I Seahawks battono in trasferta 17-9 gli Eagles in un incontro che potremmo definire tra superstiti, vista la moria di titolari e la serie di rattoppi che Pete Carroll e Doug Pederson sono stati forzati ad ingegnare per mettere in campo una squadra competitiva.

Tra le due sarà Seattle a prevalere, affidandosi ancora una volta a quello straordinario campione che prende il nome di Russell Wilson, capace di accendere il suo genio nei pochi momenti che una gara (ovviamente) povera di talento gli ha offerto!

Anche perché agli albori di tale sfida un colpo un po’ malandrino di Jadaveon Clowney aveva messo KO l’unico top player rimasto sano per l’intero anno nel club della Pennsylvania, quel Carson Wentz già bersagliato dalla sfortuna e costretto sempre ad assistere i successi da postseason dei suoi compagni in sideline: pure stavolta sarà così e l’onorevole sostituto, che terrà in corsa i suoi fino alla fine, il 40enne Josh McCown, non potrà fare nulla. La partita in pratica finisce qui, anche perché Sanders ed Ertz stringono i denti ma saranno limitati nel fisico! Sgradevole e antipatica sarà la mimica facciale dell’ex Texans, quando nell’halftime sogghignerà a seguito di un altro hit verso il runningback piegato in due dal dolore, come a dire “missione compiuta”!!

Altri acciacchi imponenti di giornata saranno Ziggy Ansah e Brandon Graham per i Seahawks.

Se pronosticata a inizio anno questa wild card game avrebbe forse assunto l’alone di matchup più intrigante fra tutti, con Seattle a caccia di nuovi punti di forza dopo l’addio definitivo dell’epoca Legion of Boom, e Wentz per gli Eagles alla prima stagione senza l’ingombrante Nick Foles a rubargli la scena, con un cast di target stellari ai suoi ordini. In più l’avvento di Clowney quasi da subito e quello di Quandre Diggs più tardi avevano restituito alla difesa di Seattle l’iconica immagine feroce dei tempi che furono.

Guardando oggi alla lista infortunati di ambedue le compagini assistiamo ad una Caporetto infinita!

Nel reparto avanzato Philadelphia trovava Clement, DeSean Jackson, Alshon Jeffery e Darren Sproles in IR più Agholor, Ertz, Arcega-Whiteside, Jordan Howard, Lane Johnson e Brandon Brooks gravemente acciaccati, ovvero sia dei pezzi da novanta la cui assenza avrebbe sfiancato chiunque! Lo stop del rookie sensazione Miles Sanders ha inoltre costretto Pederson a gettare nella mischia – con notevoli risultati – Boston Scott nel clinch game e portato la società a siglare Eijah Holydield per il DE Daeshon Hall, oramai fuori dai giochi; mossa necessaria pure per la rinuncia a Jay Ajayi, mai più ripresosi dai fasti luminosi di un tempo.

Per questo motivo, in una stagione così disgraziata e penalizzante a livello di sfortuna, non possiamo far altro che rivalutare la forza di Wentz, privato e spremuto dal fato dei migliori spot a disposizione ed elevato a salvatore della patria nel periodo più caldo, da dicembre in avanti. Una linea offensiva probabilmente migliore dell’intero football lo ha spesso messo nelle condizioni più opportune per esprimersi al meglio, aiutato dalle proprie abilità nel muoversi all’interno della tasca: Jason Peters, Isaac Seumalo, Jason Kelce, Brandon Brooks e Lane Johnson sono tanta roba e la guardia, di nuovo out la scorsa settimana, è quello maggiormente progredito dopo l’infortunio al tendine d’Achille, tanto da essere posizionato al primo posto nel suo ruolo.

Seattle è arrivata all’appuntamento decisivo col clamoroso numero di quasi 35 giocatori infortunati, di cui 17 in injured reserve e Josh Gordon, stavolta sospeso, a combattere coi soliti demoni della sua mente, lui che con 20 yard a ricezione conduceva le categorie di settore. Ciò che ha spinto verso il basso pure le odds degli uomini di Carroll sono state le dipartite di fine anno di Iupati, Duane Brown, LT sostituito da George Fant, Mychal Kendricks – non al suo miglior anno – da rimpiazzare con l’affidabile Cody Barton, Shaquill Griffin rientrato dopo un paio di settimane di stop, con Akeem King pronto a subentrare, e soprattutto Chris Carson e Rashaad Penny, pregevole running back il primo e onorevole backup il secondo, tentando di correre ai ripari col vecchio Marshawn Lynch (14 mesi lontano dal gioco) e Robert Turbin, nonostante l’ottimo debutto del rookie Travis Homer con San Francisco.

I Seahawks si presentavano al Lincoln forti di un 7-1 on the road; la secondaria inoltre manteneva i favori dei pronostici verso un team battuto a basso score non molto tempo addietro e flagellato dalle dipartite di bersagli in ricezione, e gente del calibro di Tre Flowers, Bradley McDougald ma anche Bobby Wagner e KJ Wright avrebbe sulla carta faticato poco a contenere un reparto privo di big player e Zack Ertz a regime ridotto.

Dall’altro canto una coppia di linee tra le peggiori della lega sia in avanti – con le continue crisi di Germain Ifedi, il collo di Iupati a fare le bizze e Justin Britt out oltre agli altri prima accennati – che a protezione – con la nomina di grande pass rushing edge defender di Clowney smentita da un campionato in sordina – dava a Philadelphia qualche speranza in più.

I coaching staff provano a costruire qualcosa nelle difficoltà, con la conquista di terreno merce molto rara, fino a quando sul 3-3 un errore di LeBlanc spianerà la strada verso la red zone a David Moore e per Lynch, dopo un roughing the passer di Burnett su Wilson, sarà un gioco da ragazzi effettuare il primo strappo del match.

Nella ripresa una pass interference di Tre Flowers su Ward riporta gli Eagles a poco dalla segnatura ma un delay of game vanificherà la buona corsa di Scott, portando a tabellino perciò solo il field goal di Elliot, unico scorer a fine match per Philadelphia.

Wilson/Metcalf sarà la combo che chiuderà praticamente le velleità avversarie grazie ad un bellissimo big play che fa capire ancora una volta che grande pescata da secondo giro sia stato l’ex Mississippi College.

McCown tiene in corsa i suoi fino agli ultimi istanti ma il 17-9 sarà il risultato conclusivo.

Phila termina l’anno onorevolmente e sui volti stoici e dignitosi del coach e di Cox e Jenkins, veterani mai domi, si nota la soddisfazione di chi è caduto in piedi.

Seattle si prepara alla tundra siberiana del Lambeau Field, sperando che Wilson basti per compiere l’upset, visto che il beast mode sembra un lontano ricordo e il gioco di terra latita causa le molteplici e gravi assenze. Mai sottovalutarli però!

One thought on “Seattle espugna Philadelphia e vola al Divisional Round

  1. il gioco sporco nel football c’è e non è il primo clowney… ma non capisco come non sia stato sanzionato.
    Grandi seahawks, vi auguro di uscire alla prossima sfida… cosa molto probabile

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.