Finalmente, stanno tornando!!!

Finalmente, stanno tornando!!!

Hockeysback.

E’ questo il “neologismo della vergogna”, che di fatto apre un varco nella porta sbarrata del lockout della stagione 2012-2013.

Si parla di “vergogna” perché, nonostante gli annunci a sensazione (dei quali gli Americani sono maestri indiscussi), mai come questa volta la Lega e i giocatori hanno messo a dura prova la pazienza degli appassionati di hockey.

E ci vorrà ben più di una prima giornata carica di appuntamenti di sicura attrattiva (Pittsburgh-Philadelphia, Toronto-Montreal, Rangers-Boston su tutti) per fare passare l’arrabbiatura di chi, per lunghi mesi, ha dovuto assistere a una chiara mancanza di volontà anche solo a provare a risolvere questa impasse.

In questa occasione, più che mai, il muro contro muro delle parti è apparso rigido e intransigente da subito, con il commissioner Gary Bettman che a settembre si era affrettato ad annunciare la cancellazione della pre season. E solo poche ore dopo il “No” dei giocatori al rinnovo.

Quindi: contratto collettivo di categoria che regola tutti i rapporti economici e professionali all’interno della National Hockey League scaduto il 15 settembre. E subito cancellate tutte le amichevoli che sarebbero dovute iniziare il 30 settembre.

Di fronte a questa chiara intransigenza, immediatamente sono cominciate a circolare voci su una possibile emigrazione dei pezzi da 90 verso i campionati europei. Anche verso l’Italia, sebbene le voci circolate con insistenza nelle piazze nazionali più “calde” per il tifo hockeystico, non sono mai state confortate da riscontri concreti.

Dopo mesi di trattative, l’accordo è stato raggiunto il 6 di gennaio e messo nero su bianco una settimana dopo. Questa volta il documento scaduto a settembre è stato rinnovato per dieci anni.

In base al nuovo accordo, le entrate della massima serie hockeistica del Nord America saranno ripartite per il 50% con i giocatori, scendendo del 7% rispetto al passato. In un primo momento le proprietà avevano proposto il 46%.

Dal canto loro, i campioni della Nhl guadagnano alcuni benefici inediti rispetto al passato, come un fondo pensione che quest’anno sarà definito nel dettaglio. Il salary cap, almeno per questa stagione striminzita, sale a 70 milioni e 200mila dollari, scendendo dall’anno prossimo fino a quota 64 milioni e 300mila dollari, che poi era il tetto previsto nel 2011-2012.

Per quanto riguarda l’aspetto prettamente sportivo, il risultato dopo quasi 4 mesi di serrata totale è che vengono salvati 48 match per ogni squadra, e durante la Regular season i team si misureranno esclusivamente con avversarie facenti parte della stessa Conference.

Per incontri inter-Conference bisognerà quindi aspettare le Finali di giugno. La regular season finisce il 27 di aprile e tre giorni dopo iniziano i playoff. La stagione 2012-2013 inizia sabato prossimo 19 gennaio con tredici match, ma già il giorno seguente parecchie delle big saranno in campo per la seconda volta.

E via a rotta di collo fino alla fine. Nel tentativo di fare dimenticare alle platee assetate di hockey che questa volta si è davvero rischiato di passare il segno. Anche se, una volta che il puck toccherà il ghiaccio per la prima volta, c’è da scommettere che il tifoso-tipo si concentrerà più sulla nuova esperienza texana dell’inossidabile Jaromir Jagr o sulla fedeltà di Capitan Weber alle Tigri dai Denti a Sciabola piuttosto che dare atto alle promesse di “sciopero del tifo” minacciato alla vigilia.

One thought on “Nhl, dopo quattro mesi di lockout: “Hockeysback”

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