Giunti ad 1/8 di Regular Season disputata e quasi un mese di vita vissuta solo e soltanto di notte, il team di PlayItUsa come di consueto vi delizia con le puntuali analisi su ciò che è accaduto sin’ora in ognuna delle quattro Division presenti nella Lega.

Quest’oggi parleremo della Division con la minor percentuale di vittorie di tutte (32 W totali a confronto delle 44 W presenti fra i team della stratosferica Central Division!), ossia la zona del Pacifico, dove sono clamorosamente in fondo le due squadre che molti davano favorite, Calgary ed Anaheim infatti, con problemi differenti, sono i fanalini di coda di questa Division condita da sorprese, sia negative come in questo caso, che positive, che ora andremo a raccontare.

Partiamo dai Los Angeles Kings attualmente primi della Division con 14 punti (7W-3L)…

…dopo la partenza disastrosa condita da tre sconfitte in altrettante gare (San Jose, Arizona e Vancouver con 2 sole reti segnate!) che aveva fatto crescere i dubbi da parte di molti addetti ai lavori riguardo le vere potenzialità di questa squadra (per alcuni data addirittura come favorita per la riconquista della Stanley Cup, mentre per altri, data in un rapido declino verso gli abissi della classifica per svariati motivi che non andremo ad affrontare perché soggettivamente la penso in maniera diversa) la franchigia californiana ha decisamente pigiato il piede sull’acceleratore cominciando a vincere senza smettere più.

Coach Darryl Sutter notando la sterilità del reparto avanzato ha immediatamente spostato delle pedine nello scacchiere offensivo per provare a migliorare il rendimento sia dei singoli, sia della “chemistry” fra compagni; ebbene, tali movimenti hanno avuto sin da subito le risposte che si attendeva.

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Tyler Toffoli con 9 marcature è il miglior realizzatore dei Kings; di altissimo livello la linea con Carter e Lucic

Tyler Toffoli e Jeff Carter sono sicuramente due fra gli artefici del filotto di vittorie consecutive messo a segno dai Kings (7 di cui 3 in trasferte piuttosto complicate con San Jose, Edmonton e Winnipeg), il giovane Tyler ha infilato le porte avversarie per ben 9 volte, mentre il veterano Jeff è andato a segno 4 volte, mettendo a referto inoltre 6 assist.

L’ultimo arrivato Milan Lucic è stato spostato in questa linea dopo un inizio davvero pessimo nella linea composta da Kopitar e Gaborik e da quel momento ha ingranato la quinta, come si suol dire, facendosi notare nel tabellino dei marcatori anzichè di quello dei “puniti”.

Anze Kopitar, che ha infilato le porte avversarie in 3 occasioni (una delle quali decisiva contro Minnesota all’OT), va a comporre la seconda linea offensiva con il capitano Dustin Brown ed il giovane talentuoso Tanner Pearson; una linea tutta nuova provata e piaciuta nelle ultime 3 gare disputate, dopo un’iniziale partenza con Marian Gaborik (nota negativa del team, il suo declino è preoccupante) al posto del sopracitato Pearson.

Dopo gli iniziali disastri a livello difensivo il team di Sutter ha ritrovato quella stabilità e quella copertura di un tempo ed un Jonathan Quick finalmente sicuro nel net dopo la deludente passata stagione; sono solamente 7 le reti subite nelle ultime 5 partite dal portierone che ha blindato la gabbia con una media parate pari al 95,2% ed uno shutout (a Colorado) nel bilancio e riportato la squadra ad essere una delle migliori difese della NHL con solamente 21 reti subite (seconda dietro solamente ai New York Rangers ed ai Pittsburgh Penguins appaiati al primo posto con 20 reti subite).

