di coda.

La grande squadra è comunque in grado di far qualsiasi cosa, i Capitals si svegliano solo dopo il palo di Hagelin, un giocatore che è il simbolo della rinascita dei pinguini, la prima penalità ai danni dei padroni di casa è con Fehr in panca puniti, il gioco è quello classico, dentro il disco per le saette di Ovechkin ma lo Zar non riesce a controllare il primo tentativo e Pittsburgh annulla il power play.

Ma lo spot che la Nhl deve mandare in giro per il mondo sceglie un altro capitolo bellissimo, superiorità concessa per uno sgambetto col bastone di Kunitz su Johansson, a un minuto e 30 dalla fine passaggio di Backstrom per T.J. Oshie che al volo fa 3-1 con una bellissima conclusione, nulla è perduto.

I Capitals ci credono, gli ultimi venti minuti sono giocati alla morte, vincere o morire, in questo caso segnare due gol e gli uomini di Trotz provano la rimonta impossibile.

Venti secondi di gioco e subito Burakovsky è solo davanti a Murray con parata del giovane portiere, un gol subito consegnerebbe grande fiducia ma il fortino dei Penguins resiste.

Kessel continua a fare ciò che vuole sbattendo su Holtby primo giocatore a segnare una doppietta dal 2009 nei playoff per i Penguins, prima di lui c’è riuscito Sidney Crosby e lo stesso capitano confeziona un cioccolatino per Sheary ma Holtby effettua una super parata.

Passano i minuti e le speranze di Washington sembrano crollare, un power play di Pittsburgh viene annullato, poi di botto Backstrom trova Justin Williams tutto solo, 3-2 e incredibilmente per il giocatore dei Caps è il gol numero 14 nelle elimination games, a meno 2 da Mark Messier, maestro delle gare che contano.

Sotto di un gol aumenta la pressione dei Caps, Pittsburgh presa dalla paura inizia a concedere troppi power play, prima Kunitz getta il puck tra il pubblico, poi altro “fuori campo” di Bonino con un disco che rimbalza troppo e viene spedito fuori, Washington sono 5 contro 3 e sono al limite, ora o mai più.

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Ovechkin è il pericolo pubblico numero uno, Cullen si lancia sul suo tiro, è una guerra, Murray para un’altra conclusione di Great 8, il pubblico si esalta ma trattiene anche il fiato.

Sembra un delirio, altra penalità ai danni di Pittsburgh appena finisce un power play, sbaglia Ian Cole e terzo disco fuori, incredibile. A questo punto gli Dei dell’hockey decidono che serve il pareggio, servono altre storie a questa incredibile serie, Carlson si scambia con Ovechkin, tutti sullo Zar e botta del difensore, tiro e gol, gol del 3-3, splendido spettacolo in Nhl, gara completamente riaperta, la paura di Ovie frega i padroni di casa in un palazzetto ammutolito.

Ora è una partita a scacchi, chi sbaglia un’unica mossa si gioca il futuro, altra penalità consegnata a Washington con Pittsburgh che cerca il suicidio sportivo in appena venti minuti, Murray salva tutto e l’ultimo minuto di gioco è un respiro che non finisce mai.

Si va all’overtime, morte improvvisa, chiamatelo come preferite, fatto sta che la bellezza dell’hockey è nella sensazione che tutto sia legato ad un filo sottilissimo.

I Penguins rientrano sul ghiaccio col piglio di chi i gol li ha recuperati, non subìti, è da marzo che giocano a mille all’ora e oggi non possono fallire, terza gara su sei che si decide al supplementare.

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Il primo boato è per Sheary che viene sgambettato da Orpik ma l’arbitro lascia correre, poi sembra football, Daley tira una prima volta, una seconda, si grida al gol e arriva un miracolo per Washington, tira Sheary, poi Hornqvist, Holtby è battuto ma Beagle salva sulla linea, è il salvataggio dell’anno, è qualcosa d’incredibile mentre i Penguins già esultavano.

Ora i tifosi locali fanno il conto di tutto,3 gol rimontati grazie a power play consegnati col disco fuori ghiaccio, un salvataggio sulla linea e ora tutti a chiedersi se la Nhl voglia il settimo atto di questa magnifica disputa.

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Lo pensano quasi tutti, Pittsburgh continua ad attaccare, Letang prova un paio di rovesci, Crosby si va a schiantare sull’arbitro ma si prosegue, Washington non riesce a ripartire, stremata dalla fatica vede l’ingresso della linea più assatanata dei Penguins, Hagelin-Bonino-Kessel, l’ex Ducks sfonda per l’ex Maple Leafs, Kessel ancora per Hagelin ,tiro, Holtby non trattiene, arriva Bonino e puck in rete, è finita, è finita, 4-3 per i Penguins, i Capitals sono eliminati, una partita spettacolare dentro una serie magnifica.

I fattori

Se da un lato sono mancati Crosby e Malkin ecco che Pittsburgh ha raccolto il massimo dalle altre linee, Kessel preso in giro quale perdente di lusso si concede una doppietta nella gara decisiva, Bonino segna il gol che elimina Washington.

Sponda Capitals è doloroso e drammatico vedere l’ennesima stagione che finisce anzitempo, ancora una volta Ovechkin non solo non vede la Stanley Cup ma non ci va neanche vicino a giocarsela, la finale di conference sarà tra i Tampa Bay Lightning e i Pittsburgh Penguins, pronti per gara 1 fra due giorni, nella notte del 13 maggio.

One thought on “I sogni dei Caps finiscono contro i Penguins, quelli di Pittsburgh iniziano ora

  1. prima il paradiso, poi l’inferno ed infine di nuovo il paradiso…che mix di emozioni, sono pronto a riviverle con Tampa sperando in un epilogo identico…

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