Avere un discreto portiere nella Nhl è un buon vantaggio, averne uno che è un campione è una sicurezza. Ben Bishop appartiene alla categoria “campioni”, Detroit va a sbattere su lui e viene eliminata in 5 gare, dando un triste addio alla fine di un ciclo nella National Hockey League.

Tampa Bay @ Detroit gara 4 (2-1)

I Red Wings si affidano alla Joe Louis Arena per rimettere la serie in pari, lo stemma al centro del ghiaccio ha il numero 25, gli anni consecutivi ai playoff, la miglior striscia positiva di una franchigia in tutti gli sport a stelle e strisce.

25 anni

I presupposti però non sono favorevoli ai padroni di casa, 5 minuti e power play per Tampa, Kucherov raccoglie i frutti del lavoro di Johnson, il suo tiro non è irresistibile ma Mrazek è incerto e accompagna il puck in rete.

Bishop parte con lo spiegare a Smith che oggi non è serata e inizia una compilation di parate che irritano i padroni di casa, mentre sempre in superiorità numerica Tampa spiega a Detroit come si sfrutta l’uomo in più, azione velocissima con Drouin e Garrison che cambiano più volte il fronte d’attacco da una parte all’altra, segnare spetta poi ancora a Kucherov, quinto gol nella serie e grosso disorientamento nel reparto arretrato dei Red Wings.

kucherov g4

Ma mai dar per morti le Ali Rosse, sul finire del secondo tempo Glendening scende agevolmente sul lato sinistro del ghiaccio, aggira la gabbia e offre a Helm il disco del 2-1.

A 8.4 secondi dalla fine del secondo periodo disco recuperato da Sheahan e assist per Gustav Nyquist, pareggio, 2-2 e tutto da rifare.

Larkin fa gridare al gol l’arena locale, la rimonta sarebbe completa ma il palo però dice di no ed è la premonizione che qualcosa non va.

A 3 minuti dalla fine, Drouin ha il tempo di fermare il disco, guardare al centro e passare per Palat smarcato, gol del 3-2 e Tampa che espugna Detroit.

Gli ultimi assalti sbattono su Bishop che ferma 26 tiri totali, godendosi i suoi Lightning in power play, 2 gol in superiorità, invece totale disastro sul fronte Red Wings con l’uomo in più, 1 gol su 21 tentativi nella serie.

Detroit @ Tampa Bay, gara 5 (1-3)

Lo scorso anno ci vollero 7 gare e un paio di spaventi mondiali per Tampa nella sfida con i Red Wings ma l’ultima gara fece registrare un 2-0 con una prestazione stellare di Ben Bishop e via alla cavalcata che fece sfiorare la Stanley Cup.

12 mesi più tardi stesso copione, ancora una volta Bishop chiude la gabbia e fa accomodare i Lightning al secondo turno, facendo dimenticare per un attimo che Steven Stamkos non è della gara e forse dei playoff.

Per vincere, entrambe le squadre devono ignorare che la serie è sul 3-1, il primo spavento alla porta dei Lightning lo consegna Pavel Datsyuk, l’Artista meriterebbe il gol ma il palo non è dello stesso avviso e la storia della Nhl non scrive un capitolo magico.

Fronte opposto Mrazek dopo aver superato Howard nelle gerarchie dei portieri ferma Garrison, in un primo periodo di studio senza affondi decisivi.

La seconda frazione vede lo show dei portieri sfidati uno contro uno, Bishop ferma in azioni così Sheahan ed Helm, poi anche Larkin si arrende a Big Ben.

bishop

Tutto sembra procedere verso l’overtime, ma a 1:44 dalla fine accade l’imponderabile, Mrazek va per controllare un disco dietro porta e rilanciarlo, il ghiaccio non è perfetto e il disco diventa incontrollabile, pressione di Ryan Callahan che ruba il puck, lo mette al centro e gol di Alex Killorn, il decimo del trio con Johnson e Kucherov.

La clamorosa indecisione di Mrazek chiude il sipario ai playoff di Detroit, Bishop chiude con 34 parate incluso il disperato tentativo di Glendening a 2 secondi dalla fine.

killorn

I Lightining avanzano cosi al secondo turno dove affronteranno la vincente di Florida-NY Islanders.

I Red Wings non sfruttano mai nella serie il power play e pur tirando 160 volte contro le 138 di Tampa non riescono a far molti gol, con nessun giocatore a quota 2 reti in post season.

datsyuk

Ai titoli di coda la carriera di Pavel Datsyuk, lui, un po’ come Totti a Roma, è di quei giocatori che si vorrebbe sempre vedere sul ghiaccio o in campo, chiedergli “one more year” è un obbligo per lo spettacolo di uno degli interpreti più divertenti dell’hockey recente, tributargli invece un caloroso applauso è invece un doveroso piacere qualora non cambiasse idea.

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