Ray Ferraro di TSN si è espresso al meglio su questa serie, con una dichiarazione semplice quanto veritiera:

 When I look at this series in an overview, San Jose’s top players have been much much better than Vancouver’s top players. San Jose’s depth players have been better than Vancouver’s depth players. And in totality, the goaltending has been better for San Jose.

168286583_slide E questo è stato dopo gara 3.

Siccome l’ha fatto tanto bene, passiamo a una lista di film che mi porterei su un’isola deserta: Il Padrino parte I, Drive, Il Grande Lebowski, I Goonies, Pulp Fiction, Animal House, Fight Club, He Got Game, Monthy Python’s Life of Brian, Clerks. E ovviamente qualcosa con Sasha Grey, quelle interpretazioni così solari, profonde e genuine non possono mancare.

Ok. La serie. Esattamente come in gara 3 gli Sharks sono stati i migliori sul ghiaccio e hanno capitalizzato principalmente con il vantaggio numerico. Hanno segnato 3 gol in powerplay, hanno contenuto Vancouver e preso poche penalità. Nella gara che avrebbe sancito il passaggio del turno San Jose non si è per niente impietosita, ed esattamente come in gara 3 hanno avuto 28 nitide opportunità per segnare contro le sole 7 degli avversari, e se il secondo periodo fosse finito come quando Gretzky giocava contro Winnipeg, non ci sarebbe stato nulla di strano. Schneider è stato il migliore in blu e verde questa partita insieme a Burrows e Mason Raymond. Si, avete letto bene. Mason “I Disappear” Raymond.

Dall’altra parte Niemi poteva pure non giocare. Vancouver ha avuto problemi a segnare tutta la serie, e nella gara dell’eliminazione hanno mancato due gol a porta vuota. Anche se in realtà hanno segnato 3 volte che è stata una nota positiva.

Vedete, l’ultima volta che i Canucks hanno segnato 3 gol ai playoff era Aprile 2012, di lockout ce n’erano stati solo due, il contratto di Luongo era ottimo perchè pesava poco sul cap, Mubarak aveva una nipote a Milano ed era pieno di gente che credeva alle cretinate dei Maya, contando i giorni verso la fine del mondo.

Dai, la storia è la stessa, potete rileggervi il recap di gara 3 o ancora meglio questa lista di album da portare sull’isola deserta: Born to Run (Bruce Springsteen), Nevermind (Nirvana), Adrenaline (Deftones), Natty Dread (Bob Marley & The Wailers), Ten (Pearl Jam), Rimmel (Francesco De Gregori), Led Zeppelin IVMagical Mystery Tour (The Beatles), Funeral (Arcade Fire), Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (Elio E Le Storie Tese). Se volete viaggiare leggero consiglio i Greatest Hits di Bon Jovi. E’ veramente l’unico album di cui uno ha bisogno per campare felice.

Ah già, l’hockey?

168287950_slideBeh, i Canucks hanno mostrato un pò di ardore e voglia nel terzo periodo, e addirittura trasformato uno svantaggio di un gol in un vantaggio di un gol (il fatto che non ci sia la s davanti alla parola vantaggio non è un errore di battitura del vostro affezionatissimo, è successo davvero, giuro). L’ultima volta che i Canucks sono andati in vantaggio contro gli Sharks, partecipavano ancora ai playoff 2013.

Ma era la cosiddetta illusione dello splendore: Burrows indemoniato, Schneider che serra la porta, i Sedin che fanno sembrare la difesa di San Jose quella del Pescara contro il Barcellona e Mason Raymond che sembra Steven Bradbury.

Fino a che a un certo punto, un punto certo, gente a caso che celebrava il 56esimo scudetto della Juventus (i conti dovrebbero essere giusti ad occhio e croce) pattinando felice ha deciso che no, i peggiori sul ghiaccio non potevano essere i Canucks, ma dovevano essere loro.

Ora, non voglio fare l’italiano e dare la colpa agli arbitri, perchè non valgono nemmeno l’1% delle ragioni per cui Vancouver è uscita. Ma le due penalità che hanno sancito il pareggio e la vittoria per San Jose in OT sono semplicemente ridicole. E sono arrivate a terminare una serie in cui una squadra ha avuto a favore tutte le chiamate 50/50, finendo con 30 minuti di vantaggio numerico in più dell’altra. Sono i playoff, fate i seri.

