L’alba di una nuova era sta per iniziare in Nhl, molti lo pensano, Wayne Gretzky ne è sicuro.

Nessuno meglio del The Great One può tenere a battesimo Connor McDavid, classe 1997, con tutta probabilità a Edmonton, squadra che Gretzky ha reso grande, debuttandoci nel 1979.

“E’ certamente un giocatore-franchigia, uno che può rappresentare degnamente gli Oilers, il miglior prospetto che arriva in Nhl negli ultimi 30 anni, al pari di Mario Lemieux e Sidney Crosby” ammette Gretzky, “Connor può sicuramente cambiare le fortune di una franchigia e tutto il Canada lo seguirà con curiosità, anche le franchigie rivali di Edmonton”.

A 18 anni McDavid ha già siglato 44 gol e 120 punti in appena 47 partite ed era dai tempi di Crosby che non vi era una forte eccitazione per il draft del 2015, una prima scelta capitata agli Oilers dopo che nel triennio 2010/2012 arrivarono in sequenza tre numeri uno, solo come scelta, rispettivamente Taylor Hall, Ryan Nugent-Hopkins e Nail Yakupov col risultato che l’ultima volta che hanno visto Edmonton ai playoff correva l’anno 2006.

Una scelta per Edmonton che già paragonano al debutto di Gretzky: “Buon per McDavid essere paragonato a me”, dice il recordman della Nhl, “Ai miei tempi mi paragonavano costantemente a Gordie Howe e questo per me era un orgoglio assoluto, speriamo possa migliorare i miei 2.857 punti e batta qualcuno dei miei 61 record, ha talento e furbizia per riportare a Edmonton la Stanley Cup”, meglio di cosi come benedizione non si può chiedere.

Wayne Gretzky però spiega un’altra cosa che non ha in comune con McDavid, “L’anno in Wha, quella lega era sicuramente molto più difficile dell’attuale Ohl dove gioca Connor, cosi il salto per me tra i pro fu un attimo più semplice avendo un ottimo trampolino di lancio, inoltre in squadra avere gente come Messier, Coffey e Fuhr ha reso tutto semplice”.

Edmonton è dunque eccitata per mettere la sua maglia su Connor McDavid, ma, se non fosse cosi?

In molti infatti si stanno chiedendo se vi sia la possibilità che gli Oilers possono scambiare la loro scelta numero 1 con qualche trade fantasmagorica, un po’ sulla falsariga dei Canadiens 1984 che offrì l’intera squadra ai Penguins in cambio di Lemieux e su questo punto Gretzky spiega: “Non si scambia un giocatore che ti trascina la squadra per 15 anni, non lo ha fatto Pittsburgh né con Lemieux né con Crosby, non lo farà neanche Edmonton che offre a McDavid un ambiente tranquillo dove crescere, perché se lui è l’uomo franchigia gli verrà perdonato tutto e saranno pazienti”.

Esiste però un precedente che fa storia.

Anno 1991, i Quebec Nordiques hanno la scelta numero 1, come 12 mesi premi quando ingaggiano Owen Nolan, il prospetto in questione è, tanto per cambiare, “The Next Gretzky”, all’anagrafe Lindros Eric dagli Oshawa Generals, 149 punti in 57 partite e “solo” 189 minuti di penalità.

Ebbene Lindros rifiuta i Quebec Nordiques (a differenza della sola faccia triste di McDavid) e nella squadra canadese non giocherà mai, andrà ai Philadelphia Flyers in cambio di Peter Forsberg, Steve Duchesne, Kerri Huffman, Mike Ricci, Ron Hextall, la prima scelta al draft 1993 che sarà Jocelyn Thibault e 15 milioni di dollari, uno degli scambi più squilibrati della Nhl, soprattutto per le due Stanley Cup che arriveranno ai futuri Avalanche mentre a Philadelphia la coppa l’aspettano dal 1975, nonostante l’era Lindros.

 

 

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