Nella Metropolitan Division i giochi sembrano chiari, quattro squadre hanno segnato il solco che divide paradiso e inferno, chi insegue ora deve decidere se rassegnarsi e/o scambiare pedine per un futuro migliore.

NY Islanders 77 pt (58 gare, 38-19-1)

Con tre gare in più rispetto ai Rangers i New York Islanders guardano tutta la Metropolitan dall’alto verso il basso. Una squadra, quella di Tavares, che ha quasi superato i 79 punti fatti in 82 partite di regular season lo scorso anno, numeri che dicono di 38 vittorie su 58 gare, una statistica che potrebbe migliorare i record di franchigia degli Isles.

Halak si gode il suo momento da neo All Star, Tavares viaggia alla media di un punto a partita e gli ingranaggi per la squadra sembrano funzionare alla perfezione. Gennaio ha visto 7 vittorie su 12 incontri, febbraio addirittura 7 su 10, fermati solo dalla sconfitta con i Rangers e dai Bruins, sempre gare chiuse per una rete di scarto.

Tra tante buone notizie ecco che la sfortuna colpisce Kyle Okposo, il secondo miglior giocatore degli Islanders con 44 punti in 46 partite è out dalle 6 alle 8 settimane per il distacco della retina, grave perdita per la squadra di New York.

Gli Islanders sono 19-3-0 contro le squadre della Metropolitan, ottima statistica per chi guarda i playoff in arrivo.

NY Rangers 73 pt (55 gare, 34-15-5)

L’inseguimento ai cuginetti degli Islanders è la miglior motivazione di questo mondo, con la cura Vigneault i Rangers sono una delle migliori squadre offensive con 2,98 gol a partita, con Nash icona offensiva che insegue Ovechkin come massimo cannoniere della lega.

L’allenatore di NY può essere felice per la sua vittoria numero 500 in carriera, arrivata nel 5 a 1 contro gli Arizona Coyetes ma a fine gennaio ecco la bomba che rischia di cambiare i sogni dei Blueshirts, contro gli Hurricanes nella vittoria per 4 a 1 si ferma Lundqvist.

Non un infortunio da poco per il Re, il 6 febbraio gli viene diagnosticato un infortunio vascolare che lo terrà fermo per 3 settimane, uno stop pericoloso soprattutto per la salute di Henrik visto che proseguendo a giocare il portierone sarebbe stato a rischio ictus.

Lundqvist, tra l’altro, ha appena vinto la gara numero 333 in carriera, superando Nikolai Khabibulin al ventesimo posto di tutti i tempi.

Non è certo Lundqvist ma Talbot che lo sostituisce non lo fa rimpiangere, almeno nei risultati, 4 vittorie consecutive a febbbraio compreso il 6 a 5 che ferma i cuginetti degli Islanders, team che si riaffronteranno il 10 marzo per stabilire una volta per tutte chi ha il potere nella Grande Mela.

Pittsburgh 73 pt (57 gare, 32-16-9)

Ecco la squadra più criticata e complicata della Metropolitan Division, una franchigia storicamente stellare in regular season ma che in questa stagione passa dalle stelle al letargo.

I Pittsburgh Penguins chiudono un periodo da incubo a cavallo tra gennaio e febbraio, 5 vittorie in 11 gare nel primo mese, di cui solo sei W nelle ultime 18 gare, il tutto provando nuove alchimie, come David Perron prelevato da Edmonton che passa dal giocare con Draisaitl e Fraser a Crosby e Kunitz senza far ottenere grandi benefici.

Arriva anche Maxim Lapierre dai Blues in cambio di Marcel Goc ma la franchigia dei Pinguini oltre a mancare di una vera identità di gioco paga la sfortuna che gli ha tolto Maatta e Dupuis, oltre ad un nervosismo che capitan (con la C minuscola) Crosby proprio non sa calare.

La stella dei Penguins esulta per le sue prime 600 gare con la maglia di Pittsburgh, per Crosby ci sono 825 punti e se vi sembrano tanti pensate che Wayne Gretzky dopo lo stesso numero di gare di Sid era a quota 1.451 punti e Mario Lemieux a quota 1.215, i due recordman della statistica.

