A differenza della filosofia d’oltreoceano, nel suolo europeo siamo abituati a non dare molta importanza al valore delle statistiche.

Non parlo solamente a livello di hockey, dove nel campionato di serieA (ex EliteA, ex A1, etc.) risulta un miracolo trovare anche solo un veritiero dato del plus/minus, ma parlo della concezione di vedere lo sport nel Vecchio Continente.

Siamo più pratici, calorosi, passionali, spontanei, dove prima arriva il tifo e successivamente l’analisi della partita o di tutto quello che ci gira attorno.

Negli States vige la regola del controllo e della catalogazione totale, mentre nel suolo italiano la curiosità di un allenatore alle statistiche, prendiamo l’esempio Stefan Mair (Val Pusteria, Cortina), viene vista come un qualcosa da “squadrare”.

Questa rubrica #statsfordummies si limiterà a condividere, in lingua italiana, tutto quello che possiamo trovare, sotto altre lingue, riguardante questo mondo (le statistiche).

Un cosmo che può avere la cronologia di una carriera scolastica : elementare, medio, superiore, universitario.

L’elementare (reti, assist, punti) e il medio (PIM, +/-) è qualcosa che possiamo dare per scontato ai lettori di questo sito, appassionati e profondi conoscitori della NHL, mentre per i restanti due livelli la questione risulta essere un pelo più complessa.

PDO

Partiamo dalla statistica considerata da molti la più snobbata e allo stesso tempo una delle più importanti, che possiamo ricavare da una semplice formula : SV% + Sh%.

SV% : % di parate da parte del goalie (esempio : 25 tiri, 2 reti subite -> 23 saves -> (23/25)*100 = 92%)
Sh% : % realizzativa della squadra o del singolo giocatore (esempio : 25 reti siglate su 251 tiri -> (25/251)*100 = 9,96%)

Noi tratteremo solamente la questione in base al giocatore singolo. Quindi : a) quel 92% di saves dovete intenderlo come la % di salvataggi del goalie mentre il giocatore X si trova sul ghiaccio, b) quel 9,96% è la % di realizzazione della squadra nel momento in cui il giocatore X si trova sul ghiaccio.

Risulta facile comprendere che tale statistica denominata PDO, per essere quantomeno sufficiente deve essere pari al valore 100%, giusto per avere la classica legge “occhio per occhio, dente per dente” o “mi buchi la rete, ti buco la rete”.

Si tratta di una statistica semplice ed efficace, in grado di decifrare svariati aspetti : la squadra sta vivendo un momento positivo o negativo, il giocatore sta influenzando positivamente o negativamente il gioco quando è sul ghiaccio, la somma di PDO di una determinata linea è fruttuoso o no, il PDO in superiorità numerica aumenta o diminuisce, etc.

ovecy869Un chiaro esempio di come il PDO sia in grado di mettere su carta virtuale la carriera di un giocatore, lo possiamo trovare analizzando le ultime sette stagioni hockeystiche di Alexander Ovechkin.

Un re mida dell’hockey contemporaneo, che nelle ultime stagioni sembra non essere in grado di avere quella giusta leadership per sopperire alle carenze del roster. Che sia interamente colpa sua?

(Primo dato tra parentesi : SV%. Secondo dato tra parentesi : Sh%)

2008/09 – PDO 5vs5 : 99,9% (90,83% + 9,09%) / PDO 5vs4 : 103,3% (86,57% + 16,74%)
2009/10 – PDO 5vs5 : 105,2% (93,60% + 11,62%) / PDO 5vs4 : 102,6% (87,50% + 15,11%)
2010/11 – PDO 5vs5 : 100,9% (92,96% + 7,91%) / PDO 5vs4 : 103,1% (93,88% + 9,20%)
2011/12 – PDO 5vs5 : 100,9 % (92,30% + 8,62%) / PDO 5vs4 : 95,8% (82,93% + 12,86%)
2012/13 – PDO 5vs5 : 102,2% (91,86% + 10,36%) / PDO 5vs4 : 115,3% (93,94% + 21,39%)
2013/14 – PDO 5vs5 : 96,5% (90,62% + 5,84%) / PDO 5vs4 : 100,9% (85,71% + 15,21%)

(in corso) 2014/15 – PDO 5vs5 : 93,3% (86,32% + 6,94%) / PDO 5vs4 : 110,6% (100% + 10,61%)

Per rispondere alla domanda precedente : no, non è completamente colpa sua, perché l’ice hockey non è uno sport da effettuare in solitaria.

Dal 2007 alla stagione in corso, Alexander Ovechkin ha condiviso quasi il 70% del tempo che è rimasto sul ghiaccio con Nicklas Backstrom.

Il centro svedese classe 1987 non sembra avere più la sicurezza pre-infortunio 2012, e la stessa ala russa ne risente. Non stiamo dicendo che non producono, ma non risultano essere più inossidabili come qualche anno fa. Quando ad uno scendono quei valori utili alla squadra, come il PDO che abbiamo analizzato, l’altro lo segue a ruota.

Provate ad indovinare il PDO di Nicklas Backstrom nelle ultime due stagioni? 98,4% nella stagione scorsa e 92,6% nella stagione attuale. Dei dati che fanno riflettere, specialmente per una squadra che continua a mantenere la stessa ossatura offensiva pur non riuscendo ad avere un’entità vera e propria.

La verità è che pur essendo un dato semplice e all’apparenza poco utile, il PDO permette di aprire infinite porte.

Abbiamo afferrato una delle tante presenti, ma se ne avessimo afferrata un’altra? Magari quella del : “ma questi Capitals non hanno più un’identità in PP, ecco il motivo del PDO attuale”? O forse quella del : “ma questi Capitals continuano a modificare il terzo difensivo, ecco il motivo del PDO attuale”? O infine quella del : “ma questi Capitals, in verità, puntano ancora alla vittoria”?

Le statistiche sono come i labirinti : devi essere veramente esausto per gettare la spugna e non girare l’ennesimo angolo. Questo è il motivo per cui o si amano o si odiano.

One thought on “Hockey e statistiche: il PDO

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