Un filo sottilissimo può decidere un destino: se va bene resiste, se si rompe è un dramma. Questo è il riassunto di una serie di playoff che passa tra gioia e delusione nell’arco di un secondo.

Montreal cerca di chiudere la disputa in terra canadese, Boston ha l’orgoglio dei numeri 1 a est.

Boston @ Montreal: Gara 3 (1-1)

Therrien, coach dei Canadiens,è amato e odiato allo stesso tempo dalla sua tifoseria e ha il pregio di saper mischiare le carte in tavola anche quando tutto funziona.

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Decide cosi di spostare Thomas Vanek nella seconda linea, dividendo cosi il trio composto dall’austriaco, Pacioretty e Desharnais che hanno combinato 18 gol in 14 gare quest’anno.

Vanek gioca a destra con Plekanec e Bournival mentre tocca a Gallagher sostituirlo nella prima linea col risultato che il vantaggio dei canadesi è frutto dell’ex Sabres che libera Plekanec sfruttando la dormita di Iginla, è 1 a 0 e la splendida atmosfera del Bell Centre fa il resto.

Sul ghiaccio poi è show di P.K. Subban, il “fattore” di Montreal, prima con le cariche fa capire l’aria che tira in casa, poi lanciato da Eller si presenta solo davanti a Rask e lo batte agevolmente, con i suoi tifosi che già esultano prima della marcatura.

Gli attacchi di Boston sbattono su Price, la sfida con Rask è stellare e gara 3 è a favore del canadese, Weise imita Subban nella seconda dormita difensiva di Boston, altro 1 contro 1 e 3 a 0.

I Bruins hanno una reazione minima con Krug che fa segnare Bergeron e nel maggior momento di pressione arrivano al 3 a 2 quando Rask si accomoda in panca e sul ghiaccio ci sono sei uomini di movimento.

Jarome Iginla accorcia le distanze tra Montreal e Boston ma idealmente cerca di accorciarle tra se e la sua prima Stanley Cup, rete inutile quando Eller a porta vuota fissa il punteggio sul 4 a 2.

Chara e Bergeron capiscono ben poco delle novità offensive di Montreal con Meszaros e Boychuk che meditano vendetta per gara 4, almeno per mettere a tacere le ingiuste critiche.

Boston @ Montreal: Gara 4 (1-2)

Portieri sugli scudi e non può essere altrimenti visto che si parla dell’elite dei goalie, Price e Rask si sfidano  ad armi pari e ne esce fuori una gara che non concede reti ma che viene giocata ad alta intensità e non fa annoiare nessuno.

Montreal conferma i cambi di gara 3 ma questa volta Chara e soci riescono a prendere bene le misure degli attacchi dei padroni di casa, al resto pensa Rask impensierito da Gionta, in fuga solitaria, ma il risultato non cambia.

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Sale l’intensità e nonostante le cariche ci sono poche penalità, lo spavento più grande in un ora di gioco è rappresentato dal palo di Soderberg, anche in questo caso è il portiere Price a decidere che non si segna nei tempi regolamentari.

Cosi spunta un nuovo capitolo nell’affascinante storia dei playoff, il protagonista è Matt Fraser, 23enne di Red Deer richiamato improvvisamente dalla squadra “primavera”dei Bruins, i Providence che militano in AHL, dove Fraser ha appena deciso un’altra gara all’overtime.

Fraser è al debutto, si ritrova il disco su una mischia dopo 1 minuto e 19 secondi del supplementare, forse una chiamata sbagliata verso Price ma tant’è che il goalie aspetta il disco alla sua sinistra mentre Fraser segna alla destra, è il sogno di un ragazzo che compirà 24 anni fra una decina di giorni e che il regalo di compleanno se l’è già confezionato.

Fraser è solo il sesto giocatore che decide una gara al debutto, dopo Granlund, Zyuzin, Fedotenko, Dimitrakos e O’Reilly ma solo Fraser e Dimitrakos hanno segnato in postseason.

Rask chiude la sfida con 33 parate, una in meno di Price.

Un’ultima nota di colore dopo lo spettacolo indecente dei fischi calcistici all’inno di Mameli durante la finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, andate a rivedere l’inno canadese cantato da Ginette Reno e trovate le differenze.

Prossimi appuntamenti:

– Montreal @ Boston: Gara 5 10 maggio
– Boston @ Montreal: Gara 6 12 maggio

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