A distinguersi nel reparto arretrato (oltre al solito Drew Doughty che guida le statistiche degli assist a quota 7) è Christian Ehrhoff: nell’ultima stagione aveva deluso tutti in quel di Pittsburgh, ma sino ad ora sta dimostrando di poter ancora competere ad ottimi livelli se il suo fisico “di cristallo” manterrà a lungo termine questa forma ed integrità; il suo apporto fondamentale nella zona a cui gli compete (specialmente dopo la perdita ufficiale di Slava Voynov rientrato in patria dopo 1 anno a dir poco burrascoso) si aggiunge una buona presenza in zona offensiva in situazione di powerplay, dove i Kings però non eccellono con un sufficiente ma non eccezionale 18,2% di realizzazione.

Con gli stessi punti dei Kings ma con 1 partita disputata in più troviamo i Vancouver Canucks (5W-2L-4OTL)…

Il team di Desjardins è una delle 3 sorprese presenti in questa Division.

Dati da tutti come una squadra in declino e con delle presunte idee da parte della dirigenza di “rebuild” in testa viste le cessioni estive e l’inserimento di elementi meno esperti (rookies) in line up ci si sarebbe aspettata una partenza diversa, probabilmente più difficoltosa rispetto a ciò che il team della British Columbia sta mostrando.

Se è vero che hanno vinto solamente 5 partite delle 11 disputate, è altrettanto vero che i Canucks risultano essere una squadra terribilmente difficile da battere, 4 delle 6 sconfitte infatti sono arrivate all’overtime, tallone d’Achille sino ad ora di questa squadra dove regna ancora l’egemonia dei gemelli Sedin, veri trascinatori della zona offensiva (rispettivamente 9 punti per Daniel e 6 per Henrik).

Si è inserito ottimamente anche l’ultimo arrivato da Pittsburgh, Brandon Sutter, (scambiato per Nick Bonino che non aveva convinto la dirigenza e dopo 1 solo anno in casacca Canucks è stato ceduto) centro utile sia come realizzatore (3G-4A) che come pedina al penalty kill, fondamentale dove Vancouver eccelle risultando essere la terza squadra della Lega con un 90% di “uccisione” dei powerplay avversari.

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Brandon Sutter scambiato per Nick Bonino con i Penguins è risultato essere un’affarone per i Canucks alla ricerca di un attaccante utile anche nel penalty kill

Ryan Miller in gabbia ha disputato ben 10 delle 11 partite giocate dai Canucks ed il suo rendimento è piuttosto buono con un 92,3% di SP, ma sarà il caso di dare del riposo talvolta all’ormai non più giovane goalie statunitense che ad ogni modo è ben sorretto da una difesa che ha assorbito la partenza di Bieksa in quel di Anaheim senza grosse ansie e risulta piuttosto sicura.

Il backup ex Edmonton Oilers Richard Bachman ha ben esordito in quel di Glendale venerdì parando 28 dei 31 tiri ricevuti e portando a casa la W alla sua prima uscita stagionale.

I giovani McCann e Virtanen stanno momentaneamente trovando spazio in line up, guadagnatosi anche per merito di 5 goal per il primo e 2 assist per il secondo; menzione d’onore anche per il ritrovato Alexander Burrows, autore di un ottima partenza di stagione condita da 3 goal e 5 assist.

Non ha invece ancora ingranato la marcia Radim Vrbata rispetto alle prestazioni dell’anno passato; il 34enne ceco ha totalizzato solamente 3 reti e 2 assist con un insufficiente -5 di plus/minus.

Se Vancouver sta sorprendendo, la partenza dei San Jose Sharks (12 punti, 6W-5L) non è stata inferiore, anche se dopo un inizio a cento all’ora hanno rallentato la loro corsa…

Proprio così, gli Sharks sono volati in testa alla classifica con una partenza stratosferica condita da 4 vittorie in altrettante gare disputate; da quel momento in poi 2 sole W e cinque sconfitte per il team allenato dal nuovo coach Peter deBoer arrivato dopo l’esperienza ai Devils.

