Con un Lundqvist in versione saracinesca, un saggio e tattico Vigneault e il cuore dell’intero collettivo newyorkese , i Rangers ribaltano e vincono la serie spedendo i Penguins all’inferno dopo aver sbancato il Consol Energy Center in gara 7 con uno striminzito 2-1.

Pittsburgh e i suoi grandi campioni sono molli, con poche idee ma soprattutto privi di determinazione e killer instinct: è ancora inconcepibile come abbiano potuto lasciarsi sfuggire la serie dopo essere andati sopra per 3-1.

Hanno avuto ben 3 match point per raggiungere la finale della Eastern Conference, nei quali si sono fatti letteralmente divorare da dei Rangers risorti dalle ceneri. Dopo gara 3 e 4 al Madison Square Garden, che sono state le uniche partite realmente dominate da Pittsburgh in questa post season, i Blue Shirts sembravano ormai aver detto addio a serie e stagione.

Ma si sa, i Penguins degli ultimi playoff hanno faticato terribilmente a chiudere i giochi, non riuscendo quasi mai ad imporsi tra le mura amiche. La storia si ripete anche in questa primavera 2014 , e Pittsburgh se ne va a casa con l’ennesimo fallimento e occasione sprecata.

Come ha precisato Dan Bylsma nel dopo partita , è stato fatale l’approccio dei suoi in gara 5 , nella quale New York, spinta anche dall’anima di un commovente Martin Saint Louis (l’ala canadese ha giocato dopo aver perso tragicamente la madre, colta da un improvviso infarto un giorno prima della partita), ha umiliato per 5-1 dei Penguins indolenti.

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La svolta è arrivata proprio dopo quel match. Rangers rinati, Penguins in bambola e incapaci di gestire la situazione a loro favore. I numeri delle ultime tre partite sono impietosi per i nerogialli: sconfitti 5-1, 3-1 e 2-1. 10 gol subiti e appena 3 , ripeto 3 , segnati.

Con il potenziale offensivo che possiede, Pittsburgh non dovrebbe avere minimamente problemi in zona gol. Ma Crosby, Malkin e Neal sono stati annullati per gran parte della serie.

I complimenti vanno ai New York Rangers allora, che hanno compiuto un mezzo miracolo. I principali artefici della remuntada sono stati il grandioso lavoro del sottovalutato coach Alain Vigneault, capace di costruire un blocco in zona neutra, una difesa asfissiante e sempre ben posizionata e un attacco rapido, preciso e pragmatico.

Ovviamente King Henrik Lundqvist, autore di 35 parate su 36 tiri in gara 7 e da sempre abituato a livelli mostruosi nelle gare decisive, la linea Brassard-Zuccarello-Pouliot vera spina nel fianco dei Pinguini, il cuore dei veterani Saint Louis e Brad Richards e i gol pesantissimi di gregari come Boyle e Hagelin.

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Delusione e amarezza Pittsburgh, che piange vedendo la fine dei playoff, della stagione ma soprattutto di un ciclo. Dan Bylsma è l’imputato numero uno e probabilmente quella di Martedì notte è stata la sua ultima partita alla guida dei Penguins.

Non è riuscito a rispondere tatticamente a Vigneault, non ha provveduto a proteggere un Crosby malmenato da Dubinsky contro i Blue Jackets prima e dai vari Marc Staal , Bryan Boyle e Dominic Moore poi, preferendo giocatori veloci e poco dotati fisicamente come Gibbons a discapito dei più fisici Glass e Engelland.

Infine non si è curato di svegliare un Power Play divenuto moribondo nella sfida contro i Rangers (1 su 19). La poca cattiveria, il poco carattere e la scarsa influenza mostrata da Bylsma hanno causato un’altra clamorosa disfatta ai playoff, che ormai da 5 anni, ovvero dalla conquista della Stanley Cup 2009, mettono in dubbio le qualità dell’allenatore statunitense.

Partirà probabilmente anche il GM Ray Shero, non più abile come un tempo negli scambi e negli acquisti (contestatissimo quello di Scuderi, inguardabile contro i Rangers, così come quello di Pyatt) e troppo propenso a regalare scelte al draft.

Finirà verosimilmente anche l’era Fleury, autore di buone prestazioni in questi playoff condite però da gravi insicurezze sempre ricorrenti, bisognoso di aria fresca e piazza diversa per rilanciarsi definitivamente.

Non è tutto da buttare nella Steel City, e sarebbe poco razionale solo pensarlo visto il talento che pullula nei Penguins, ma urge uno scossone e cambiamenti in ruoli cruciali per non mandare alle ortiche le straordinarie capacità e carriere, ora all’apice, di fuoriclasse come Crosby e Malkin .

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