Brent Seabrook, colonna della difesa dei Blackhawks

Formula Uno o Nhl?

Prosegue la lunga fuga della Western Conference verso le partite che valgono il paradiso della Stanley Cup.

Per confondere le idee di chi ama le macchine ma non l’hockey usiamo un pezzo di storia a quattro ruote e ci infiliamo i pattini.

Come nel circus della Formula Uno ogni squadra di Nhl può ritagliarsi una fetta di pista rispetto all’andamento della propria stagione, dunque signore e signori si accendano i motori e si scaldi il ghiaccio!

Laguna Seca?

Avete presente la pista americana dove si correva la Superbike e ora corre la MotoGp? È famosa per una curva che si affronta su una leggera salita e poi picchia giù duro quasi a sradicare un pilota, ebbene tale “Cavatappi” è la semplificazione dell’annata di Colorado ed Edmonton, nata con un po’ di salita (un po’ è un eufemismo) e ora in picchiata verso l’abisso di rimandare tutti i progetti ad una nuova stagione.

La Nhl ha anche del masochismo, quindi ogni tanto ripropone “quel “numero 99 che fa gol memorabili con la maglia Oilers, poi rientra nel nostro stesso pianeta e non riesce a sollevare il morale degli Oilers. Neanche sua maestosità Gretzky potrebbe salvare la situazione odierna di Edmonton, ma l’orgoglio fa superare Atlanta per 5 a 3 grazie alla tripletta di Hall.

Cambiare goalie per Colorado ora serve solo per esaltare Setoguchi di San Jose che si regala una tripletta nel 4 a 0 che gli Sharks rifilano alla povera squadra di Denver, ex grande della Western con minima soddisfazione di Craig Anderson che dimostra che i problemi non sono solo nel portiere che indossa la casacca Avalanche.

Come sempre però l’orgoglio di essere una grande squadra del passato fa aggiungere alcune perle ad una stagione senza troppe soddisfazioni, contro i Blues servono i gol di Hejduk e Stasny per piegare 4 a 3 St.Louis e trascinare i Blues verso le sabbie mobili di cui fanno parte Avalanche e Oilers esaltando le 42 parate di Budaj.

Gli Oilers invece dopo una vittoria decidono subito di far rientrare sulla terra i suoi tifosi sognatori e far riemergere l’ennesimo incubo nella sconfitta 4 a 1 con i Wild, dove l’allenamento di Minnesota ha come protagonista Havlat, Brodziak, Spurgeon e Bouchard.

Arriviamo cosi alla gara che tutta la Nhl attende con ansia, quella che ogni fan dell’hockey segna in rosso sul calendario, in pratica Edmonton Oilers vs Colorado Avalanche, ultima contro penultima!

Colorado purtroppo per i suoi tifosi rende amarissima anche la sfida con la derelitta concorrente all’ultimo posto e perde nettamente per 5 a 1, facendo sembrare gli Oilers una squadra seria e con traguardi ambiziosi che si permette il lusso di segnare con 5 giocatori diversi.

Spa Francorchamps?

Chiunque si trovi ad essere impantanato su circuiti tipo Spa o Assen per giocarsi un’intera stagione sa che se riesce nell’impresa vincente entra nell’olimpo eroico, chi ne esce sano e salvo da tortuosi saliscendi e curve mozzafiato raggiungendo l’obiettivo è grande, anzi grandissimo.

Chi insegue nella Nhl l’ottavo posto sa che deve rischiare tutto in ogni gara, St.Louis scambia l’ex capitano Eric Brewer per Brock Beaukeboom dei Lightning e il vero “boom”se lo regala superando 3 a 0 Buffalo quando Oshie piega la resistenza Sabres e Backes bombarda Ryan Miller, anticipando il terzo gol a porta vuota di Sobotka.

Minnesota fa sua l’importante partita contro i Ducks ora distanti solo una lunghezza all’ottavo posto con un convincente 5 a 1 mentre Columbus aggancia Chicago sbancando lo United Center per 4 a 3 con la rete decisiva in power play di Stralman facendo proseguire l’agonia dei campioni.

