Dopo la storica vittoria al Super Bowl in quel di Minneapolis, la franchigia della “City of brotherly love” ha attraversato un 2018 particolare. A poche partite dalla fine della stagione c’era la concreta possibilità che i campioni in carica mancassero la postseason e dunque la possibilità di difendere il titolo sul campo. Alla fine in qualche modo Philadelphia è riuscita non solo a qualificarsi per i playoffs ma è andata molto vicina al Championship Game della NFC. La stagione ha avuto infine un epilogo doloroso nel Divisional contro New Orleans, con un sanguinoso drop di Alshon Jeffery con conseguente intercetto da parte di Marshon Lattimore. Per molti aspetti l’ultima annata degli Eagles fornisce vari spunti che nelle conversazioni di pre-stagione riguardo alle possibili pretendenti al titolo fanno pensare “Perché non loro?”.

Già, perché non loro? Il roster è tra i più profondi e talentuosi di tutta la NFL e la spina dorsale della squadra è rimasta in buona sostanza quella dell’anno di grazia 2017. A parte qualche eccezione, i leader tecnici e carismatici che hanno formato negli anni un gruppo formidabile in grado di riuscire nell’impresa di strappare il Lombardi Trophy dalle mani dei Patriots, sono ancora tutti lì e rimangono dei giocatori in grado di rendere a livelli altissimi nonostante due anni in più nella NFL possano cambiare molto. Tra i pochi che hanno cambiato aria c’è ovviamente Nick Foles, l’MVP del 52esimo Super Bowl ma d’altronde il sacrificio del texano per quanto dolorosissimo era inevitabile considerando che Carson Wentz rappresenta il principale asset della franchigia.

Proprio da Wentz dipenderà una parte consistente del futuro della squadra. Il talento del prodotto di NDSU non è in discussione ma il pregresso a livello di infortuni pone degli interrogativi riguardanti la sua tenuta fisica. Il contesto tecnico attorno a lui è di altissima qualità e gli permetterà di mettere a frutto le sue doti dentro e fuori la tasca cosicché pensare ad un’annata da MVP – con tutto ciò che ne consegue per le quotazioni della squadra – non è una fantasia peregrina. Davanti a lui, a proteggerlo, un vero e proprio reparto d’elite. Si può dire infatti che la linea d’attacco degli Eagles abbia già da tempo scalzato quella di Dallas al vertice del ranking delle 32. Nessun altro può disporre di tre elementi del livello di Kelce, Brooks e Lane Johnson. E inoltre a completare il quintetto non si può dire che ci siano dei soggetti di serie b. Infatti per il ruolo di left guard è aperta la competizione tra Wisniewski e Seumalo, entrambi giocatori solidi e affidabili mentre il LT titolare sarà Jason Peters, che per l’età e gli infortuni non è più il dominatore degli anni migliori ma rimane tuttora un ottimo elemento. Qualora dovessero esserci dei problemi Vaitai, già titolare nell’annata titolata rappresenta un’assicurazione importante. Oltre a ciò va ricordata la scelta di Andre Dillard all’ultimo draft, giocatore su cui la franchigia punta in chiave futura proprio nell’ottica della successione di Peters.

Come di consueto coach Pederson, che come sappiamo ama ruotare molto i suoi running back, potrà contare su un reparto particolarmente profondo. La punta principale è Jordan Howard, il cui appeal non emoziona più di tanto gli appassionati ma se andiamo a vedere i suoi numeri da quando ha messo piede nella NFL è tra i più costanti nel suo ruolo. Ha caratteristiche simili all’ex Chicago Bears il prodotto di Notre Dame Josh Adams, che nella sua prima annata, nel momento in cui ha trovato spazio nelle rotazioni ha dato delle buone sensazioni. Coach Pederson gradisce disporre di elementi che gli diano la possibilità di esplorare varie soluzioni ragion per cui a roster troviamo ancora una serie giocatori sguscianti e abili a ricevere fuori dal backfield come Corey Clement, Wendell Smallwood e il buon vecchio Darren Sproles. Non possiamo infine trascurare Miles Sanders, reduce da un 2018 importante da sostituto di Saquon Barkley a Penn State, che sta figurando bene in pre-stagione.

In offseason si è registrato il ritorno a Phila di DeSean Jackson, a suo tempo tra gli epurati dell’era Chip Kelly, che spera di ritrovare la brillantezza degli anni d’oro vissuti per l’appunto con la maglia degli Eagles. L’arrivo di Jackson aggiunge pericolosità al deep game e aumenta il tasso qualitativo di un pacchetto che ha in Jeffery il suo elemento migliore e può contare su un giocatore come Nelson Agholor tanto sottotono nelle prime due stagioni quanto solido e fondamentale per il gioco di Pederson nelle successive. Dietro i tre starters cercheranno di ritagliarsi un ruolo anche Mack Hollins, Braxton Miller e il rookie Arcega-Whiteside che già al college, con la maglia degli Stanford Cardinal, ha impressionato per doti fisiche e presenza in endzone. In offseason stiamo assistendo a buone prestazioni da parte di Marken Michel, fratello del RB dei Pats Sony Michel e già protagonista nella CFL. Molto probabilmente anche per lui ci sarà un posto nella lista dei 53.

