I Dallas Stars sono al comando della equilibratissima Western Conference NHL. Se a Est i giochi sono giá chiusi (Washington comanda con 95 punti, ben 17 in piú dei Florida Panthers), a Ovest il campionato é decisamente piú equilibrato e divertente.

Dallas ha un punto  di vantaggio su Chicago, ma con una partita disputata in meno. San Louis e Los Angeles sono ancora in corsa dietro di loro, ma sappiamo che tutto poi verrá deciso ai playoff.

Difficile al momento capire chi riuscirá a diventare campione di lega. Chicago rimane al momento la grande favorita per la vittoria alla fine della regular season. Sicuramente piú abituata a vincere, la formazione dell’Illinois puó contare sulla grande esperienza e sulla tradizione di una squadra vincente, giá campione NHL nella scorsa stagione.

Dallas invece é una franchigia relativamente nuova. Se come Stars esistono infatti dal 1967 quando la base era a Minnesota, é solo dal 1993 che la capitale del Texas é diventata la casa madre del club.

Poco piú di 20 anni di storia, nessun titolo recente (gli unici trofei risalgono al al lustro vincente 94-99 in cui vinsero 5 volte la Pacific Division e alzarono una Stanley Cup nel 1999) e fuori dai playoff nelle ultime cinque edizioni, passate galleggiando a metá classifica di conference, gli Stars stanno vivendo oggi il loro grande sogno e, siamo sinceri, in pochi credevano nella possibilitá di un simile exploit.

Che cosa é successo in questa stagione? Proviamo a capire meglio i motivi di un’annata strepitosa, perché non si vincono 38 partite in regular season per caso, tenendo alle spalle corazzate come Chicago, Los Angeles e St. Louis.

IL MURO FINLANDESE

Uno dei grossi problemi di Dallas nelle ultime stagioni era stato il numero eccessivo di gol subiti. Il portiere titolare Liethonen ha attraversato momenti difficili lo scorso anno e la sua affidabilitá é stata giustamente messa in discussione.

Per questo motivo, la societá in estate é intervenuta  ingaggiando un nuovo portiere.  Dallas ha voluto puntare su un altro finlandese, Annti Niemi, giá campione del 2010 con la maglia di Chicago.

L’arrivo di Niemi é servito anche a far ritrovare serenitá al suo connazionale, tornato a giocare su ottimi livelli. I due goalies, protetti da un reparto davvero roccioso, hanno assicurato a Dallas un’affidabilitá sconosciuta fino a quest’anno e i risultati sono evidenti.

IL FATTORE DIVISION

Un’altra grande novitá rispetto alla stagione passata, sono i risultati nelle partite di Division. Dallas fa parte della Central Division, senza ombra di dubbio la piú ostica in NHL.

Il rendimento degli Stars non era mai stato all’altezza, quasi sempre tra le ultime nella Division, storicamente dominata da Chicago, Colorado o St. Louis. In questa stagione qualcosa é cambiato. I biancoverdi hanno inanellato successi su successi nella Central, assicurandosi un buon vantaggio per il finale di stagione in giocheranno prevalentemente partite fuori dalla divisione.

LA STRANA COPPIA

Poche squadre possono contare su una coppia di giocatori cosí decisiva come Benn e Seguin. I due canadesi sono stati capaci, fino a qui, di realizzare un totale di 135 punti: 32 gol e 37 assist per il primo; 31 gol e 35 assist per il secondo. Numeri impressionanti.

In particolare, Jamie Benn sta trascinando la squadra anche grazie alla sua incredibile esperienza. Giá parte dell’All Star Game, medaglia d’oro a Sochi 2014, l’ultimo tassello di una carriera straordinaria sarebbe il titolo da capitano con Dallas e sicuramente fará di tutto per andarselo a prendere.

I NUOVI ARRIVI, USATO SICURO

L’impatto dei giocatori arrivati nella scorsa sessione di mercato é stato ancor piú decisivo di quanto in Texas si aspettassero. In particolare i nuovi arrivi, uno per ruolo,  sono stati fino ad ora una delle armi in piú per Dallas.

Niemi in porta, di cui abbiam giá parlato, Johnny Oduya in difesa e Patrick Sharp in attacco hanno portato grande esperienza e personalitá in uno spogliatoio per nulla abituato a stare ai piani alti.

Oltre agli aspetti caratteriali, contano i numeri: Sharp, dopo dieci anni a Chicago e 3 Stanley Cup, a 34 anni si pensava che potesse avere la pancia piena. Invece il canadese sta disputando una stagione strepitosa, con 17 gol e 21 assist in 61 partite.

Sempre da Chicago, é arrivato lo svedese Oduya, medaglia d’argento nelle ultime Olimpiadi. Un altro tassello fondamentale nel roaster di Dallas, che ha aiutato a costruire la solida difesa di cui abbiamo parlato prima.

Come in tutti gli sport, le squadre sulla carta meno attrezzate che ottengono ottimi risultati suscitano sempre grande simpatia. E’ il caso di Dallas. Dopo qualche passo falso nelle ultime partite, la squadra di coach Lindy Ruff ha ritrovato la vittoria nell’ultimo turno, battendo 5-3 a domicilio i Winnipeg Jets.

La “rivincita” in Texas domani notte e, quindi, un’altra buona occasione per continuare a sognare e allungare su Chicago.

 

One thought on “Dallas Stars, quanto puó durare una favola?

  1. Se non ricordo male, prima del campionato avevo letto su questo sito che Dallas aveva fatto un’ottima campagna di rafforzamento e si era mossa bene fra veterani e giovani. Evidentemente il lavoro sta pagando nel modo giusto.
    Let’s Go Stars!

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