E così due powerplay goals più tardi, Marleau segna il quarto gol personale nella serie, il series winner, e si passa alle strette di mano che vogliono dire inizio di una lunga estate per qualcuno.

In 23 anni di storia della franchigia, San Jose non aveva mai vinto una serie imbattuta, e l’unica volta che ne ha avuto l’occasione si è fatta rimontare fino a gara 7. Dal canto suo Vancouver non andava a casa senza nemmeno una W dal 2001 contro Colorado. Ovvero talmente tanto tempo fa che il popolo italiano aveva eletto Silvio Berlusconi solo due volte, i terroristi non erano un problema mentre purtroppo era già uscita la prima edizione del Grande Fratello. Decidete voi qual’è la cosa peggiore.

E a proposito di cose ben peggiori, ho appena realizzato che se mi porto CD e DVD su un’isola deserta me li posso dare in faccia, visto che non ci sarà la corrente (o almeno non c’era nell’unica puntata di Lost che mi ha fatto vedere la mia ex-ragazza. E che mi abbia fatto vedere Lost è ovviamente parte del motivo per cui è ex).

Per cui una lista di libri da portare sull’isola deserta: Open (Andre Agassi), Drive (James Sallis), Driven (James Sallis), Animal Farm (George Orwell), Fever Pitch (Nick Hornby), Twilight (di chi è lo ignoro, però qualcosa per tenere acceso il fuoco mi servirà pure), Big Man:storie vere e racconti incredibili (Clarence Clemmons & Don Reo), Storie di ordinaria follia (Charles Bukowski), La ragazza dai capelli strani (David Foster Wallace).

3 Stars:

#1 Patrick Marleau 4 gol nella serie, che sono realmente uno a partita in una serie che è stata molto più equilibrata di quanto sembri dal risultato finale. Questo ha la C tatuata sul petto e ha segnato il gol che ha ammazzato Vancouver in gara 2 pareggiandola a 57 secondi dalla fine, e quello che ha ammazzato la serie finendola in sweep.

#2 Logan Couture Point leader dei playoff in attesa che venga superato dato che tornerà a giocare tra almeno una settimana. Prototipo del giocatore completo: ti fa 22 minuti a partita tra special teams, parità numerica e faceoff. Chiamatelo Logan Weapon X.

#3 Antti Niemi E’ vero che a San Jose non c’è stata soria, con i pattinatori degli Sharks che hanno segnato 9 gol in due gare, 6 in PP e creato 54 chance da gol concedendone solamente 14. Ma la serie si è decisa a Vancouver dove Niemi ha fatto la differenza in due gare che sarebbero potute andare da una parte o dall’altra, a seconda di quale portiere avrebbe fatto più miracoli. E a moltiplicare i pani e i pesci è stato il finlandese.

168287496_slideCon questi 3 on fire, un duo Hannan-Stuart che regge l’urto alla stragrande, Pavelski, Torres, Boyle e non dimentichiamoci Joe Thornton, San Jose può fare strada in questi playoff. Non credo che gli daranno lo stesso vantaggio in PP che gli è stato dato in questa serie, ma ogni volta che gli Sharks saranno in vantaggio numerico è bene che i loro prossimi avversari si preparino. San Jose ha vinto tutte le battaglie di questa serie in maniera più o meno netta e a meno che non stacchino la spina essendo l’unica squadra che è già in attesa del prossimo turno, sembrano aver trovato il modo di colmare tutti quei limiti che li hanno portati a arrivare sempre così vicino alla finale senza però mai disputarla. L’ovest è un incubo quest’anno, ma San Jose ha certamente dato una prova di forza non indifferente, mostrando le possibilità di poter sopravvivere al selvaggio west del 2013.

 

3 Stars, citazioni:

#1 Todd McLellan (coach):They keep using the word ‘Embellishment’, calling us cheaters. If the series keeps going, we might be accused of biting ” Ovvio riferimento alle finali del 2011 con Vancouver che veniva accusata delle stesse cose di cui ha accusato San Jose durante questa serie.

#2 Ryan Kesler (player): We just gotta go back out and compete like bastards. ” Sotto 2-1 nella gara che avrebbe sancito l’eliminazione. L’hanno fatto, ma lo stesso non è stato abbastanza.

#3 Vicram (HNC Main Editor): “Sono sicuro che non sarà l’ultima partita. ” Quando il sottoscritto l’ha avvertito che questo recap sarebbe arrivato in ritardo.