Una certezza assoluta per l’attacco di Doug Pederson è la coppia di tight end titolari. Su Zach Ertz è inutile dilungarsi più di tanto. Da svariati anni rappresenta uno dei migliori in circolazione nel ruolo ed è inoltre reduce da una stagione fenomenale in cui ha eguagliato il proprio record di 8 TD del 2017 e sbriciolato quello relativo alle yards ricevute chiudendo per la prima volta in carriera in quadruple-digit. L’altro titolare sarà ancora Dallas Goedert, un giocatore che ai tempi del college si era già messo in luce come target in grado di devastare le difese avversarie e produrre TD in abbondanza. Nel suo primo anno da pro ha in parte mostrato come la sua abilità endzone possa spostare gli equilibri anche al piano superiore. Goedert è di certo uno dei prospetti più futuribili in squadra e possiede un upside notevole. Già dalla sua seconda stagione ci si aspetta da lui dei passi avanti tangibili.

La difesa guidata dal DC Jim Schwartz sarà ancora imperniata attorno a Fletcher Cox, semplicemente una garanzia assoluta. Al suo fianco è aperta la competizione tra due giocatori eccellenti come Timmy Jernigan e Malik Jackson, il che dà l’idea dell’abbondanza di talento del roster degli Eagles. Gli altri DT a disposizione ossia Trayvon Hester, Hassan Ridgeway e Bruce Hector sono tre rotational player in grado di far respirare all’occorrenza i titolari.
Ritornerà ovviamente la coppia di edge rusher composta da Derek Barnett e dall’esperto Brandon Graham e a proposito di esperienza, Vinny Curry, dopo un anno di “esilio” a Tampa Bay vestirà di nuovo la maglia di Philadelphia per sostituire il ritirato Chris Long. Senza dimenticare poi Josh Sweat, un ragazzo di grande potenziale, che avrà certamente voglia di mettersi in evidenza dopo una rookie season non giudicabile.

Tra i linebacker non ci sarà per il 2019 Jordan Hicks che ha firmato in estate un ricco contratto che lo legherà ai Cardinals per le prossime quattro stagioni. L’assenza di Hicks è una delle poche variazioni rispetto alla squadra campione nel 2017 ma è una differenza dal peso specifico notevole. Con lui Phila perde un giocatore tecnicamente formidabile ma anche un autentico playmaker nonché un leader vocale in grado di guidare dal centro dello schieramento l’intero reparto. L’idea di Schwartz è quella di riempire il vuoto spostando stabilmente Nigel Bradham al centro anche se non è da escludere che a stagione in corso il numero 53 possa tornare al ruolo canonico con il nuovo arrivo Zach Brown che andrebbe di conseguenza a coprire la posizione di MIKE. A chiudere lo schieramento a tre linebacker Kamu Grugier-Hill il quale però salterà le prime partite con l’ex Steelers Fort e Nathan Gerry che ambiscono a prenderne il posto.

Gli infortuni che hanno funestato la secondaria nell’ultima stagione hanno concesso spazio e permesso di apprezzare le qualità di alcuni elementi fino ad allora in ombra. Col ritorno dei titolari e l’aggiunta in offseason di altri defensive backs di qualità, anche il reparto arretrato è dotato in abbondanza forse persino oltremodo. Nel 2018 quando gli altri titolari erano fermi ai box, Malcolm Jenkins ha tenuto su da solo la secondaria guidando e agevolando il percorso di crescita dei giovani debuttanti o quasi. La strong safety rimane dunque una certezza indiscutibile allo stesso modo della Liberty Bell. Dopo l’infortunio della stagione passata Rodney McLeod tornerà ad occupare il ruolo di free safety fermo restando che il giovane Sullivan lotterà per disturbarne la titolarità che ha assaggiato in sua assenza. Andrew Sendejo, altra novità della prossima stagione, rappresenta una riserva extralusso e inoltre ci sarà da capire quali potrebbero essere gli sviluppi della scommessa della dirigenza nei confronti di Jonathan Cyprien. Le qualità del giocatore sono note ma il tipo di infortunio che lo ha escluso dall’ultimo campionato pone dei dubbi non indifferenti sul prosieguo della sua carriera.

Tra i cornerback, infortuni permettendo, non sarà in discussione il posto da titolare per l’ex Buffalo Bills Ronald Darby. Per il resto la competizione è apertissima tra i giovani Douglas, Maddox e Sidney Jones. Al fine di apportare esperienza ad un reparto con un’età media molto bassa è arrivato Orlando Scandrick e non va infine dimenticata la presenza di un giocatore utile nella nickel defense come Crevon Le Blanc.

Rappresentano una garanzia sia il kicker Elliott che il punter australiano Cameron Johnston il cui rendimento nell’ultima annata ha toccato punte altissime. Entrambi torneranno anche nel 2019.

Tirando le somme giungiamo dunque alla conclusione che i Philadelphia Eagles partiranno dalle primissime file nella corsa al titolo. Howie Roseman ha fatto gli straordinari in offseason. Il gruppo del 2017, formidabile per tasso tecnico, esperienza e personalità – difficile trovare un’altra squadra nella storia del gioco con una tale concentrazione di elementi carismatici e trascinanti all’interno dello spogliatoio da Peters a Jenkins passando per Graham, Johnson e Bradham ma non solo – è stato rafforzato dalle mosse del GM che si è mosso sul mercato acquisendo via trade Desean Jackson e Jordan Howard e riuscendo inoltre a firmare free agent di qualità ed esperienza come Zach Brown e Malik Jackson in primis oltre a Curry e Sendejo.

Nonostante la separazione da tre protagonisti della vittoria al Super Bowl come Foles, Hicks e Long, gli Eagles dispongono di una quantità di talento clamorosa e non c’è reparto in cui dietro ai titolari manchino alternative di alto livello anzi in alcune posizioni si registra persino una condizione di sovrabbondanza. Con un roster del genere in mano ad uno staff tecnico di altissimo livello non c’è ambizione che possa essere reputata eccessiva.

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