Una cosa che possiamo dire riguardo agli Sharks è che sicuramente la manovra in zona difensiva è migliorata molto rispetto al passato ed il goalie Martin Jones, arrivato con tutti i dubbi del caso, sta dimostrando di saperci fare anche come starter e non solo come backup; ben 2 shutout per il giovane portiere ed una media del 93,2% di SP, niente male per un ragazzo che sino a pochi mesi fa scaldava la panchina in quel di Los Angeles a discapito di Quick.

The San Jose Sharks goalie Martin Jones (31) celebrates a 2-1 win against Vancouver Canucks' in the third period of an exhibition game at SAP Center in San Jose, Calif., on Tuesday, Sept. 29, 2015. (Josie Lepe/Bay Area News Group)

Martin Jones, arrivato da Los Angeles con qualche scetticismo, sta rispondendo con grandi prestazioni e una sicurezza da grande portiere

Per il reparto offensivo cito l’importanza di Joel Ward, la possente ala di colore arrivata da Washington sta dando la profondità che ci si aspettava al gioco d’attacco e quella certezza di una quantità industriale di goal sporchi di fronte alla gabbia (sono già 7 per lui in questo inizio di stagione) che tanto mancava agli squali della California.

Inutile nascondere che le fortune degli Sharks quest’anno dipenderanno molto dall’apporto dei 3 tenori avanzati e dal barbuto difensore presenti in rosa; Joe Pavelski, Joe Thornton e Patrick Marleau in avanti e Brent Burns dietro sono l’anima di questa squadra che dopo la cocente delusione vissuta la passata stagione (dodicesimo posto in Conference e niente playoff) proveranno a trascinare i compagni alla conquista di uno dei primi tre posti di una Division quanto mai sorprendente.

Appena dietro agli Sharks troviamo la vera sorpresa positiva della Pacific Division, gli Arizona Coyotes (11 punti; 5W-5L-1OTL) dati da tutti come vittima sacrificale stanno disputando un inizio di stagione piuttosto soddisfacente rispetto alle previsioni nonostante un goalie che lascia a desiderare…

Coach Dave Tippett non ha voluto affrettare l’inserimento in line up della terza scelta all’ultimo Draft Dylan Strome mandando il ragazzino a farsi le ossa nel team affiliato, “accontentandosi” così di gustarsi la crescita di Max Domi ed Anthony Duclair, il duo di teenager sta facendo le fortune della squadra del deserto sia a livello realizzativo (5G-6A per il primo e 5G-2A per il secondo) che a livello qualitativo.

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Il talento cristallino di Max Domi sta trascinando i Coyotes nei piani alti della Division; con lui, anche Duclair ha un rendimento da top player

Max Domi principalmente risulta davvero essere un lusso in questa NHL, i suoi movimenti sono difficili da prevedere per ogni difensore della Lega e la sua visione di gioco gli consente di scegliere quasi sempre la cosa giusta da fare in ogni determinato momento, lo dimostra il fatto di aver assistito i compagni per ben 6 volte e lo dimostra il fatto di avere la statistica dei plus/minus con un bel +3; diciamo che quando sul ghiaccio c’è Domi, Arizona si trasforma.

Purtroppo per i Coyotes però il goalie Mike Smith dopo un inizio devastante condito dallo shutout messo a segno ad Anaheim che aveva fatto ben sperare sta tornando a parare con una percentuale molto preoccupante, per lui infatti un disastroso 75,5% di SP nelle ultime 5 gare disputate condite da 1 sola W (l’altra vittoria di franchigia ha portato la firma del backup Lindback).

Per restare fra le migliori della Division Arizona avrà sicuramente bisogno anche del suo portiere che nonostante la presenza in zona difensiva di ottimi elementi quali Ekman-Larsson, Stone e Michalek sta decisamente deludendo le aspettative.

Ultima menzione d’onore per la squadra del deserto per Martin Hanzal (attualmente out per un piccolo infortunio), il possente centro ancora a secco di goal in stagione ha il merito di aver assistito i compagni in occasione di ben 10 marcature.