 

Per quanto riguarda Vancouver… l’eliminazione è stata imbarazzante ma quanto meno meritata. E ha toccato tutti i punti salienti dell’ultimo decennio di storia: il portiere, i Sedin, il coach, gli arbitri e le simulazioni.

Di chi sono le colpe? Cominciamo dall’alto: questa è la squadra che ha costruito Gillis, e a questa squadra mancano un paio di cose. A cominciare dalla profondità in avanti.

Al di la dei Sedin e di Kesler, non abbiamo altre armi offensive. La profondità è un problema da tempo. Si sapeva che Malhotra non sarebbe tornato in azione, e che non c’era fiducia in Lapierre. La risposta è stata prendere Roy. Che in questi playoff si è trasformato in uno dei più celebri ruoli interpretati da Jessica Alba. No, non è diventato una gnocca che balla nei locali (poco) vestita di pelle, purtroppo è diventato invisibile.

In difesa Edler e Bieksa non hanno giocato al livello che dovrebbero visti i loro contratti.

In porta manco comincio a parlarne perchè non si finisce più. Comunque sia, al draft via trade o via buyout saluteremo il miglior portiere che questa franchigia abbia mai visto. McLean compreso.

E saluteremo pure l’allenatore più vincente della storia dell’orca, con tutta probabilità.

Quante sono le sue colpe? Beh, Vigneault gioca la mano che gli è stata servita. In questa serie però si è ostinato a unire coppie difensive semplicemente inefficaci giocandole tanti minuti, a discapito dei più in forma Garrison (miglior giocatore della serie per Vancouver con il secondo che arriva sedicesimo) e Hamhuis. Ha ancora più torto quando un Bieksa chiaramente infortunato viene fatto giocare 27 minuti a partita.

Davanti? Kassian è stato sorprendentemente il miglior giocatore offensivo della serie tolti i 30 minuti di beastmode di Kesler in gara 2. E’ stato spostato nella prima linea solamente quando si era sul 4-1 per gli altri alla terza partita della serie che era già sul 2-0, sempre per gli altri. Quando si dice rapidità di pensiero. In gara 4 con i Sedin ha fatto pena, a dir la verità. E la linea ha cominciato a muoversi quando al suo posto è stato messo Hansen.

Nel momento in cui si è convinto a separarsi dal suo pupillo Andrew Ebbett, è riuscito a sostituirlo con uno che non dovrebbe mai nella vita essere in una partita di playoff (Sestito), quando a disposizione aveva un C giovane che ha mostrato di saper stare sul ghiaccio nella passata regular season come Jordan Schroeder.

Il problema dei pochi gol esiste da tempo. Esiste dall’ultima serie dei playoff del 2011. Cosa ha fatto per cambiare rotta? La stessa cosa che faceva prima. Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi diceva Albert Einsten. Sarà bravo a allenare a hockey questo signor Einstein?

Per quanto riguarda i giocatori. I Sedin sono stati invisibili per 3/4 della serie, ma quando si trovano di fronte i check difensivi più duri ogni singola shift si può chiudere un occhio. Sempre che chi viene dopo di loro sia in grado di segnare, o perlomeno creare opportunità.

Kesler l’ha fatto per 30 minuti in gara 2, ma è stato contenuto per i restanti 200 e passa. Il resto è stato semplicemente pietoso: Roy, Higgins, Hansen, Raymond dove si sono nascosti? Sono quelli che dovrebbero essere per Vancouver i Patrick Berglund, i Ryane Clowe o per rimanere in argomento i Joe Pavelski della situazione.

 

Esiste ctrl-alt-canc nell’hockey?

 

Ora scusate, ma sta partendo l’aereo in direzione isola deserta. Non si gioca a golf, e sicuramente nemmeno a hockey.

(Jovocop for HNC)

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2 thoughts on “L’insostenibile leggerezza dell’essere un tifoso di Vancouver

  1. mi spiace per Vancouver perchè leggere questi articoli sono da Stanley Cup!comunque dalla sponda Penguins se nell’isola deserta finisci i libri per il fuoco il pacco con Fleury è pronto, poi decidi tu che fare

  2. heheh. Povero MAF. Non dev’essere facile essere la prima scelta assoluta che è venuta prima di Crosby e Malkin :D Io non lo brucerei, lo regalerei ai Flyers ;)

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