Hello Mr. Wolf. It’s Alain. I got a bit of a situation. – Alain Vigneault dopo gara 2 dei quarti di finale della Western Conference

 

167995583_slideGli squali sono cattivi. Quelli bianchi, buoni, simpatici e vegetariani non esistono veramente. Era solo un cartone. Quelli che potrete incontrare per davvero anche nel mare di Ostia Lido fanno parte della mafia, e mentre mangiano le loro vittime parlano a bocca piena con la voce di Robert De Niro e Chris dei Soprano. Il termine in lingua inglese per usuraio è “loan shark”. Lo squalo del film di Spielberg come prima vittima sceglie una bella ragazza dai capelli biondi che fa il bagno nuda. E se non bastasse, Di Caprio e l’allegra brigata di The Beach abbandonano il loro amico svedese dopo che è stato morso da uno squalo.

Ricapitolando gli squali sono mafiosi, hanno interessi di prestito che sembrerebbero elevati anche alle banche di questo momento storico, non trattano bene le donne e rompono pure le amicizie.

Avete mai visto un’orca fare tutto questo?

Io no, e infatti l’orca sta a 0 mentre lo squalo sta a 2.

Potrei fare una cosa veloce e indolore, ma dopo aver visto Raffi Torres segnare all’overtime e portare la serie a San Jose sul 2-0 Sharks, nemmeno un cocktail di Fentanyl, Naloxone e Stadol potrebbe alleviare il dolore.

E’ un gol in overtime ed è già tutto dire. Ma non è abbastanza, quindi andiamo in ordine. Come si è arrivati all’overtime sarebbe già sufficiente per un tifoso normale.

I Sedin fanno capire di essere in forma fin dalla prima shift e i Canucks controllano bene il gioco, permettendo solo qualche ripartenza a San Jose che fatica ad imporsi nella zona avversaria. Su una di queste ovviamente gli dei dell’hockey si girano verso il sole della California e Joe Thornton porta in vantaggio SJ dopo aver bloccato un tiro di un suo compagno e vinto circa 3 rimbalzi, il tutto nella crease con un uomo addosso. Una bestia. Come in gara 1 tocca a Luongo fare la voce grossa nel primo periodo in cui Vancouver prende troppe penalità e da l’inerzia del gioco a San Jose. Luongo risponde partorendo 4 bambini coi baffi (tutti quanti di nome Ben Scrivens) mentre Niemi dall’altra parte si trova in difficoltà in un paio di occasioni ma risponde gridando ogni volta Vezina! Vezina! Chissà se lo sentiranno a New York City.

A suonare la sveglia per i blu e verdi è ovviamente Ryan Kesler. L’americano è una forza della natura per tutta la gara e partecipa dominando ogni singolo aspetto del gioco. Vince i faceoff, gioca la penalty kill, blocca tiri avversari, interrompe linee di passaggio, crea occasioni, finisce le occasioni create dagli altri. E soprattutto colpisce colpisce colpisce. Ogni cosa che si muova. Specialmente se la cosa che si muove porta il numero 19.

La partita di Kesler da vivacità a Vancouver, che domina nel secondo e nel terzo. Nel secondo è il turno di Niemi di danzare sulla propria testa e risponde presente. Vancouver non si lascia prendere dalla frustrazione, e dopo aver provato in ogni modo e maniera a battere il finlandese va al riposo determinata a continuare allo stesso modo per portarla a casa.

Come faccio a saperlo? Dopo aver piallato Thornton per quasi tutta la gara, negli attimi che concludono il secondo periodo Kesler cambia obiettivo e ribalta Justin Braun davanti alla panchina, dopodichè alza la testa incrociando lo sguardo con Big Joe e gli dice “there’s more of that coming”.

Per non essere tacciato come quaquaraquà (espressione che io stesso ho esportato in British Columbia anni fa) Kesler da seguito alle parole e prima pareggia in powerplay dopo che i Sedin giocano al gatto col topo con la difesa avversaria, poi porta in vantaggio Vancouver dopo che Little Joe Pavelski gli regala il disco nello slot.

Vancouver ha controllato il gioco per grandissima parte della gara e ha continuato a farlo nel terzo periodo dove ha concesso solamente due chance a San Jose. In una di queste Luongo si è trasformato in Gianluca Pagliuca contro il Brasile nel ’94. Desjardins tira da posizione ravvicinata, Luongo salva con la spalla mandando il disco sul palo e se il gioco si fosse fermato sono sicuro che anche lui l’avrebbe baciato, il palo. L’altra occasione concessa si è trasformata nel gol del pareggio di Patrick Marleau a 57 secondi dalla fine. 20 secondi dopo che Jannik Hansen ha mancato la porta vuota dalla linea rossa che divide il ghiaccio a metà.

