Una battaglia, una guerra sul ghiaccio tra Washington e New York, alla fine passano i Capitals ma ci vogliono 7 partite per dare un vincitore a questa emozionante sfida del primo turno dei playoff 2015, la decide un russo, non bomber Ovechkin ma Evgeny Kutznesov.

Washington @New York, gara 6 (3-2)

Nessuno ancora lo sa, ma questa è l’ultima gara di hockey Nhl nel glorioso Nassau Coliseum, casa delle 4 Stanley Cup ad inizio anni 80, quando l’arena era conosciuta come Fort Neverlose.

Giusto allora lasciare il palcoscenico con una vittoria, nella iniziale bolgia eccezionale gli Isles entrano sul ghiaccio intimidendo con le cariche Washington, i Caps capiscono ben poco all’inizio e sono costretti a capitolare già dopo 7 minuti quando Tavares viene liberato dall’assist di Strome, si sistema il disco e batte Holtby.

L’inquadratura rende ancora omaggio al Coliseum, ai numeri ritirati e appesi in bella mostra, qui si è fatta una fetta di storia Nhl, Potvin, Gilles, Trottier, Bossy, Nystrom e Smith, gli unici sei a sapere che i loro rispettivi numeri, 5,9,19,22,23 e 31 hanno emozionato e reso gloria immortale ai tifosi degli Islanders.

I Capitals non hanno una tale storia di prestigio, ancora nessuna Stanley Cup, annali con statistiche drammatiche, cosi tentano di scrivere un nuovo capitolo di prestigio, Ovechkin e Johansson provano a scuotere Halak in power play che para di tutto o quasi, perché Carlson a 5” dalla fine del 1°periodo riesce a trovare il pareggio, 1 a 1.

Il secondo periodo prosegue sulla falsariga del primo, cariche e attacchi dei padroni di casa, l’occasione più importante capita a Grabovski che tira, Holtby non trattiene e disco che gli sbatte sulla schiena, finisce lentamente in porta ma sbatte sul palo esterno.

Anche il periodo finale riparte su questo leitmotiv, già dopo 2 minuti Okposo ha l’occasione di battere Holtby ma la conclusione è parata. Una delle cariche più terrificanti è quella che vede i due capitani protagonisti, Ovechkin stampa sulla balaustra Tavares, il russo dalla violenza del colpo non trova più il puck, possesso di Leddy che lo offre a Kulemin, dribbling vincente sul portiere e 2 a 1 nel boato locale.

La reazione dei Capitals è nella traversa di Beagle con Halak protagonista finché Clutterbuck segna il definitivo 3 a 1 a porta vuota, a fine gara tutto dovrebbe finire invece parte un Royal Rumble match, Johansson, Brouwer, Backstrom e Ovechkin da una parte, Hickey, Nelson, Boychuk e Okposo dall’altra a suo di pugni fanno calare il sipario sul Nassau Coliseum, da ottobre si andrà al Barclays Center, e si andrà da vincenti nell’ultima gara locale.

New York @ Washington gara 7 (3-3)

Si arriva cosi a gara 7, vincere o morire, al Verizon Center i Capitals hanno deciso di sfatare il tabu della gara decisiva, visto che di 12 partite finali di una serie ne hanno vinto solo 3.

Il più attivo all’inizio sembra Joel Ward, il primo ad impensierire Halak, poi ci provano Green e Chimera ma il goalie tiene la gabbia inviolata, lo fa per quasi 40 minuti, sino al tiro dell’ex Penguins Brooks Orpik, respinta del portiere ma Ward è li, disco sotto le gambe e gol dell’1 a 0.

Con il risultato che si sblocca regna la paura, dimenticate cariche e risse di gara 6, in quest’ultima partita si assiste ad un’unica penalità inflitta ai danni di Carlson.

Sul gol di Ward l’urlo di Ovechkin vale quello di Tardelli, un urlo figlio della tensione e della paura che questa gara 7 vada male, dubbio che aumenta quando il non irresistibile tiro di Frans Nielsen passa sotto le gambe di Holtby e s’infila in rete per il pareggio.

Jaroslav Halak compie poi un autentico miracolo su Beagle, tiro che sbatte su uno degli angoli del Verizon Center col portiere della Repubblica Ceca che, spiazzato, rientra in posizione e para la conclusione col gambale.

La gara sembra avviata verso il supplementare quando Evgeny Kuznetsov decide di imitare Ronaldo, il Fenomeno, s’introduce nella difesa degli Islanders come l’ex numero 10 dell’Inter (all’epoca) fece contro il Piacenza in Coppa Italia, dribbling anche su Halak e gol del 2 a 1, rete decisiva, rete esplosiva, vincono i Capitals, eliminati gli Islanders in una gara degna della parola playoff.

Gli Islanders perdono un’altra gara 7, dominati dalla difesa della squadra di Trotz vanno al tiro solo in 11 occasioni, troppo poco per impensierire i Capitals che producono di più segnando però un solo gol in più rispetto alla franchigia di John Tavares.

Si aspettava un cammino più lungo per salutare al meglio il Nassau Coliseum, gli innesti di Halak, Leddy, Boychuk insieme a Grabovski e Kulemin hanno regalato profondità alla squadra, un’ottima regular season ha fatto sognare, il rammarico di non poter sfidare i cugini Blueshirt al secondo turno è un macigno pesante da sopportare, con il rimpianto di non aver schierato nella sfida Travis Hamonic, uno dei migliori difensori Islanders infortunato nell’ultima gara di regular season e aver rinunciato a Visnovsky in gara 4 e De Haan nella successiva, uscendo comunque dalla serie a testa alta, quasi altissima.

Adesivo nello spogliatoio Capitals che recita il numero 16, non le fatiche di Asterix ma quelle per la Stanley Cup, le prime 4 sono giĂ  passate, ne restano altre 12 e il prossimo avversario risponde al nome di Henrik Lundqvist, New York Rangers.

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