A gennaio si vede anche la sfida stellare contro i Blackhawks, Chicago vince ai rigori 3 a 2, merito soprattutto della freddezza di Toews e Kane agli shootout e di Marian Hossa che segna il gol dell’ex nei tempi regolamentari.

Il fatto di aver giocato alla pari con la squadra favorita per la Stanley Cup non è comunque motivo di orgoglio per i Penguins, non basta neanche il buon momento di Marc Andre Fleury che contro i Flames chiude l’ottava gara della stagione con la gabbia inviolata, Malkin e Crosby sono lontani dalle cifre stellari a cui hanno abituato i tifosi, con Sid settimo a meno 5 da Kane e Malkin sedicesimo con 53 punti in 52 partite.

Non c’è più la follia di Shero come GM pronto a estrarre il coniglio dal cilindro con trade a sorpresa ma resta il problema che la mancanza di profondità nella squadra inizia a farsi sentire già dalla regular season, un bene accorgersene ora, un male non poter porre rimedio.

Washington 72 pt (58 gare, 31-17-10)

L’All Star Game ha sicuramente giovato a Alex Ovechkin, in primis nel riprendersi il trono dei gol a quota 37, due in più di Rick Nash, e poi per essere il migliore del mese di gennaio con 12 gol e 7 vittorie su 13 partite.

Per Ovechkin è la decima stagione in Nhl dove segna almeno 30 gol, quinto di tutti i tempi in questo record insieme a Bossy, Kurri, Gartner e ovviamente Sua Maestosità Wayne Gretzky.

La rincorsa ai Penguins è cosa fatta, grazie anche alla doppia vittoria negli scontri diretti, compreso un fantastico 4 a 0, uno slancio che regala ai Caps anche la possibilità di guardare oltre i Pens, col mirino puntato sulle due di New York.

Insieme a Backstrom per Ovechkin son giorni felici, Barry Trotz ha finalmente trovato una quadratura nella squadra, con ulteriori benefici difensivi anche sciogliendo la storica coppia “Carlzner” formata da Alzner e Carlson a cui son stati aggiunti Niskanen e Orpik, se ulteriori ingranaggi dovessero amplificare la “fame” della Bestia col numero 8 a Washington si potrà anche esultare nei playoff.

Philadelphia 58 pt (57 gare, 24-23-10)

I Flyers sono capaci di tutto, a cavallo della gara tra le stelle inanellano quattro vittorie consecutive partendo col vincere il derby con i Penguins per 3 a 2, chiudendo gennaio con 8 vittorie e 6 sconfitte, il tutto godendosi uno dei migliori giocatori del 2015, quel Jakub Voracek che oltre a segnare 6 punti nell’ASG è a quota 60 punti stagionali, 3 in meno di Kane capofila, confermando che insieme a Claude Giroux a Philadelphia può ancora succedere di tutto.

Dal bene al male, Zac Rinaldo è sospeso per 8 turni per un “trattamento” troppo duro nei confronti di Letang, mentre passando alle speranze non si spengono le speranze di ritorno sul ghiaccio per Kimmo Timonen, il 39enne è out da agosto per coaguli di sangue nelle gambe e nei polmoni, causati da un deficit della proteina C ma il guerriero finlandese ha ripreso i pattini e chissà che non dia una mano ai Flyers.

Mentre Voracek è invitato ad essere un attore nello spin off “Better call Saul” un attore degli anni d’oro di Philadelphia è inserito nella Hall of Fame dei Flyers, si tratta di Eric Desjardins, 11 stagioni al Wells Fargo Center, annate straordinarie di un gruppo che all’epoca aveva gente come Leclair e Lindros.

Proprio Desjardins, 738 partite con i Flyers (terzo difensore in assoluto della storia di Phila) aveva molteplici funzioni all’interno del pianeta bianco-arancio, un baluardo difensivo incredibile in coppia con Chris Therien, era anche il collante ai capricci della star Eric Lindros, non un tipetto noioso, e quando Lindros fu spogliato dei gradi di capitano la scelta ricadde proprio su Desjardins come erede, ruolo che ricopre per due stagioni salvo poi rinunciare a causa di tumulti interni dopo 2 stagioni.