Il gol nasce dopo il tentativo di Hansen di chiudere la gara. Mischione nello slot, i pattinatori si fermano perchè Luongo sembra aver trattenuto il disco, che invece gli passa sotto le gambe e si ferma sulla linea. Il capitano di San Jose era l’unico a sapere dove fosse il disco e con la stessa facilità e velocità di esecuzione con cui Omar Little deruba gli spacciatori di Baltimora, Marleau rapina Luongo da una meritata vittoria depositando il disco in rete a un minuto dalla sirena. L’unica differenza tra i due antieroi è che invece di fischiettare The Farmer in the Dell, Marleau si dichiara fan dei Pooh, o dei Gemelli Diversi o qualunque altro gruppo terribile abbia fatto/rifatto/cantato dammi solo un minuto. Ed esaudite le sue richieste si va all’overtime.

A proposito di gruppi terribili. Prima del gol di Marleau il DJ Dave della Rogers Arena ha messo i Guns ‘n Roses. Guns are bad, Dave. Per la cronaca prima del gol di Kesler ha messo Thunder Road di Springsteen. Fate voi i conti.

Dopo alcune chance per Vancouver, una epica per Burrows dopo 11 secondi, è Raffi Torres a concludere la gara e a far sentire tutti i tifosi di Vancouver come quel tizio a cui viene strappato il cuore ne I Predatori dell’Arca Perduta.

Torres giocava a Vancouver, ha segnato un game winner in finale a 13 secondi dalla fine di gara 1, ed era a un paio di posizioni al prossimo draft dal vestire nuovamente la sua maglia numero 13 in Canada (alla deadline entrambe le squadre hanno offerto una terza scelta, Phoenix ha accettato quella di SJ che una volta apparteneva a Florida perchè migliore).

E il gol è arrivato sull’unica ripartenza in cui è stato concesso a San Jose il vantaggio numerico. Vancouver ha avuto quattro occasioni simili durante la gara e non è mai riuscita a passare il disco, finendo sempre per tirare con il portatore. Brent Burns è stato bravo in velocità e ha offerto a Torres un’occasione che era impossibile da sbagliare.

 

Dove può migliorare San Jose:
In questa gara gli Sharks non sembravano avere una risposta al gioco fisico di Vancouver. Una volta che Kesler ha cominciato a colpire tutto quel che si muoveva, San Jose ha smesso di giocare per riapparire saltuariamente. Il problema della profondità rimane, chiunque scenda sul ghiaccio contro le linee di Lapierre e Ebbett sembra essere limitato molto bene. Per il resto hanno continuato il copione e sfruttato i fattori determinanti ai playoff: un portiere caldissimo e i gol al momento giusto.

 

Dove può migliorare Vancouver:
Dopo gara 1 ho parlato dei Sedin, della PP di San Jose e dei faceoff. Beh I Sedin hanno dominato, con Henrik sul ghiaccio per 9 delle 13 occasioni create dai Canucks. Nel cerchio c’è stata un’altra storia, con Vancouver che ha vinto il 55% dei faceoff. La chiave è stata dare maggior parte degli ingaggi a Henrik e Kesler. Vancouver ha dominato gli special teams nonostante le molte penalità prese. Oltre a questo, Kesler ha avuto una delle sue partite migliori in stile Nashville 2011 e i Canucks hanno avuto più chance di San Jose in 5vs5. E ne hanno guadagnato un bel niente. Forse possono migliorare nella loro devozione agli dei dell’hockey, o chiamare Mister Wolf.

 

La partita è stata molto divertente da guardare. E’ stata una gara aperta, fisica e veloce. Si è visto come entrambe le squadre abbiano elevato il proprio gioco rispetto a gara 1 che a confronto può essere considerata una partita a calciotto del mercoledì sera tra pensionati.

Seriamente, solo le giocate assurde di entrambi i portieri hanno tenuto lo score a solo 5 gol totali. La serie si sposta in California con la squadra più forte a 2 vittorie dal passare il turno. Non credo che saranno due vittorie facili, ma con tutte le probabilità del caso sono due vittorie che prima o poi arriveranno. Vancouver è stata nelle prime due gare la squadra più forte in 5vs5, ma non sembra riuscire a trovare una soluzione alla spettacolarità di Antti Niemi e sembra inferiore agli Sharks che quando aprono il ghiaccio e cambiano marcia creano una chance dopo l’altra.

 (Jovocop for HNC)

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