Momentum: in italiano potremmo tradurlo con il termine “inerzia”, ma qualora qualcuno avesse bisogno di ulteriori chiarimenti potremmo citare come esempio il caso dei Tennessee Titans.
Lo abbiamo ripetuto all’infinito: verso fine ottobre la stagione di Tennessee sembrava compromessa, poi Vrabel ha deciso di giocarsi l’Hail Mary Tannehill… ed il resto è storia, o come direbbero efficacemente Oltreoceano, history in the making.
Dopo aver eliminato New England a Tannehill e compagni toccava il poco felice destino di provare a fermare la locomotiva Ravens, squadra che non perdeva da fine settembre e che, grazie ad una qualificazione playoff raggiunta ben prima di Week 17, ha potuto dare ai propri titolari ben tre settimane di riposo: scopriamo insieme se queste vacanze pagate hanno sortito gli effetti desiderati.

Il primo possesso tocca a Tennessee che, dopo aver immediatamente mosso le catene, vede il proprio drive morire a causa di penalità e del buon lavoro della difesa di Baltimore: vediamo dunque se Jackson e compagni sono effettivamente arrugginiti. Sembrerebbe di no, in quanto un paio di corse di Jackson ed una di Edwards portano immediatamente Baltimore nella metà campo di Tennessee, dove su 2&10 Jackson tenta di connettere in profondità con il fidato Mark Andrews: il pallone è un po’ troppo alto ed il solitamente affidabile tight end riesce solamente a smanacciarlo, fornendo così un prezioso assist al sempre reattivo Byard che senza troppi complimenti lo fa suo. Intercetto Titans dunque: a seguito di una penalità fischiata contro Jackson – unnecessary roughness – l’attacco di Tennessee vedrà partire la propria quest al touchdown dalle 35 di Baltimore.
Per la sorpresa di nessuno, Vrabel decide di affidarsi al proprio fenomeno Henry, ed a ragione: il mastodontico numero 22 inizia ad ingranare ed a muovere le catene e poco dopo, su un 3&goal reso complesso da un sack di Thomas, Tannehill cerca e trova il promettente Jonnu Smith in end zone, che con una pazzesca ricezione ad una mano mette a segno il primo touchdown della giornata. Sette a zero Titans dunque, come tutti ci aspettavamo.

Baltimore deve reagire immediatamente, pertanto su 4&1 nei pressi della metà campo Harbaugh senza pensarci due volte decide di provare a muovere le catene: contrariamente a quanto visto per circa quattro mesi, il front seven avversario riesce a contenere l’esplosività di Jackson ed ecco arrivare un sorprendente turnover of downs.
Per Baltimore a questo punto è categorico limitare i danni ed evitare di concedere altri sette punti, che però arrivano immediatamente grazie ad una bomba di Tannehill indirizzata a Kalif Raymond: una giocata, quarantacinque yards, un touchdown. Quattordici a zero Titans: incredibile.
La reazione di Baltimore non arriva, in quanto il miglior attacco della lega, fondato sul gioco di corse e la fisicità, tradisce la propria natura: il punteggio condanna l’attacco dei Ravens a trovare immediatamente modo di ridurre il gap, il cronometro no, invoca pazienza e razionalità. Non deve quindi sorprendere l’immediato three n’ out, in quanto contrariamente a quanto fatto tutto l’anno Baltimore rinnega la propria identità e cerca di muovere le catene tramite lanci profondi: ciò che funziona non si dovrebbe cambiare, no?

Fortunatamente per coach Harbaugh, Tennessee questa volta non trova modo di ritoccare il punteggio, e dopo un punt sono finalmente i Ravens ad aggiungere punti al loro inesistente bottino: dopo un drive di dodici giocate Baltimore deve affidarsi al sempre affidabile Tucker che in condizioni meteorologiche avverse riesce a convertire un complicato piazzato da 49 yards.
Pure in questo caso il drive dei Titans dura poco, e le cose sembrano finalmente girare dalla parte di Baltimore, soprattutto perché con poco più di due minuti rimasti da giocare nella prima metà Jackson riesce a mettere in piedi l’ennesimo entusiasmante two minutes drive della propria stagione: su 3&14 pesca Brown in profondità, dentro la linea delle cinque yards di Tennessee, ma il cronometro indica solamente undici secondi, perciò realisticamente Baltimore avrà al massimo due tentativi per mettere a segno il primo touchdown della giornata. Sciaguratamente, però, Jackson si incaponisce sul primo tentativo e spreca troppo tempo, costringendo coach Harbaugh ad affidarsi nuovamente a Tucker, che da poco più distante di 20 yards aggiunge altri tre miseri punti al bottino di Baltimore: quattordici a sei Titans, esattamente come tutti si aspettavano.