Los Angeles in seria difficoltà perde 3 a 0 con gli Islanders mentre lo strascico della batosta con i Wild per i  Ducks si fa sentire anche contro St.Louis che stravince 9 a 3 lo scontro diretto tra pericolanti, con Selanne e Getzlaf che nonostante i gol non raccolgono più soddisfazioni. Per i Blues il saluto a Brewer arriva con le meraviglie di Oshie e Backes oltre alla doppietta di Stewart.

Calgary per respirare ha bisogno di vincere la gara all’aperto contro Montreal e lo fa per 4 a 0 con la doppietta di Bourque, i gol di Babchuk e Tanguay che con la luce sciolgono i Canadiens nell’Heritage Classic della Nhl che segnale le 39 parate di super Kiprusoff.

I Blackhawks sentono invece aria di Stanley Cup quando sfidano i Pittsburgh Penguins nella gara che vede le ultime 2 squadre ad aver vinto la coppa e hanno la meglio solo ai rigori sulla squadra di Bylsma. Sharp porta in vantaggio gli Hawks mentre la versione di Gattuso hockeistica Matt Cooke pareggia (non c’è ne voglia il grande Ringhio ma i due hanno antenati in comune per forza) con il nuovo allungo di Chicago con Bickell sistemato da Sterling. A mettere una pietra sopra il risultato ci pensa Patrick Kane con il penalty decisivo che ridà morale ai campioni e rimanda l’infermeria Penguins fuori dallo United Center senza gioia.

L’aria trionfale della vittoria sui Pens è la medicina migliore per uno scatto verso l’alto, Chicago si ritrova sotto 2 a 0 con i Blues e di colpo ha una scossa, tutti i giocatori sembrano sentir l’eco dei recenti trionfi e iniziano a giocare seriamente, Stalberg, Bolland, Kane e Toews piazzano un micidiale poker nel secondo periodo in soli dieci minuti, lottando su ogni disco, resistendo al 4 a 3 di Alex Pietrangelo e suggellando la grande vittoria con il 5 a 3 siglato da Marian Hossa, giocatore fondamentale e finalista nelle ultime 3 Stanley Cup. La quota 68 che vale i playoff è ora di Minnesota, Dallas, Los Angeles, Anaheim e Chicago, dal settimo all’undicesimo posto di un gran premio tutto salita, tornanti e discese impazzite.

Fa riflettere sui Blackhawks la ritrovata furia da leoni, con il goalie che vede i suoi compagni immolarsi più volte su puck scagliati da St.Louis, senza che nessuno possa riflettere su quanto faccia male un missile che arriva sul corpo. Seabrook e Campbell sono esempio di gladiatori anti-puck, con gentile ringraziamento di Crawford nella gabbia dei campioni.

Pensieri opposti su i Dallas Stars a cui non basta l’esordio di Goligoski per evitare l’1 a 0 contro i Devils in forma smagliante e a segno con Palmieri, peggio fa Nashville che subisce un secco 4 a 0 contro Columbus dove splende sempre di più la stella di Rick Nash autentico uomo-tutto dei Blue Jackets e autore di una doppietta che apre e chiude la partita (Calvert e Vermette fanno da contorno nelle marcature).

Sharks e Kings regolano con lo stesso risultato, 3 a 2, Penguins e Ducks, dimostrando che avere in squadra Anze Kopitar e Patrick Marleau sono un ottima medicina nella caccia vincente a pinguini e anatre (oddio sulla caccia ai pinguini ho i miei dubbi!)

Indianapolis?

La pista di Indianapolis racconta quanto di più storico c’è tra le monoposto e per l’assenza di curve in un tracciato unico rappresenta chi sta tranquillo in zona playoff e sta attento solo a non andare contro il muro, ops, perdere posizioni che possono compromettere una tranquilla presenza nella postseason.

È il caso dei Phoenix Coyotes che regolano 3 a 2 Nashville facendo proseguire la striscia di vittorie consecutive arrivata a 7 grazie ai gol di Pyatt, Doan e Korpikoski.