Dietro agli squali troviamo gli Edmonton Oilers (8 punti, 4W-8L) trascinati da tutto il talento della First Pick Overall Connor McDavid che con 5 goal e 7 assist (buona media di 1 punto a partita) sta contribuendo sin da subito alla risalita dagli abissi (ma non troppo…) toccati nelle ultime stagioni del team dell’Alberta…

“The Next One” come previsto non ha per nulla patito il salto dall’Ontario Hockey League alla NHL e dopo 12 gare disputate sta prendendo per mano la propria squadra, riportando ad alti livelli tutto il talento andato perduto nell’ultima stagione di Nail Yakupov (2G-8A) e la vena realizzativa di Benoit Pouliot (3G-4A) con i quali compone la prima linea della franchigia.

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Tutti con Connor: con lui in linea Yakupov e Pouliot stanno rendendo al massimo

Anche Taylor Hall e Ryan Nugent-Hopkins hanno beneficiato dell’arrivo del fenomeno McDavid, spostati in seconda linea infatti il duo di ex prime scelte stanno migliorando le loro statistiche rispetto al passato.

Se il reparto offensivo a sprazzi incanta il palcoscenico, ciò che è rimasto tale in quel di Edmonton è la zona difensiva: l’arrivo di Andrej Sekera non ha giovato quanto ci si aspettava e lo strapagato Oscar Klefbom nonostante 1G e 4A registra un pesante -5 nella statistica plus/minus.

Gli Oilers subiscono una media di 3,25 goal a partita, troppi anche per una squadra che ha un buon apporto offensivo, ma a nulla serve segnare 4 reti se poi ne subisci 5 (gara contro Calgary insegna!).

I due goalie Cam Talbot e Anders Nilsson parano con un sufficiente 90% di SP, ma non sono di certo loro che possono spostare l’ago della bilancia; purtroppo in questo inizio di stagione abbiamo rivisto gli errori dell’anno passato in zona difensiva con marcature totalmente dimenticate ed uscite di terzo sbagliate che lasciano spesso il goalie a tu per tu con l’attaccante avversario in una situazione quanto mai difficile.

Su questo fondamentale dovrà lavorare a lungo coach McLellan anche se sappiamo tutti che il problema vissuto a San Jose lo scorso anno (squadra allenata precedentemente dall’attuale coach di Edmonton) è stato lo stesso e gli Sharks hanno vissuto la più classica delle annate “senza gloria, ne lodi”, un po’ quello che a mio modo di vedere vivranno quest’anno gli Oilers nonostante dei miglioramenti più che ovvi dopo anni di First Pick al Draft portate in cantiere…

Arriviamo al “dunque” della Pacific Division… due squadre stanno deludendo in maniera enorme le aspettative, i Calgary Flames (7 punti, 3W-8L-1OTL), dopo la sorprendente qualificazione ai playoff della passata stagione, stanno vivendo la classica sindrome da appagamento? E gli Anaheim Ducks (6 punti, 2W-7L-2OTL), dati da tutti come pretendente (me compreso!) al titolo, per quale motivo sono ultimissimi nella Lega? 

Partiamo dagli ultimi, quindi, gli Anaheim Ducks. La squadra di coach Boudreau (che per molti non riuscirà a “mangiare il panettone” quest’anno) sta vivendo un momento difficilissimo parzialmente interrotto dalla vittoria casalinga sui Nashville Predators (4-2) di questa notte.

Della squadra vista lo scorso anno possiamo dire che non funziona praticamente nulla.

Il reparto offensivo è un disastro con sole 14 reti realizzate in 11 partite e 5 shutout subiti (!!!) e ad accentuarne il problema è arrivato come tempesta nel bagnato il problemino di appendicite che ha colpito il capitano Ryan Getzlaf (0G-1A, plus/minus -5 in 8 gare per lui) che lo terrà fuori per una decina di giorni ancora.