Terzo periodo dunque, palla di Baltimore; ignorando completamente i running back, Jackson inizia pazientemente a muovere le catene, caricandosi alle spalle l’intero reparto offensivo fino a portarlo a ridosso della red zone: dopo che su 3&2 il roccioso Edwards guadagna solamente una iarda, Harbaugh decide di provare ancora una volta a ricorrere al proprio quarterback per tenere in vita il drive, ma come già visto in precedenza il front seven di Tennessee è estremamente disciplinato e pure in questo caso turnover of downs.
Attenzione, questo evento potrebbe svoltare la partita, soprattutto nel caso in cui Tannehill riuscisse ad aggiungere altri punti a tabellone: vi ho mai detto che Derrick Henry è una forza della natura? Su 3&1 l’Heisman Trophy winner guadagna la bellezza di sessantasei yards, portando immediatamente Tennessee in red zone, dove per l’occasione si improvvisa pure quarterback e da situazione di Wildcat riceve lo snap e pesca Corey Davis in end zone per il touchdown del ventuno a sei Titans.
Incredibile.

Baltimore a questo punto necessita disperatamente di un touchdown, ma ecco la giocata che decide la partita: nel primo snap del drive Jackson viene acchiappato da Casey nel backfield e perde sciaguratamente il controllo dell’ovale che ovviamente viene recuperato da Tennessee. Due minuti – di gioco – dopo, Tannehill porta il vantaggio a ventidue punti trovando la end zone con le proprie gambe: ventotto a sei Titans, i Ravens sono seriamente nei guai.
Non posso ribadirvi quanto importante sarebbe un touchdown, perciò immagino possiate comprendere piuttosto velocemente l’importanza di non commettere un turnover: altro intercetto di Jackson con poco più di un quarto rimasto da giocare.
Tennessee a questo punto può mettere il pilota automatico, un paio di primi down ogni drive potrebbero bastare e con Henry a disposizione ciò non è propriamente complicato; dopo un punt Baltimore riesce finalmente a trovare i sei punti quando a termine di un drive di dieci giocate per 88 yards Jackson connette con il tight end Hurst: a seguito dalla conversione da due punti fallita Baltimore si trova sotto ventotto a dodici.
Grazie a massicce dosi di Henry Tennessee riesce a rosicchiare ben quattro minuti dal cronometro e restituisce il possesso a Baltimore con soli sei minuti rimasti da giocare: Jackson inizia a macinare yards, ma anche questa volta tutto ciò che Baltimore riesce a ricavare è un avvilente turnover of downs.
A questo punto il three n’ out vale ben poco, in quanto Tennessee riesce comunque a bruciare altri due minuti ridando il possesso a Baltimore con poco più di due minuti rimasti: pure in questo caso, però, la disperazione dei Ravens si tramuta in un turnover of downs ed a questo punto la signora grassa può veramente cantare.
Ventotto a dodici Titans, Tannehill al Championship Game, come da copione.

Per la seconda volta in altrettante stagioni, Baltimore e Jackson sono esplosi sul più bello: nonostante le 530 yards di total offense Baltimore ha pagato a carissimo prezzo tre atipici turnover ed un ancor più sorprendente zero su quattro in situazione di quarto down. A mio avviso, però, la statistica più interessante è questa: i running back di Baltimore hanno accumulato solamente nove portate, numero ridicolo in una partita nella quale sono rimasti a due possessi di distanza per interi quarti di gioco.
Nulla potrà toglier loro quanto fatto in questa esaltante stagione, ma permettetemi di dire che una regular season del genere perde indubbiamente di valore se contrapposta ad un’eliminazione così netta e precoce in postseason.
Chapeau per i Tennessee Titans: pure in questo caso Tannehill non ha dovuto fare gli straordinari – solamente 88 yards su sette completi – ma con un Henry in grado di tenere in piedi drive a suon di tackle rotti non è necessario lanciare trenta o quaranta volte a partita. Protagonista assoluto, però, è stato sicuramente il front seven, in grado di sottoporre Jackson ad una pressione mai vista per tutto il corso della regular season: oltre ai quattro quarti down falliti vanno messi in rilievo pure i quattro sack, numeri assolutamente atipici se concessi da questa linea d’attacco.
Tre turnover, quattro turnover of downs e tante, troppe penalità: si conclude così, senza la benché minima parvenza di gloria, l’esaltante 2019 dei Ravens, mentre a questo punto sky is the limit per i sorprendenti Tennessee Titans.
Coach Vrabel, signori, sta firmando un vero e proprio capolavoro.

12 thoughts on “Henry ed i Titans giustiziano degli irriconoscibili Ravens: Tennessee al Championship Game

  1. Jackson paga l’inesperienza, ci vorrà tempo e pazienza… io nn me lo aspettavo sinceramente una debacle di questa portata….
    In AFC vedo cmq kansas city favorita, in nfc san Francisco ma attenti a rodgers…

  2. Tutto molto prevedibile, mi stupisco dello stupore.
    MVP di stogaz. Il most valuable della nfl rimane Mahomes (Rodgers secondo e Wilson terzo: immaginate le loro squadre senza…).
    I Titans giocano un football anni ’80 ed è uno spasso vederli avanzare alla faccia degli espertoni.