Desjardins in 11 stagioni con i Flyers ha sempre partecipato ai playoff prima che gli infortuni dal 2003 al 2007 lo fanno ritirare dopo 1.143 partite in Nhl e 1 Stanley Cup vinta con i Canadiens nel 1993.

Columbus 53 pt (55 gare, 25-27-3)

Continua ad essere altalenante il percorso dei Blue Jackets, passato l’effetto del rappresentare l’All Star Game, condito dal velo di malinconia rivedendo Rick Nash e Jakub Voracek per Columbus gli unici squilli degni di nota a cavallo tra gennaio e febbraio sono il 7 a 1 con il quale superano i St.Louis Blues e il successivo 4 a 1 inflitto a Ottawa. Più di 2 vittorie consecutive non riescono a cogliere e i Blue Jackets devono salutare momentaneamente Sergei Bobrovsky, il portiere contro Winnipeg il 21 gennaio rimedia un infortunio all’inguine ed uno stop tra le 4 e le 6 settimane.

Festeggia invece Scott Hartnell, la bestia di Columbus gioca la sua gara numero 1.000 in carriera, una delle poche note liete di questi mesi per la squadra guidata da Nick Foligno, uno che pensa con rimpianto i bei tempi dell’All Star Game quando capitanava una squadra di stelle.

New Jersey 53 pt (57 gare, 22-26-9)

I Devils affrontano gli ultimi 2 mesi di Nhl come chi sa che deve pensare, ed in fretta, al futuro.

Lo fa guardando al passato ed omaggiando la sua leggenda Patrick Elias che contro i Maple Leafs segna il gol numero 400 della carriera, 91° della storia Nhl, e gioca la gara numero 1.200, tutte con la maglia dei Devils dove è arrivato come scelta n°51 del draft 1994.

Tempo di guardare al futuro, quel futuro che è in dubbio per Jaromir Jagr, nonostante i suoi 43 anni è ancora il migliore dei suoi ma in tempo di trade lascia aperta ogni porta, se i Devils lo lasciano partire lui è alla ricerca di un’ultima avventura verso la Stanley Cup.

Tra i pezzi della storia Devils, visto il presente poco luminoso, si omaggia il ritiro di uno dei più grandi portieri della storia Nhl, quel Martin Brodeur che dopo i record e le coppe con New Jersey chiude la sua splendida carriera con i Blues, pronto a comporre un front office da sogno con Bernie Federko, Brett Hull e Al Macinnis, tre leggende che hanno visto ritirate dai Blues le rispettive maglie 24, 16 e 2.

Si ritira Brodeur nel mentre che chi ha preso il suo posto segna buone statistiche, Cory Schneider fa segnare a gennaio una media gol subiti pari a 1,90 con lo 0,937 di percentuale di salvataggi, regalando 7 vittorie su 11 gare a New Jersey.

Carolina 47 pt (56 gare, 20-29-7)

Gli Hurricanes ormai si arrendono all’ennesima stagione da “Il meglio del peggio”, infilano 3 vittorie consecutive a cavallo dell’All Star Game contro Senators, Maple Leafs e Lightning ma riprendono poi il cammino mediocre e tengono come unica buona notizia il fatto di non essere la peggior squadra Nhl, facendo meglio di Sabres a quota 36 punti e Oilers a quota 44.

Se si guarda al passato gli Hurricanes salutano un protagonista della vittoria della Stanley Cup 2005/06, si ritira infatti Ray Whitney, protagonista di 5 stagioni a Carolina dopo il lock out del 2004/05, 1.330 partite giocate in Nhl con 385 gol, 679 assist e 1.064 punti.

Imita Whitney anche Radek Dvorak che appende i pattini al chiodo dopo 1.260 partite, di cui le ultime 60 in maglia Hurricanes dove realizza appena 9 punti.

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