Oct 26, 2015; Chicago, IL, USA; Anaheim Ducks head coach Bruce Boudreau watches the action during the first period against the Chicago Blackhawks at the United Center. Mandatory Credit: David Banks-USA TODAY Sports

Boudreau osserva lo scoreboard in quel di Chicago dove la sua squadra ha subito il quinto shutout stagionale in 10 gare!!

Nessuna delle quattro linee funziona come ci si sarebbe aspettato, in particolare la prima linea (composta dal capitano, dal cannoniere Corey Perry e dall’ultimo arrivato via Rangers Carl Hagelin) non ha combinato nulla di buono totalizzando in tre la miseria di 6 punti ed una media di plus/minus pari a -5!

Notevole il calo di rendimento patito anche da Ryan Kesler, centro della seconda linea, colui che ha spostato l’ago della bilancia nella passata stagione in positivo per i Ducks in questo inizio di 2015/16 sta davvero deludendo con 2 soli assist a referto ed un preoccupante -7 di plus/minus.

Coach e GM della formazione californiana si aspettavano inoltre il salto di qualità definitivo per Jakop Silfverberg (autore di playoff ad altissimo livello la passata stagione) che invece sta soffrendo come tutti questa partenza davvero negativa.

Jiri Sekac e Rickard Rakell forse sono le uniche note positive: i due giovani attaccanti si trovano piuttosto bene nella terza linea che risulta essere a sorpresa la più produttiva del team californiano.

La zona difensiva si ritrova con 28 reti sul groppone, che non sono neanche tantissime se la produzione offensiva fosse migliore… ma la cosa esasperante è che la linea migliore risulta essere la terza, quella formata momentaneamente da Vatanen e Stoner, coppia che però va ad affrontare le linee avversarie offensive così dette “bottom”, ossia le terze/quarte.

I grossi problemi riguardano una prima linea difensiva ed una seconda linea quanto mai ballerina, con errori pacchiani firmati dal solito criticatissimo Cam Fowler e dal neoacquisto Kevin Bieksa che anzichè portare esperienza sta portando confusione ed incertezze.

In gabbia le cose non vanno meglio poichè Frederik Andersen è riuscito solamente all’ottavo tentativo a conquistare la tanto sospirata W, e se è vero che talvolta compie dei miracoli è altrettanto vero che talvolta si addormenta causando goal evitabilissimi (vedi la rete decisiva di Parayko in Blues-Ducks di giovedì) ed il backup Anthon Khudobin (1W per lui in 3 gare stagionali) para con un’insufficiente media del 87,5%  e non da alcuna sicurezza per il prosieguo della stagione; che sia il caso di richiamare il giovane John Gibson dai San Diego Gulls?

Vedremo se il fatto di disputare fra le mura amiche 5 delle prossime 6 partite consentirà ai Ducks di scalare qualche posto in classifica, i primi 2 punti sono arrivati questa notte come manna dal cielo, ora sta a Boudreau cercare di spronare il suo team a dare il meglio di se per risolvere una situazione quanto mai intricata ed imprevista-

A mio modo di vedere i Ducks sapranno tornare quell’inarrestabile formazione vista nelle ultime stagioni solo e soltanto se ogni giocatore presente in lineup capirà di dover dare in ogni gara tutto se stesso, perchè per la prima volta dopo tanto tempo questa squadra sta soffrendo mentalmente le gare anche in Regular Season e non soltanto ai playoff, vero Tallone d’Achille del team di Anaheim.

Se per gli Anaheim Ducks abbiamo puntato il dito sul reparto offensivo, ora che andremo ad affrontare la seconda delusione di Division non possiamo fare altro che mettere dietro la lavagna il reparto difensivo, i Calgary Flames infatti sono la peggiore difesa dell’NHL con 49 reti subite in sole 12 partite con una media di 4,08 goal a partita!