  3. Dire adesso “io lo avevo detto” non ha molto senso… però per me Baltimore è stata la più grande illusione dell’anno, ha sorpreso molti per il semplice motivo che chi gioca nella posizione di QB non è un QB, ma un Running back che all’occorrenza sa lasciare andare il braccio oltre che le gambe.
    Una difesa ben preparata che lo limita alla tasca e gli toglie la prima opzione di lancio lo manda in totale confusione.

    • Ciccino, sono mesi che viene segnalato quanto le statistiche non dicano abbastanza e il QB giusto al posto giusto vale più di qualunque superman in una squadra pietosa (tipo i Dolphins): e il panchinamento di Mariota è stato l’affare dell’anno.

      L’altro sempre sbertucciato è Garoppolo, che invece… i Patriots con lui al posto di Brady quest’anno si sarebbero invertiti le vacanze coi 49ers, ma si sa che la gratitudine nello sport fa più danni della grandine.

  4. Chapeau a Mike Vrabel signori. Ha organizzato una partita perfetta dal punto di vista difensivo. Ha costretto (complice anche le cattive condizioni fisiche di Ingram) Jackson a caricarsi sulle spalle il reparto offensivo da solo.
    Lo ha costretto a grandi giocate sempre. E quando giochi da solo contro un reparto non vinci mai.
    Se dall’altra parte hai un signore che si chiama Henry che ti garantisce 200yds una difesa così ti fa vincere.

    • Peccato che ingram era limitato fisicamente.
      Cmq credo che serva un WR di un certo livello,
      cosa che i ravens non hanno da anni.

  5. Un poco rivalutati i Pats ma proprio un poco, ormai devono voltare pagina. Ma questi Titans, ottima DL ancora meglio la OL e poi Henry. Tutti a studiare come fermarlo. Forse Bosa e l’altro della DL dei niners possono limitare questo attacco..
    Per me SBowl ai niners. ciao

  6. Per gli amanti delle statistiche: faccio notare che Tim Tebow ha più vittorie ai playoff di Lamarvelous Jackson…

  7. Che dire?! Sinceramente ritenevo Baltimore troppo forte per i miei Titans, ma guardando la partita non c’è stato molto da obbiettare: da una parte il coaching staff, Henry e una grande difesa hanno fatto una partita eccezionale, dall’altra i Ravens hanno steccato di brutto facendosi trovare con poche alternative in attacco, Jackson ben imbrigliato e, una volta in difficoltà, si sono anche un po’ sciolti, non capaci di reagire prontamente. Ora, dopo questo incontro, far passare i Ravens per dei brocchi e Jackson un bidone a me sembra esagerato, nella Nfl le partite non si vincono per fortuna o per errori arbitrali e Baltimore ne aveva vinte 14, più di tutti. E se fermare Jackson è così facile come sostengono adesso in molti non capisco perchè quelle 14 squadre non lo hanno fatto prima. Nei p.o. contano tanti fattori, spesso la testa più delle gambe e a me i Ravens mi sono sembrati poco pronti e poco reattivi e di fronte a loro invece un team che non aveva pressione e molto ben organizzato, con poche cose da fare ma facendole molto bene.Personalmente ritengo poi il BYE del primo turno dei p.o.molto pericoloso per certi team: toglie concentrazione, ritmo e clima partita. Per il proseguo: Kansas City è molto più forte dei Titans e andrà al Superbowl,Dall’altra parte vedo meglio i 49ers, ma i Packers sono forti.

    • Jackson non è un bidone; Jackson è un fantastico runningback con un’agilità atletica mai vista e un braccio potente abbastanza per fare quello che vuole; il giorno che qualcuno lo allenerà per fare il quarterback Mahomes e Wilson avranno un degno rivale. Fino ad allora rimarrà croce e delizia della sua squadra: limitato lui si vince la partita.
      I Titans, per dire, hanno vinto con 88 yarde di Tannehill (che hai i suoi limiti ma è pur sempre un quarterback).

      Se la difesa di Vrabel riesce a frenare il 15 di KC ci può essere partita… ma esiste una difesa capace di fermare uno che se serve corre pure e lancia da dio?

  8. Lamar può portare fin qui i Ravens, non oltre. Non è colpa sua. E ‘un giocatore tipo il vecchio NIchael Vick o Cam Newton. Sono halfbacks “prestati” al ruolo di QB: corrono e scramblano benissimo, ma non saranno mai veri Qb e poi anno dopo anno diventano sempre più prevedibili. Quando sei ai playoffs NFL, tu hai disperatamente bisogno di un vero Qb che ti guidi davvero, che ti faccia girare l’attacco e che ogni tanto ti crei qualcosa che ti tiri fuori dagli impicci. A mio parere, per vincere con Lamar qualche cosa, il coaching staff dovrà elevare tutti gli altri reparti ad un livello tale da compensare le manchevolezze del proprio Qb. Però ricordo che in passato i Ravens hanno vinto un Superbowl con l’impresentabile Trent Dilfer a fare il QB…quindi c’è speranza concreta per i tifosi Ravens in futuro!!!

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