Mike Smith, decisivo in Gara6, mentre saluta Brendan Morrison a fine serie...

Phoenix espugna lo United Center in gara-6, restituendo la sconfitta interna di pochi giorni prima, e accede alle semifinali di Conference, in cui affronterà i St. Louis Blues. Per i campioni del 2010, decisivo lo 0-4 in Illinois, anche se nel complesso la squadra dell’Arizona ha dimostrato di avere più “fame” per andare avanti.

L’ultimo OT

Come i quattro incontri precedenti, anche gara-5 si chiude ai tempi supplementari. I Coyotes passano a condurre con un’accelerazione di Brule e un tiro dalla destra di Brule, su cui Crawford (18 parate su 19 tiri arrivati in serata) non riesce a intervenire. Siamo nel secondo periodo.

I padroni di casa hanno numerose occasioni per raddoppiare, ma manca loro la lucidità dalle parti del goalie avversario. I Blackhawks, che riescono a impensierire più spesso Smith (36 su 38 per lui), trovano così il pari nell’ultimo parziale. Azione confusa sulla sinistra. Leddy fa ordine con un tiro dalla blue line. Il portiere di Phoenix, complice anche uno “schermo” davanti a lui, può solo toccare il puck, senza impedire che finisca in rete. A undici dalla fine, è parità.

La maggiore verve sottoporta dei rossoneri dà i suoi frutti nel supplementare. Dopo due minuti, Jonathan Toews depone il disco sotto l’incrocio destro della porta difesa da Smith e chiude le ostilità. Con il gol del capitano, Chicago si porta 2-3 nella serie, con la possibilità di giocare in casa gara-6.

Highlghts gara-5

Smith sfata una maledizione

I “falchi neri” partono alla carica, spinti anche dal pubblico accorso allo United Center. Così il primo periodo è quasi un monologo dei padroni di casa, che producono assalti su assalti, trovando però sulla loro strada un super numero 41. Di guanto, di stecca, di gambale, Mike riesce a opporsi a tutti i 39 tiri giunti verso la sua porta.

Sostenuta dal suo goalie, Phoenix trova così il modo di passare a condurre. Ekman-Larsson chiude un’azione di superiorità numerica pazientemente condotta dagli ospiti con un tiro dalla blue line che sorprende Crawford. È il primo e importante centro per lo svedese nei playoff in assoluto, unica rete della seconda frazione.

Con le spalle al muro, Chicago si riversa in avanti anche nel terzo periodo. I Coyotes, tuttavia, hanno preso fiducia nei loro mezzi e in attacco si fanno più incisivi. Così, dopo poco più di due minuti, Gilbert Brule spinge il disco alle spalle del portiere avversario con un tiro di prima su assist di Chipchura.

I rossoneri devono adesso segnare due reti per pareggiare i conti. Altro power-play, altro gol per gli ospiti. Stavolta è Vermette a siglare da pochi passi dopo un’azione condotta sulla destra. Pochi istanti dopo e Chipcura chiude definitivamente i conti con un preciso tiro su assist di Brule. A cinque dalla fine, i campioni del 2010 sono sotto di quattro e 3-2 nella serie. Da ultimo, non sono riusciti a segnare nemmeno una rete dopo tutte le conclusioni effettuate.

Finisce così, 0-4. Phoenix vince 4-2 e trova un passaggio al secondo turno dei playoff che mancava dalla stagione 1986/1987. Allora erano stati i Calgary Flames ad arrendersi, sempre 4-2 in gara-6. Prossimo avversario i Predators, che hanno eliminato di slancio Detroit (4-1). Perfetto il bilancio tra le due formazioni: due vittorie a testa, sempre sul ghiaccio delle rivali.

Per Chicago, invece, è la seconda eliminazione al primo atto dei playoff dopo la conquista del titolo. L’anno scorso erano stati i Vancouver Canucks a spuntarla (dopo sette gare) contro i rossoneri. I tifosi di Phoenix possono ben sperare: i canadesi affrontarono poi Nashville (come capiterà ai Coyotes) e giunsero sino a contendersi la Stanley Cup con Boston.

Dalle parti dell’Arizona sperano di poter fare altrettanto, se non meglio.

Highlights gara-6

 

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