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Dougie Hamilton: il suo arrivo aveva fatto gridare al “colpo grosso” in quel di Calgary…ma non sta mantenendo per il momento le grandi aspettative

Pensare che il reparto difensivo pareva essersi rinforzato nel mercato estivo visto l’arrivo del talentuoso Dougie Hamilton da Boston, ma il 22enne canadese sta deludendo le aspettative alla stragrande e sino ad ora si ritrova con una statistica plus/minus imbarazzante di -9, inferiore solamente a quella di Kris Russell (-14!) che sta subendo un involuzione catastrofica rispetto al rendimento avuto la passata stagione.

Capitan Giordano fa quello che può in questa situazione quanto mai difficile e risulta essere il migliore dei 6 con un pur insufficiente ma meno pesante -5 di plus/minus e quanto meno è stato determinante con una doppietta per 1 delle 3 sole vittorie portate a casa dal team di Bob Hartley contro i Detroit Red Wings (3-2 all’OT).

Se la difesa non difende, i portieri non parano in quel di Calgary; i Flames si ritrovano con il disastroso starter Jonas Hiller (86,1% di SP per lui) ai box per un infortunio subito nella gara di mercoledì contro i Senators persa subendo 4 reti nella pochezza di 17 conclusioni ricevute che dovrà restare ai box per almeno una decina di giorni; momentaneamente dunque il backup Karri Ramo, dopo che appena 1 settimana fa era stato spedito nei Waivers a seguito di un inizio di stagione imbarazzante, è stato richiamato dagli affiliati Stockton Heat per difendere la gabbia ed ha conquistato, per sua fortuna, la prima W in stagione contro Edmonton nonostante abbia parato con una media misera dell’82,6%. La speranza di trovare in Joni Ortio quell’affidabilità andata perduta nei 2 principali goalie di franchigia è l’obiettivo di coach Hartley, ma la prima uscita stagionale per il 24enne finlandese è risultata essere un fallimento (80,6% di SP nella sfida persa malamente 2-6 contro Montreal)…insomma di 3 goalie presenti in rosa non se ne trova uno di buono e che pari con una media decente!

Meno grave la situazione in attacco, che però non ha ancora trovato lo smalto della stagione scorsa quando il powerplay era inarrestabile ed ora concretizza solamente il 14,7% delle occasioni ricevute; il problema è, e forse sarà, dover segnare parecchie reti ad ogni gara se si vorranno portare a casa dei punti in questa stagione se la difesa continuerà a fare acqua da tutte le parti.

Obiettivamente ci si aspettava qualcosa di più dall’unico acquisto effettuato nell’estate, quel Michael Frolik che tanto bene aveva fatto a Winnipeg (3G-5A sin’ora per lui, ma tutti e 3 i goal segnati nella stessa gara, sabato contro Edmonton); mentre Johnny Gaudreau, Sean Monahan e Jiri Hudler con 29 punti in 3 stanno cercando di tenere a galla il team dell’Alberta non senza difficoltà.

Nella nostra preview avevamo parlato di come sarebbe stato difficile ripetere l’incredibile cavalcata della passata stagione dei Flames per mille motivi, uno dei quali e da non sottovalutare il fatto di dover affrontare le squadre avversarie con un “peso specifico” diverso; quest’anno infatti chiunque affronti Calgary sa benissimo a cosa va incontro, non si immagina più di dover giocare contro la squadra bistrattata e poco convinta delle stagioni 2012/13 e 2013/14.

Per coach Hartley dunque ci sarà la dura prova di dover o poter cambiare qualcosa, anche stravolgendo le linee, per cercare di dare nuova linfa ad una rosa ricca di talento attualmente non del tutto espresso o quanto meno ben neutralizzato dalle formazioni affrontate.

Nel mese di novembre i Flames dovranno affrontare la bellezza di 7 trasferte su 11 partite da disputare, direi che dopo queste sfide potremmo saperne di più su quale tipo di stagione andranno ad affrontare le fiamme (attualmente spente) di Calgary.

Per la prima “review” è tutto, a presto per un’altra oculata circospezione della Pacific Division!

KEEP CALM AND WATCH THE NHL!!!

One thought on “LA PACIFIC DIVISION DELLE SORPRESE

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