E non c’è 7 senza 8 con Phoenix che supera anche i Flyers sempre per 3 a 2 nonostante il vantaggio Phila con Leino ribaltato da Belanger e Pyatt ma riagguantato in 6 contro 5 da Giroux che sfrutta la foga di Carcillo solo contro tutti a difendere il disco. In overtime è la zampata di Shane Doan a piegare la difesa dei Flyers sotto assedio. Ilya Bryzgalow mantiene una media di 1.60 gol subiti in questa striscia vittoriosa che arriva quasi sempre con un gol di scarto e che dimostra il carattere dei Coyotes in forma playoff.

Cos’ha di particolare Indianapolis? Che basta una distrazione e si va contro un muro danneggiando ciò che fin lì è stato un ottimo percorso, il muro decisivo per i Coyotes diventa Tampa Bay che in un terrificante primo periodo rifila ben 5 reti scatenando il motore di St.Louis, Stamkos e LeCavalier che a fine partita chiudono la striscia positiva di Phoenix con un netto 8 a 3,  nella speranza che per i Coyotes che sia solo un piccolo incidente di percorso visto l’affollamento nelle retrovie.

Monza?

Chi ha la macchina migliore sulla pista più veloce è destinato a far meno fatica per raggiungere la vittoria, Vancouver e Detroit sono ancora le Ferrari e Red Bull di quest’ anno.

La maglia è rossa, la storia è prestigiosa e ricca di titoli, non ha un cavallino rampante ma provengono da una città dove i motori la fanno da padrone, sono i Detroit Red Wings a inseguire a tutta velocità la capolista, Florida è piegata 4 a 3 nel primo appuntamento settimanale che vede Bertuzzi sugli scudi, bravo ad aprire e chiudere il match con una doppietta nel 4 a 3 finale dove trovano spazio tra i marcatori anche Datsyuk (ennesimo gol da maestro) e Cleary annullando la resistenza dei Panthers.

La casacca blu può far pensare alla Red Bull dominatrice dell’ultimo campionato di Formula 1 e le ali i gemelli Sedin le stanno mettendo in tutte le gare, senza risparmiare Dallas superata 5 a 2 con le doppiette di Daniel Sedin e Torres col gemellino d’oro Henrik a chiudere il tabellino marcatori di chi la prima posizione proprio non vuole mollare.

Ci vogliono i rigori contro i Wild per decidere la sfida con i tempi regolamentari chiusi sull’1 a 1 grazie a Lidstrom e Havlat. Nell’uno contro uno più bravi i Red Wings in gol con Datsyuk e Bertuzzi soddisfatti finalmente di segnare ad un Backstrom in formato gigante autore di 38 salvataggi. Per il veterano Todd Bertuzzi ciliegina sulla torta nella sua gara numero 1.000 (704 punti segnati fin qui e ancora statistica da migliorare).

Contro gli Sharks finalmente Detroit trova pane per i suoi denti in una battaglia dal sapore aspro dei playoff, con Setoguchi in formato 5 stelle, infatti la sua doppietta è decisiva nel 4 a 3 che rende inutile l’altra doppia segnatura di Dan Cleary.

Una grande battaglia attende i Canucks prima del rettilineo finale, è contro i Montreal Canadiens, la squadra più titolata e prestigiosa della Nhl che per l’occasione si ricorda il palmares e vince 3 a 2 sfruttando Desharnais, Gionta e Kostitsyn con gli inutili gol in power play di Henrik Sedin e Samuelsson con buona pace dei tifosi della RedBull-Canucks che perdono il derby canadese ma sanno di avere la macchina più affidabile e potente della Western Conference!

Cosi con un po’ di ritardo sulle posizioni attuali raccontiamo passo per passo il cammino di quell’ingarbugliata griglia di partenza che è la Western, con Canucks e Red Wings in pole position, Coyotes e Sharks in seconda fila seguiti da: Wild, Predators e Flames a quota 70, Kings, Ducks, Blackhawks e Stars a 68 e Blue Jackets a 66, con Blues, Avalanche e Oilers ormai schierati dietro la safety car, ma presto la ripartenza mescolerà le carte, potete contarci!

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